Il Ministro della Salute, Giulia Grillo, il 1 febbraio ha fatto un blitz a sorpresa al Policlinico Umberto I di Roma. Ha lodato il personale, ma criticato le condizioni di pulizia. Le hanno risposto la FP-CGIL e Antonello Aurigemma Capogruppo di Forza Italia alla Regione Lazio.
di Francesca Marrucci
Il 1 febbraio, con una visita improvvisa in diretta su Facebook, la Ministra della Salute Giulia Grillo si è presentata al Pronto Soccorso del Policlinico Umberto I di Roma per accertarsi personalmente delle condizioni lavorative, della struttura e dei pazienti.
Non ha potuto fare a meno di constatare il sovraffollamento dei locali con “pazienti messi ovunque, seduti sulle barelle, quasi uno sopra l’altro” e con “condizioni di pulizia molto scadente”, a tratti “indecorose”.
Nonostante le critiche per le condizioni, non è mancato l’elogio al personale definito di ‘grande competenza’.
“Siamo venuti qui — ha spiegato il ministro in una diretta su Facebook — per vedere di persona come funziona il pronto soccorso, un posto con cui tutti prima o poi dobbiamo avere a che fare. Questo, in particolare è il più grande ospedale di Roma, forse d’Europa, con 150.000 accessi l’anno, numeri molto grandi. Ma nasce su un ospedale con una concezione antica, cosa che lo rende più difficile da gestire”.
“Abbiamo trovato grande qualità nel personale medico, infermieristico e sociosanitario, come riconoscono gli stessi pazienti — ha precisato — ma spiace siano costretti a lavorare in condizioni così complicate, ovvero in un edificio vecchio che andrebbe tutto ristrutturato e con sovraffollamento tale da non riuscire neppure a far passare i pazienti da una parte all’altra”.
A due giorni di distanza dalla diretta sui social non sono mancate le reazioni. La Fp-Cgil coì ha commentato le dichiarazioni del Ministro.
E’ un bene che la Ministra Grillo veda con i propri occhi qual è la realtà quotidiana vissuta da lavoratori e utenti dei servizi sanitari nel Lazio. Il commissariamento ne è la causa, non l’effetto: è necessario uscirne e continuare a investire, collaborando con le istituzioni locali e non proseguendo con i commissariamenti. In 10 anni il Lazio ha intrapreso la strada del risanamento riducendo all’osso gli investimenti. E i primi ad averne fatto le spese sono stati i lavoratori – sempre meno e con un’età sempre più elevata – e i cittadini, che a fronte di un aumento delle tasse versate hanno dovuto fare i conti con la progressiva contrazione dei servizi e una minore capacità delle strutture di rispondere alla domanda, comprimendo l’esigibilità del diritto universale e pubblico alla salute.
Abbiamo lanciato pochi giorni fa l’allarme sull’occupazione nel sistema sanitario laziale e sull’insufficienza dei nuovi piani assunzionali, per quanto, grazie anche alle battaglie che abbiamo sostenuto, per il triennio 2018–2020 si siano sbloccate risorse e si sia tornati a programmare nuove assunzioni. È necessario ora che si intervenga a livello normativo sia per superare il vincolo della riduzione dell’ 1.4% di spesa rispetto al 2004, la cui scomparsa dal Decreto semplificazioni ha allarmato in questi giorni il sindacato, sia per valutare con più attenzione le scelte sul Commissariamento in questa regione. Proseguire nella contrazione dei finanziamenti porta nella direzione opposta rispetto al rilancio dei servizi alla salute in tutto il paese, un tema che deve essere centrale nell’agenda del Governo. Servono risorse e un piano straordinario di assunzioni, che compensi la fuoriuscita di personale, con contingenti ridotti in 15 anni del 10 % in Italia e del 18% nel Lazio, e che continuerà ad andare in pensione nei prossimi mesi e anni, ancora di più con quota 100.
Come la stessa Ministra ha potuto verificare, i servizi sono al collasso. All’Umberto I il personale esternalizzato ha garantito per 15 anni la continuità dei servizi, pur non avendo oggi le caratteristiche per essere stabilizzato, essendo il concorso la principale porta d’accesso al lavoro nel sistema pubblico. Serve anche qui una soluzione normativa, che crei opportunità di ricollocazione e garantisca lavoro e rispetto delle professionalità.
Si valutino le proposte di chi rappresenta il mondo del lavoro e si batte perché tutti i cittadini possano accedere a servizi di salute e assistenza di qualità. Le assunzioni, insieme al rinnovo di tutti i contratti sono al primo posto nelle nostre rivendicazioni. Anche per questo saremo in piazza il 9 febbraio. I blitz non siano solo pretesti per sterili polemiche politiche, ma il Governo attui tutti gli strumenti in suo possesso e collabori con tutte le istituzioni per dare ai cittadini servizi migliori.”
Anche Antonello Aurigemma, Capogruppo di Forza Italia alla Regione Lazio ha risposto al Ministro.
“Le dichiarazioni del Ministro della Salute on. Grillo sulle problematiche del Dea del policlinico Umberto I mostrano una scarsa conoscenza delle cause. Ho letto con stupore le dichiarazioni rese dal Ministro della Salute On. Grillo a seguito della sua visita al Policlinico Umberto I di Roma, confermando, purtroppo, la scarsa conoscenza da parte del Ministro delle vere cause del sovraffollamento del DEA, imputabile per Lei addirittura alla vecchiaia della struttura. Caro Ministro, purtroppo il sovraffollamento del DEA è causato dalla cattiva gestione regionale che non ha saputo o voluto affrontare e correggere le criticità legate alla medicina di base, che è il primo step che dovrebbe garantire il corretto accesso al DEA delle persone che ne hanno necessità.
Ancora più grave il fatto, di cui il Ministro evidentemente è completamente ignaro, che solo due anni fa è stato inaugurato in pompa magna dall’allora Direttore Generale Dr. Domenico Alessio e dal Presidente Zingaretti il reparto denominato Holding Area, reparto creato proprio per evitare il sovraffollamento del DEA, ad oggi inspiegabilmente destinato ad ospitare il reparto di geriatria e costato due milioni di euro.
La prima cosa che avrebbe dovuto chiedere il Ministro al management Aziendale e al Presidente della Regione sono le motivazioni della chiusura della Holding Area, quando le condizioni attuali del DEA sono sotto gli occhi di tutti e il sovraffollamento del Pronto Soccorso sarebbe potuto diminuire in maniera considerevole riducendo i gravi disagi ai malati.
Parlare oggi della ristrutturazione significa, poi, non sapere che sulla base del progetto presentato i tempi di durata dei lavori supereranno i 15 anni addirittura con la messa a norma e la ristrutturazione di solo il 40% dell’Ospedale, a fronte di una spesa prevista di circa 220 milioni di euro, senza aver poi affrontato la problematica della bonifica e dello smaltimento di materiali contenenti amianto e le criticità della messa a norma antisismica dei singoli edifici.
Invito il Ministro On. Grillo – conclude Aurigemma — a documentarsi attentamente prima di rilasciare dichiarazioni che, per la veste che ricopre, assumono una importanza rilevante”.
Ho iniziato a 16 anni a scrivere sui giornali locali, per poi crearne uno, Punto a Capo, passando poi ai quotidiani e infine all’online.
Oggi, oltre a dirigere Punto a Capo Online e Punto a Capo Sport, collaboro con altri quotidiani online e dirigo l’Ufficio Stampa di Punto a Capo.
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