Salvini criticato dal mondo religioso. Mogavero: arrogante, chi sta con lui non è cristiano!

Salvini criticato dal mondo religioso. Mogavero: arrogante, chi sta con lui non è cristiano!

20/05/2019 0 Di Francesca Marrucci

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Il mondo religioso in rivolta contro Salvini, sia per le politiche migratorie che per l’esibizione di simboli religiosi sul palco del comizio di Milano.

Il Vescovo di Mazara del Vallo, Mogavero: ‘Arrogante. Chi è con lui non può dirsi cristiano.”

di Fran­ce­sca Mar­ruc­ci

L’in­vo­ca­zio­ne ai san­ti, la rac­co­man­da­zio­ne alla Madon­na e l’e­si­bi­zio­ne del Rosa­rio sul pal­co di Mila­no da par­te di Mat­teo Sal­vi­ni non è pia­ciu­to a gran par­te del mon­do cat­to­li­co, ma non solo, che ha visto nel­l’u­so del tema reli­gio­so una mera stru­men­ta­liz­za­zio­ne.

Dal­lo scor­so luglio i rap­por­ti tra Chie­sa e lea­der del­la Lega non sono sta­ti idil­lia­ci, con com­men­ti e cri­ti­che anche mol­to pesan­ti al Mini­stro, in spe­cie per le poli­ti­che sul­l’ac­co­glien­za e l’im­mi­gra­zio­ne. Sta­vol­ta è inve­ce la sua esi­bi­zio­ne di fede da un pal­co a crea­re pole­mi­che.

Uno a cui non è pro­prio pia­ciu­to que­sto sfog­gio di sim­bo­li reli­gio­si è sta­to il Vesco­vo di Maza­ra del Val­lo, mon­si­gnor Dome­ni­co Moga­ve­ro, che non si è fat­to pro­ble­mi a con­dan­na­re l’u­so del­la fede in ambi­to poli­ti­co, ma ha espres­so anche una chia­ra con­dan­na nei con­fron­ti di chi appog­gia la poli­ti­ca leghi­sta.

«È ora di finir­la. Non pos­sia­mo più sta­re zit­ti di fron­te alle spa­ra­te di un sem­pre più arro­gan­te mini­stro del­la Repub­bli­ca. Non pos­sia­mo più per­met­te­re che ci si appro­pri dei segni sacri del­la nostra fede per smer­cia­re le pro­prie vedu­te disu­ma­ne, anti­sto­ri­che e dia­me­tral­men­te oppo­ste al mes­sag­gio evan­ge­li­co. Chi è con lui non può dir­si cri­stia­no per­ché ha rin­ne­ga­to il coman­da­men­to dell’amore.»

Poche ore pri­ma di lui, anche il Car­di­na­le Pie­tro Paro­lin, Segre­ta­rio di Sta­to Vati­ca­no, che ha affer­ma­to: «Io cre­do che la poli­ti­ca par­ti­ti­ca divi­da, Dio inve­ce è di tut­ti. Invo­ca­re Dio per se stes­si è sem­pre mol­to peri­co­lo­so

Del­lo stes­so avvi­so il quo­ti­dia­no L’Av­ve­ni­re, sto­ri­co rife­ri­men­to del mon­do cat­to­li­co, che in un cor­si­vo non fir­ma­to defi­ni­sce il Mini­stro del­l’In­ter­no «alfie­re di un cat­to­li­ce­si­mo tut­to suo, distan­te dal magi­ste­ro del Papa e del­la chie­sa».

Sal­vi­ni ‘pala­di­no del­la cri­stia­ni­tà’ non è pia­ciu­to nem­me­no alle Chie­se Evan­ge­li­che e alla Chie­sa Val­de­se. Que­st’ul­ti­ma ha dato anche la sua dispo­ni­bi­li­tà all’ac­co­glien­za dei migran­ti in tut­ta Euro­pa, riba­den­do il giu­di­zio nega­ti­vo sul­le poli­ti­che migra­to­rie del lea­der del­la Lega, «Acco­glia­mo noi i migran­ti, è un dove­re di ogni demo­cra­zia».

Un record per Sal­vi­ni, che oltre ai cat­to­li­ci, agli Evan­ge­li­ci e ai Val­de­si ha ispi­ra­to indi­gna­zio­ne anche nel­la Comu­ni­tà Ebrai­ca. Ruth Dure­ghel­lo, Pre­si­den­te del­la Comu­ni­tà Ebrai­ca roma­na ha dichia­ra­to: «Pen­sa­va­mo di ave­re scon­fit­to quel male, ma dopo 70 anni si è riaf­fac­cia­to. Stri­scio­ni e mani­fe­sta­zio­ni che inneg­gia­no a sim­bo­li che pen­sa­va­mo di non rive­de­re più. Non sare­mo né voglia­mo esse­re indif­fe­ren­ti».

Anche Fami­glia Cri­stia­na ha dedi­ca­to un Edi­to­ria­le di con­dan­na per l’e­si­bi­zio­ne dei sim­bo­li reli­gio­si:  «Il rosa­rio bran­di­to da Sal­vi­ni e i fischi del­la fol­la a Papa Fran­ce­sco, ecco il sovra­ni­smo feti­ci­sta. A Mila­no è anda­to in sce­na l’enne­si­mo esem­pio di stru­men­ta­liz­za­zio­ne reli­gio­sa per giu­sti­fi­ca­re la vio­la­zio­ne siste­ma­ti­ca nel nostro Pae­se dei dirit­ti uma­ni. Men­tre il capo­po­lo del­la Lega esi­bi­va il Van­ge­lo, un’al­tra nave cari­ca di vite uma­ne veni­va respin­ta e le Nazio­ni Uni­te ci con­dan­na­va­no per il decre­to sicu­rez­za».

Anto­nio Spa­da­ro, dal­le colon­ne di Civil­tà Cat­to­li­ca rin­ca­ra la dose: «Rosa­ri e cro­ci­fis­si sono usa­ti come segni dal valo­re poli­ti­co, ma in manie­ra inver­sa rispet­to al pas­sa­to: se pri­ma si dava a Dio quel che inve­ce sareb­be sta­to bene restas­se nel­le mani di Cesa­re, ades­so è Cesa­re a impu­gna­re e bran­di­re quel­lo che è di Dio […] La coscien­za cri­ti­ca e il discer­ni­men­to dovreb­be aiu­ta­re a capi­re che non è un comi­zio poli­ti­co il luo­go per fare lita­nie (e in nome di valo­ri che col Van­ge­lo di Gesù nul­la han­no a che fare) […] La coscien­za cri­stia­na, a mio avvi­so, dovreb­be sus­sul­ta­re con sde­gno e umi­lia­zio­ne nel veder­si così mer­can­teg­gia­ta e blan­di­ta. Si fac­cia­no i pro­pri discor­si, ma davan­ti a Dio biso­gna toglier­si i san­da­li.»

E anche Padre Enzo Bian­chi, fon­da­to­re del­la comu­ni­tà di Bose lan­cia un appel­lo: «Cat­to­li­ci, se ama­te il Cri­stia­ne­si­mo, non tace­te, pro­te­sta­te!».

Mat­teo Sal­vi­ni si dice, però, per nien­te tur­ba­to da tan­te pole­mi­che e anzi, qual­che gior­no fa ave­va det­to, duran­te un comi­zio a Valeg­gio sul Min­cio: “Fra­ti, suo­re, mis­sio­na­ri, vesco­vi, car­di­na­li mi scri­vo­no mes­sag­gi­ni sul tele­fo­ni­no che mi dico­no: mi rac­co­man­do Sal­vi­ni, tene­te duro”.

La pro­vo­ca­zio­ne nei con­fron­ti del­la poli­ti­ca del Vati­ca­no non ha fat­to gua­da­gna­re posi­zio­ni di gra­di­men­to a Sal­vi­ni che comun­que, nono­stan­te l’im­ba­raz­zo crea­to dal­lo sbar­co in diret­ta di ieri sera men­tre era ospi­te di Gilet­ti, con­ti­nua ad affer­ma­re: «Orgo­glio­so del­le nostre radi­ci» e a pen­sa­re al 26 mag­gio.

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