Sicilia: le ex Province tornano al voto, ma scelgono i Comuni

Sicilia: le ex Province tornano al voto, ma scelgono i Comuni

07/02/2019 0 Di Redazione

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MUSUMECI: “EX PROVINCE TORNANO AL VOTO, MA RESTA IL RAMMARICO PERCHE’ NON SCEGLIERANNO GLI ELETTORI, MA I RAPPRESENTANTI DEI COMUNI”

“Final­men­te! Il 30 giu­gno ces­se­rà la gestio­ne com­mis­sa­ria­le del­le ex Pro­vin­ce sici­lia­ne. Lo abbia­mo deci­so nel­l’ul­ti­ma sedu­ta del gover­no regio­na­le. Così, dopo cir­ca cin­que anni, tra qual­che mese gli Enti inter­me­di non saran­no più gui­da­ti da com­mis­sa­ri nomi­na­ti dal­la Regio­ne ma da pre­si­den­ti scel­ti dal sin­go­lo ter­ri­to­rio”.

Lo scri­ve il pre­si­den­te del­la Regio­ne Sici­lia­na Nel­lo Musu­me­ci su Face­book.

“Ci dispia­ce solo — sot­to­li­nea il gover­na­to­re — che non saran­no gli elet­to­ri a sce­glie­re il 30 giu­gno chi dovrà gui­da­re la pro­pria Pro­vin­cia (che ora si chia­ma deso­la­ta­men­te “Libe­ro con­sor­zio dei Comu­ni”) ma i rap­pre­sen­tan­ti elet­ti nei vari Comu­ni di appar­te­nen­za: insom­ma, una ele­zio­ne di secon­do gra­do, un accor­do tra par­ti­ti. Così ha volu­to il gover­no Cro­cet­ta, in linea con il gover­no Ren­zi. Ci sia­mo oppo­sti con tut­te le nostre for­ze a que­sto espro­prio del dirit­to al voto dei cit­ta­di­ni, ma non c’è sta­to nul­la da fare. Nel frat­tem­po, dal 2013 il gover­no di Roma toglie alle Pro­vin­ce del­l’I­so­la oltre 200 milio­ni di euro l’an­no (si chia­ma pre­lie­vo for­zo­so), costrin­gen­do­le di fat­to alla para­li­si se non al fal­li­men­to”.

“Nel­la trat­ta­ti­va col gover­no cen­tra­le — con­clu­de Musu­me­ci — abbia­mo inse­ri­to anche il tema del futu­ro del­le Pro­vin­ce sici­lia­ne. Vi assi­cu­ro che non cede­re­mo. Per il resto, potrà esse­re solo il par­la­men­to nazio­na­le a cam­bia­re que­sta assur­da leg­ge, resti­tuen­do al popo­lo il dirit­to di eleg­ge­re il pro­prio pre­si­den­te di Pro­vin­cia e dando agli Enti la pos­si­bi­li­tà di tor­na­re a esse­re attivi e uti­li al ter­ri­to­rio, pen­san­do alle stra­de, ai ser­vi­zi, alle scuo­le, ridan­do sere­ni­tà alle miglia­ia di dipen­den­ti che pro­te­sta­no giu­sta­men­te alla ricer­ca di una ras­si­cu­ran­te pro­spet­ti­va”.

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