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Salvini criticato dal mondo religioso. Mogavero: arrogante, chi sta con lui non è cristiano!
20/05/2019Questo articolo è stato letto 1048 volte!
Il mondo religioso in rivolta contro Salvini, sia per le politiche migratorie che per l’esibizione di simboli religiosi sul palco del comizio di Milano.
Il Vescovo di Mazara del Vallo, Mogavero: ‘Arrogante. Chi è con lui non può dirsi cristiano.”
di Francesca Marrucci
L’invocazione ai santi, la raccomandazione alla Madonna e l’esibizione del Rosario sul palco di Milano da parte di Matteo Salvini non è piaciuto a gran parte del mondo cattolico, ma non solo, che ha visto nell’uso del tema religioso una mera strumentalizzazione.
Dallo scorso luglio i rapporti tra Chiesa e leader della Lega non sono stati idilliaci, con commenti e critiche anche molto pesanti al Ministro, in specie per le politiche sull’accoglienza e l’immigrazione. Stavolta è invece la sua esibizione di fede da un palco a creare polemiche.
Uno a cui non è proprio piaciuto questo sfoggio di simboli religiosi è stato il Vescovo di Mazara del Vallo, monsignor Domenico Mogavero, che non si è fatto problemi a condannare l’uso della fede in ambito politico, ma ha espresso anche una chiara condanna nei confronti di chi appoggia la politica leghista.
«È ora di finirla. Non possiamo più stare zitti di fronte alle sparate di un sempre più arrogante ministro della Repubblica. Non possiamo più permettere che ci si appropri dei segni sacri della nostra fede per smerciare le proprie vedute disumane, antistoriche e diametralmente opposte al messaggio evangelico. Chi è con lui non può dirsi cristiano perché ha rinnegato il comandamento dell’amore.»
Poche ore prima di lui, anche il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato Vaticano, che ha affermato: «Io credo che la politica partitica divida, Dio invece è di tutti. Invocare Dio per se stessi è sempre molto pericoloso.»
Dello stesso avviso il quotidiano L’Avvenire, storico riferimento del mondo cattolico, che in un corsivo non firmato definisce il Ministro dell’Interno «alfiere di un cattolicesimo tutto suo, distante dal magistero del Papa e della chiesa».
Salvini ‘paladino della cristianità’ non è piaciuto nemmeno alle Chiese Evangeliche e alla Chiesa Valdese. Quest’ultima ha dato anche la sua disponibilità all’accoglienza dei migranti in tutta Europa, ribadendo il giudizio negativo sulle politiche migratorie del leader della Lega, «Accogliamo noi i migranti, è un dovere di ogni democrazia».
Un record per Salvini, che oltre ai cattolici, agli Evangelici e ai Valdesi ha ispirato indignazione anche nella Comunità Ebraica. Ruth Dureghello, Presidente della Comunità Ebraica romana ha dichiarato: «Pensavamo di avere sconfitto quel male, ma dopo 70 anni si è riaffacciato. Striscioni e manifestazioni che inneggiano a simboli che pensavamo di non rivedere più. Non saremo né vogliamo essere indifferenti».
Anche Famiglia Cristiana ha dedicato un Editoriale di condanna per l’esibizione dei simboli religiosi: «Il rosario brandito da Salvini e i fischi della folla a Papa Francesco, ecco il sovranismo feticista. A Milano è andato in scena l’ennesimo esempio di strumentalizzazione religiosa per giustificare la violazione sistematica nel nostro Paese dei diritti umani. Mentre il capopolo della Lega esibiva il Vangelo, un’altra nave carica di vite umane veniva respinta e le Nazioni Unite ci condannavano per il decreto sicurezza».
Antonio Spadaro, dalle colonne di Civiltà Cattolica rincara la dose: «Rosari e crocifissi sono usati come segni dal valore politico, ma in maniera inversa rispetto al passato: se prima si dava a Dio quel che invece sarebbe stato bene restasse nelle mani di Cesare, adesso è Cesare a impugnare e brandire quello che è di Dio […] La coscienza critica e il discernimento dovrebbe aiutare a capire che non è un comizio politico il luogo per fare litanie (e in nome di valori che col Vangelo di Gesù nulla hanno a che fare) […] La coscienza cristiana, a mio avviso, dovrebbe sussultare con sdegno e umiliazione nel vedersi così mercanteggiata e blandita. Si facciano i propri discorsi, ma davanti a Dio bisogna togliersi i sandali.»
E anche Padre Enzo Bianchi, fondatore della comunità di Bose lancia un appello: «Cattolici, se amate il Cristianesimo, non tacete, protestate!».
Matteo Salvini si dice, però, per niente turbato da tante polemiche e anzi, qualche giorno fa aveva detto, durante un comizio a Valeggio sul Mincio: “Frati, suore, missionari, vescovi, cardinali mi scrivono messaggini sul telefonino che mi dicono: mi raccomando Salvini, tenete duro”.
La provocazione nei confronti della politica del Vaticano non ha fatto guadagnare posizioni di gradimento a Salvini che comunque, nonostante l’imbarazzo creato dallo sbarco in diretta di ieri sera mentre era ospite di Giletti, continua ad affermare: «Orgoglioso delle nostre radici» e a pensare al 26 maggio.
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