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Boschi: Rocca di Papa si pone a tutela del patrimonio forestale e del settore del legname
15/02/2019Questo articolo è stato letto 3523 volte!
Il Sindaco Crestini: “Le nuove disposizioni della Città Metropolitana minacciano boschi e imprese”
Negli ultimi mesi, il settore del legname e diversi amministratori locali della Provincia di Roma si sono trovati in una situazione di difficoltà burocratica derivante da una nuova interpretazione della normativa, che prevede di essere dotati di un’autorizzazione paesaggistica.
La disposizione è giunta dalla Città Metropolitana di Roma, che ha interpretato a suo modo un parere del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Tale parere è stato rilasciato esclusivamente per il caso di un bosco sardo (quello del Marganai), per il quale date le sue caratteristiche specifiche, il Ministero ha richiesto un accertamento delle possibili ripercussioni dei tagli sul fronte paesaggistico. In seguito a questo, la Città Metropolitana di Roma ha ritenuto di applicare quanto indicato nel parere ministeriale anche sul proprio territorio, contrariamente a quanto accade invece nel resto d’Italia. Quindi, una clamorosa eccezione a livello nazionale.
Per il rilascio delle autorizzazioni al taglio dei boschi cedui a prevalenza di castagno, gravati da vincoli paesaggistici dal 1954, fino a pochi mesi fa i proprietari dovevano munirsi del nulla osta del Parco e poi dell’autorizzazione della Città Metropolitana o del Comune, sempre nel pieno rispetto delle prescrizioni forestali. Oggi, invece, si aggrava ancora di più l’iter burocratico, aggiungendo il dovere di chiedere una ulteriore autorizzazione al Ministero. Invece di semplificare, si rende ancora più difficile la gestione dei boschi.
Sia chiaro che questa Amministrazione è tesa al rispetto dell’integrità ambientale e paesaggistica dei boschi comunali, che nel caso del Comune di Rocca di Papa sono i più estesi dei Castelli Romani. Proprio per questo motivo vogliamo garantire la continuità e lo sviluppo delle secolari attività silvane, come il taglio, lo sfollo e il dirado. Lavori che vanno attuati con cura, in modo periodico e da operatori di provata competenza. Non si tratta solamente di attività produttive, anch’esse da tutelare e sostenere.
Questo coordinato insieme di attività assicura la salute del nostro patrimonio forestale e contrasta i fenomeni di erosione e dissesti. Se subiscono un ritardo, o addirittura saltano, i nostri boschi ne risentono. Paradossalmente, con questa nuova disposizione si metterebbe a rischio proprio l’integrità paesaggistica che si deve invece tutelare.
Appesantire le procedure burocratiche, quando non dovute, anche per i tagli di piccola estensione e per i diradi rappresenta un concreto disincentivo ad una ordinaria gestione de bosco, che rischia di rimanere abbandonato a sé stesso.
Per fare chiarezza sulla situazione, il 17 gennaio scorso come Amministrazione Comunale ho inoltrato direttamente al Ministero la richiesta di un parere chiaro, con il quale potrà esprimersi ufficialmente, fornendo un’interpretazione autentica della disposizione ed eventualmente indicare alla Città Metropolitana di Roma la procedura corretta da seguire.
Nel frattempo, dopo esserci documentati e confrontati con i tecnici comunali, come Amministrazione abbiamo deciso di continuare ad applicare l’iter autorizzatorio seguito fino ad oggi, quindi non verrà richiesta alcuna autorizzazione paesaggistica per i tagli colturali dei boschi di estensione inferiore a tre ettari (di competenza comunale).
Una decisione volta a tutelare il territorio e il tessuto imprenditoriale locale e, soprattutto, a garantire la giusta applicazione della normativa all’utenza.
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