Ripartono gli scavi archeologici in Sicilia. Per Pantelleria i Sesi di Mursia

Ripartono gli scavi archeologici in Sicilia. Per Pantelleria i Sesi di Mursia

27/02/2019 0 Di Francesca Marrucci

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Ripartono gli scavi archeologici in otto province siciliane. Interessati anche i Sesi di Pantelleria. Il finanziamento è di soli 500 mila euro, ma è un primo passo per sbloccare lavori fermi da dieci anni.

 

di Fran­ce­sca Mar­ruc­ci

 

Era­no fer­mi da die­ci anni gli cavi archeo­lo­gi­ci in Sici­lia e ora ripar­ti­ran­no. È noti­zia di ieri, da par­te del­la Regio­ne Sici­lia che sono sta­ti finan­zia­ti otto can­tie­ri nel­le pro­vin­cie di Paler­mo, Cata­nia, Agri­gen­to, Tra­pa­ni, Enna, Ragu­sa e Mes­si­na, con un finan­zia­men­to non di quel­li riso­lu­ti­vi, cer­to: solo 500 mila euro in tota­le. se non altro ser­vi­ran­no a sbloc­ca­re tan­ti can­tie­ri fer­mi.

Per la Pro­vin­cia di Tra­pa­ni, i lavo­ri finan­zia­ti riguar­de­ran­no pro­prio Pan­tel­le­ria e i Sesi di Mur­sia e pre­ve­do­no lo sca­vo, il rilie­vo e lo stu­dio del sito del vil­lag­gio pre­i­sto­ri­co costrui­to da capan­ne e la necro­po­li con i Sesi, appun­to. È pre­vi­sto anche il recu­pe­ro degli inu­ma­ti con even­tua­li cor­re­di fune­ra­ri, non­ché la siste­ma­zio­ne dell’intera area archeo­lo­gi­ca per la frui­zio­ne da par­te dei visi­ta­to­ri.

 

Gli altri interventi in Sicilia prevedono:

A Milaz­zo, in pro­vin­cia di Mes­si­na, infi­ne, par­to­no i nuo­vi sca­vi archeo­lo­gi­ci nel­la necro­po­li gre­ca dell’antica Mylai (VI-IV seco­lo avan­ti Cri­sto). I lavo­ri saran­no fina­liz­za­ti all’e­splo­ra­zio­ne com­ple­ta del­l’a­rea e al recu­pe­ro accu­ra­to dei cor­re­di per la musea­liz­za­zio­ne dei reper­ti nel­l’An­ti­qua­rium archeo­lo­gi­co. Lavo­ri di sban­ca­men­to effet­tua­ti nel pas­sa­to nel­la cit­tà mamer­ti­na, fina­liz­za­ti alla rea­liz­za­zio­ne di un par­cheg­gio, han­no ripor­ta­to alla luce un lem­bo del­l’am­pia necro­po­li gre­ca (VI-IV seco­lo avan­ti Cri­sto) del­l’an­ti­ca Mylai. Sono sta­te mes­se in luce cen­ti­na­ia di sepol­tu­re data­bi­li dal VI al IV seco­lo avan­ti Cri­sto e vari seg­men­ti del­la via­bi­li­tà inter­na. Le sepol­tu­re han­no sem­pre resti­tui­to ogget­ti di cor­re­do di ecce­zio­na­le inte­res­se, sia di fab­bri­ca­zio­ne loca­le che di impor­ta­zio­ne: cera­mi­ca atti­ca a figu­re nere, con manu­fat­ti anche di pre­gio, cera­mi­ca cal­ci­de­se a ban­de, cera­mi­ca da fuo­co e da tra­spor­to.

Nel Ragu­sa­no, a Giar­ra­ta­na, in una vil­la roma­na del III seco­lo dopo Cri­sto, di note­vo­le esten­sio­ne con peri­sti­lio e di cui si cono­sco­no già set­te ambien­ti, sono pre­vi­ste atti­vi­tà di sca­vo su altri quat­tro aree per evi­den­ziar­ne gli even­tua­li pavi­men­ti musi­vi, la siste­ma­zio­ne e la rea­liz­za­zio­ne di pas­se­rel­le e sup­por­ti didat­ti­ci. In pas­sa­to sono sta­ti ritro­va­ti pre­ge­vo­li mosai­ci geo­me­tri­ci poli­cro­mi con sche­mi deco­ra­ti­vi simi­li a quel­li di Piaz­za Arme­ri­na, di Pat­ti e a quel­li del nord Afri­ca.

In con­tra­da Gera­ce, nell’Ennese, all’interno del­la Vil­la roma­na sco­per­ta ven­ti­cin­que anni fa e costi­tui­ta da una doz­zi­na di ambien­ti dota­ti di pre­ge­vo­li pavi­men­ti mosai­ca­ti, sono pre­vi­sti, in que­sta pri­ma fase, il restau­ro con­ser­va­ti­vo dei mosai­ci già mes­si in luce, la coper­tu­ra prov­vi­so­ria degli ambien­ti, la puli­zia del­l’in­te­ra area, non­ché la rea­liz­za­zio­ne di per­cor­si di visi­ta e sup­por­ti didat­ti­ci. La Vil­la — costrui­ta nel tar­do IV seco­lo dopo Cri­sto da Phi­lip­pia­nus, al cui nome si rife­ri­sco­no i bol­li rin­ve­nu­ti su ben 99 late­ri­zi —  pre­sen­ta mosai­ci poli­cro­mi con tes­se­re di colo­re ros­so, vio­la, gial­lo, sti­li­sti­ca­men­te mol­to simi­li a quel­li del­la Vil­la del Casa­le di Piaz­za Arme­ri­na. Pre­sen­ti anche le ter­me che fini­sco­no di esse­re usa­te dopo l’incendio del V seco­lo.

A Sant’Angelo Muxa­ro — in loca­li­tà “Mon­te Mpi­su” — nell’Agrigentino, si com­ple­te­rà lo sca­vo del­la necro­po­li e gra­zie all’utilizzo di dro­ni ver­rà rea­liz­za­to un docu­men­ta­rio divul­ga­ti­vo. Si trat­ta di un sito dove negli anni ’70 ci sono sta­te già ricer­che che han­no por­ta­to alla luce il vil­lag­gio costi­tui­to da capan­ne cir­co­la­ri in uso per tut­ta l’età neo­li­ti­ca e una par­te del­la necro­po­li com­po­sta da tom­be a poz­zet­to. Ripre­sa dei lavo­ri anche a “Mon­te Castel­lo”, dove le strut­tu­re del castel­lo medie­va­le si sono impian­ta­te su stra­ti pre­i­sto­ri­ci e gre­ci, la cui straor­di­na­ria stra­ti­fi­ca­zio­ne archeo­lo­gi­ca è docu­men­ta­ta dal Neo­li­ti­co fino all’età rina­sci­men­ta­le, con una serie di pre­zio­si mate­ria­li tra cui ori, pie­tre pre­gia­te, mone­te, metal­li, cera­mi­che a lustro.

A Ramac­ca, in pro­vin­cia di Cata­nia, par­te la puli­tu­ra dei mosai­ci, il ripri­sti­no, restau­ro e la mes­sa in sicu­rez­za del­la Vil­la roma­na con le ter­me annes­se di con­tra­da Castel­lit­to. Si trat­ta di un sito in aper­ta cam­pa­gna sog­get­to a sac­cheg­gio e che quin­di neces­si­ta di urgen­ti lavo­ri di tute­la. E sem­pre nel ter­ri­to­rio etneo, in con­tra­da Roc­chi­cel­la-Pali­kè, ripren­do­no i lavo­ri di ripri­sti­no dopo le allu­vio­ni del­le ulti­me set­ti­ma­ne con suc­ces­si­ve ope­ra­zio­ni di sca­vo e rilie­vo.

A Paler­mo, all’in­ter­no del com­ples­so di età medie­va­le di San Gio­van­ni degli Ere­mi­ti, ripren­do­no i lavo­ri per lo stu­dio e la com­pren­sio­ne dell’edificio pre­e­si­sten­te e la rea­liz­za­zio­ne di nuo­ve moda­li­tà di frui­zio­ne.

Tut­ti i lavo­ri — sca­vi, con­so­li­da­men­to, mes­sa in sicu­rez­za, restau­ro e crea­zio­ne di per­cor­si di visi­ta — pren­de­ran­no il via tra qual­che set­ti­ma­na, quan­do le con­di­zio­ni meteo­ro­lo­gi­che con­sen­ti­ran­no l’avvio del­le ope­ra­zio­ni. Le atti­vi­tà riguar­de­ran­no, soprat­tut­to, quel­le zone del­la Sici­lia che fino a ora han­no rice­vu­to meno atten­zio­ni, sia in ter­mi­ni di finan­zia­men­to per la ricer­ca, sia per l’inclusione nei gran­di cir­cui­ti. 

Foto di Tom­ma­so Bri­gno­ne

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