Civitavecchia-Viterbo. Il PCI in Conferenza di organizzazione

Civitavecchia-Viterbo. Il PCI in Conferenza di organizzazione

08/07/2019 0 Di Maurizio Aversa

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Si è svol­ta a Civi­ta­vec­chia, pres­so la sede di Via dei Bastio­ni, la con­fe­ren­za orga­niz­za­ti­va fede­ra­le del PCI per i ter­ri­to­ri di Civi­ta­vec­chia e Viter­bo, in vista del­la Con­fe­ren­za nazio­na­le del par­ti­to che si ter­rà a Bol­se­na, saba­to 13 e dome­ni­ca 14 luglio.
Il docu­men­to con­clu­si­vo rile­va come il par­ti­to deb­ba radi­car­si nel ter­ri­to­rio, con­di­zio­ne ine­lu­di­bi­le per la costru­zio­ne di un par­ti­to comu­ni­sta di mas­sa e que­sto deve avve­ni­re attra­ver­so una pre­ci­sa arti­co­la­zio­ne che par­ten­do dal livel­lo fede­ra­le, arri­vi alle sezio­ni ed alle cel­lu­le loca­li o di posto di lavo­ro.

Il pro­ces­so ini­zia con la pre­sen­za e il raf­for­za­men­to del­le sezio­ni ter­ri­to­ria­li dove il par­ti­to è già atti­vo. Sarà un’opera lun­ga e pazien­te, ma neces­sa­ria. Soprat­tut­to nell’attuale fase dove, come dispe­ra­ta ed irra­zio­na­le rispo­sta alle poli­ti­che libe­ri­ste di auste­ri­tà dell’Unione Euro­pea e dei gover­ni nazio­na­li, con un movi­men­to ope­ra­io orga­niz­za­to che vie­ne ormai da oltre tre decen­ni di scon­fit­te, che han­no lace­ra­to, fran­tu­ma­to, par­cel­liz­za­to e distrut­to le coscien­ze, assi­stia­mo in Ita­lia e nel resto del mon­do ad un peri­co­lo­so ritor­no del­le ideo­lo­gie raz­zi­ste e fasci­ste.

Que­ste ideo­lo­gie han­no da tem­po per­mea­to vasti set­to­ri popo­la­ri ed ope­rai. L’impoverimento dei ceti medi e la pro­le­ta­riz­za­zio­ne di vasti set­to­ri socia­li, lun­gi dal far ricrea­re un bar­lu­me di coscien­za clas­si­sta, se non in spa­ru­te, ma signi­fi­ca­ti­ve avan­guar­die, soprat­tut­to gio­va­ni­li, ha por­ta­to inve­ce alla costi­tu­zio­ne di un “eser­ci­to” di quel­li che Marx defi­ni­va “lum­pen­pro­le­ta­ri”, soprat­tut­to nel­le peri­fe­rie del­le cit­tà, uti­liz­za­to minac­cio­sa­men­te dal gran­de capi­ta­le, nel­le sue ver­sio­ni popu­li­ste e nazio­na­li­ste, come baci­no elet­to­ra­le, o arma da lan­cia­re con­tro altri pro­le­ta­ri, etnie o cul­tu­re mino­ri­ta­rie, in una ver­sio­ne, rin­no­va­ta, “2.0” del­lo stes­so ser­ba­to­io di appog­gio di mas­sa dei movi­men­ti fasci­sti e nazi­sti del seco­lo scor­so. Pro­prio per que­sto il radi­ca­men­to del par­ti­to, non può basar­si ovvia­men­te sul­la sem­pli­ce atti­vi­tà agit-prop o men che meno sul­la mera auto pro­cla­ma­zio­ne di un rico­sti­tui­to PCI.

Al con­tra­rio il par­ti­to, nei ter­ri­to­ri, deve met­ter­si alla testa dei luo­ghi di resi­sten­za clas­si­sta e demo­cra­ti­ca e far­lo con atteg­gia­men­to uni­ta­rio e respon­sa­bi­le, man­te­nen­do fer­mi i nostri pun­ti di ana­li­si. Nel nostro ter­ri­to­rio abbia­mo dato vita (in alcu­ni luo­ghi con discre­to suc­ces­so) alla costru­zio­ne di momen­ti comu­ni, con le altre sen­si­bi­li­tà e for­ze di sini­stra, attra­ver­so la costi­tu­zio­ne di “luo­ghi” di discus­sio­ne e con­tro­in­for­ma­zio­ne uni­ta­ria e con­di­vi­sa, come Case del Popo­lo, coor­di­na­men­ti sta­bi­li e liste uni­ta­rie nel­le ele­zio­ni loca­li, a Ladi­spo­li con la casa del Popo­lo e la lista civi­ca uni­ta­ria del­la sini­stra alter­na­ti­va (11,5%), S. Mari­nel­la (8,4%), Tar­qui­nia (12,7%), Allu­mie­re (35%) e Civi­ta­vec­chia (1,5% uni­ca real­tà dove la sini­stra di clas­se si è pre­sen­ta­ta divi­sa) o Cer­ve­te­ri dove il Sin­da­co a capo di una coa­li­zio­ne civi­ca anti­fa­sci­sta alter­na­ti­va al PD è sta­to rie­let­to al pri­mo tur­no.

In tut­te que­ste cit­tà si è deci­so di pro­se­gui­re coi pro­get­ti del­le liste uni­ta­rie alle qua­li in mol­ti casi, han­no par­te­ci­pa­to espo­nen­ti e set­to­ri usci­ti dal PD. In mol­ti di que­sti comu­ni sono sta­te aper­te o rior­ga­niz­za­te sezio­ni dell’ANPI, si sono stret­ti con­tat­ti con col­let­ti­vi o asso­cia­zio­ni fem­mi­ni­ste, ambien­ta­li­ste, asso­cia­zio­ni di volon­ta­ria­to, liste stu­den­te­sche ed il nostro par­ti­to ha acqui­si­to un ruo­lo di dire­zio­ne ed una auto­re­vo­lez­za che in mol­ti casi va ben oltre il nostro effet­ti­vo peso poli­ti­co. In qua­si tut­ti i comu­ni si è deci­so di pro­se­gui­re con l’esperienza del­le liste uni­ta­rie, che sono sta­te per­ce­pi­te da impor­tan­ti set­to­ri di cit­ta­di­nan­za di sini­stra, demo­cra­ti­ca ed anti­fa­sci­sta, come uno stru­men­to uti­le.

E’ su que­sto ter­re­no di col­tu­ra che il nostro par­ti­to può e deve cre­sce­re, sen­za annac­qua­re cer­to le pro­prie carat­te­ri­sti­che ed il pro­prio pro­gram­ma, ma man­te­nen­do il pro­fi­lo di for­za più uni­ta­ria e respon­sa­bi­le pre­sen­te nel deso­la­to pae­sag­gio poli­ti­co del­la sini­stra.

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