ROMA/LAZIO. PCI: E’ certo. Al via la raccolta delle firme per le Europee. Della Posta…
Roma. Lazio. Questione europea, questione comunista e agibilità democratica. Così il PCI del Lazio.
05/04/2019Questo articolo è stato letto 3246 volte!
A fine maggio saremo chiamati alle urne per il rinnovo del Parlamento europeo. Sono ormai molti anni che il vero dibattito sull’Europa, sulla “questione europea”, tranne appunto che nei momenti elettorali propri, resta sullo sfondo lontano. Questo per scelta dei governanti – delle varie nazioni e dell’Italia -, degli organi statutari europei – che sono massimamente finanziari ed economici -, e, per semplificare, dello scontro in atto tra l’ideologia capitalista imperante che detiene il potere in tanta parte del mondo, e i contrari a tale impostazione mondiale che sono i portatori delle idee socialiste, comuniste, o più semplicemente – come dice Papa Bergoglio – contrarie a mettere sempre il “dio denaro” davanti ad ogni scelta umana. In Italia, sia la destra, sia la sinistra socialdemocratica ( di contenuto anche se non nominalmente), sia la maggioranza governativa attuale, sono schierati per sostenere tale impostazione – che continua dall’origine – dell’Europa filo atlantica (NATO), filoamericana (USA contro Russia e Cina) e soprattutto con le ricette di “governo” che non mettono mai in discussione lo sfruttamento che la società (europea ed italiana) destina ai lavoratori, ai precari, ecc. Contro questa visione, e queste ricette, c’è la “sinistra di classe”, le forze comuniste, alcune forze sindacali. Per essere chiari, c’è anche il nuovo “indirizzo” che Maurizio Landini sta imprimendo alla CGIL: vedi questione della fiscalità. Ma qui si pone la “questione comunista”. Nel senso che le prime forze di cui abbiamo detto prima, sono, in misura maggiore o minore, tutte rappresentate nei consessi europei ed italiani. Al contrario queste forse di sinistra e comuniste, sono debolmente, in Europa, e quasi affatto in Italia, rappresentate nelle istituzioni. Ora si è determinato che per accedere alla competizione elettorale, e quindi proporre una visione differente dalla stragrande maggioranza imperante (sia di governo che di opposizione), occorre accedere ad una raccolta firme (decine e decine di migliaia) per presentare lista e programma. Ecco in che consiste questa nuova “questione comunista”. Che, al contrario di chi ritagliandosi ruoli di “amministratori o correttori, o critici a parole ma mantenendo lo status quo”, che sono già garantiti nella propria partecipazione ad avere liste per misurarsi elettoralmente; le forze di sinistra e comuniste, devono prima raggiungere l’altro traguardo di raccogliere firme. Cosa difficilissima, anche per chi ha un po’ di organizzazione, per la mancanza di spazi informativi, per la mancanza di fondi per sostenere la paga ai certificatori ecc. Dentro questo quadro, poi, accadono cose gravi e segnali positivi. La cosa grave, come denuncia il segretario del PCI Lazio Oreste della Posta, è accaduto a Trieste dove non vengono accettati i fogli per far firmare i cittadini presso il comune. Dice Della Posta: “Non vogliamo fare del vittimismo. Vogliamo però lanciare forte un grido di rischio strisciante contro la democrazia praticata da sempre. Mentre i partiti politici già rappresentati nel parlamento italiano o europeo sono esonerati dall’obbligo di raccolta delle firme, e noi comunisti siamo impegnati a raccogliere le firme a sostegno della Lista del PCI, che cosa accade? Nei giorni scorsi alcuni nostri militanti si sono recati presso l’ufficio elettorale del Comune di Trieste e di altri Comuni della provincia al fine di depositare i moduli per la raccolta delle firme dei sottoscrittori della nostra lista per le prossime elezioni europee. I funzionari dei predetti Comuni hanno oralmente rifiutato di ricevere i predetti moduli, sostenendo che, per carenza di personale, non possono autenticare le firme dei sottoscrittori. Abbiamo quindi chiesto un incontro con il Segretario Comunale del Comune di Trieste, il quale ci ha ribadito il rifiuto di “mettere a disposizione gli uffici della segreteria generale per la detenzione di liste elettorali finalizzate alla raccolta di sottoscrizioni”. Come denuncia il nostro segretario nazionale, Mauro Alboresi “Si tratta di un fatto gravissimo, a nostra memoria mai verificatosi prima e che non accade, ad esempio, in provincia di Gorizia, ove, come sempre è avvenuto, le liste sono state regolarmente depositate affinché i cittadini, se lo desiderano, esercitino il diritto di sottoscrivere questa o quella lista elettorale. Tutto ciò avviene in un quadro di pesante arretramento sul piano dei diritti di partecipazione democratica. Mentre i partiti politici già rappresentati nel parlamento italiano o europeo sono esonerati dall’obbligo di raccolta delle firme, agli altri viene imposta la raccolta di un numero altissimo di sottoscrizioni e per di più si nega l’utilizzo delle strutture pubbliche che dovrebbero essere al servizio della democrazia. Il ricostituito Partito Comunista Italiano vive solo della militanza e del contributo volontario dei suoi aderenti, notoriamente non certo milionari. Non possiamo assolutamente permetterci di pagare dei notai per autenticare le firme. E questa forma di boicottaggio praticamente ci esclude dalla competizione elettorale. Non escludiamo, tuttavia, di attivare tutte le azioni, anche giudiziarie, a tutela dei nostri diritti politici e di quelli di tutti i cittadini.”. Poi, invece, ci sono anche segnali, che rispetto a questa denuncia, mostrano un rispetto democratico per garantire l’accesso alla partecipazione al voto. E’ il caso di consiglieri e dirigenti del PD che si avvicinano ai tavoli predisposti per la raccolta firme, e aderiscono alla firma e invitano cittadini a sostenere la lista (non loro) del PCI. Anche questa vera e propria “notizia” viene commentata dal segretario del PCI del Lazio Oreste della Posta: “Per questo l’esperienza positiva, ma forse non sufficiente, che stiamo svolgendo nella nostra regione deve vedere in queste ultime settimane uno scatto in più. Con maggior impegno e vigore. Sappiamo di situazioni in cui veniamo contestati, in altri dove c’è una sorta di disgelo, in altri ancora, dove, addirittura, eletti del PD riconoscono l’importanza di questo impegno e invitano a sottoscrivere, e lo fanno loro stessi, a sostegno della lista del Partito Comunista Italiano. Con l’avvicinarsi della scadenza elettorale per il rinnovo del Parlamento europeo, il Partito Comunista Italiano prosegue il proprio impegno politico e la propria iniziativa per la partecipazione del Partito alla competizione elettorale della prossima primavera. Abbiamo, in questi mesi, più volte contestato e denunciato i fondamenti stessi di un neo-bipolarismo, in Italia ed in Europa, tra forze europeiste – e, più precisamente, fedeli ai dettami neoliberisti che in questi anni hanno contribuito alla erosione e alla perdita dei diritti per i lavoratori, le donne, i giovani in ogni Paese della UE – e forze sedicenti “sovraniste”, ma, più realisticamente, forze politiche che propongono e praticano una “rottura” da destra rispetto al quadro politico governato dalle forze più organiche al liberismo di cui sono pervasi i fondamenti ed i pilastri su cui si articola l’Unione europea: esse, infatti, non mettendo in discussione le logiche fondamentali del liberismo, fondano la loro politica sullo Stato “minimo” in economia e “massimo” nella gestione dell’ordine pubblico, al fine di alimentare il proprio consenso sulla xenofobia, sul razzismo e sulla guerra tra poveri, rinnovando la propria sudditanza alla NATO in vista di un asse privilegiato con Trump e la sua politica internazionale. Proprio per questo, per tali contenuti non generici – conclude Della Posta — il Pci, ribadendo la propria volontà ed il proprio impegno per la partecipazione in qualunque caso alla competizione elettorale per il rinnovo del Parlamento europeo – anche con una propria lista – conferma il suo impegno per l’unità tra le forze comuniste e della sinistra di classe, su contenuti chiari e di svolta radicale per il Paese e i lavoratori, unendo identità e organizzazioni, nel rispetto delle reciproche autonomie politiche ed organizzative, valorizzando visibilmente anche nelle simbologie le pluralità e le distinte identità, ma sulla base di un programma politico di vera alternativa.”. A fine maggio, vedremo in che modo le regole della democrazia formale avranno, o meno, consentito, nell’ambito della competizione elettorale, garantito la partecipazione delle soggettività che vogliono misurarsi con le tematiche europee fino a cercare rappresentanza per proporre idee e programmi alternativi.
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Un operatore dell’informazione. Un attivista culturale impegnato a diffondere le buone pratiche che aumentano ed estendono la fruizione del miglior bene immateriale di cui l’umanità dispone: il sapere, la conoscenza, la cultura. Questo il mio intimo a cui mi ispiro e la mia veste “giornalistica”. Professionalmente provengo da esperienze “strutturate” come sono gli Uffici Stampa pesanti: La Lega delle Cooperative, Botteghe Oscure. Ma anche esperienze di primo impatto: Italia Radio; e il mondo delle Rassegne Stampa cooperativa DIRE, Diretel, Rastel, Telpress. Per la carta stampata oltre una esperienza “in proprio” come direttore scientifico della rivista “Vini del Lazio”, ho collaborato con Paese Sera, con L’Unità, con Oggi Castelli.