Marino. Dopo il Consiglio Comunale interviene il PCI. Coi lavoratori, contro la Giunta cinquestelle.

Marino. Dopo il Consiglio Comunale interviene il PCI. Coi lavoratori, contro la Giunta cinquestelle.

23/05/2019 0 Di Maurizio Aversa

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Ste­fa­no Ender­le, segre­ta­rio del PCI di Mari­no (al cen­tro)

MARINO. IL SEGRETARIO DEL PCI, ENDERLE : gaz­zar­ra inqua­li­fi­ca­bi­le per tace­re dei lavo­ra­to­ri e degli erro­ri ammi­ni­stra­ti­vi. Sin­da­co ver­go­gna!

Il segre­ta­rio del Par­ti­to Comu­ni­sta Ita­lia­no mari­ne­se, Ste­fa­no Ender­le, ha assi­sti­to, con una dele­ga­zio­ne del­la sezio­ne, e come altre deci­ne di cit­ta­di­ni, al Con­si­glio comu­na­le di lune­dì scor­so. Con­si­glio con­vo­ca­to “obbli­ga­to­ria­men­te” dal Pre­si­den­te e dal Sin­da­co, gra­zie alla ini­zia­ti­va del­le oppo­si­zio­ni – a cui ha dato il pro­prio con­tri­bu­to anche il PCI — . Cosa pre­ve­de la rego­la? Che l’Amministrazione comu­na­le quan­do non rie­sce ad esse­re tra­spa­ren­te o chia­ra, con inter­ven­to pre­ci­so su argo­men­ti richie­sti, l’opposizione pos­sa far con­vo­ca­re l’assise comu­na­le. Così è sta­to fat­to. Ma, … e qui comin­cia la denun­cia del segre­ta­rio comu­ni­sta: “Sui con­te­nu­ti impor­tan­ti non si vuo­le esse­re chia­ri. Esem­pi? Come un qual­sia­si demo­cri­stia­no, il sin­da­co Coliz­za, dice ai lavo­ra­to­ri del­la Mul­ti­ser­vi­zi “sta­te tran­quil­li a voi ci pen­so io. Anzi vi darò altri col­le­ghi con nuo­ve assun­zio­ni”. Insom­ma pren­de in giro arro­gan­te­men­te i lavo­ra­to­ri e si pren­de gio­co del­le denun­ce poli­ti­che che abbia­mo avan­za­to in que­sti anni inu­ti­li di gover­no cin­que­stel­le. Per­ché – aggiun­ge Ender­le – fino ad oggi il Sin­da­co ha nega­to che ci sia sta­to un pro­ble­ma di orga­ni­ci da aumen­ta­re? Per­ché, fino ad ora ha fat­to assu­me­re con chia­ma­te da inte­ri­na­li ed ora dice che farà assun­zio­ni pub­bli­che? Chi ha impe­di­to a Sin­da­co e Giun­ta di far­lo pri­ma? Non vole­va­no? Non era­no capa­ci? Per­ché, — soprat­tut­to accu­sa Ste­fa­no Ender­le – quan­do abbia­mo rile­va­to, ascol­tan­do i lavo­ra­to­ri, che i cari­chi di lavo­ro sono mas­sa­cran­ti per­ché è male orga­niz­za­to il ser­vi­zio non ci è sta­to e non ci vie­ne rispo­sto? Come pure ora, — indi­ca il segre­ta­rio comu­ni­sta, che addi­ta come — ver­go­gno­sa la fuga del Sin­da­co dal­le pro­prie respon­sa­bi­li­tà. Ver­go­gno­sa la nega­zio­ne al con­fron­to e alla tra­spa­ren­za. Lo sa il sin­da­co che que­sto dan­no ai lavo­ra­to­ri è con­se­guen­za del­la poli­ti­ca ammi­ni­stra­ti­va che in que­sto set­to­re ha pri­ma pro­mes­so l’ecocentro che ricom­po­ne­va in modo dif­fe­ren­te la divi­sio­ne del lavo­ro e che inve­ce come è ora costrin­ge tut­ti ad un super­la­vo­ro? Lo sa il sin­da­co cosa vuol dire rom­per­si la schie­na per una erra­ta orga­niz­za­zio­ne lavo­ra­ti­va? Lo sa Coliz­za che que­sto è dovu­to agli erro­ri ammi­ni­stra­ti­vi dal­la sua ammi­ni­stra­zio­ne nel­la gestio­ne far­sa dell’ecocentro mai nato? E venia­mo alla par­te poli­ti­ca – pro­se­gue Ender­le -, è inu­ti­le che il sin­da­co o i bugiar­do­ni dei cin­que­stel­le gio­chi­no ad infor­ma­re coi truc­chi. Non è vero che chi, come noi, denun­cia que­sto sta­to di cose è con­tro la dif­fe­ren­zia­ta o il por­ta a por­ta. E’ vero il con­tra­rio: sia­mo noi che respon­sa­bil­men­te stia­mo dal­la par­te dei lavo­ra­to­ri, dal­la par­te dei cit­ta­di­ni che neces­si­ta­no di un vero ser­vi­zio di rac­col­ta dif­fe­ren­zia­ta, che sia­mo in gra­do di pre­ve­de­re il modo intel­li­gen­te, moder­no e soste­ni­bi­le di orga­niz­za­re il por­ta a por­ta, com­pien­do tut­to il ciclo. Altro che l’apparenza del­la rac­col­ta dif­fe­ren­zia­ta per poi mischia­re tut­to nel cosid­det­to eco­cen­tro esi­sten­te. Che, va det­to: è un gran­de par­cheg­gio e sta­zio­na­men­to di immon­di­zia, altro che eco­cen­tro! Spe­ria­mo viva­men­te, e fare­mo in modo che tale infor­ma­zio­ne cir­co­li, che i lavo­ra­to­ri del­la Mul­ti­ser­vi­zi sia­no con­sa­pe­vo­li del­le gros­so­la­ne bugie che Sin­da­co e mag­gio­ran­za spac­cia­no. Così come spe­ria­mo, e fare­mo in modo di far­lo atti­va­re, che ci sia con­sen­so del­la cit­ta­di­nan­za – che non deve fer­mar­si all’apparenza del­la gestio­ne del­la dif­fe­ren­zia­ta — ver­so i lavo­ra­to­ri sfrut­ta­ti in malo modo. Noi con­ti­nue­re­mo a sta­re dal­la par­te dei lavo­ra­to­ri, dal­la par­te di un ser­vi­zio ben fat­to a cui i cit­ta­di­ni han­no dirit­to, dal­la par­te dei con­ti in ordi­ne, non per­ché “una tan­tum” una mani­na ha aiu­ta­to dall’esterno il comu­ne, ma per­ché negli anni a veni­re , orga­niz­zan­do bene tut­ta l’attività, sia fon­te di rispar­mio: per assu­me­re, per rico­no­sce­re aumen­ti sala­ria­li azien­da­li, per abbas­sa­re le tarif­fe. Altri­men­ti dove sta la con­ve­nien­za nel dif­fe­ren­zia­re pro­teg­gen­do l’ambiente? Sta pro­prio nel fat­to che pro­du­cen­do meno immon­di­zia, si spen­de di meno ( per smal­ti­re, per rici­cla­re etc.). Di tut­to ciò, pur­trop­po, col sin­da­co in fuga, e con la col­pe­vo­le con­ni­ven­za del­la mag­gio­ran­za che non ha per­mes­so la com­mis­sio­ne di inchie­sta su quan­to acca­du­to fino­ra in que­sto impor­tan­te seg­men­to del­la vita socia­le, ammi­ni­stra­ti­va e poli­ti­ca del nostro comu­ne, non se ne potrà ave­re pie­na docu­men­ta­zio­ne. Pur­trop­po – con­clu­de il segre­ta­rio comu­ni­sta – sia­mo mol­to delu­si del sin­da­co e del­la ammi­ni­stra­zio­ne. Spe­ria­mo si chiu­da pre­sto que­sta espe­rien­za. Abbia­mo fat­to la nostra cam­pa­gna ulti­ma incen­tra­ta sul tene­re la destra lon­ta­na da Palaz­zo Colon­na. Lo con­fer­mia­mo. Ma ora aggiun­gia­mo che nep­pu­re que­sti demo­cri­stia­ni camuf­fa­ti dovran­no ritro­va­re il pote­re per il pros­si­mo appun­ta­men­to. Per quan­to ci riguar­da, se i cit­ta­di­ni lo vor­ran­no, sare­mo a dispo­si­zio­ne per rico­pri­re il ruo­lo di rap­pre­sen­tan­za sem­pre lega­ta agli stes­si nostri valo­ri e agli stes­si nostri rife­ri­men­ti socia­li. Noi sia­mo i comu­ni­sti: quel­li del­la giu­sti­zia socia­le, del rispet­to dell’ambiente e del­la sacra­li­tà del­le isti­tu­zio­ni”.

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