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4° Congresso Internazionale ARIR, fisioterapisti respiratori
19/03/2019Questo articolo è stato letto 1811 volte!
FISIOTERAPISTI RESPIRATORI: ESPERTI DI TECNOLOGIE AVANZATE E CURA DELLA PERSONA, PER UNA NUOVA QUALITÁ DELLA VITA DEI PAZIENTI
Treviso 21–23 Marzo: si riuniscono i riabilitatori delle problematiche pneumologiche, una professione giovane, in forte sviluppo in tutto il mondo, fortemente impegnata sul versante delle nuove tecnologie messe a disposizione dei malati. Beneficiano del loro intervento migliaia di pazienti sottoposti a interventi di chirurgia sul torace ed addominale, persone con Bpco, distrofie muscolari, sclerosi laterale amiotrofica, soggetti affetti da disturbi del sonno.
Si apre tra due giorni a Treviso il quarto Congresso internazionale dell’Associazione Riabilitatori dell’Insufficienza Respiratoria (ARIR). L’appuntamento avrà come titolo “LA TECNOLOGIA AL SERVIZIO DELLA CLINICA: SUGGERIMENTI DAL PASSATO PER SCOMMETTERE SUL FUTURO”, e radunerà dal 21 al 23 marzo (BHR Hotel, Treviso) oltre 400 tra specialisti del settore, clinici, esperti di politiche sanitarie e ricercatori, provenienti da ogni parte del mondo, pronti ad affrontare le sfide organizzative, assistenziali e tecnologiche che si presentano per i pazienti in campo riabilitativo pneumologico.
“E’ un Congresso per noi di importanza particolare”, sottolinea Marta LAZZERI, presidente ARIR e Fisioterapista presso il Dipartimento CardioToracoVascolare dell’ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda di Milano, “perché l’Associazione festeggia quest’anno i 30 anni dalla sua fondazione avvenuta nel 1989. Il simposio di Treviso sarà quindi occasione per fare un excursus sulla nostra storia, dai primi passi alla definizione del ruolo e della figura del fisioterapista respiratorio in Italia e in Europa”.
Nata nel 1989 per raccogliere, rappresentare e fornire strumenti di formazione e aggiornamento agli operatori di questa professione in forte sviluppo, l’ARIR dalla sua fondazione ha registrato circa 2000 iscrizioni di fisioterapisti respiratori (FtR), con oltre 4000 operatori sanitari (coinvolgendo in essi anche altre professioni, tra cui medici e infermieri) che hanno partecipato agli eventi formativi organizzati dall’associazione: “abbiamo realizzato negli anni un’attività imponente”, sottolinea Marta Lazzeri, “basti pensare che ARIR ha organizzato ad oggi 4 congressi internazionali, oltre 300 tra corsi, convegni, tavole rotonde e giornate monotematiche e almeno 200 eventi formativi presso ospedali o aziende ASL di tutta Italia, avendo anche sviluppato una fitta rete di collaborazioni ed affiliazioni con altre associazioni di area pneumologica, con in primis AIPO”.
Presenti soprattutto in Nord Italia, oggi i fisioterapisti respiratori operano principalmente negli ospedali per acuti, nei centri di riabilitazione pneumologica e nei centri per la cura della fibrosi cistica. Ma quali sono i pazienti che traggono benefici dalla riabilitazione respiratoria? “Si tratta di adulti affetti da BPCO e bronchiectasie”, precisa la presidente di ARIR, “soggetti sottoposti a interventi di chirurgia sul torace (polmone, cuore, esofago), chirurgia addominale alta, candidati o sottoposti a trapianto di polmone, pazienti affetti da patologie neuromuscolari (soprattutto miopatie, distrofie muscolari, sclerosi laterale amiotrofica), soggetti affetti da disturbi del sonno. Queste persone rappresentano circa l’80% dei pazienti da noi trattati. C’è poi da segnalare in decisa crescita la presenza del FtR nelle Unità di Terapia Intensiva. Ai pazienti adulti c’è poi da aggiungere l’attività in ambito pediatrico, dove il fisioterapista respiratorio opera con bambini affetti da fibrosi cistica, pa ralisi cerebrali infantili di grado severo, asma grave, ed anche soggetti affetti da immunodeficienza e patologie neuromuscolari come da esempio, la distrofia muscolare di Duchenne e amiotrofia muscolare spinale”.
Per tutti questi soggetti il FtR applica valutazioni di: funzionalità respiratoria, forza della muscolatura scheletrica, efficacia della tosse, capacità di sostenere esercizio fisico, scale di misura della dispnea, test di misura del controllo di malattia e/o di qualità di vita. Delinea inoltre programmi di allenamento dei muscoli degli arti inferiori, superiori e muscoli respiratori, opera per l’adattamento alla ventilazione non invasiva sia per la gestione di eventi acuti che per il trattamento lungo termine, interviene per lo svezzamento dalla ventilazione invasiva e dalla cannula tracheostomica, la corretta assunzione della terapia aerosolica e dell’ossigenoterapia, e delle procedure di pulizia e disinfezione per la prevenzione delle infezioni. “In ambito più vasto”, è poi la considerazione di Marta Lazzeri, “Noi realizziamo anche interventi educazionali per favorire la conoscenza della malattia, la disassuefazione dal fumo, l’addestramento della persona malata e del caregiver all’utilizzo delle appare cchiature prescritte come ventilatori, ossigeno liquido, macchine della tosse, apparecchi e device per aerosolterapia e broncoaspiratori, oltre a promuovere programmi di self-management volti a migliorare la sicurezza del paziente nella gestione dei sintomi e delle patologie respiratorie”.
Una professione in grande sviluppo, dall’anima giovane, fortemente impegnata sul versante delle nuove tecnologie messe a disposizione dei pazienti e dei percorsi di cura: il fisioterapista respiratorio oggi si trova infatti coinvolto in ambiti di intervento sempre più ampi e specifici, basti pensare che anche pazienti completamente dipendenti dalla ventilazione meccanica possono oggi vivere a casa propria, andare a scuola o al lavoro ed anche in vacanza, con l’adeguato e costante supporto professionale, “aspetti di una qualità della vita dei pazienti con patologie respiratorie — sottolinea Lazzeri- che oggi sono possibili grazie allo sviluppo vertiginoso delle tecnologie healthcare e delle competenze specialistiche e avanzate che negli anni hanno definito la figura del fisioterapista respiratorio”.
In questo scenario professionale in enorme evoluzione, il Congresso Internazionale di Treviso (che è presieduto da Andrea Lanza, vicepresidente ARIR), si apre giovedì 21 marzo, ore 10,45 con la Lecture dedicata a “30 ANNI DI ARIR: STORIA ED EVOLUZIONE DELLA FISIOTERAPIA RESPIRATORIA IN ITALIA” a cura di Andrea Bellone, Marta Lazzeri e Giovanni Oliva e si preannuncia già come ambito di un grande confronto scientifico, che si svilupperà tra sessioni plenarie e parallele, simposi, tavole rotonde e workshop sui vari aspetti cruciali della professione (Airway Clearance, Fibrosi Cistica, Esercizio Fisico, Intensive Care, Ventilazione Meccanica, Cronicità), con una specifica particolarità di approccio: per ogni argomento affrontato sarà sempre offerto uno sguardo anche al ‘piccolo paziente’ sotto la guida di colleghi esperti in ambito pediatrico.
Lo stretto legame tra professione e tecnologia sarà uno dei fili conduttori della convention e quindi verrà dato ampio spazio ad esperienze e pratiche su ventilatori meccanici e CPAP, simulatore polmonare ed EIT (Electrical Impedence Tomography), tele-riabilitazione e tele-monitoraggio, mentre numerose tecnologie diagnostiche (ecografia toracica, tecnica delle oscillazioni forzate-FOT…) verranno presentate nei loro possibili impieghi nell’interno della fisioterapia respiratoria.
Il Congresso ARIR si concluderà nella giornata di sabato 23 marzo: visti i profondi mutamenti sociali ed anagrafici, ampio spazio sarà dato dall’Associazione nei suoi take home messages il tema attualissimo della presa in carico della fragilità nel paziente con patologia respiratoria cronica e nell’anziano. “Si tratta di un macro-argomento che sta iniziando a coinvolgerci e impegnarci tantissimo, soprattutto per quanto riguarda il domicilio. L’educazione all’autogestione della fase stabile di malattia — conclude Marta Lazzeri — è la chiave di volta nella cura e prevenzione secondaria delle patologie respiratorie croniche. Siamo convinti che l’affiancamento del professionista al paziente cronico saranno sempre più irrinunciabili e finalizzati ad evitare riacutizzazioni, accessi al pronto soccorso, ricoveri impropri e spese non necessarie in un’epoca di scarsa sostenibilità complessiva”.
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