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Anche i Sesi di Pantelleria nel Sicilian Virtual Museum di Palermo
21/02/2019Questo articolo è stato letto 1117 volte!
Inseriti anche i Sesi di Pantelleria nel Sicilia Virtual Museum presentato la scorsa settimana a Palermo dall’Assessore Regionale Tusa.
di Francesca Marrucci
La scorsa settimana, a Palermo, l’assessore regionale ai Beni Culturali, Sebastiano Tusa, ha presentato a Palazzo Riso a Palermo, il primo museo virtuale siciliano: il “Sicilia Virtual Museum”.
Si tratta di un vero e proprio viaggio all’interno del patrimonio culturale della Sicilia, una visione mediante realtà immersiva a 360° di oltre 20 siti del giacimento culturale della Regione che potranno essere visitati attraverso degli occhiali idonei a questo tipo di fruizione.
La visita avrà la durata media di circa 4 minuti e l’utente potrà decidere se visitare una singola struttura o fare l’intero viaggio decidendo anche l’ordine delle sue mete da scoprire. I video sono in italiano e in inglese.
Tra i siti visitabili sono stati inseriti anche i Sesi di Pantelleria, le affascinanti costruzioni megalitiche edificate nelle contrade Cimillia e Mursia.
I sesi sono sepolture, di pianta circolare o ellittica, a gradoni terminanti con una superficie pianeggiante o a calotta. Intorno al perimetro si trovano degli ingressi (da due a undici), ciascuno dei quali, attraverso un corridoio dolmenico rettilineo, conduce ad una cella a pianta circolare con spiccato a cupola ogivale, sede delle sepolture.
Un motivo d’orgoglio per la Perla Nera del Mediterraneo, che in questa inclusione vede un altro passo importante per far conoscere Pantelleria dal punto di vista turistico anche per il suo patrimonio monumentale ed archeologico, unico e tutto da scoprire.
Non solo ‘Isola dei Vip’, quindi, ma anche Isola della Cultura, dell’Arte e dell’Archeologia e anche chi non vi è ancora stato, potrà averne un ‘assaggio’ grazie a questo Virtual Tour.
Gli altri 19 siti che si potranno visitare tramite il Sicilia Virtual Museum saranno:
- la Valle dei Templi di Agrigento;
- l’area archeologica e il teatro greco di Siracusa;
- il teatro greco di Taormina;
- l’area archeologica di Tindari;
- l’area archelogica di Segesta;
- il Parco archeologico di Selinunte e Cave di Cusa;
- la Villa Romana del Casale di Piazza Armerina;
- il Museo Archeologico Salinas;
- il Museo Whitaker di Mozia;
- il Museo del Satiro danzante di Mazara;
- l’area archeologica di Morgantina;
- Palazzo D’Aumale di Terrasini;
- l’anfiteatro romano di Catania;
- il Museo archeologico Bernabò Brea di Lipari;
- il museo archeologico Paolo Orsi di Siracusa;
- il Parco archeologico dei Sesi di Pantelleria;
- l’area archeologica di Himera;
- il Museo regionale di Aidone;
- la Grotta del Genovese di Levanzo;
- il Teatro romano e l’Odeon di Catania;
- l’Antiquarium di Himera;
- l’Orecchio di Dioniso.
L’Assessore Tusa ha così sottolineato l’importanza di questo Museo Virtuale: “Si tratta di un progetto che intende allineare i siti culturali siciliani agli standard europei. Oggi i siti culturali devono saper promuovere il proprio patrimonio e nello stesso tempo implementare la loro offerta di tipo esperienziale. Il Sicilia Virtual Museum garantisce all’utente di essere protagonista di questa esperienza con il patrimonio storico e artistico della nostra regione. E peraltro, cosa di fondamentale importanza, consente di vedere sotto un’altra lente sia il contenuto che il contenitore culturale.
Il Sicilia Virtual Museum è anche uno straordinario strumento di promozione, perché permette la fruizione a distanza del bene culturale, una sorta di primo assaggio che può anticipare l’esperienza diretta. Senza considerare che consentirà di attirare anche quel pubblico di giovanissimi, magari poco propensi alla tradizionale visita del museo, che troveranno nel Virtual la possibilità di accedere al contributo culturale attraverso un linguaggio a loro più familiare, quello delle immagini e della nuova tecnologia.
Noi sappiamo quanto il valore dell’offerta culturale incida nelle scelte delle mete del turista italiano e internazionale. E la Sicilia intende mettere a frutto, utilizzando ogni sua risorsa, il patrimonio culturale che deve diventare un fondamentale volano di economia e nuova occupazione.”
Foto di Tommaso Brignone
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Ho iniziato a 16 anni a scrivere sui giornali locali, per poi crearne uno, Punto a Capo, passando poi ai quotidiani e infine all’online.
Oggi, oltre a dirigere Punto a Capo Online e Punto a Capo Sport, collaboro con altri quotidiani online e dirigo l’Ufficio Stampa di Punto a Capo.
Inoltre, sono traduttrice, insegnante e Presidente della Onlus che pubblica il giornale. Faccio tante cose, probabilmente troppe, adoro scrivere, leggere e viaggiare e ho bisogno sempre di nuovi stimoli, di iniziare nuove avventure e creare nuovi progetti.