NEL LAZIO MIGLIORANO LE CURE E DIMINUISCONO DISEGUAGLIANZE

NEL LAZIO MIGLIORANO LE CURE E DIMINUISCONO DISEGUAGLIANZE

02/06/2019 0 Di Redazione

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D’AMATO: PER INFARTO DIMINUITA DEL 30% LA MORTALITA’, SALVATE 800 PERSONE IN PIU’

A FROSINONE MIGLIORA QUALITA’ DELLE CURE, OLTRE 67% VALUTATE BUONE E MEDIE SOPRATTUTTO PARTI E CARDIOCIRCOLATORIO

 

Nel Lazio miglio­ra­no le cure, dimi­nui­sco­no le dise­gua­glian­ze di acces­so sia a livel­lo geo­gra­fi­co che per quan­to riguar­da il livel­lo di istru­zio­ne e dimi­nui­sce la mor­ta­li­tà evi­ta­bi­le (cir­ca 800 deces­si in meno per infar­to). Sono alcu­ni dei dati pre­sen­ta­ti que­sta mat­ti­na dall’Assessore alla sani­tà e l’Integrazione Socio­sa­ni­ta­ria del­la Regio­ne Lazio, Ales­sio D’Amato, accom­pa­gna­to dal Diret­to­re del Dipar­ti­men­to di Epi­de­mio­lo­gia del Lazio, Mari­na Davo­li e dal Diret­to­re del­la Dire­zio­ne Regio­na­le Salu­te e Inte­gra­zio­ne Socio-Sani­ta­ria, Rena­to Bot­ti con­te­nu­ti in P.Re.Val.E. 2019– Il pro­gram­ma regio­na­le di Valu­ta­zio­ne del Esi­ti degli inter­ven­ti sani­ta­ri nel Lazio.

Il rap­por­to dimo­stra come negli anni vi sia sta­to un net­to miglio­ra­men­to degli esi­ti di cura nel­la Regio­ne Lazio sia per quan­to riguar­da le ope­ra­zio­ni tem­pe­sti­ve per la frat­tu­ra del femo­re sia per l’infarto e per gli inter­ven­ti per il tumo­re alla mam­mel­la. Dimi­nui­sco­no anche i par­ti cesa­rei ‑7.300, ma sono anco­ra al di sopra del­la media nazio­na­le. Al miglio­ra­men­to del­la qua­li­tà del­le cure è cor­ri­spo­sta inver­sa­men­te la dimi­nu­zio­ne del disa­van­zo del Siste­ma sani­ta­rio regio­na­le ed il miglio­ra­men­to dei con­ti. Da segna­la­re anche un net­to miglio­ra­men­to del­la spe­ran­za di vita per la popo­la­zio­ne regio­na­le e l’assottigliarsi del­le dise­gua­glian­ze nell’accesso alle cure.

Oggi ad esem­pio nel Lazio per un infar­to trat­ta­to entro i 90 minu­ti dal rico­ve­ro non esi­sto­no più dif­fe­ren­ze di trat­ta­men­to in base al livel­lo di istru­zio­ne. 

  • A Fro­si­no­ne nel 2018 oltre il 67% dell’attività è valu­ta­ta di buo­na e media qua­li­tà. Con par­ti­co­la­re rife­ri­men­to alle gra­vi­dan­ze e par­ti, il car­dio­cir­co­la­to­rio, il respi­ra­to­rio e osteo­mu­sco­la­re. In par­ti­co­la­re rispet­to al 2017 si riscon­tra un miglio­ra­men­to nel­le frat­tu­re di femo­re ope­ra­te entro i due gior­ni e dei tagli cesa­rei pri­ma­ri.

Entran­do nel­lo spe­ci­fi­co nel Lazio:

FRATTURA FEMORE: 8.650 PAZIENTI IN PIU’ OPERATI TEMPESTIVAMENTE

Nel perio­do tra il 2012 e il 2018 la pro­por­zio­ne di inter­ven­ti per frat­tu­re del col­lo del femo­re in pazien­ti di età mag­gio­re di 65 anni, ese­gui­ti entro 2 gior­ni dall’accesso nel­la strut­tu­ra di rico­ve­ro, è pro­gres­si­va­men­te aumen­ta­ta, pas­san­do dal 31% al 58%, risul­ta­to in linea con il dato nazio­na­le; tale varia­zio­ne si tra­du­ce in cir­ca 1.650 inter­ven­ti in più rispet­to al 2012, ese­gui­ti tem­pe­sti­va­men­te ogni anno negli ulti­mi 4 anni, per un tota­le in tut­to il perio­do 2013–2018 sti­ma­to di 8.650 per­so­ne in più ope­ra­te tem­pe­sti­va­men­te. Que­sto signi­fi­ca una miglio­re qua­li­tà del­la vita nel­le per­so­ne anzia­ne

INFARTO: 800 DECESSI IN MENO IN ULTIMI 5 ANNI, RIDOTTA MORTALITA’ 30%

Nel 2018 si osser­va­no cir­ca 10.000 rico­ve­ri per infar­to acu­to del mio­car­dio; lamor­ta­li­tà a 30 gior­ni dal rico­ve­ro è pas­sa­ta dal 10% nel 2012 al 7% nel 2018, in ulte­rio­re lie­ve dimi­nu­zio­ne rispet­to al 2017 (8%) e infe­rio­re alla media nazio­na­le; si osser­va­no cir­ca 180 deces­si per infar­to in meno ogni anno negli ulti­mi 4 anni rispet­to al 2012 per un tota­le di cir­ca 800 deces­si in meno in tut­to il perio­do 2013–2018.

La pro­por­zio­ne di angio­pla­sti­ca ese­gui­ta entro 90 minu­ti dal rico­ve­ro, inter­ven­to sal­va­vi­ta nel caso di infar­to acu­to STEMI, è aumen­ta­ta a par­ti­re dal 2012, pas­san­do dal 30% al 56% del 2018, in ulte­rio­re aumen­to rispet­to al 2017 (51%); in ter­mi­ni asso­lu­ti nel solo 2018 sono sta­te ese­gui­te cir­ca 750 riva­sco­la­riz­za­zio­ni tem­pe­sti­ve in più rispet­to al 2012, per un tota­le di cir­ca 3.400 nell’intero perio­do 2013–2018.

CHIRURGIA: 6.600 PAZIENTI OPERATI CON DEGENZA INFERIORE A 3 GIORNI

La pro­por­zio­ne di cole­ci­stec­to­mie lapa­ro­sco­pi­che con degen­za post-ope­ra­to­ria infe­rio­re a 3 gior­ni è aumen­ta­ta pro­gres­si­va­men­te, pas­san­do dal 57% del 2012 all’82% nel 2018, in lie­ve aumen­to rispet­to al 2017 (81%) e supe­rio­re alla media ita­lia­na del 2016 (73% PNE ed. 2017); risul­ta­no, quin­di, cir­ca 1.650 per­so­ne con cole­ci­stec­to­mia lapa­ro­sco­pi­ca dimes­se entro 3 gior­ni in più rispet­to al 2012, per un tota­le di cir­ca 6.600 nel perio­do 2013–2018, quin­di una pro­gres­si­va ridu­zio­ne impor­tan­te dei gior­ni di degen­za poten­zial­men­te inap­pro­pria­ti dopo l’intervento. Ridur­re la degen­za signi­fi­ca ridur­re anche il rischio di infe­zio­ni ospe­da­lie­re.

PARTI CESAREI: 7.300 IN MENO

Il nume­ro tota­le di par­ti nel Lazio è in dimi­nu­zio­ne, in linea con il trend nazio­na­le, concir­ca 11.500 par­ti in meno negli ulti­mi 6 anni e una ridu­zio­ne di 1.450 par­ti nel 2018 (42.967) rispet­to al 2017 (44.414).

Negli ulti­mi 3 anni, la pro­por­zio­ne di tagli cesa­rei pri­ma­ri risul­ta esse­re sta­bi­le intor­no al 27%, ma si osser­va una ridu­zio­ne di cir­ca 1.600 par­ti cesa­rei pri­ma­ri l’anno in meno rispet­to al 2012, negli ulti­mi 4 anni, per un tota­le di cir­ca 7.300 tagli cesa­rei in meno in tut­to il perio­do 2013–2018. Tale risul­ta­to è, però, anco­ra supe­rio­re al dato medio nazio­na­le (25% nel 2016 – PNE ed. 2017).

TUMORE ALLA MAMMELLA: IL 73% NELLE BREAST UNIT E INTERVENTI SUPERIORI A DATO NAZIONALE

Il Lazio è sta­ta la pri­ma regio­ne, nel 2015, ad adot­ta­re le linee gui­da sul­le Brea­st Unit pro­dot­te dal Mini­ste­ro del­la Salu­te. Uno dei requi­si­ti del­la Brea­st Unit è il volu­me di inter­ven­ti chi­rur­gi­ci, che deve esse­re supe­rio­re ai 150 l’anno. La pro­por­zio­ne di inter­ven­ti chi­rur­gi­ci per tumo­re del­la mam­mel­la effet­tua­ta nei cen­tri iden­ti­fi­ca­ti come Brea­st Unit è pas­sa­ta dal 63% nel 2012 al 73% nel 2018; anche la pro­por­zio­ne di inter­ven­ti effet­tua­ti in strut­tu­re con alto volu­me di atti­vi­tà (>150 inter­ven­ti per un anno) è aumen­ta­ta pro­gres­si­va­men­te dal 2012 (69%) e rag­giun­ge l’84% nel 2018. La pro­por­zio­ne di inter­ven­to rico­strut­ti­vo del­la mam­mel­la simul­ta­neo all’intervento di aspor­ta­zio­ne del tumo­re è pas­sa­ta dal 48% del 2015 al 56% del 2018, supe­rio­re alla media nazio­na­le del 2016 (48% — PNE ed. 2017) e si è ridot­ta la pro­por­zio­ne di rein­ter­ven­ti a 120 gior­ni, che è pas­sa­ta dal 10% nel 2012 al 6% nel 2018, infe­rio­re alla media nazio­na­le del 2016 (8% — PNE ed. 2017).

“E’ un Lazio in cui miglio­ra­no le cure, si ridu­co­no le dise­gua­glian­ze. Riman­go­no del­le ete­ro­ge­nei­tà nei ter­ri­to­ri e nel­le sin­go­le azien­de che devo­no esse­re recu­pe­ra­te abbia­mo sicu­ra­men­te un miglio­ra­men­to nel tas­so di mor­ta­li­tà infe­rio­re alla media nazio­na­le soprat­tut­to su alcu­ne aree come il car­dio­va­sco­la­re”. Così l’as­ses­so­re regio­na­le del Lazio alla Sani­tà, Ales­sio D’A­ma­to, nel pre­sen­ta­re i dati di P.Re.Val.E, il pro­gram­ma regio­na­le di valu­ta­zio­ne esi­ti degli inter­ven­ti sani­ta­ri nel Lazio.

“Abbia­mo fat­to un gran­de lavo­ro — ha spie­ga­to ai cro­ni­sti – che ha por­ta­to alla ridu­zio­ne del 30 per cen­to del tas­so per chi ha l’in­far­to, un ele­men­to di gran­de sod­di­sfa­zio­ne. Biso­gna pro­se­gui­re anco­ra in un lavo­ro di omo­ge­neiz­za­zio­ne e miglio­ra­men­to, soprat­tut­to nel­le pro­vin­ce: que­sto sarà il lavo­ro dei pros­si­mi anni”.

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