In queste ore, il segretario regionale del PCI, Oreste Della Posta, ha provveduto a diffondere…
Frosinone. Il PCI del Lazio sui due operai ciociari morti sul cantiere autostradale a Bologna.
06/08/2019Questo articolo è stato letto 3548 volte!
Frosinone, Anagni. Cordoglio e denuncia del PCI per altri due morti sul lavoro. Antonio Pizzutelli e Salvatore Vani falciati in cantiere autostrada.
“Come abbiamo appreso dall’ (ANSA) — BOLOGNA, 6 AGO — Due operai che lavoravano per conto di Autostrade sono morti, investiti da un Tir che ha invaso un cantiere allestito nel tratto bolognese della A14, a Borgo Panigale.” — Così cominciano in una dichiarazione il responsabile Lavoro del PCI Lazio Tiziano Ziroli e Oreste della Posta segretario regionale comunista — “Ci specifica ancora l’agenzia di stampa che, L’incidente è avvenuto poco prima delle 23 di ieri al km 9, nei pressi dello svincolo per il raccordo interno. Gli operai stavano terminando l’allestimento del cantiere, necessario al rifacimento delle segnaletica orizzontale, e c’era un restringimento della carreggiata indicato con cartelli e segnali luminosi., quindi è chiaro che gli operai erano al lavoro. Le vittime sono Antonio Pizzutelli, 38 anni, e Salvatore Vani, 46 anni, entrambi residenti ad Anagni ed originari di paesi della provincia di Frosinone. Come Partito, come corregionali, esprimiamo la massima solidarietà e il più profondo cordoglio ai familiari di Antonio e Salvatore – sottolineano Ziroli e della Posta – e nel contempo alziamo forte la denuncia contro le morti sul lavoro. I due operai erano dipendenti di una ditta che lavora in appalto per Autostrade. Sicuramente ci saranno inchieste giudiziaria e tecnica, ma ciò che stordisce nella nostra consapevolezza della difesa dei lavoratori è che le centinaia di morti ogni anno sul lavoro, spesso non sono trattati allo stesso modo. Il motivo, noi lo ritroviamo solo in un grande punto politico e di classe: non c’è in questa Italia attuale l’attenzione sul lavoro al centro di tutte le questioni, non ci sono i lavoratori, quindi manca ogni attenzione di prevenzione concreta e quotidiana. Negli operatori, nei controllori, nel padronato che persegue unicamente il dio denaro manca ogni riferimento alla centralità del lavoro, alla umanizzazione di ogni attività dell’uomo. Noi – concludono i dirigenti comunisti – possiamo a nome di tutti i comunisti, confermare che saremo sempre dalla stessa parte: di chi spesso non può scegliere tra pericolosità o meno del lavoro. Perché esso, il lavoro, invece che essere strumento per la vita da vivere, diventa ciò a cui viene tutto sacrificato in nome del ricevimento di basse paghe e di tempo imprigionato che annulla la vita da vivere. Il PCI è contro questa alienazione. Il PCI è per costruire un fronte forte e unito dei lavoratori per la liberazione dal lavoro incatenato in tal modo. Salutiamo ancora Antonio e Salvatore, gridando: basta morti sul lavoro!”
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Un operatore dell’informazione. Un attivista culturale impegnato a diffondere le buone pratiche che aumentano ed estendono la fruizione del miglior bene immateriale di cui l’umanità dispone: il sapere, la conoscenza, la cultura. Questo il mio intimo a cui mi ispiro e la mia veste “giornalistica”. Professionalmente provengo da esperienze “strutturate” come sono gli Uffici Stampa pesanti: La Lega delle Cooperative, Botteghe Oscure. Ma anche esperienze di primo impatto: Italia Radio; e il mondo delle Rassegne Stampa cooperativa DIRE, Diretel, Rastel, Telpress. Per la carta stampata oltre una esperienza “in proprio” come direttore scientifico della rivista “Vini del Lazio”, ho collaborato con Paese Sera, con L’Unità, con Oggi Castelli.