Marino. Maurizio Aversa, della segreteria del PCI Lazio interviene sulla proposta M5S. Trecentoquarantacinque, e poi?

Marino. Maurizio Aversa, della segreteria del PCI Lazio interviene sulla proposta M5S. Trecentoquarantacinque, e poi?

13/08/2019 0 Di Maurizio Aversa

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In que­sto perio­do fer­ra­go­sta­no, sia­mo in pre­sen­za di gior­ni ed ore con­ci­ta­te sul ver­san­te del Gover­no, del Par­la­men­to, del­la poli­ti­ca. Chi non è pro­ta­go­ni­sta, pur­trop­po, è l’insieme dei lavo­ra­to­ri, dei disoc­cu­pa­ti, dei gio­va­ni che sem­pre meno si vedo­no rap­pre­sen­ta­ti da que­ste piroet­te. Stes­sa sor­te per i temi che dovreb­be­ro far da gui­da a chi vuol gover­na­re il Pae­se: la pre­di­spo­si­zio­ne del­le scel­te eco­no­mi­che macro per l’Italia e quin­di la leg­ge di bilan­cio da vara­re entro dicem­bre. Così come, ancor pri­ma, la scel­ta per far rap­pre­sen­ta­re la nazio­ne nell’organo di gover­no euro­peo. Ma nul­la di tut­to ciò è emer­gen­zia­le nel ricat­to con­ti­nuo che era nato sedi­ci mesi fa tra Lega e Cin­que­stel­le, che è con­ti­nua­to, e che tutt’ora non si fer­ma, come ha mostra­to il con­fron­to par­la­men­ta­re con col­pi di sce­na anda­to in onda ieri. Comunque,ci sia­mo, il fal­li­men­to del con­trat­to, depo­ten­zia­to nel­la defi­ni­zio­ne ori­gi­na­ria di qual­sia­si valen­za poli­ti­ca e di “accor­do”, tran­ne che – lap­sus freu­dia­no – poi il capo dei Cin­que­stel­le, ora si cruc­cia e mera­vi­glia del “tra­di­men­to” in 24 ore dell’alleato Lega! Ma se era solo con­trat­to, non c’è tra­di­men­to poli­ti­co no? Oppu­re era fasul­la la pre­mes­sa? Che, inve­ce era mol­to, mol­to, mol­to poli­ti­ca l’alleanza di sedi­ci mesi fa? Ma non è que­sto l’argomento che voglio sot­to­por­re alla vostra atten­zio­ne. Sem­mai, vor­rei pro­va­re a par­la­re di demo­cra­zia sostan­zia­le. Come ha rile­va­to, recen­te­men­te, il com­pa­gno Fran­ce­sco del­la Cro­ce del­la segre­te­ria nazio­na­le del PCI, “Fac­cia­mo atten­zio­ne: la pro­por­zio­na­le è tale se con­tem­pla col­le­gi elet­to­ra­li ampli e se non ha soglie di sbar­ra­men­to fat­te ad hoc per esclu­de­re milio­ni di cit­ta­di­ni dal­la rap­pre­sen­tan­za. Insom­ma, la nostra pro­por­zio­na­le non può esse­re alla “tede­sca”, dove vi sono mol­ti pic­co­li col­le­gi (deter­mi­nan­do, così, una stor­tu­ra signi­fi­ca­ti­va tra voti ai par­ti­ti e seg­gi cor­ri­spon­den­ti) e dove vige uno sbar­ra­men­to al 5% che, sto­ri­ca­men­te, fu intro­dot­to in modo espli­ci­to per mura­re l’ingresso nel par­la­men­to al par­ti­to comu­ni­sta tede­sco ed in gene­re alle mino­ran­ze.”. Si, intro­du­co il ragio­na­men­to del voto pro­por­zio­na­le, per­ché esso è la car­ti­na di tor­na­so­le per capi­re se la Costi­tu­zio­ne ha una valen­za ed un rispet­to da inve­ra­re, oppu­re se, ame­ri­ca­niz­zan­do e ren­den­do un orpel­lo solo tec­ni­co l’esercizio del voto si inten­de per­se­gui­re il mag­gio­ri­ta­rio che “taglia le ali”, il pre­si­den­zia­li­smo che addor­men­ta la cri­ti­ca e la par­te­ci­pa­zio­ne, la ricer­ca “fasul­la dai tem­pi di Cra­xi ad oggi” del­la gover­na­bi­li­tà. Que­sta net­tez­za, con­trap­po­sta, di scel­ta è per sot­to­li­nea­re che sia­mo in pre­sen­za di vera scel­ta poli­ti­ca, di vero scon­tro teo­ri­co e idea­le sul rispet­to dei prin­ci­pi costi­tu­zio­na­li nati dal­la Resi­sten­za, quin­di non con­trab­ban­da­bi­le per scel­ta tec­ni­ca, ancor­chè dal solo risvol­to eco­no­mi­co. E venia­mo alla pro­po­sta dei Cin­que­stel­le: 345 par­la­men­ta­ri in meno… per rispar­mia­re i sol­di del­la casta. La moti­va­zio­ne è una fal­si­tà. Sono ben altre le spe­se che si pos­so­no taglia­re, e più con­si­sten­ti. Il pun­to vero è se si vuo­le attua­re, “riat­tua­liz­za­re” il pro­por­zio­na­le puro oppu­re no. Che dice su que­sto tema il M5S? Ven­ga ad un con­fron­to e rispon­da. Ad esem­pio, noi Comu­ni­sti sia­mo por­ta­to­ri, pur nel rispet­to dell’impianto Costi­tu­zio­na­le, anche di una pro­po­sta inno­va­ti­va, in veri­tà già avan­za­ta negli anni dai comu­ni­sti e mai dive­nu­ta ogget­to di con­fron­to di meri­to. Si trat­ta del­la abo­li­zio­ne di una del­le due Came­re. Ad esem­pio del Sena­to del­la Repub­bli­ca. Quan­ti sono i sol­di a rispar­mio se inve­ce che un nume­ro di par­la­men­ta­ri, una inte­ra Came­ra vie­ne non più pre­vi­sta. Quin­di nien­te dop­pia let­tu­ra del­le leg­gi, quin­di nien­te dop­pio­ni di parec­chie atti­vi­tà? Ce l’ha una pro­pria opi­nio­ne il M5S su que­sto tema? E su ciò che di pre­zio­so lo sot­ten­de? Infat­ti una sola Came­ra dovrà neces­sa­ria­men­te rap­pre­sen­ta­re dav­ve­ro il Pae­se tut­to. Anche la par­te più pic­co­la. Lo slo­gan (fino ad ora mol­to vuo­to e gio­ca­to solo den­tro casa cin­que­stel­le tra 50.000 afi­cio­na­dos del­la piat­ta­for­ma) uno vale uno, solo col pro­por­zio­na­le puro si può attua­re. “ + Euro­pa” degli ex radi­ca­li, sono a favo­re di que­sta scel­ta pro­por­zio­na­le che fece invo­ca­re al vec­chio leo­ne Pan­nel­la “il dirit­to di tri­bu­na” per­ché alme­no un elet­to fos­se garan­ti­to ad ogni pic­co­la for­za poli­ti­ca orga­niz­za­ta, oppu­re sot­to l’ala pro­tet­ti­va del PD è per loro più faci­le fare spal­luc­ce su que­sti argo­men­ti? E Ren­zi che si risco­pre – abi­le tat­ti­co del pri­mo mat­ti­no – rispar­mia­to­re dei sol­di seguen­do la pro­po­sta del M5S cir­ca i 345 da taglia­re (chis­sà se gli inte­res­sa dav­ve­ro?), ma lo stes­so que­si­to vale per il sal­tim­ban­co poli­ti­co Sal­vi­ni dopo l’intervento al Sena­to di ieri (13 ago­sto) vuo­le espli­ci­ta­re, più di quan­to non si sap­pia dal­le sue pre­ce­den­ti azio­ni e dal suo pen­sie­ro, se inten­de toglie­re di mez­zo il “fasti­dio­so” pro­por­zio­na­le e chiu­de­re tut­ti i con­fron­ti in solo sue schie­ra­men­ti che 1, sono ambe­due d’accordo sul­la Nato; 2, ambe­due d’accordo sull’Europa/Euro a ser­vi­zio del capi­ta­li­smo; 3, ambe­due sono d’accordo sul­la con­flit­tua­li­tà sostan­zia­le con­tro la Cina (e la pro­po­sta rivo­lu­zio­na­ria ed epo­ca­le del­la Via del­la Seta, mes­sa in cam­po per i pros­si­mi cinquant’anni di pace) e con­tro l’autodeterminazione dei popo­li (Cuba, Vene­zue­la, Pale­sti­na etc); 4, ambe­due sono per met­te­re i lavo­ra­to­ri ed il lavo­ro “solo” come ser­vi­zio da aggiun­ge­re alla gui­da del capi­ta­li­smo, degli impren­di­to­ri; 5, ambe­due sono a favo­re del­le poli­ti­che che si basa­no su meno sta­to e più pri­va­to… que­sto solo per dire le pri­me cin­que cose fon­da­men­ta­li che ven­go­no in men­te in un con­fron­to per la gui­da del Pae­se. Ecco, allo­ra che alter­na­ti­va sareb­be que­sta pen­sa­ta, da Ren­zi e dal PD (tut­to) che imma­gi­na sia­no que­sti i temi a con­fron­to? Appun­to, ame­ri­ca­na­te: che spin­go­no il popo­lo, i cit­ta­di­ni, a disin­te­res­sar­si del­la poli­ti­ca e del­la par­te­ci­pa­zio­ne, e i pochi che par­te­ci­pa­no, anche al voto, lo fan­no tra due ricet­te pres­so­chè foto­co­pia! Ecco per­ché è neces­sa­rio, per la demo­cra­zia, per il rispet­to del­la Costi­tu­zio­ne, per non tra­di­re noi stes­si, che l’Italia abbia la pos­si­bi­li­tà – tra­mi­te il siste­ma pro­por­zio­na­le – di ave­re pre­sen­ti, di cono­sce­re, di far ele­va­re al ran­go di con­fron­to, pro­po­ste di poli­ti­che alter­na­ti­ve per dav­ve­ro: (iro­ni­ca­men­te, mol­te del­le paro­le sono sta­te anche uti­liz­za­te e subi­to abban­do­na­te o tra­di­te post voto ora da Lega ora dai Cin­que­stel­le e dal PD) A che ser­ve la Nato? Pos­sia­mo esse­re fuo­ri dal­la Nato, tran­quil­la­men­te e da subi­to! A che ser­vo­no i dan­ni che stia­mo suben­do (gra­zie al com­pact) dal­la Ue e dall’Euro? Pos­sia­mo dav­ve­ro fare l’Italexit! I Brics, e la Cina e la Rus­sia sono dav­ve­ro part­ner futu­ri con pos­si­bi­li­tà di svi­lup­po posi­ti­vo del­la glo­ba­liz­za­zio­ne, non di quel­la dei mer­ca­ti che fino­ra abbia­mo subi­to dagli Usa! Met­te­re il dirit­to al lavo­ro, il lavo­ro come risor­sa uma­na ed eco­no­mi­ca, al cen­tro di tut­te le poli­ti­che del­lo Sta­to è la vera alter­na­ti­va al moder­no schia­vi­smo a cui stia­mo assi­sten­do negli ulti­mi anni! Pia­ni eco­no­mi­ci di pro­gram­ma­zio­ne indu­stria­le, agri­co­la, del­la ricer­ca, del­la cul­tu­ra, inter­ven­ti per l’ampliamento del wel­fa­re, il soste­gno ai gio­va­ni e agli ulti­mi del­la socie­tà, è alter­na­ti­va vera allo sfi­ni­men­to attua­le a cui ci han­no por­ta­to i pas­si indie­tro del cen­tro­si­ni­stra, e le scel­te di Lega e Cin­que­stel­le. Quin­di, si pren­da que­sta mati­ta, si trac­ci un dop­pio elen­co a con­fron­to, e vedia­mo se la Lega, se i Cin­que­stel­le, se il PD, met­ten­do i 345 posti da taglia­re per nul­la, e, a fron­te, tut­to quan­to può esse­re “dav­ve­ro rispar­mia­to” alla fine del­la scel­ta di far vive­re una con­cre­ta pos­si­bi­li­tà di alter­na­ti­va e vedia­mo chi può nega­re: che il mas­si­mo di demo­cra­zia è il pro­por­zio­na­le; che il mas­si­mo di alter­na­ti­vi­tà sono solo i pro­gram­mi con­cre­ti; che tut­to il resto, roboan­te o sfa­vil­lan­te, è solo una gigan­te­sca men­zo­gna, un gigan­te­sco pol­ve­ro­ne! Ecco per­ché con­di­vi­dia­mo le neces­si­tà richia­ma­te nel comu­ni­ca­to dei sin­da­ca­ti uni­ta­ri “Un pia­no straor­di­na­rio di inve­sti­men­ti pub­bli­ci in infra­strut­tu­re, reti, manu­ten­zio­ne del ter­ri­to­rio, a par­ti­re dal Mez­zo­gior­no, con un chia­ro soste­gno ad una nuo­va eco­no­mia ver­de e che il tut­to sia scom­pu­ta­to dai vin­co­li del pat­to di sta­bi­li­tà; — una rifor­ma fisca­le fon­da­ta sul prin­ci­pio del­la pro­gres­si­vi­tà che ridu­ca le tas­se al lavo­ro dipen­den­te e ai pen­sio­na­ti; — una vera lot­ta all’evasione fisca­le e al lavo­ro nero; — il rin­no­vo dei con­trat­ti nazio­na­li pub­bli­ci e pri­va­ti e il rico­no­sci­men­to del loro valo­re erga omnes, la detas­sa­zio­ne degli aumen­ti sala­ria­li ed il supe­ra­men­to dei con­trat­ti pira­ta; — rifor­ma del­la pub­bli­ca ammi­ni­stra­zio­ne e assun­zio­ne di per­so­na­le in tut­ti i com­par­ti pub­bli­ci a par­ti­re dal­la sani­tà; — una nuo­va poli­ti­ca indu­stria­le che indi­riz­zi i pro­ces­si di inno­va­zio­ne, di cre­sci­ta dimen­sio­na­le del­le impre­se, garan­ti­sca il dirit­to per­ma­nen­te alla for­ma­zio­ne e met­ta al cen­tro la salu­te e la sicu­rez­za sul lavo­ro; — una nuo­va poli­ti­ca del­la cul­tu­ra e del turi­smo asse di cre­sci­ta per un pae­se qua­le l’Italia; — una vera rifor­ma del­le pen­sio­ni che dia un futu­ro ai gio­va­ni, rispon­da ai biso­gni del­le don­ne e rico­no­sca i lavo­ri più disa­gia­ti.” Per que­sto mi pia­ce con­clu­de­re sem­pre citan­do Fran­ce­sco del­la Cro­ce: “Se si vuo­le inter­ve­ni­re sul bica­me­ra­li­smo si può fare recu­pe­ran­do una pro­po­sta sto­ri­ca: una sola Came­ra par­la­men­ta­re – anche quin­di con meno par­la­men­ta­ri com­po­nen­ti rispet­to agli attua­li – ma elet­ta con una leg­ge elet­to­ra­le pro­por­zio­na­le pura. Fare diver­sa­men­te, rea­liz­za­re il barat­to tra meno par­la­men­ta­ri ed una pro­por­zio­na­le “cruc­ca” gene­re­reb­be una nuo­va for­ma di stor­tu­ra del­la rap­pre­sen­tan­za, mol­to dif­fi­cil­men­te emen­da­bi­le in segui­to a cau­sa dell’intervento diret­to sul­la Costi­tu­zio­ne.
Se “ognu­no vale uno”, ades­so è il momen­to di dimo­strar­lo nei con­fron­ti del­la più alta isti­tu­zio­ne rap­pre­sen­ta­ti­va del Pae­se: leg­ge elet­to­ra­le pro­por­zio­na­le pura, all’italiana!”.

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