CON LA GENTE PER NETTUNO, IL MOVIMENTO INTERVIENE SULLA VICENDA DELLA SCUOLA SACCHI E CHIEDE L’INTERVENTO DELLA…
Nettuno: la rievocazione dello sbarco al revisionista filo-nazista Cappellari. Le reazioni
22/01/2019 0 Di RedazioneQuesto articolo è stato letto 1921 volte!
Affidata al negazionista e revisionista storico Pietro Cappellari l’organizzazione della rievocazione storica dello Sbarco degli Alleati. Le reazioni della comunità, della politica e delle associazioni.
di Francesca Marrucci
Nettuno, dopo il commissariamento a seguito della prematura caduta del sindaco grillino, fa di nuovo parlare di sé negativamente a causa della decisione del Commissario Prefettizio di affidare l’organizzazione della rievocazione storica dello Sbarco Alleato ad un noto negazionista e revisionista, Pietro Cappellari.
Noto come ideologo neofascista e ricercatore per la Fondazione della repubblica Sociale Italiana, in questi giorni si è anche fatto fotografare alla rievocazione di Anzio, davanti ad un panzer tedesco con la didascalia: ‘Finalmente i camerati germanici sono venuti a liberarci’.
A questo personaggio, perlomeno poco appropriato rispetto all’evento, il Comune di Nettuno, diretto dal Commissario Prefettizio, ha affidato l’organizzazione del più importante appuntamento storico della cittadina laziale.
Ovviamente non sono mancate le prese di posizione contro questa decisione: l’Associazione Nettuno Olim Antium, il PD, l’ANPI e Nicola Zingaretti sono tra i primi ad esprimere contrarietà.
L’associazione “Nettuno Olim Antium” prende le distanze da Cappellari
L’associazione “Nettuno Olim Antium” esprime fermo dissenso rispetto al contenuto dei post e a qualsivoglia dichiarazioni, foto e/o commenti in riferimento alla persona di Pietro Cappellari, durante le celebrazioni del 75° Sbarco Alleato. È un pensiero politico o nostalgico non condiviso che rischia di mettere in cattiva luce l’operato della nostra associazione, ma soprattutto un atto rilevante sia sul piano delle corrette relazioni istituzionali, sia sul piano delle potenziali ripercussioni di immagine verso l’esterno.
L’espressione di un impegno sul tema della conoscenza della nostra città e dei fatti storici realmente accaduti a mezzo di una guida ai luoghi dello sbarco commissionata dall’ Università Civica di Nettuno è da ritenersi legittima, dato che la stessa non è in alcun modo lesiva nei confronti di nessuno sia in ambito politico che in ambito prettamente personale. Mentre ci riteniamo totalmente estranei ai fatti rispetto alle azioni individuali del sig. Cappellari, che non considera le ripercussioni che le stesse possono recare alla nostra associazione.
Pertanto, ribadendo fermamente la propria distanza da quanto accaduto, dissociandosi totalmente da tali personali posizioni, si diffida chiunque dall’adombrare qualsivoglia correlazione o accostamento tra la nostra associazione e il sig. Pietro Cappellari.
Nettuno Olim Antium
PD NETTUNO: GRAVI, DELETERIE E ABERRANTI LE FRASI DI CAPPELLARI CONTRO GLI AMERICANI
Il PD di Nettuno trova gravi, deleterie e aberranti le frasi pubblicate dallo “storico” Piero Cappellari. Nettuno e Anzio hanno visto, negli anni ’40, fiumi di sangue scorrere sulle strade della città. Sbeffeggiare una manifestazione così importante, come quella della rievocazione dello sbarco, non è solo una mancanza di rispetto nei confronti di coloro che hanno sacrificato la loro vita per la democrazia e la libertà, ma è anche una mancanza di rispetto nei confronti dei cittadini nettunesi che hanno dovuto assistere a questo scempio.
Siamo inoltre vicini ai nostri fratelli americani e, da nettunesi democratici, proviamo profonda vergogna per gli insulti subiti dai nostri alleati che hanno combattuto per la liberazione dal nazifascismo.
PD Nettuno “Sez. Enrico Berlinguer”
ANPI: NON SI PUO’ AFFIDARE LA RIEVOCAZIONE DELLO SBARCO A CHI RIVENDICA LE LEGGI CHE HANNO PORTATO ALL’OLOCAUSTO
A cosa serve la memoria storica? Perché si ricordano gli avvenimenti del passato? Perché è così importante trasmettere la storia della Seconda Guerra Mondiale alle giovani generazioni? Vi poniamo queste domande perché riteniamo che quest’anno l’attenzione e la scrupolosità che meriterebbe l’organizzazione delle iniziative legate alle commemorazioni dello Sbarco di Anzio e Nettuno siano venute meno.
La Seconda Guerra Mondiale, di cui quest’anno ricorre l’ottantesimo anniversario, venne scatenata dal Terzo Reich, dall’Italia Fascista e dal Giappone. Venne progettata e pianificata. Le ideologie fasciste avevano nella loro essenza la “politica di potenza”, la quale si espletava attraverso un nazionalismo aggressivo basato sulla “superiorità” di alcuni popoli rispetto ad altri che a sua volta produceva una propensione naturale per l’espansionismo territoriale.
Migliaia di città vennero ridotte in cenere, fame e distruzione dominavano l’intera Europa, milioni furono i morti. Ci sembra doverosa questa piccola introduzione per chiarire ciò che i regimi fascisti produssero nel mondo.
Al loro interno i regimi si caratterizzarono per le persecuzioni etniche, razziali e politiche, per la mancanza di libertà, per le deportazioni e gli stermini di massa, i quali rappresentarono la macabra attuazione delle politiche di discriminazione perseguite negli anni che precedettero il conflitto.
Prima ci furono le idee, poi la propaganda, poi l’istituzionalizzazione attraverso la legislazione, poi la realizzazione dello sterminio. Per combattere questi regimi e mettere la parola fine alle loro politiche criminali si mobilitarono, organizzando nei diversi territori i movimenti di resistenza, cittadine e cittadini europei, forze politiche antifasciste, sindacati, ex militari. Come sappiamo, oltre ai movimenti di resistenza, contro il fascismo italiano, contro il nazismo tedesco e contro l’imperialismo giapponese, si mobilitarono alcune nazioni, le quali impegnarono le proprie forze armate dall’Oceano Pacifico all’Oceano Atlantico, dall’Europa fino ad alcuni territori dell’Africa e dell’Asia. Guidati da Stati Uniti, Gran Bretagna e Unione Sovietica, gli Alleati sconfissero i regimi fascisti. Gli ordinamenti democratici nati dopo la Seconda Guerra Mondiale in Europa, nati dalla vittoria sul nazifascismo, vennero costruiti sui principi e sui valori ispiratori della Guerra di Liberazione.
In questo contesto si inserisce lo Sbarco Alleato avvenuto nel nostro territorio il 22 gennaio 1944. Perché avvenne lo sbarco? La risposta la sappiamo tutti: per liberare l’Italia dall’occupazione tedesca e dalla dittatura fascista (che nel frattempo, screditata dal popolo italiano e dai combattenti delle forze armate, si era riorganizzata nella RSI, stato fantoccio creato per appoggiare la macchina bellica del Terzo Reich). Quindi, quando celebriamo lo Sbarco Alleato, rendiamo omaggio e ricordiamo quei ragazzi che sacrificarono la propria vita in nome della libertà e della fratellanza tra i popoli. In considerazione di quanto esposto, ci sembra quindi singolare e inappropriato affidare a Pietro Cappellari la responsabilità di trasmettere la memoria storica della Seconda Guerra Mondiale.
Trasmettere la memoria storica significa trasmettere dati, avvenimenti, contesto storico, valori, principi. Ogni avvenimento storico ha il suo contesto che lo rende significativo e lo caratterizza. Il contesto storico in cui ebbe luogo lo Sbarco è quello descritto sopra. Raccontare lo Sbarco senza tener conto del contesto in cui si svolse è a nostro avviso poco professionale, poco serio e di scarso livello storiografico.
Gli avvenimenti legati allo Sbarco Alleato non possono essere raccontati da chi, come Pietro Cappellari, non si riconosce nei valori che l’hanno ispirato e nelle motivazioni che hanno guidato i soldati inglesi e americani. La trasmissione di quella memoria non può essere affidata a chi nelle sue pubblicazioni parla di “nemico anglo-americano” e di “liberatori” con il virgolettato da intendersi in maniera dispregiativa. Non può essere affidata a chi rivendica le azioni dei massacratori di Marzabotto e delle Fosse Ardeatine. Non può essere affidata a chi rivendica la legittimità storica e politica della Marcia su Roma, delle politiche d’occupazione, dei crimini contro l’umanità compiuti dalle armate tedesche e dai reparti della RSI.
Non può essere affidata a chi rivendica le politiche razziali che hanno portato all’olocausto. Non può essere affidata a chi denigra e, attraverso non si sa bene quale fonte, cerca di sostenere che ad Anzio e Nettuno non ci fu nei giorni di settembre ’43 una reazione da parte di militari e civili contro i tedeschi e che nei Castelli Romani non ci fu la Resistenza.
Tutto ciò è documentato, oltre che nelle pubblicazioni ufficiali dello SME e in quelle di alcuni autori che al contrario di Pietro Cappellari lavorano con editori di rilievo nazionale ed internazionale, presso gli archivi storici delle forze armate e presso gli archivi di Stato. Riteniamo che da parte degli organizzatori ci sia stata una grossolana superficialità nell’impostazione dell’evento e una impreparazione di base riguardo alla storia della Seconda Guerra Mondiale. V
ogliamo augurarci che in futuro non si commettano più tali errori. La verifica preventiva delle fonti storiche da utilizzare per trasmettere la memoria non è un aspetto secondario, ma è l’aspetto primario per chi organizza rievocazioni storiche. È inaccettabile che gli avvenimenti legati allo Sbarco Alleato vengano strumentalizzati da chi ha fatto del revisionismo storico il suo obiettivo.
I valori della lotta antifascista in Italia e in Europa sono oggi a fondamento della nostra Repubblica. Raccontare la storia significa a nostro avviso far capire “perché” si celebra lo Sbarco Alleato, che significato aveva e che significato ha oggi raccontarlo. Significa far capire alle future generazioni “perché” i giovani di allora lottarono contro il nazifascismo.
Anche questa risposta la sappiamo: per consegnarci un futuro di pace e libertà. Ed il compito fondamentale per cui si organizzano rievocazioni, commemorazioni e celebrazioni è proprio per trasmettere e ancorare conoscenze e valori e per far sì che gli orrori del passato non si ripetano, mai più.
ANPI Provinciale di Roma – ANPI Sezione Anzio-Nettuno
ZINGARETTI: INACCETTABILE E GRAVE AFFIDARE A CAPPELLARI LA RIEVOCAZIONE DELLO SBARCO. LA REGIONE HA MANIFESTATO AL COMMISSARIO DI NETTUNO IL SUO DISAPPUNTO
“Quanto sta accadendo a Nettuno in occasione della rievocazione storica dello sbarco del 22 gennaio 1944 è grave e inaccettabile.” Afferma il governatore della Regione Lazio, Nicola Zingaretti.
“Grave, perché è il frutto di un’operazione di puro revisionismo, finalizzata come spesso accade in questi casi, a rovesciare la realtà di ciò che è stato per fare un uso strumentale e politico della storia. Ed è inaccettabile perché quest’operazione avviene nell’ambito di celebrazioni organizzate come ogni anno dalla collaborazione tra enti pubblici e privati.
Lo sbarco del 22 gennaio 1944 e le drammatiche battaglie che interessarono il territorio a sud di Roma tra il gennaio e il giugno di quell’anno rappresentarono il primo passo verso la liberazione della Capitale e del Lazio dall’occupazione nazi-fascista. Un’occupazione che generò lutti, morti, discriminazioni, deportazioni. Siamo quindi di fonte a una vera e propria offesa alla memoria delle migliaia di giovani americani che morirono per sconfiggere il nazifascismo, ai tantissimi civili uccisi o perseguitati durante l’occupazione tedesca, al ricordo dei tanti italiani che rischiando la propria vita scelsero di non aderire alla Repubblica sociale o di entrare nelle formazioni partigiane.
Oggi più che mai, di fronte al rinascere di nazionalismi e pulsioni separatiste e razziste, le istituzioni, a tutti i livelli, devono porre un argine a chi intende riscrivere la storia a proprio uso e consumo, al solo scopo di diffondere idee e valori contrari a quelli sanciti dalla nostra Costituzione. Nel momento in cui ci apprestiamo a celebrare l’ottantesimo anniversario dell’inizio della seconda guerra mondiale, dobbiamo tutti impegnarci per trasmettere, alle giovani generazioni ma non solo, la memoria e la consapevolezza di ciò che quegli avvenimenti rappresentarono. La pietà umana per tutti i caduti non può portare a confondere i ruoli di chi si schierò a fianco della tirannia e della barbarie con chi, in quella drammatica vicenda, scelse di impegnarsi per la libertà e la democrazia.
Per tali motivazioni la Regione Lazio ha formalmente manifestato il proprio disappunto al Commissario del Comune e chiesto delucidazioni sulle iniziative necessarie per superare tale disdicevole circostanza”.
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