Epatite C. La Campania detiene il primato di presa in carico dei pazienti

Epatite C. La Campania detiene il primato di presa in carico dei pazienti

02/06/2019 0 Di Redazione

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Il 29 maggio a Napoli il convegno sull’eliminazione dell’HCV. La situazione della Campania, un modello virtuoso nell’approccio terapeutico al virus. Per specialisti e pazienti coinvolti è un obiettivo straordinario, un successo epocale per la medicina, la ricerca e la società

Epatite C. La Campania detiene il primato di presa in carico dei pazienti HCV rispetto ai residenti. Importante agire e ridurre i serbatoi del virus

In Campania, oltre 20mila pazienti su 182mila in Italia sono stati avviati alla cura, con una percentuale di successo pari al 98%. Per noi questo significa salvare vite umane, migliorare la qualità di vita, ridurre i possibili trapianti di fegato e contenere le spese — sottolinea l’epatologo Ernesto Claar

Un approc­cio che ha dato i suoi frut­ti nel­la gestio­ne del­l’E­pa­ti­te C. Il con­ve­gno orga­niz­za­to da MA Pro­vi­der: “HCV — L’approccio del­la Regio­ne Cam­pa­nia nel garan­ti­re al pazien­te l’accesso alle tera­pie inno­va­ti­ve ser­ve pro­prio per trac­cia­re un bilan­cio e deli­nea­re le prio­ri­tà futu­re. L’in­con­tro, orga­niz­za­to con il con­tri­bu­to non con­di­zio­na­to di Gilead Scien­ces, si è tenu­to gio­ve­dì 30 mag­gio a Napo­li, pres­so la Sala Elba del Grand Hotel San­ta Lucia, e ha posto al cen­tro del­l’a­na­li­si il model­lo regio­na­le cam­pa­no e la sfi­da degli spe­cia­li­sti per affron­ta­re ed eli­mi­na­re il virus dal­le popo­la­zio­ni più a rischio.

L’i­ni­zia­ti­va inten­de affron­ta­re in manie­ra ana­li­ti­ca tut­te le com­po­nen­ti di siste­ma: dal coin­vol­gi­men­to del­la medi­ci­na di base alle atti­vi­tà del tavo­lo tec­ni­co, per evi­den­zia­re l’importanza cru­cia­le di un approc­cio strut­tu­ra­to e del­la oppor­tu­na gestio­ne inte­gra­ta del pazien­te affet­to da HCV per poi pro­ce­de­re alla effet­ti­va era­di­ca­zio­ne del­la pato­lo­gia sul ter­ri­to­rio. I far­ma­ci oggi dispo­ni­bi­li per la cura dell’infezione da HCV si sono dimo­stra­ti sicu­ri ed effi­ca­ci, di faci­le assun­zio­ne, non tos­si­ci, e sen­za effet­ti col­la­te­ra­li. Han­no garan­ti­to l’eradicazione del virus in poche set­ti­ma­ne, in oltre il 95% dei casi, con tera­pie gra­tui­te nei cen­tri pre­scrit­to­ri di epa­to­lo­gia, infet­ti­vo­lo­gia e medi­ci­na inter­na.

L’IMPEGNO DELLA REGIONE CAMPANIA, MODELLO REPLICABILE – “La situa­zio­ne del­la Cam­pa­nia si distin­gue per­ché rap­pre­sen­ta un model­lo di best prac­ti­ce nell’eradicazione dell’epatite C, pato­lo­gia che può por­ta­re a gra­vi com­pli­can­ze qua­li la cir­ro­si epa­ti­ca e il tumo­re del fega­to” ha sot­to­li­nea­to il Pro­fes­sor Enri­co Coscio­ni, Con­si­glie­re per la Sani­tà del Pre­si­den­te del­la Regio­ne Cam­pa­nia De Luca. “La Regio­ne Cam­pa­nia è quel­la che in media ha pre­so in cari­co più pazien­ti rispet­to ai resi­den­ti: lo 0,36% del­la popo­la­zio­ne regio­na­le è sta­ta trat­ta­ta con i nuo­vi anti­vi­ra­li, rispet­to a una media nazio­na­le del­lo 0,26%. Si trat­ta di un dato straor­di­na­rio, in quan­to pro­se­guen­do su que­sta stra­da può diven­ta­re pos­si­bi­le era­di­ca­re una pato­lo­gia che per seco­li ha pro­vo­ca­to deci­ne di mor­ti nel­la popo­la­zio­ne”.

La Regio­ne negli ulti­mi 5 anni ha avvia­to una stra­te­gia mira­ta all’emersione del «som­mer­so» e all’immediata ero­ga­zio­ne sul ter­ri­to­rio del­le tera­pie di ulti­ma gene­ra­zio­ne, con­sen­ten­do una vera «pre­sa in cari­co» del pazien­te affet­to da HCV, per garan­tir­ne glo­bal­men­te la miglio­re gestio­ne pro­ce­du­ra­le e tera­peu­ti­ca. L’azione ha con­sen­ti­to di sfrut­ta­re al meglio in ambi­to loca­le il finan­zia­men­to pre­vi­sto dal “Fon­do inno­va­ti­vi” e, gra­zie all’identificazione ed imple­men­ta­zio­ne di un PDTA spe­ci­fi­co e ad un con­fron­to costan­te con le asso­cia­zio­ni pazien­ti, la gover­nan­ce costi­tui­ta rap­pre­sen­ta un esem­pio da valu­ta­re e pro­por­re even­tual­men­te alle altre regio­ni.

LE PROSPETTIVE PER L’IMMEDIATO FUTURO – Obiet­ti­vo dei pros­si­mi mesi sarà la ricer­ca del som­mer­so e pre­ve­ni­re la dif­fu­sio­ne del­l’in­fe­zio­ne da HCV. I fon­di dedi­ca­ti ai far­ma­ci inno­va­ti­vi, anco­ra dispo­ni­bi­li, potreb­be­ro esse­re rias­se­gna­ti all’identificazione e al trat­ta­men­to dei pazien­ti misco­no­sciu­ti, al poten­zia­men­to dei cen­tri pre­scrit­to­ri e a pro­get­ti con­cre­ti per rag­giun­ge­re l’e­ra­di­ca­zio­ne del­l’e­pa­ti­te C nei “baci­ni dif­fi­ci­li” qua­li, anco­ra, le car­ce­ri, i SERD e le Comu­ni­tà, sui qua­li il grup­po tec­ni­co di lavo­ro del­la Regio­ne Cam­pa­nia ha già foca­liz­za­to la sua atten­zio­ne.

Con Deli­be­ra 6193 del 2/10/2012, la Cam­pa­nia è sta­ta la pri­ma Regio­ne Ita­lia­na ad inclu­de­re EpaC Onlus in un grup­po di lavo­ro inca­ri­ca­to di ela­bo­ra­re le stra­te­gie di eli­mi­na­zio­ne del­l’e­pa­ti­te C a livel­lo Regio­na­le. Un gesto che abbia­mo mol­to apprez­za­to” — ha evi­den­zia­to Ivan Gar­di­ni, Pre­si­den­te EpaC Onlus.Esse­re pre­sen­ti alle riu­nio­ni tec­ni­che ci ha con­sen­ti­to di segna­la­re e risol­ve­re – con l’aiuto del­la Regio­ne, Asl e spe­cia­li­sti — alcu­ne ano­ma­lie ammi­ni­stra­ti­ve che impe­di­va­no l’accesso alle tera­pie di alcu­ni pazien­ti che neces­si­ta­va­no di cure imme­dia­te. La Cam­pa­nia, evi­tan­do di por­re limi­ti di spe­sa pur essen­do in Pia­no di Rien­tro, non ha mai fat­to man­ca­re le tera­pie neces­sa­rie per cura­re i pazien­ti con HCV, con il risul­ta­to di esse­re la Regio­ne con il miglior rap­por­to tra nume­ro di abi­tan­ti e pazien­ti avvia­ti al trat­ta­men­to, un tra­guar­do signi­fi­ca­ti­vo per mol­ti aspet­ti. Nel tem­po si sono svi­lup­pa­ti rap­por­ti di col­la­bo­ra­zio­ne anche con sin­go­le strut­tu­re ospe­da­lie­re di gastroen­te­ro­lo­gia ed infet­ti­vo­lo­gia, come la rea­liz­za­zio­ne di even­ti di scree­ning loca­li, con­ve­gni, e mol­to altro. D’altra par­te anche la Cam­pa­nia, al pari del­le altre Regio­ni, deve ora impe­gnar­si a rea­liz­za­re la par­te più com­ples­sa del­la stra­te­gia di eli­mi­na­zio­ne, ovve­ro la for­ma­liz­za­zio­ne di un Pia­no dota­to di fon­di che inclu­da da una par­te atti­vi­tà vol­te a indi­vi­dua­re e avvia­re al trat­ta­men­to i pazien­ti già dia­gno­sti­ca­ti ma non anco­ra cura­ti (lin­ka­ge to care), e dall’altra atti­vi­tà di scree­ning mira­ti all’individuazione di pazien­ti infet­ti ma incon­sa­pe­vo­li (test and treat). Signi­fi­ca coin­vol­ge­re e coor­di­na­re Sta­ke­hol­ders esper­ti di micro e macro baci­ni come SerD, Car­ce­ri, MMG, strut­tu­re non auto­riz­za­te, ecc. In una tale pro­spet­ti­va ci augu­ria­mo di poter con­ti­nua­re a col­la­bo­ra­re e con­tri­bui­re a ren­de­re la Cam­pa­nia la pri­ma regio­ne con ZeroE­pa­ti­teC”.

Fino­ra abbia­mo con­se­gui­to risul­ta­ti mol­to impor­tan­ti — sot­to­li­nea il Prof. Nico­la Cop­po­la, Diret­to­re uni­ver­si­ta­rio UOC Malat­tie Infet­ti­ve, AO Sant’Anna e San Seba­stia­no di Caser­ta. Tut­ta­via, resta anco­ra mol­to da fare. Abbia­mo trat­ta­to solo 1/3 dei pazien­ti affet­ti dal virus dell’epatite C. Ades­so è impor­tan­te crea­re del­le reti tra i cen­tri spe­cia­li­sti­ci e le isti­tu­zio­ni lad­do­ve sia­no anco­ra pre­sen­ti dei sog­get­ti da trat­ta­re. I cli­ni­ci han­no fat­to la loro par­te, crean­do dei link tra medi­ci­na ter­ri­to­ria­le e cen­tri di secon­do livel­lo. La prio­ri­tà è quel­la di crea­re dei per­cor­si sem­pli­fi­ca­ti per que­ste popo­la­zio­ni con tavo­li tec­ni­ci attor­no ai qua­li sie­da­no tut­ti gli atto­ri coin­vol­ti: isti­tu­zio­ni, spe­cia­li­sti, asso­cia­zio­ni pazien­ti, impre­se”.

SINERGIA TRA ISTITUZIONI E CLINICI IN CAMPANIA – Nel­la Regio­ne Cam­pa­nia è sta­to svol­to un lavo­ro straor­di­na­rio attra­ver­so la mira­bi­le inte­gra­zio­ne tra Isti­tu­zio­ni e cli­ni­ci: il Decre­to Diri­gen­zia­le n.20 del 24 feb­bra­io 2015 ha isti­tui­to un grup­po tec­ni­co di lavo­ro atto ad affron­ta­re e risol­ve­re l’in­fe­zio­ne da virus C; altri 20 Decre­ti suc­ces­si­vi han­no per­mes­so di avvia­re alla cura oltre 20mila pazien­ti (sui 182mila attual­men­te in cura in Ita­lia), con una per­cen­tua­le di suc­ces­so dei trat­ta­men­ti fis­sa­ta cir­ca al 98%.

La nostra Regio­ne ha rag­giun­to mol­te­pli­ci obiet­ti­vi: la sal­va­guar­dia di miglia­ia di vite uma­ne; il note­vo­le con­te­ni­men­to del­l’im­pat­to eco­no­mi­co cor­re­la­to alla malat­tia da virus C (nel rap­por­to rispar­mio costi diretti/spesa per far­ma­ci), una dra­sti­ca ridu­zio­ne del­l’e­si­gen­za di tra­pian­to epa­ti­co qua­le prin­ci­pa­le cau­sa di migra­zio­ne sani­ta­ria,-sot­to­li­nea Erne­sto Claar, Diret­to­re U.O. di Epa­to­lo­gia dell’Ospedale Evan­ge­li­co Beta­nia – Coor­di­na­to­re Nazio­na­le del­la Com­mis­sio­ne Epa­to­lo­gi­ca AIGO (Asso­cia­zio­ne Nazio­na­le Gastroen­te­ro­lo­gi Ospe­da­lie­ri. — Il lavo­ro svol­to dimo­stra che l’obiettivo dell’Organizzazione Mon­dia­le del­la Sani­tà di ridur­re l’impatto sul­la salu­te del­le Epa­ti­ti vira­li è per­cor­ri­bi­le se si crea la giu­sta col­la­bo­ra­zio­ne tra tut­ti gli sta­ke­hol­der attra­ver­so lo svi­lup­po del «lin­ka­ge to care»”.

L’ESEMPIO DELLA COORTE E DELLA COLLABORAZIONE ASL-SERD — In Cam­pa­nia sono sta­ti svi­lup­pa­ti vari model­li di sen­si­bi­liz­za­zio­ne e, quan­do neces­sa­rio, di sem­pli­fi­ca­zio­ne del per­cor­so di cura anche attra­ver­so pun­ti di acces­so più facil­men­te repe­ri­bi­li sul ter­ri­to­rio. Un esem­pio è la col­la­bo­ra­zio­ne tra le strut­tu­re del­l’A­SL Napo­li 1 Cen­tro e il SERD 32 di Pon­ti­cel­li coor­di­na­te pro­prio da Erne­sto Claar. “L’obiettivo pre­fis­sa­to era di era­di­ca­re l’in­fe­zio­ne da virus C nel­la coor­te di tos­si­co­di­pen­den­ti atti­vi in cui la pre­va­len­za del­l’in­fe­zio­ne è noto­ria­men­te più alta, la pos­si­bi­li­tà di con­ta­gio più for­te e l’ac­ces­so alle cure più dif­fi­ci­le. Sia­mo riu­sci­ti a rea­liz­za­re il “lin­ka­ge to care” isti­tuen­do un pun­to di assi­sten­za spe­cia­li­sti­ca epa­to­lo­gi­ca all’in­ter­no del SERD; abbia­mo adot­ta­to un pro­gram­ma di scree­ning per tut­ti i sog­get­ti con tos­si­co­di­pen­den­za atti­va indi­vi­duan­do il 35% di sie­ro­po­si­ti­vi per HCV; abbia­mo poi era­di­ca­to l’in­fe­zio­ne nel 100% dei casi. Abbia­mo resti­tui­to buo­ne aspet­ta­ti­ve di vita a 160 per­so­ne, di cui mol­ti gio­va­ni, e abbia­mo miglio­ra­to la qua­li­tà di vita loro e del­le loro fami­glie” ha con­clu­so lo spe­cia­li­sta.

IL RUOLO DELL’INDUSTRIA – Sia­mo impe­gna­ti a 360° gra­di con­tro l’H­CV, in Ita­lia come nel resto del mon­do. La nostra ricer­ca ha reso dispo­ni­bi­li tera­pie che han­no cam­bia­to il cor­so di que­sta infe­zio­ne, ren­den­do con­cre­ta­men­te rag­giun­gi­bi­le l’o­biet­ti­vo del­la sua eli­mi­na­zio­ne - sot­to­li­nea Valen­ti­no Con­fa­lo­ne, Vice Pre­si­dent e Gene­ral Mana­ger di Gilead Ita­lia — Oggi con­cen­tria­mo i nostri sfor­zi su que­sto obiet­ti­vo. Anche in Ita­lia col­la­bo­ria­mo atti­va­men­te con asso­cia­zio­ni pazien­ti, socie­tà scien­ti­fi­che e isti­tu­zio­ni per faci­li­ta­re l’ac­ces­so alla dia­gno­si del­le per­so­ne più fra­gi­li e dif­fi­ci­li da rag­giun­ge­re e per garan­ti­re l’ac­ces­so alla cura in manie­ra soste­ni­bi­le a tut­ti colo­ro che ne han­no biso­gno. Lo fac­cia­mo, ad esem­pio, for­nen­do ad un costo sim­bo­li­co i trat­ta­men­ti neces­sa­ri per gli ado­le­scen­ti con epa­ti­te C in col­la­bo­ra­zio­ne con AIFA e Socie­tà Scien­ti­fi­che e soste­nen­do cam­pa­gne di aware­ness nel­le popo­la­zio­ni a rischio”.

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