Lettera Aperta al Sindaco di Amatrice da Carlo Fedeli

Lettera Aperta al Sindaco di Amatrice da Carlo Fedeli

31/01/2019 0 Di Redazione

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Sul dopo-terremoto, parla l’ex-sindaco di Amatrice (2004–2009) ed ex-assessore e vicesindaco (1999–2004), Carlo Fedeli: la colpa è anche di chi c’è ora.

Egre­gio Sin­da­co,
Ricor­de­rà anche Lei che subi­to dopo il sisma del 24 ago­sto 2016 è ini­zia­ta la pas­se­rel­la di tan­te Auto­ri­tà, venu­te da noi per espri­me­re vici­nan­za e soli­da­rie­tà alla popo­la­zio­ne. Tut­ti, dal Pre­si­den­te del Con­si­glio, ai Mini­stri, Sot­to­se­gre­ta­ri, auto­re­vo­li rap­pre­sen­tan­ti dei par­ti­ti dichia­ra­ro­no: “Non vi lasce­re­mo soli”. Que­ste assi­cu­ra­zio­ni, ripe­tu­te in suc­ces­si­ve occa­sio­ni, apri­va­no alla spe­ran­za il cuo­re di chi ave­va per­du­to ogni cosa. Di cer­to non leni­va­no in alcu­na misu­ra la dispe­ra­zio­ne ed il dolo­re per la scom­par­sa di tan­te per­so­ne. Era­no comun­que pro­mes­se solen­ni che non pote­va­no (e non dove­va­no) esse­re disat­te­se. Anche il Sin­da­co ne era con­vin­to, vista anche la cor­dia­li­tà che ave­va carat­te­riz­za­to sin dal pri­mo momen­to i rap­por­ti con det­te per­so­na­li­tà e i calo­ro­si salu­ti e le reci­pro­che pac­che sul­le spal­le ne era­no con­fer­ma.
Era quin­di nel­le aspet­ta­ti­ve di tut­ta la popo­la­zio­ne l’avvio imme­dia­to dei pri­mi, più urgen­ti inter­ven­ti. I fat­ti han­no inve­ce dimo­stra­to che si è trat­ta­to di fidu­cia nel­le isti­tu­zio­ni mal ripo­sta. Tra­scor­se poche set­ti­ma­ne, infat­ti, si comin­ciò ad avver­ti­re che le con­se­guen­ze degli even­ti sismi­ci e l’avvio del­le fasi ini­zia­li ope­ra­ti­ve non era­no più al pri­mo posto tra i pen­sie­ri del­la poli­ti­ca (era in cor­so la cam­pa­gna elet­to­ra­le per il refe­ren­dum); le figu­re api­ca­li, di nomi­na gover­na­ti­va, depu­ta­te a gesti­re il post- sisma si rive­la­ro­no non all’altezza del com­pi­to e oltre­mo­do impre­pa­ra­te a pre­si­dia­re i vari fron­ti che via via si apri­va­no, qua­si ope­ras­se­ro per ten­ta­ti­vi e sen­za un pro­get­to che indi­cas­se sia gli obiet­ti­vi che i tem­pi e le moda­li­tà di inter­ven­to. Il Sin­da­co, impe­gna­to al mas­si­mo, cre­do non potes­se con­ta­re su vali­di aiu­ti all’interno dell’Amministrazione e que­sto spie­ga il per­ché sia in pra­ti­ca sal­ta­ta la strut­tu­ra orga­niz­za­ti­va dell’ente al pun­to che alcu­ni ser­vi­zi essen­zia­li non veni­va­no e non ven­go­no tutt’ora svol­ti.

Ancor oggi man­ca il ser­vi­zio di PM e la figu­ra del Segre­ta­rio comu­na­le.

Atten­zio­ne a distin­gue­re l’e­mer­gen­za dal­la quo­ti­dia­ni­tà per­ché con­fon­de­re i due aspet­ti favo­ri­sce situa­zio­ni di como­do.

Ad esem­pio, il con­trol­lo di ciò che avvie­ne in giro non può rite­ner­si emer­gen­za tan­to più quan­do ‑come avve­nu­to- sul ter­ri­to­rio ope­ra­va­no cen­ti­na­ia di per­so­ne e, tra que­ste, nume­ro­si vigi­li invia­ti ad Ama­tri­ce da Roma Capi­ta­le. Mal­gra­do que­sto, cor­re voce che la distri­bu­zio­ne degli aiu­ti per­ve­nu­ti in segno di soli­da­rie­tà sareb­be avve­nu­ta in assen­za di con­trol­li e che di tali beni sareb­be sta­ta fat­ta raz­zia.
E che dire, poi, dell’ignavia di chi avreb­be dovu­to met­te­re in sicu­rez­za il patri­mo­nio arti­sti­co, qua­le la Cat­te­dra­le di S.Francesco, pro­prie­tà del Comu­ne, S.Agostino, S.Martino, l’I­co­na Pas­sa­to­ra ed altre testi­mo­nian­ze sto­ri­che. Qua­si tut­te que­ste mera­vi­glie sta­va­no in pie­di ‑anche se dan­neg­gia­te- dopo la scos­sa di ago­sto ma nes­su­no (Comu­ne, Sovrin­ten­den­za, Mini­ste­ro dei Beni Cul­tu­ra­li) si è fat­to cari­co del­la que­stio­ne; solo a crol­lo avve­nu­to, a segui­to del­le scos­se di otto­bre 2016 e Gen­na­io 2017, si è prov­ve­du­to a sal­va­guar­da­re il qua­si nul­la che era rima­sto. Discor­so a par­te per la Tor­re Civi­ca, sim­bo­lo del­la nostra cit­ta­di­na, testi­mo­nian­za di un pas­sa­to, che si pote­va e si dove­va pro­teg­ge­re a qua­lun­que costo. For­tu­na­ta­men­te non ha subi­to dan­ni irre­pa­ra­bi­li.

Altra que­stio­ne riguar­da il Cimi­te­ro del capo­luo­go, abban­do­na­to ormai da mol­to tem­po, a dimo­stra­zio­ne del­la appros­si­ma­zio­ne ‑se non inca­pa­ci­tà- del com­pe­ten­te uffi­cio comu­na­le: mi chie­do se il Respon­sa­bi­le del Set­to­re abbia mai con­sta­ta­to la situa­zio­ne in cui la strut­tu­ra ver­sa e qua­li ini­zia­ti­ve inten­da met­te­re in atto per ripri­sti­na­re la nor­ma­li­tà. Sig.Sindaco, La pre­go inter­ven­ga se non altro per rispet­to ai nostri defun­ti. Mi per­met­ta infi­ne di chie­der­le:

- Poi­ché il Suo pre­de­ces­so­re, né Lei (che ha tenu­to incon­tri solo con le Asso­cia­zio­ni) ave­te, a quan­to mi risul­ta, indet­to riu­nio­ni con la popo­la­zio­ne; non ritie­ne uti­le con­vo­car­ci per discu­te­re con sere­ni­tà e paca­tez­za del­le diver­se pro­ble­ma­ti­che sul tap­pe­to?

- Non rav­vi­sa oppor­tu­no che la cit­ta­di­nan­za sia infor­ma­ta sul come si inten­da uti­liz­za­re le som­me rice­vu­te in dona­zio­ne?

- Non cre­de che le disa­stro­se con­di­zio­ni in cui ver­sa­no le stra­de di acces­so ad Ama­tri­ce (SS. Picen­te e vec­chia Sala­ria) richie­da­no inter­ven­ti urgen­ti e mira­ti pres­so gli enti aven­ti com­pe­ten­za in mate­ria, tesi al ripri­sti­no del­la nor­ma­li­tà? E le stra­de comu­na­li, che non invi­dia­no quel­le di Roma?

- Quan­do ritie­ne pos­sa esse­re riat­ti­va­ta la rac­col­ta dif­fe­ren­zia­ta e l’i­so­la eco­lo­gi­ca posta sul­la Sala­ria vec­chia? Nel­le more è pos­si­bi­le alme­no calen­da­riz­za­re il ser­vi­zio riti­ro ingom­bran­ti?

- Ritie­ne non più dif­fe­ri­bi­le un’a­zio­ne cla­mo­ro­sa di pro­te­sta che: veda la popo­la­zio­ne, Sin­da­co in testa, mani­fe­sta­re sot­to i Palaz­zi che con­ta­no per l’abbandono in cui ver­sa Ama­tri­ce, le pro­mes­se tra­di­te, rive­la­te­si vere e pro­prie pre­se in giro nei con­fron­ti del­la popo­la­zio­ne?

- Infi­ne, per­ché non con­te­sta­re attra­ver­so atti uffi­cia­li la sca­den­te qua­li­tà del­le caset­te, la loro ini­do­nei­tà alle rigi­de tem­pe­ra­tu­re inver­na­li, l’imperizia di chi ha effet­tua­to i lavo­ri di rea­liz­za­zio­ne del­le reti idri­che e fogna­rie? Dovreb­be o avreb­be già dovu­to far­lo il Comu­ne, a meno che anche Lei ‑ma non lo cre­do- “come uomo del­le isti­tu­zio­ni” non voglia pre­giu­di­car­si la car­rie­ra poli­ti­ca.

Sin­da­co Palom­bi­ni, La vedo deter­mi­na­to e schie­ra­to a nostra dife­sa ed anche la posi­zio­ne assun­ta recen­te­men­te in meri­to al PASS non può che esse­re con­di­vi­sa una­ni­me­men­te. Ho solo da ester­na­re una pic­co­la cri­ti­ca per quan­to con­cer­ne il recen­te incon­tro con il Vice Mini­stro CRIMI. Nul­la pos­so dire per la man­ca­ta ampli­fi­ca­zio­ne del­la sala; stan­te che non mi è dato sape­re chi avreb­be dovu­to prov­ve­de­re. Cen­su­ro però, a nome di mol­ti altri che lo han­no rile­va­to, il fat­to che all’in­con­tro non abbia par­te­ci­pa­to nes­su­no degli Asses­so­ri o Con­si­glie­ri comu­na­li. In altre cir­co­stan­ze meno impe­gna­ti­ve, inve­ce, chi pre­sen­zia­va in rap­pre­sen­tan­za del Comu­ne ha pre­so anche la paro­la. Scu­si la fran­chez­za. Buon lavo­ro, ing.Palombini e cor­dia­li salu­ti.

dott. Car­lo FEDELI — Ex sin­da­co di Ama­tri­ce (2004–2009) — Ex asses­so­re e vice sindaco(1999–2004)

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