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MARINO, LEGALITÁ E TRASPARENZA, COMUNE SOTTO ATTACCO L’OPPOSIZIONE DENUNCIA
01/02/2019Questo articolo è stato letto 3344 volte!
«La selezione dei dirigenti non spetta al Sindaco, gli avanzamenti di carriera dei dipendenti non si fanno con procedimenti artificiosi»
Continua il controllo sull’operato dell’Amministrazione comunale di Marino da parte delle forze di opposizione in Consiglio. La minoranza, dopo il forte dissenso espresso per la Scuola Ungaretti, con un esposto/denuncia indirizzato a Procura della Repubblica di Velletri, Corte dei Conti del Lazio, Presidenza Consiglio dei Ministri Dipartimento Funzione Pubblica e Prefettura di Roma, leva alta la sua voce su due procedure di reclutamento del personale messe in atto da Palazzo Colonna tramite l’Unità Extradipartimentale Settore Risorse Umane, denunciando la «palese violazione dei valori di imparzialità e buon andamento della Pubblica Amministrazione».
Hanno firmato il documento otto consiglieri di opposizione su nove: Stefano Cecchi e Cinzia Lapunzina (Decentramento), Enrico Iozzi ed Eleonora Di Giulio (Unione di Centrosinistra), Remo Pisani (Fratelli d’Italia), Gianfranco Venanzoni e Franca Silvani (Partito Democratico) e Pamela Ermo (Movimento Civiltà Democratica).
«Ancora una volta – affermano i firmatari – dobbiamo ricorrere agli organi della magistratura per evidenziare modalità operative dell’esecutivo lontane dalle promesse di trasparenza, legalità e partecipazione sbandierate in campagna elettorale, con le quali troppi elettori sono stati tratti in inganno. Ci auguriamo che il nostro contributo, frutto della doverosa azione di controllo che i cittadini ci chiedono, sia utile per generare nella comunità quella riflessione che la porterà ad essere il vero giudice di comportamenti poco consoni al ruolo di responsabilità, correttezza e rispetto degli elettori che un’Amministrazione deve tenere».
La prima vicenda segnalata nell’esposto, vede il concorso per l’assunzione a tempo determinato del Responsabile Area II Economico Finanziaria, indetto da Palazzo Colonna dopo che il dirigente in carica, Stefano Pizzato, ha chiesto il trasferimento. A vincerlo Riccardo Rapalli, seconda Ada Gara con 0,25 punti in meno. Questa però, nel riconteggiare i suoi titoli, ha rilevato gli stessi superiori a quelli del primo classificato. Il risultato finale, una volta riconosciuto errato, poteva essere semplicemente rettificato dall’Amministrazione che, invece, ha revocato il concorso in autotutela a causa di imprecisioni nella sommatoria degli stessi.
«I presupposti non sono plausibili per l’annullamento che, invece, lascia immaginare come il semplice atto di rettifica avrebbe portato alla vittoria di Ada Gara» sottolineano i consiglieri di minoranza. A rafforzare la loro ipotesi, la lettera anonima spedita al periodico locale “Diciamolo!” contenente la frase: «Come al solito è già deciso chi vince: Riccardo Rapalli».
Il documento, oggetto di esposto alla Stazione dei Carabinieri di Marino, risulta spedito in data 3 aprile 2018, ovvero molti giorni prima della proclamazione del vincitore. Un altro tassello che testimonierebbe la volontà dell’Amministrazione di nominare dirigente Riccardo Rapalli al posto di Ada Gara. Per uscire dall’impasse della revoca, raccontano i consiglieri, l’esecutivo ha deciso di «provvedere alla sostituzione del dott. Stefano Pizzato tramite una convenzione tra Enti Locali, di durata limitata, al fine di stabilizzare poi l’Area II».
Provvedimento mai attuato al quale, nel luglio del 2018, ha fatto seguito l’Avviso Pubblico di Mobilità esterna per la copertura a tempo indeterminato di n. 1 posto di dirigente Area Economico Finanziaria. Bando che, il successivo 15 ottobre, è stato perfezionato con l’assunzione dell’unico candidato presentatosi, il dott. Stefano Pizzato che ritorna così a Palazzo Colonna.
All’iter adottato per la sua riassunzione, si legano le altre perplessità contenute nell’esposto, confortato da documenti e riferimenti normativi. Tra queste il colloquio finale del Sindaco con il partecipante al concorso, dopo che lo stesso è stato giudicato idoneo da una Commissione di Tecnici.
«Con quali criteri il Sindaco esamina i candidati e su quali temi è basato il suo colloquio? E inoltre, come si può garantire l’imparzialità se la selezione finale è ad opera di un esponente politico?» chiedono i firmatari, ipotizzando un successivo vincolo di subordinazione tra il Sindaco e il Dirigente.
La seconda vicenda segnalata dai consiglieri di minoranza, è l’avanzamento di carriera di un dipendente del Comune di Marino, l’arch. Vincenzo Lucia. «La sua evoluzione da Istruttore Tecnico (C1) a Funzionario Direttivo (D3) è stata disposta con procedimenti che hanno stravolto l’applicazione di istituti quali l’attingimento a graduatoria di altro Ente e la mobilità esterna» affermano.
L’arch. Lucia risulta vincitore nel 2012 di una selezione pubblica di categoria D3 presso il Comune di Miglierina (CZ). «La decisione quindi – affermano gli otto consiglieri di minoranza — è stata quella di attingere alla graduatoria del Comune di Miglierina alterando il valore dell’imparzialità della Pubblica Amministrazione e decidendo direttamente l’avanzamento di un dipendente rispetto agli altri». Elemento che ha provocato la protesta dei sindacati che hanno chiesto la revoca in autotutela della delibera di nomina.
L’Amministrazione, evidenziano, incurante di ciò, nell’agosto del 2018 ha formalizzato un avviso di mobilità volontaria ai sensi art. 30 D.Lgs 165/2001 e ha approvato una notifica di attingimento ad altre graduatorie.
Il bando di mobilità ha visto presentarsi un solo candidato, giudicato non idoneo. Nell’annuncio di attingimento, dopo che lo stesso è stato pubblicato in Albo Pretorio per garantire ampia partecipazione, i denunzianti denunciano che «in contraddizione con il carattere imparziale del procedimento, si riporta il nome dell’arch. Vincenzo Lucia quale soggetto idoneo a ricoprire il ruolo ricercato, attinto dalla graduatoria del Comune di Miglierina».
Da qui la denuncia di violazione del principio di separazione tra indirizzo politico e gestione amministrativa e di voler far progredire un dipendente senza ricorrere a procedure selettive legittime. Un’accusa, quella dei consiglieri di opposizione, aggravata da quella di abuso di ufficio e falsità ideologica negli atti ufficiali dove, al fine di arrivare alla volontà politica, sono stati distorti, come riportato nella denuncia, «i normali iter procedurali per la selezione del personale, anticipando nell’approvazione degli avvisi pubblici il risultato finale che si vuole raggiungere».