Elezioni europee: immaginare un futuro positivo per Marino è sempre più arduo!

Elezioni europee: immaginare un futuro positivo per Marino è sempre più arduo!

28/05/2019 1 Di Francesca Marrucci

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Dopo le elezioni europee cambiano i rapporti politici nel centrodestra marinese, il M5S che governa localmente dimezza i voti e il centrosinistra ancora cerca una quadra.

Nessuno può dichiararsi esente dal fallimento politico, prima e adesso, e immaginare un futuro positivo per Marino è sempre più arduo.

L’E­di­to­ria­le di Fran­ce­sca Mar­ruc­ci

Le Ele­zio­ni Euro­pee sta­vol­ta, più di altre pre­ce­den­ti, diven­ta­no spec­chio di un’I­ta­lia sem­pre più alla ricer­ca di una gui­da auto­ri­ta­ria, sem­pre più disin­can­ta­ta di fron­te alla poli­ti­ca, sem­pre più distan­te da eti­ca e valo­ri di rife­ri­men­to, in balia dei mal di pan­cia di ten­den­za che for­ni­sco­no solu­zio­ni fit­ti­zie ed inu­ti­li ad una situa­zio­ne che nes­su­no vuo­le dav­ve­ro cam­bia­re, a comin­cia­re dai cit­ta­di­ni stes­si.

In que­st’ot­ti­ca, esa­mi­na­re l’im­pat­to del voto sui Comu­ni che non ave­va­no anche il trai­no del­le ammi­ni­stra­ti­ve, diven­ta inte­res­san­te mol­to più di quel­lo, qua­si scon­ta­to, dei Sin­da­ci elet­ti, anche a livel­lo loca­le, dal­l’ex­ploit nazio­na­le del­la Lega.

È ovvio che, a pre­scin­de­re dal­l’in­fa­tua­zio­ne sal­vi­nia­na che appa­ri­va abba­stan­za scon­ta­ta, così come lo era sta­ta quel­la pro-Pd alle ele­zio­ni euro­pee del 2014, nei Comu­ni si è dato, anche e soprat­tut­to, un giu­di­zio sul­le ammi­ni­stra­zio­ni loca­li.

Mari­no non ha fat­to ecce­zio­ne e subi­to, il pri­mo dato che sal­ta agli occhi, tra i vari che esa­mi­ne­re­mo, è quel­lo che riguar­da il Movi­men­to 5 Stel­le che ammi­ni­stra il pae­se.

Sep­pur mol­ti scon­ten­ti del­l’am­mi­ni­stra­zio­ne gril­li­na abbia­no comun­que vota­to per coscien­za il Movi­men­to per cer­ca­re di fre­na­re l’a­sce­sa del­la Lega, la con­sa­pe­vo­lez­za del trend nazio­na­le non ha comun­que sal­va­to il M5S mari­ne­se che dopo 3 anni di ammi­ni­stra­zio­ne per­de più del 50% dei voti di lista. Se poi si pen­sa al con­sen­so otte­nu­to dal Pri­mo Cit­ta­di­no, il bara­tro dei voti è impres­sio­nan­te: da 11.840 voti agli attua­li 3.770, più di 8.000 voti in meno.

Nes­su­na novi­tà anche qui. Il calo del con­sen­so per chi ammi­ni­stra local­men­te è pra­ti­ca­men­te fisio­lo­gi­co e le poche ecce­zio­ni sono dav­ve­ro sino­ni­mo di buo­na poli­ti­ca. Non è il caso di Mari­no.

Che que­sta ammi­ni­stra­zio­ne abbia comin­cia­to a cala­re nei con­sen­si loca­li era già ben chia­ro dopo il pri­mo anno di ammi­ni­stra­zio­ne, perio­do di svol­ta, potrem­mo dire, in cui la giun­ta Coliz­za ha ini­zia­to a scol­lar­si dal­le real­tà cit­ta­di­ne a favo­re di pochi elet­ti e pre­di­let­ti.

Da lì, di con­se­guen­za, oltre a quel­la che è per­ce­pi­ta dai cit­ta­di­ni come ‘immo­bi­li­tà ammi­ni­stra­ti­va pre­oc­cu­pan­te’, costel­la­ta qui e là di ban­di per­si o sba­glia­ti, di con­cor­si anda­ti deser­ti o qua­si e di una pro­gres­si­va chiu­su­ra e auto­re­fe­ren­zia­li­tà, c’è sta­to un com­ple­to arroc­ca­men­to a Palaz­zo Colon­na che ora vie­ne paga­to in ter­mi­ni di con­sen­so. In que­sti ulti­mi due anni non si è par­la­to d’al­tro, del resto, sui gior­na­li e sui social.

La giun­ta gril­li­na è riu­sci­ta a rida­re vigo­re per­si­no all’op­po­si­zio­ne, che tale poco è sta­ta dal­l’i­ni­zio di que­sta con­si­lia­tu­ra, ognu­no per­so a tro­var­si allea­ti, can­di­da­ti e col­lo­ca­zio­ni sicu­re nel con­fu­so qua­dro nazio­na­le ripor­ta­to al loca­le.

Dicia­mo­ci la veri­tà, è opi­nio­ne col­let­ti­va che se non ci fos­se anco­ra il bal­let­to dei posi­zio­na­men­ti e del­le can­di­da­tu­re all’in­ter­no del cen­tro­de­stra e del cen­tro­si­ni­stra, com­pli­ce anche lo scon­ten­to che ser­peg­gia (nem­me­no nasco­sto) tra par­te dei con­si­glie­ri di mag­gio­ran­za, l’Am­mi­ni­stra­zio­ne gril­li­na mari­ne­se avreb­be già fat­to la fine di quel­la di Net­tu­no e di quel­la di Gen­za­no.

Anco­ra una vol­ta si bivac­ca sui deme­ri­ti altrui, non per i meri­ti pro­pri, che poi è sta­ta la ragio­ne per cui 3 anni fa, il M5S ebbe tan­ti e tali con­sen­si. Con un Sin­da­co arre­sta­to, asses­so­ri inda­ga­ti e un cen­tro­de­stra in cri­si, con un cen­tro­si­ni­stra sen­za iden­ti­tà pro­pria, anco­ra inten­to a rac­co­glie­re e met­te­re insie­me pez­zi spar­si e liti­gio­si, pun­tan­do il dito e pro­cla­man­do­si sal­va­to­ri del­la Patria, il gio­co è sta­to faci­le per il M5S. A Mari­no come altro­ve. Ma i j’ac­cu­se non basta­no per gover­na­re.

E pen­sa­re che que­sta ammi­ni­stra­zio­ne era una spe­ran­za dav­ve­ro per tut­ti, anche per chi non li ave­va vota­ti. Io stes­sa, tra que­sti, ho dato una mano e quan­do pos­so con­ti­nuo comun­que a far­lo. Come me tan­te asso­cia­zio­ni cul­tu­ra­li e socia­li, gli arti­gia­ni, gli agri­col­to­ri, e tan­ti altri, ma tut­ti oggi si dichia­ra­no pen­ti­ti e delu­si sia del voto che del­la fidu­cia mostra­ta.

Per­ché all’im­prov­vi­so ci sia sta­ta que­sta chiu­su­ra, cer­ta­men­te non annun­cia­ta, ma pale­se nel sen­to­re popo­la­re, ce lo doman­dia­mo in mol­ti, sen­za rispo­sta, se non per un pro­gres­si­vo auto­le­sio­ni­smo che poi par­la attra­ver­so gli impie­to­si con­fron­ti elet­to­ra­li.

L’Am­mi­ni­stra­zio­ne Coliz­za però sem­bra non accor­ger­si di nien­te e con­ti­nua sen­za trop­pe pre­oc­cu­pa­zio­ni, alme­no così sem­bre­reb­be. E con­ti­nue­rà pro­ba­bil­men­te a gover­na­re Mari­no per altri due anni, non per meri­ti pro­pri, l’ab­bia­mo det­to, ma per­ché alme­no due anni sono neces­sa­ri e non è nem­me­no det­to che sia­no suf­fi­cien­ti, alle oppo­si­zio­ni per rior­ga­niz­zar­si, quin­di nes­su­no ha inte­res­se che que­sta ammi­ni­stra­zio­ne cada.

C’è anco­ra tem­po per i 5 Stel­le recu­pe­ra­re e pre­sen­tar­si come vera alter­na­ti­va al secon­do man­da­to? For­se. Attual­men­te que­sta ammi­ni­stra­zio­ne ha già una col­pa gra­vis­si­ma: sta facen­do rim­pian­ge­re a tan­ti cit­ta­di­ni, che ormai si espri­mo­no pale­se­men­te, le ammi­ni­stra­zio­ni di cen­tro­de­stra e que­sto, per chi si è posto come uni­ca alter­na­ti­va pos­si­bi­le e ha fat­to del­la discon­ti­nui­tà il pro­prio caval­lo di bat­ta­glia, è imper­do­na­bi­le.

Non me ne voglia­no nel cen­tro­de­stra, avrei det­to la stes­sa cosa del cen­tro­si­ni­stra, è una que­stio­ne di coe­ren­za: se ti poni come pala­di­no del buon gover­no e poi fini­sci per far rim­pian­ge­re i sog­get­ti di cui ti pone­vi come uni­ca alter­na­ti­va, il tuo è un fal­li­men­to, non si può chia­ma­re in altro modo. Però, ripar­ti­re dai segna­li d’al­lar­me e cam­bia­re i rap­por­ti con la cit­ta­di­nan­za potreb­be anco­ra ser­vi­re. Se i mari­ne­si per­ce­pi­sco­no l’am­mi­ni­stra­zio­ne come assen­te è bene por­si qual­che doman­da, anche per­ché i mari­ne­si che aspet­ta­no un riscon­tro alla fidu­cia data ci sono anco­ra, ecco­me, a pre­scin­de­re da quel­li che già guar­da­no altro­ve.

Io non mi rim­pian­go nes­su­no, per inten­der­ci. Il mio giu­di­zio su chi si avvi­cen­da al gover­no mari­ne­se con­ti­nua ad esse­re cri­ti­co in toto, per un moti­vo o per un altro. Non ci si ven­ga nem­me­no a pro­pi­na­re la raman­zi­na che chi c’e­ra pri­ma era buo­no e bel­lo, che la memo­ria ce l’ab­bia­mo tut­ti e nes­su­no è esen­te da col­pe, anzi!

Chie­dia­mo­ci inve­ce per­ché in que­sto pae­se qual­sia­si pro­po­sta poli­ti­ca fini­sca in que­sto tri­ta­car­ne bece­ro, anche quel­le che pro­pon­go­no com­ple­to rin­no­va­men­to.

Quel­la che dove­va esse­re la nuo­va pro­po­sta poli­ti­ca si è are­na­ta in una palu­de di immo­bi­li­tà o for­se mobi­li­tà insuf­fi­cien­te, distac­ca­ta dal­la real­tà cit­ta­di­na, incu­ran­te dei con­si­gli pri­ma e del­le cri­ti­che poi.

Chie­dia­mo­ci se il vero pro­ble­ma non sia, in fin dei con­ti, che chi gover­na è sola­men­te l’e­spres­sio­ne ulti­ma del mari­ne­se e di come que­sto si pone nei con­fron­ti del­la cosa pub­bli­ca.

Dal­l’al­tra par­te, l’af­fer­ma­zio­ne del­la Lega ora potreb­be cam­bia­re qual­che car­ta in tavo­la, in spe­cie nel varie­ga­to mon­do del cen­tro­de­stra mari­ne­se che comin­cia a intra­ve­de­re una lea­der­ship impo­sta, ma uti­le, in mez­zo a tan­ti gal­li che can­ta­no. For­za Ita­lia a Mari­no è ai mini­mi sto­ri­ci, qua­si dop­pia­ta da FdI. È ovvio che l’as­se, qui come a livel­lo nazio­na­le, si sta spo­stan­do a destra, in quel­la destra o in una par­te alme­no, che ha sem­pre cer­ca­to di dif­fe­ren­ziar­si da cer­ti mec­ca­ni­smi impli­ci­ti nel­le ammi­ni­stra­zio­ni pas­sa­te.

È pur vero, e que­sto var­reb­be anche per il con­sen­so per­so­na­le del Sin­da­co Coliz­za, che è ben diver­so vota­re la Lega di Sal­vi­ni o il M5S di Di Maio e vota­re tizio o caio che incon­tri tut­ti i gior­ni al bar o è il tuo vici­no di casa. In que­sto caso, le car­te si mesco­la­no e dan­no sem­pre risul­ta­ti mag­gio­ri di quel­li sem­pli­ci di lista, ma se per Coliz­za que­sto è sta­to un van­tag­gio, non è det­to che sia così anche per la Lega.

Il cen­tro­de­stra mari­ne­se, anche sot­to l’e­gi­da leghi­sta, deve pre­sen­ta­re nomi con­vin­cen­ti, così come il cen­tro­si­ni­stra. Come dico sem­pre, sono 30 anni che a Mari­no, sot­to sim­bo­li diver­si, si can­di­da­no sem­pre gli stes­si. Qual­cu­no mi rispon­de che una vol­ta che abbia­mo elet­to nomi nuo­vi ci stia­mo mor­den­do le mani, ma per­ché non pen­sa­re ad una via di mez­zo che non costrin­ga que­sto pae­se ad accon­ten­tar­si?

Per­ché non pen­sa­re a qual­che vol­to nuo­vo, ma capa­ce?

È impos­si­bi­le pen­sa­re per Mari­no un bino­mio di que­sto gene­re? 

A que­sto pun­to, con un cen­tro sto­ri­co qua­si mor­to, del­le fra­zio­ni che sono l’u­ni­co trai­no vita­le ed eco­no­mi­co anco­ra in pista, sono tan­ti gli erro­ri fat­ti in pas­sa­to su cui biso­gne­reb­be riflet­te­re e dai qua­li rico­min­cia­re.

L’Am­mi­ni­stra­zio­ne attua­le ha le sue col­pe, come tut­ti, ma non ha cer­to ere­di­ta­to un pae­se in buo­na salu­te. Mari­no è mori­bon­da da tem­po, chec­ché ne dica chi ora dipin­ge una Mari­no di 5 anni fa come un flo­ri­do para­di­so castel­la­no. Basta anda­re a rileg­ger­si i vec­chi arti­co­li pub­bli­ca­ti, sen­za rac­con­ta­re trop­pe favo­let­te.

In vista del­le pros­si­me ele­zio­ni, i ‘ciao­ne’ da dire sareb­be­ro tan­ti.

Ad una poli­ti­ca fer­ma su sé stes­sa, pavi­da o peg­gio, uto­pi­ca, come quel­la attua­le, ma anche ad una poli­ti­ca del­l’in­te­res­se di pochi, ad una poli­ti­ca che ha con­su­ma­to il ter­ri­to­rio, che ha abbas­sa­to la qua­li­tà del­la vita dei cit­ta­di­ni e non ha mai pen­sa­to al futu­ro, come quel­la pas­sa­ta.

Per­ché ora, per dav­ve­ro, imma­gi­na­re un futu­ro posi­ti­vo per Mari­no è arduo, se non impos­si­bi­le.

 

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