Legambiente e CNR-IIA: rapporto dell’Osservatorio sulle isole minori

Legambiente e CNR-IIA: rapporto dell’Osservatorio sulle isole minori

05/07/2019 0 Di Redazione

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Isole sostenibili

Legambiente e CNR-IIA presentano il primo rapporto dell’Osservatorio sulle isole minori:

le sfide italiane e le buone pratiche dal mondo 

Numeri e storie da ogni isola italiana:dall’energia pulita, oggi ancora bloccata, alla gestione dei rifiuti e della raccolta differenziata ferma a una media del 6%;

poi acqua e depurazione, purtroppo assenti in molte isole,  e mobilità sostenibile

“Le isole sono oggi il laboratorio dell’innovazione climatica e ambientale nel Mondo, è arrivato il momento di accelerare la transizione nelle Isole italiane e cogliere le straordinarie opportunità presenti, anche in chiave turistica” 

Nel­le iso­le mino­ri ita­lia­ne tro­via­mo straor­di­na­rie risor­se ambien­ta­li e oppor­tu­ni­tà, anche eco­no­mi­che, di inno­va­zio­ne. Eppu­re, nono­stan­te que­ste gran­di poten­zia­li­tà, il con­tri­bu­to del­le fon­ti rin­no­va­bi­li rispet­to ai fab­bi­so­gni non supe­ra in media il 6%, men­tre nel resto d’Italia que­sto dato è ormai atte­sta­to al 32%. E non va meglio sul fron­te del­la rac­col­ta dif­fe­ren­zia­ta — il valo­re medio è di cir­ca il 28% – e per la depu­ra­zio­ne del­le acque reflue (basti pen­sa­re che in tre quar­ti del­le iso­le mino­ri non esi­ste alcun siste­ma di trat­ta­men­to e lad­do­ve è pre­sen­te si rile­va in gene­re un siste­ma di gestio­ne non otti­ma­le).

Se que­sta situa­zio­ne era com­pren­si­bi­le alcu­ni decen­ni fa oggi risul­ta ingiu­sti­fi­ca­ta, per le poten­zia­li­tà che di cam­bia­men­to e per la fra­gi­li­tà degli eco­si­ste­mi uni­ci che le carat­te­riz­za­no. Le iso­le mino­ri al con­tra­rio pos­so­no dive­ni­re un labo­ra­to­rio idea­le per affron­ta­re le sfi­de ambien­ta­li più urgen­ti e impor­tan­ti che il Mon­do ha di fron­te, dove appli­ca­re pro­prio i model­li inno­va­ti­vi nell’ambito dell’energia, del ciclo del­le acque e dei rifiu­ti.

 È quan­to evi­den­zia­to dal pri­mo rap­por­to Iso­le soste­ni­bi­li — Osser­va­to­rio sul­le Iso­le mino­ri rea­liz­za­to da Legam­bien­te e dal CNR-IIA e pre­sen­ta­to nel cor­so del­la Con­fe­ren­za Euro­Me­di­ter­ra­nea in cor­so oggi a Paler­mo, pres­so i Can­tie­ri Cul­tu­ra­li alla Zisa. Appun­ta­men­to al qua­le par­te­ci­pa­no, tra gli altri, Fran­ce­sco Petrac­chi­ni, CNR-IIA; Edoar­do Zan­chi­ni, vice­pre­si­den­te Legam­bien­te; Anto­nia Pro­ka, Segre­ta­ria­to del­le Iso­le Mino­ri Com­mis­sio­ne euro­pea; Tul­lio Ber­len­ghi, Capo segre­te­ria tec­ni­ca Mini­ste­ro dell’Ambiente; Luca Bene­det­ti, GSE, diret­to­re stu­di e moni­to­rag­gio di siste­ma; Kostas Kom­ni­nos, Gene­ral Direc­tor Smart Island Ini­tia­ti­ve; Luca Pie­mon­ti, Ter­na Ener­gy solu­tions; Car­lal­ber­to Gugliel­mi­not­ti, Ceo Engie EPS; Gian­ni Sil­ve­stri­ni, Diret­to­re scien­ti­fi­co Kyo­to Club; Seba­stia­no Ven­ne­ri, respon­sa­bi­le Turi­smo di Legam­bien­te e i sin­da­ci del­le iso­le mino­ri ita­lia­ne. L’incontro di quest’oggi a Paler­mo è rea­liz­za­to anche gra­zie al con­tri­bu­to di Engie.

Lo stu­dio pre­sen­ta­to que­sta mat­ti­na ana­liz­za con nume­ri, dati e sche­de spe­ci­fi­che, la situa­zio­ne di ogni iso­la ita­lia­na e in par­ti­co­la­re del­le 20 iso­le mino­ri abi­ta­te e non inter­con­nes­se con la rete elet­tri­ca. Qua­ran­tu­no, inol­tre, le buo­ne pra­ti­che dal mon­do. Iso­le che han­no avvia­to il per­cor­so ver­so uno sce­na­rio al 100% rin­no­va­bi­le: dal Paci­fi­co all’Atlantico, dai Mari del Nord all’Australia.  Esem­pi che dimo­stra­no come sia pos­si­bi­le valo­riz­za­re le risor­se natu­ra­li loca­li e sti­mo­la­re le eco­no­mie del ter­ri­to­rio, coin­vol­gen­do le comu­ni­tà di resi­den­ti.

Obiet­ti­vo del lavo­ro intra­pre­so da Legam­bien­te e dal CNR-IIA, avvia­to in que­sti anni, è di rac­con­ta­re quan­to sta avve­nen­do nel­le iso­le e sti­mo­la­re con docu­men­ti e report perio­di­ci, appun­ta­men­ti pub­bli­ci, le poten­zia­li­tà e l’urgenza di un cam­bia­men­to posi­ti­vo e dif­fu­so che dav­ve­ro può fare del­le iso­le un labo­ra­to­rio di svi­lup­po soste­ni­bi­le. Sco­po del nostro lavo­ro è di far com­pren­de­re come oggi sia pos­si­bi­le e neces­sa­rio rea­liz­za­re un pro­fon­do e posi­ti­vo cam­bia­men­to ambien­ta­le in que­sti par­ti­co­la­ri ter­ri­to­ri.

«Le iso­le mino­ri ita­lia­ne si pos­so­no infat­ti tra­sfor­ma­re da model­li inef­fi­cien­ti dipen­den­ti dai flus­si di ener­gia e mate­ria dal­la ter­ra­fer­ma a un model­lo inno­va­ti­vo nell’adozione di siste­mi soste­ni­bi­li per l’approvvigionamento di ener­gia puli­ta e acqua, per la gestio­ne dei rifiu­ti e per una mobi­li­tà a emis­sio­ni zero – dichia­ra Fran­ce­sco Petrac­chi­ni del CNR-IIA –. Nel­le iso­le pro­prio per il loro pecu­lia­re iso­la­men­to è pos­si­bi­le svi­lup­pa­re pro­get­ti di ricer­ca inno­va­ti­vi e misu­ra­re i bene­fi­ci del­la tran­si­zio­ne ver­so model­li più soste­ni­bi­li. Tale tra­sfor­ma­zio­ne è anche di tipo non tec­no­lo­gi­co; in quan­to deve fon­dar­si sul coin­vol­gi­men­to del­le comu­ni­tà loca­li (cit­ta­di­ni e mon­do impren­di­to­ria­le) e sull’integrazione degli impian­ti rin­no­va­bi­li nel pae­sag­gio iso­la­no».

«Nel­le iso­le mino­ri ita­lia­ne esi­sto­no tut­te le con­di­zio­ni per valo­riz­za­re da un pun­to di vista ambien­ta­le, eco­no­mi­co e turi­sti­co que­sto straor­di­na­rio patri­mo­nio – dichia­ra Edoar­do Zan­chi­ni, vice­pre­si­den­te di Legam­ben­te –. Oggi que­sti i ter­ri­to­ri sono tra i meno vir­tuo­si dal pun­to di vista del­la gestio­ne del­le risor­se ambien­ta­li e anche per que­sto è neces­sa­rio met­te­re in moto un cam­bia­men­to che pun­ti su fon­ti rin­no­va­bi­li e eco­no­mia cir­co­la­re nei diver­si set­to­ri eco­no­mi­ci, su un inno­va­ti­vo model­lo di gestio­ne dell’acqua e del­la mobi­li­tà. Occor­re da subi­to un qua­dro chia­ro di rego­le e di poli­ti­che, con una chia­ra pro­spet­ti­va al 2030, a par­ti­re dal­la crea­zio­ne di una cabi­na di regia pres­so il Mini­ste­ro dell’Ambiente. Intan­to esi­sto­no già alcu­ne oppor­tu­ni­tà impor­tan­ti da cui par­ti­re, alcu­ne fer­me a cau­sa di ritar­di nei decre­ti di attua­zio­ne o di sele­zio­ne dei pro­get­ti. Da que­ste risor­se occor­re ripar­ti­re e per que­sto chie­dia­mo al Gover­no di acce­le­ra­re in que­ste poli­ti­che e di met­ter­le al cen­tro del pia­no nazio­na­le ener­gia e cli­ma».

 Con un decre­to del 2017, infat­ti, il Mini­ste­ro del­lo svi­lup­po eco­no­mi­co ave­va pre­vi­sto una spin­ta alle fon­ti rin­no­va­bi­li nel­le iso­le mino­ri; ad oggi però si è anco­ra in atte­sa che entri in vigo­re. Anche il Mini­ste­ro dell’Ambiente ha lan­cia­to un ban­do nel 2017 (15 milio­ni di euro di finan­zia­men­to) per favo­ri­re il miglio­ra­men­to dell’utilizzo di acqua, ener­gia e lo svi­lup­po di inter­ven­ti di resi­lien­za cli­ma­ti­ca. Anche in que­sto caso, a distan­za di qua­si due anni, si è anco­ra in atte­sa dell’avvio defi­ni­ti­vo dei pro­get­ti sele­zio­na­ti. Una ter­za oppor­tu­ni­tà è lega­ta al con­tri­bu­to del­la tas­sa di sbar­co sul­le iso­le mino­ri, che può esse­re uti­liz­za­ta pro­prio per inter­ven­ti ambien­ta­li.

Il focus di que­sto pome­rig­gio, a par­ti­re dal­le ore 15, è dedi­ca­to al pro­get­to di tran­si­zio­ne ener­ge­ti­ca “Pan­tel­le­ria zero emis­sion: La sfi­da dell’integrazione nel pae­sag­gio”. All’incontro pren­de­ran­no par­te Gian­fran­co Zan­na, pre­si­den­te Legam­bien­te Sici­lia; Danie­la Mode­ri­ni e Gio­van­ni Sela­no che pre­sen­te­ran­no lo stu­dio per Pan­tel­le­ria; Ange­lo Pari­si, asses­so­re all’Urbanistica Pan­tel­le­ria; Anto­nio Par­ri­nel­lo, Diret­to­re Par­co nazio­na­le Iso­la di Pan­tel­le­ria; Miche­le Buf­fa, Osser­va­to­rio sul pae­sag­gio Regio­ne Sici­lia­na e Giu­lia­na Mat­tiaz­zo, Poli­tec­ni­co di Tori­no.

«Alle iso­le mino­ri sici­lia­ne chie­dia­mo di fare da apri­pi­sta in Ita­lia in que­sto sce­na­rio di inno­va­zio­ne e rin­no­va­men­to in chia­ve ambien­ta­le e un pri­mo tas­sel­lo di que­sta rivo­lu­zio­ne può arri­va­re pro­prio da Pan­tel­le­ria – sot­to­li­nea Gian­fran­co Zan­na, pre­si­den­te di Legam­bien­te Sici­lia –. È tem­po di spe­gne­re le inqui­nan­ti cen­tra­li elet­tri­che ali­men­ta­te a die­sel e arri­va­re a una pro­du­zio­ne 100% rin­no­va­bi­le, con una gestio­ne soste­ni­bi­le del­la risor­sa idri­ca e dei rifiu­ti. È una sfi­da pro­get­tua­le sicu­ra­men­te com­ples­sa anche per­ché que­sti ter­ri­to­ri sono carat­te­riz­za­ti da un patri­mo­nio straor­di­na­rio vin­co­la­to da pia­ni pae­sag­gi­sti­ci, tute­la­to da par­chi nazio­na­li, riser­ve natu­ra­li, aree mari­ne pro­tet­te e altri stru­men­ti di pro­te­zio­ne spe­cia­li. Alla Regio­ne e ai Comu­ni chie­dia­mo di indi­vi­dua­re gli stru­men­ti per inte­gra­re le fon­ti rin­no­va­bi­li in que­sto patri­mo­nio ric­co di diver­si­tà per far­ne un’occasione ulte­rio­re di rilan­cio e di attrat­ti­vi­tà del­le nostre iso­le».

Per Legam­bien­te e CNR-IIA gli obiet­ti­vi che van­no otte­nu­ti sul­le iso­le mino­ri nei pros­si­mi anni sono chia­ri e con­cre­ti. Il pri­mo è far cre­sce­re la pro­du­zio­ne di ener­gia da fon­ti rin­no­va­bi­li e accom­pa­gnar­la con inter­ven­ti di effi­cien­za ener­ge­ti­ca per ridur­re e chiu­de­re pro­gres­si­va­men­te le cen­tra­li da fon­ti fos­si­li esi­sten­ti. La coper­tu­ra dei fab­bi­so­gni di ener­gia elet­tri­ca è garan­ti­ta anco­ra oggi da cen­tra­li ter­moe­let­tri­che a gaso­lio, con socie­tà che con­trol­la­no sia la pro­du­zio­ne che la distri­bu­zio­ne. Un siste­ma poco effi­cien­te che arri­va a costa­re anche sei vol­te in più rispet­to a quel­lo nazio­na­le. La situa­zio­ne attua­le vede il sola­re foto­vol­tai­co come fon­te rin­no­va­bi­le più dif­fu­sa sul­le iso­le, men­tre l’eolico, nono­stan­te le con­di­zio­ni favo­re­vo­li, è pre­sen­te sol­tan­to a Pan­tel­le­ria e Ven­to­te­ne.

In ter­mi­ni asso­lu­ti Pan­tel­le­ria è l’isola cam­pio­nes­sa con le mag­gio­ri instal­la­zio­ni: 281,89 mq di sola­re ter­mi­co; 647,5 kW di sola­re foto­vol­tai­co e 32 kW di eoli­co. A Ven­to­te­ne la coper­tu­ra mas­si­ma del fab­bi­so­gno elet­tri­co da fon­ti rin­no­va­bi­li è del 5,11%, segui­ta da Usti­ca con il 4,46% (uni­che due iso­le con quo­ta supe­rio­re al 4%, men­tre nel­le altre la media è infe­rio­re al 2%).

Per quan­to riguar­da l’acqua, nel­le iso­le ita­lia­ne i pro­ble­mi da affron­ta­re riguar­da­no la scar­si­tà del­le risor­se idri­che pre­sen­ti e l’assenza o ina­de­gua­tez­za dei siste­mi di depu­ra­zio­ne del­le acque reflue. In 12 iso­le su 20 si fa anco­ra total­men­te o par­zial­men­te affi­da­men­to alle navi cister­na per il rifor­ni­men­to di acqua pota­bi­le e non. Nel­le iso­le del­la Sici­lia il 50% del­la for­ni­tu­ra di acqua avvie­ne anco­ra con navi cister­na. Sol­tan­to Capri si rifor­ni­sce inte­ra­men­te con un acque­dot­to sot­to­ma­ri­no, com­pli­ce la poca distan­za dal­la ter­ra­fer­ma.

Anche i ritar­di che riguar­da­no la depu­ra­zio­ne sono evi­den­ti: dall’ultima inda­gi­ne dell’Agenzia Euro­pea dell’Ambiente (2015) risul­ta che 15 iso­le mino­ri su 20 (il 75%) non han­no alcun siste­ma di trat­ta­men­to del­le acque reflue urba­ne. Nes­su­na iso­la è con­for­me a quan­to pre­scrit­to dal­la diret­ti­va euro­pea che indi­ca­va come data ulti­ma di ade­gua­men­to il 2005.

Occor­re poi pun­ta­re alla chiu­su­ra del ciclo dei mate­ria­li, pro­muo­ven­do rac­col­ta dif­fe­ren­zia­ta, recu­pe­ro e riu­ti­liz­zo dei mate­ria­li e la valo­riz­za­zio­ne del­la fra­zio­ne orga­ni­ca per la pro­du­zio­ne di com­po­st e biometano/biogas. Oggi la que­stio­ne dei rifiu­ti in mol­te iso­le ita­lia­ne è un’autentica prio­ri­tà ambien­ta­le. I nume­ri del­la rac­col­ta dif­fe­ren­zia­ta sono bas­si e l’unica solu­zio­ne adot­ta­ta è il tra­sfe­ri­men­to dei rifiu­ti via nave anche se nell’insieme, la capa­ci­tà di dif­fe­ren­zia­re i rifiu­ti è cre­sciu­ta, tra il 2010 e il 2017, su qua­si tut­te le iso­le. Due iso­le, Pan­tel­le­ria e Capri, supe­ra­no la media nazio­na­le del 55%. Ana­ca­pri e Pan­tel­le­ria risul­ta­no le sin­go­le ammi­ni­stra­zio­ni comu­na­li più vir­tuo­se, supe­ran­do la soglia del 68%.

 Buo­ne noti­zie ven­go­no dal­le iso­le ita­lia­ne che han­no scel­to di diven­ta­re pla­stic free. Sono infat­ti die­ci le ammi­ni­stra­zio­ni che han­no scel­to di met­te­re al ban­do i pro­dot­ti in pla­sti­ca usa e get­ta: Ana­ca­pri, Capri, Favi­gna­na, Lam­pe­du­sa e Lino­sa, Lipa­ri, Mal­fa, Pan­tel­le­ria, Tre­mi­ti, Usti­ca, Ven­to­te­ne.

Infi­ne, il tema del­la mobi­li­tà che pre­sen­ta una dupli­ce cri­ti­ci­tà: da un lato il col­le­ga­men­to con la ter­ra­fer­ma e dall’altro gli spo­sta­men­ti loca­li, con tut­ti i pro­ble­mi di gestio­ne dei pic­chi di turi­smo esti­vi. La sfi­da anche qui è nell’immaginare una pro­fon­da inno­va­zio­ne del­la mobi­li­tà, che da un lato pun­ti a dare un’alternativa al mez­zo pri­va­to attra­ver­so un tra­spor­to pub­bli­co loca­le effi­cien­te, dall’altro incen­ti­vi le for­me a impat­to ambien­ta­le zero: vei­co­li elet­tri­ci, per­cor­si pedo­na­li e cicla­bi­li sicu­ri.

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