Casalesi: 50 arresti in Veneto, Campania e Puglia, anche il Sindaco di Eraclea

Casalesi: 50 arresti in Veneto, Campania e Puglia, anche il Sindaco di Eraclea

19/02/2019 0 Di Redazione

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OPERAZIONE ANTIMAFIA DIRETTA DALLA PROCURA DISTRETTUALE ANTIMAFIA DI VENEZIA E DELEGATA ALLA GUARDIA DI FINANZA E POLIZIA DI STATO.

A con­clu­sio­ne di una com­ples­sa ed arti­co­la­ta inda­gi­ne diret­ta dal­la Pro­cu­ra Distret­tua­le Anti­ma­fia di Vene­zia la Guar­dia di Finan­za e la Poli­zia di Sta­to han­no ese­gui­to oggi il prov­ve­di­men­to cau­te­la­re emes­so del Giu­di­ce per le inda­gi­ni pre­li­mi­na­ri di Vene­zia nei con­fron­ti degli appar­te­nen­ti ad UN SODALIZIO DI STAMPO MAFIOSO RADICATO NEL VENETO ORIENTALE: 50 GLI ARRESTI, PER ALTRE 11 PERSONE OBBLIGO DI DIMORA.

Il soda­li­zio mafio­so, affi­lia­to al cd. “clan dei casa­le­si”, con­trol­la­va un vasto ter­ri­to­rio con l’uso del­le armi, com­pien­do estor­sio­ni, usu­ra, dan­neg­gia­men­ti, rici­clag­gio, traf­fi­ci di stu­pe­fa­cen­ti, rapi­ne ed altri gra­vi rea­ti.

Arre­sta­to anche il sin­da­co di Era­clea, inda­ga­to del rea­to di scam­bio elet­to­ra­le poli­ti­co-mafio­so in rela­zio­ne alle ele­zio­ni 2016.

Dispo­sto il seque­stro pre­ven­ti­vo di beni e valo­ri per 10 milio­ni di euro.


Que­sta mat­ti­na il G.I.C.O. del Nucleo di Poli­zia Eco­no­mi­co-Finan­zia­ria Trie­ste e la Squa­dra Mobi­le di Vene­zia, han­no dato ese­cu­zio­ne — in pro­vin­cia di Vene­zia, Casal di Prin­ci­pe e altre loca­li­tà del Vene­to, del­la Cam­pa­nia e del­la Puglia – ad una ordi­nan­za del G.I.P. del Tri­bu­na­le di Vene­zia che, su richie­sta del­la loca­le Pro­cu­ra Distret­tua­le Anti­ma­fia, ha dispo­sto 50 misu­re di custo­dia cau­te­la­re per­so­na­le (47 in car­ce­re e 3 agli arre­sti domi­ci­lia­ri) per asso­cia­zio­ne a delin­que­re di stam­po mafio­so e altri rea­ti oltre a 11 prov­ve­di­men­ti impo­si­ti­vo obbli­go di dimo­ra o inter­dit­ti­vi.

Han­no col­la­bo­ra­to all’esecuzione del prov­ve­di­men­to cau­te­la­re, nell’operazione deno­mi­na­ta «AT LAST», il Nucleo di Poli­zia Eco­no­mi­co-Finan­zia­ria Vene­zia, il Ser­vi­zio Cen­tra­le Inve­sti­ga­zio­ne Cri­mi­na­li­tà Orga­niz­za­ta (S.C.I.C.O.) del­la Guar­dia di Finan­za di Roma, il Ser­vi­zio Cen­tra­le Ope­ra­ti­vo (S.C.O.) del­la Poli­zia di Sta­to con l’imponente impie­go di oltre tre­cen­to uni­tà di poli­zia giu­di­zia­ria.

Gli inda­ga­ti era­no mem­bri di una strut­tu­ra­ta e temi­bi­le asso­cia­zio­ne a delin­que­re di stam­po mafio­so, arma­ta — con oggi da con­si­de­rar­si sman­tel­la­ta — che dal pic­co­lo cen­tro di Era­clea da mol­ti anni ave­va este­so la sua influen­za cri­mi­na­le nell’est del Vene­to, avva­len­do­si del­la sua for­za di inti­mi­da­zio­ne per instau­ra­re una con­di­zio­ne di omer­tà e com­met­te­re mol­te­pli­ci gra­vi delit­ti di ogni gene­re (usu­ra, estor­sio­ne, rapi­na, ricet­ta­zio­ne, rici­clag­gio e auto rici­clag­gio, reim­pie­go di dena­ro di pro­ve­nien­za ille­ci­ta, sot­tra­zio­ne frau­do­len­ta di valo­ri, con­traf­fa­zio­ne di valu­ta, traf­fi­co di stu­pe­fa­cen­ti, sfrut­ta­men­to del­la pro­sti­tu­zio­ne, inter­me­dia­zio­ne ille­ci­ta di mano­do­pe­ra, deten­zio­ne ille­ga­li di armi, dan­neg­gia­men­ti, incen­di, truf­fe e truf­fe aggra­va­te ai dan­no del­lo Sta­to, ban­ca­rot­ta frau­do­len­ta, emis­sio­ne di fal­se fat­tu­re.

Le inda­gi­ni han­no con­sen­ti­to di evi­den­zia­re come l’organizzazione risul­ti costi­tui­ta già alla fine degli anni ’90 da DONADIO Lucia­no (nato a Giu­glia­no in Cam­pa­nia il 15.04.1966, resi­den­te ad Era­clea) BUONANNO Raf­fae­le (nato a San Cipria­no D’Aversa il 23.11.1959, domi­ci­lia­to ad Era­clea e a Casal di Prin­ci­pe) e BUONANNO Anto­nio (nato a San Cipria­no D’Aversa (CE) il 15.11.1962, resi­den­te a Casal di Prin­ci­pe) assie­me ad un nucleo di per­so­ne ori­gi­na­rie di Casal di Prin­ci­pe e di altri cen­tri dell’agro Caser­ta­no (PUOTI Anto­nio, PACIFICO Anto­nio, BASILE Anto­nio, PUOTI Giu­sep­pe, CONFUORTO Nun­zio) via via imple­men­ta­ta da altri sog­get­ti sia cam­pa­ni e loca­li (come ARENA Giro­la­mo, CELARDO Raf­fae­le, SGNAOLIN Chri­stian,

L’indiscusso ruo­lo di pro­mo­to­ri e diri­gen­ti è sta­to rive­sti­to da DONADIO Lucia­no e BUONANNO Raf­fae­le (quest’ultimo impa­ren­ta­to tra­mi­te la moglie con espo­nen­ti di ver­ti­ce dai clan BIANCO e di BIDOGNETTI Fran­ce­sco, det­to “Cic­ciot­to e mez­za­not­te”, capo del­la fami­glia BIDOGNETTI) i qua­li rap­pre­sen­ta­va l’associazione nei rap­por­ti di natu­ra cri­mi­na­le, pure con i diri­gen­ti e gli asso­cia­ti al grup­po Schia­vo­ne e Bian­co e le altre “fami­glie“ Casa­le­si.

Il grup­po mafio­so, dopo la sua costi­tu­zio­ne, si è inse­dia­to nel Vene­to orien­ta­le rile­van­do il con­trol­lo del ter­ri­to­rio dagli ulti­mi epi­go­ni loca­li del­la “mafia del Bren­ta” con i qua­li sono sta­ti com­pro­va­ti i con­tat­ti.

Le mul­ti­for­mi stra­te­gie cri­mi­na­li era­no fina­liz­za­te, tra l’altro, ad acqui­si­re, se neces­sa­rio con minac­ce e vio­len­za, la gestio­ne o il con­trol­lo di atti­vi­tà eco­no­mi­che, soprat­tut­to nell’edilizia e del­la risto­ra­zio­ne, ma anche ad impor­re un aggio ai soda­li­zi cri­mi­na­li limi­tro­fi dedi­ti al nar­co­traf­fi­co o allo sfrut­ta­men­to del­la pro­sti­tu­zio­ne.

Una quo­ta dei pro­fit­ti dell’attività cri­mi­na­le era desti­na­ta a soste­ne­re finan­zia­ria­men­te e soste­ne­re i car­ce­ra­ti di alcu­ne del­le sto­ri­che fami­glie mafio­se di Casal di Prin­ci­pe appar­te­nen­ti al clan dei Casa­le­si cui l’organizzazione mafio­sa di Era­clea era gene­ri­ca­men­te col­le­ga­ta e del­la qua­le costi­tui­va il grup­po cri­mi­na­le refe­ren­te per il Vene­to orien­ta­le e, come tale, inter­lo­cu­to­re obbli­ga­to di tut­te le orga­niz­za­zio­ne ter­ri­to­ria­li che vi si tro­va­va­no ad ope­ra­re.

Per affer­ma­re l’assoluta ege­mo­nia sul ter­ri­to­rio, i soda­li han­no fat­to lar­go uso e com­mer­cio di armi anche da guer­ra, uti­liz­za­te per il com­pi­men­to di atten­ta­ti inti­mi­da­to­ri anche ai dan­ni di dit­te con­cor­ren­ti.

L’organizzazione ha ope­ra­to ini­zial­men­te nel set­to­re dell’edilizia, dedi­can­do­si par­ti­co­lar­men­te all’attività usu­ra­ria ed all’esecuzione di estor­sio­ni, da ulti­mo spe­cia­liz­zan­do­si nel set­to­re del­le riscos­sio­ni cre­di­ti per con­to di impren­di­to­ri loca­li.

Sven­ta­te nel cor­so del­le inda­gi­ni rapi­ne, anche in abi­ta­zio­ne, nel cor­so di una del­le qua­li, in Pro­vin­cia di Tre­vi­so, era­no sta­ti trat­ti in arre­sto alcu­ni appar­te­nen­ti al soda­li­zio ed altri arruo­la­ti per l’esecuzione de col­po.

Nel tem­po, l’organizzazione si è finan­zia­ta anche con la pro­du­zio­ne di fat­tu­re per ope­ra­zio­ni ine­si­sten­ti per mol­ti milio­ni di euro, gra­zie ad una fit­ta rete di azien­de inte­sta­te anche a pre­sta­no­me poi ogget­to di ban­ca­rot­ta frau­do­len­ta.

Oltre alle fro­di in dan­no dell’erario per rea­ti tri­bu­ta­ri, spic­ca­no quel­le per­pe­tra­te ver­so l’I.N.P.S. attra­ver­so le fal­se assun­zio­ni in impre­se di 50 per­so­ne con­ti­gue al soda­li­zio, allo sco­po di lucra­re inde­bi­ta­men­te l’indennità di disoc­cu­pa­zio­ne, pari a cir­ca 700.000 euro.

Tra gli arre­sta­ti, il sin­da­co di Era­clea, Mir­co Mestre, per il rea­to di scam­bio poli­ti­co-elet­to­ra­le rife­ri­to all’elezione nel 2016 con­se­gui­ta per soli 81 voti di scar­to sul riva­le, gra­zie agli oltre 100 voti pro­cu­ra­ti­gli dal grup­po mafio­so del qua­le ave­va riser­va­ta­men­te sol­le­ci­ta­to l’intervento – indi­can­do anche i can­di­da­ti del­la pro­pria lista su cui con­vo­glia­re le pre­fe­ren­ze e poi elet­ti — in cam­bio di favo­ri su istan­ze ammi­ni­stra­ti­ve pre­sen­ta­te da socie­tà con­trol­la­te dagli uomi­ni del soda­li­zio.

In car­ce­re anche Denis Poles, diret­to­re di un isti­tu­to di cre­di­to di Jeso­lo, com­pli­ce degli espo­nen­ti del soda­li­zio, il qua­le, come il suo pre­de­ces­so­re (inda­ga­to a pie­de libe­ro) con­sen­ti­va loro di ope­ra­re su con­ti socie­ta­ri sen­za aver­ne tito­lo, con­cor­dan­do con loro l’interposizione di pre­sta­no­me, omet­ten­do siste­ma­ti­ca­men­te di effet­tua­re le segna­la­zio­ni di ope­ra­zio­ni sospet­te.

Coin­vol­to anche un appar­te­nen­te alla Poli­zia di Sta­to, More­no Pasqual, accu­sa­to di aver for­ni­to infor­ma­zio­ni riser­va­te ai mala­vi­to­si, ine­ren­ti ad inda­gi­ni nei loro con­fron­ti, tra­mi­te ille­ci­to acces­so alle ban­che dati di poli­zia, non­ché di aver­ne garan­ti­to pro­te­zio­ne e sup­por­to a segui­to di con­trol­li subi­ti da par­te di altre for­ze di poli­zia.

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