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Il prossimo Presidente incaricato Giuseppe Conte (foto l’espresso)
In occasione della nascita, presumibilmente a breve, del Governo PD-M5S, un intervento di un esponente comunista. Di Marino, dei Castelli romani e della regione Lazio.
Caro PD, caro M5S,
Sta per nascere, nascerà, probabilmente a giorni, il nuovo governo a guida Giuseppe Conte. A sostenerlo una maggioranza parlamentare composita che fa perno su M5S e PD. Parole e concetti si stanno spendendo per dire al Paese che è cosa che va fatta. Qui non voglio tanto utilizzare lo spazio per ribadire il convincimento mio personale e del PCI, che meglio sarebbe il ritorno alle urne. Quanto chiedere conto a voi sulla discontinuità, sulla diversità, tra quanto di indirizzo fondamentale aveva la linea governativa Lega-M5S, e quanto viene proposto da PD-M5S. Infatti, credo che pure su cose importanti – ad esempio le politiche migratorie – ci fosse grande differenza, essa da sola, non basterebbe a giustificare il voler caratterizzare come diverso e discontinuo questo governo.
Il Sindaco di Marino e leader del M5S avv. Carlo Colizza
Vengo al punto: la Lega e il M5S a più riprese, nei tempi precedenti la loro esperienza di governo, e anche durante questa in vari casi, hanno prodotto parole e posizioni assimilabili alla linea “contro l’Europa e l’euro. Addirittura uscire dalla UE”. Cosa alla quale il prof. Savona – accreditato come filogrillino — non ha mai creduto, tanto è vero che non ha voluto condividere il percorso governativo. Ebbene, questo indirizzo dichiarato, pre e durante, non è mai stato sostanziato da atti conseguenti di governo o di iniziativa parlamentare. Tutti ricordiamo sia i lai padani antieurocrati (a proposito, prendo in prestito la notizia parlamentare rispolverata da “Magnotranquillo” che stamattina ricorda come il “fiscal compact” che ci obbliga alla sottomissione del nostro bilancio al bilancio UE, ha avuto come relatore l’on. Giorgetti. Cioè il numero due per peso, e, probabilmente il numero uno per cervello, all’interno della Lega!), sia la minaccia, con tanto di raccolta firme, del M5S per uscire da UE-euro. Che fine ha fatto tutto ciò? Semplice: si è giocato a scimmiottare posizioni di durezza, di alterità, e poi alla prima occasione – relazioni di presentazione del governo – subito proni a rispettare la UE, a richiamare il patto atlantico e la fedeltà alla Nato. Ora, questa cosa non il lettore, il cittadino, l’elettore, non la pensi come una “mossa tattica”. Questa è la sostanza. Ed infatti, alla nuova prima occasione – dimissioni Conte e dichiarazioni per costituire nuova maggioranza PD e M5S – cosa succede su questo fondamentale versante? Che Conte, e Di Maio, e Zingaretti e via elencando, promettono (vedi atto già compiuto col sostegno alla neopresidente eletta a Bruxelles) di essere europeisti con questa UE, di essere fedeli alla Nato. Cioè, sulla questione della scelta di campo vera: il capitalismo è giunto alla fine (vedi il segno meno della produzione della Germania, unica vera locomotiva dell’occidente capitalistico UE), il ruolo politico-economico della Nato a sostegno del morente capitalismo è il modo per nascondere la verità diretta della fine, la soluzione è una Europa che metta insieme la penisola iberica e Vladivostok, ebbene tutto questo non viene discusso in nessuna scelta che si st compiendo ora. Non è discusso dal M5S, non è discusso dal PD.
Il segretario del PD di Marino, Sergio Ambrogiani
Ora sappiamo che il PD riunirà i propri organismi e forse la propria base per parlare della novità politica ecc.; così come il M5S attiverà la piattaforma Rousseau; ma tutti e due questi momenti non metteranno a confronto la scelta vera, frutto di analisi. E lo faranno perché dichiarandosi anti-ideologici, in realtà hanno già scelto lo stesso campo ideologico: quello capitalistico! Ora non sono nelle condizioni e non ho la forza per proporre a livello nazionale di rendere conto di tutto ciò. Però, posso nell’ambito che più mi è proprio, del territorio in cui opero e sono conosciuto per essere un comunista serio e, spero, anche stimato da parecchi, avanzare una proposta ai dirigenti di M5S e PD.
Maurizio Aversa, segreteria regionale PCI Lazio
Si tratta di questo: se per voi è possibile, separatamente o perfino insieme, prevedere uno o più momenti di confronto pubblico su quanto sta avvenendo e su quanto si sta scegliendo, vorreste consentire che qualche voce – non ritengo di essere né il solo, né solo il PCI ha questo orientamento – abbia la possibilità di parlare in assemblee locali? Se lo farete, chi lo farà, avrà il mio plauso, e di molti altri credo; se ciò non avverrà avrà un altro significato. Che voi, legittimamente, utilizzate un altro modo per informare, per confrontarvi, ma col timore di rispondere alle critiche comuniste, perché sono le sole che possono chiamare in causa le categorie, rispetto alla situazione attuale, di alternatività, di soluzioni strutturali, rispetto a tutti i temi dello sfruttamento capitalistico. Si chiami lavoro, si chiami dignità delle persone, si chiami solidarietà di classe. Attendo quello che diranno i rappresentanti, semmai lo vorranno, del PD e del M5S di Marino, dei Castelli romani e del Lazio.
Maurizio Aversa, PCI Lazio
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Un operatore dell’informazione. Un attivista culturale impegnato a diffondere le buone pratiche che aumentano ed estendono la fruizione del miglior bene immateriale di cui l’umanità dispone: il sapere, la conoscenza, la cultura. Questo il mio intimo a cui mi ispiro e la mia veste “giornalistica”. Professionalmente provengo da esperienze “strutturate” come sono gli Uffici Stampa pesanti: La Lega delle Cooperative, Botteghe Oscure. Ma anche esperienze di primo impatto: Italia Radio; e il mondo delle Rassegne Stampa cooperativa DIRE, Diretel, Rastel, Telpress. Per la carta stampata oltre una esperienza “in proprio” come direttore scientifico della rivista “Vini del Lazio”, ho collaborato con Paese Sera, con L’Unità, con Oggi Castelli.
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