Marino: lo sfogo di una cittadina su cultura, sociale e vita economica di un paese morente

Marino: lo sfogo di una cittadina su cultura, sociale e vita economica di un paese morente

20/01/2019 1 Di Redazione

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Anna Maria Pace, socia Punto a Capo Onlus, ci ha scritto uno sfogo su Marino in cui molti si riconosceranno.

Un breve spaccato della Marino che funziona e di quella che invece muore, delle iniziative premiate e delle tante che passano sotto l’indifferenza dell’Amministrazione, del commercio che langue e che inghiotte anche le poche eccellenze rimaste.

Uno sfogo che però termina con un augurio e un appello a resistere. Nonostante tutto.

Sta­mat­ti­na sono anda­ta alla pre­sen­ta­zio­ne di un pro­get­to mol­to impor­tan­te per tut­ti. Trat­ta di temi attua­li, di pro­ble­mi mol­to dif­fu­si nel­la nostra socie­tà. Il bul­li­smo, la disa­bi­li­tà, l’am­bien­te.

Una asso­cia­zio­ne ope­ran­te sul nostro ter­ri­to­rio, la Gno­sis, rac­co­glien­do corag­gio e gran­de ini­zia­ti­va sta aiu­tan­do del­le per­so­ne con disa­bi­li­tà men­ta­le a ritro­va­re digni­tà. Al suo fian­co sta tro­van­do tan­te per­so­ne che met­to­no a dispo­si­zio­ne del­la socie­tà le pro­prie abi­li­tà, i doni che han­no rice­vu­to dal­la natu­ra. E così è nato, ad esem­pio “Cap­puc­cet­to rot­to”.

L’au­to­re l’ha defi­ni­ta “una favo­la per i gran­di rac­con­ta­ta ai pic­co­li”. L’at­tua­le Ammi­ni­stra­zio­ne ha spo­sa­to que­sta ini­zia­ti­va, che è sta­ta pre­sen­ta­ta alla stam­pa loca­le pro­prio sta­mat­ti­na. Altri Comu­ni, e anche alcu­ne scuo­le del ter­ri­to­rio han­no ade­ri­to.

Sono sta­ta dav­ve­ro col­pi­ta dal­l’en­tu­sia­smo di tut­ti e dal­la sod­di­sfa­zio­ne che ho let­to negli occhi del­l’au­to­re, il Mae­stro Mario Alber­ti e di sua moglie Mar­ti­na che ha cre­du­to tan­to in que­sto pro­get­to e lo ha por­ta­to a cono­sce­re alle scuo­le e alle isti­tu­zio­ni. 

Que­ste ini­zia­ti­ve for­ni­sco­no la ripro­va di quan­to il nostro ter­ri­to­rio sia ric­co di gran­di per­so­ne. E di quan­to si potreb­be fare di più per ren­der­lo miglio­re e feli­ce.

Fac­cio par­te del­l’as­so­cia­zio­ne Pun­to a Capo da qual­che anno. Fati­co­sa­men­te la nostra ed altre asso­cia­zio­ni del ter­ri­to­rio stan­no por­tan­do avan­ti ini­zia­ti­ve cul­tu­ra­li e socia­li di gran­de valo­re e qua­li­tà. Ma pochi lo san­no.

Qual­che anno fa, si era riu­sci­ti a met­ter­ne insie­me un po’ e ci si sta­va costi­tuen­do con il nome di Vivi­Ma­ri­no.

Era­va­mo qua­si arri­va­ti al com­pi­men­to, quan­do si è inse­dia­ta la nuo­va Ammi­ni­stra­zio­ne, arri­va­ta al gover­no con una gran­de per­cen­tua­le di voti. Ave­va­mo tan­te spe­ran­ze in una defi­ni­zio­ne posi­ti­va del nostro lavo­ro a bene­fi­cio di tut­ta la comu­ni­tà.

Spe­ran­ze delu­se, disat­te­se e umi­lia­te. Il meto­do cri­ti­ca­to da que­sti nuo­vi inqui­li­ni di Palaz­zo Colon­na, è sta­to copia­to e addi­rit­tu­ra supe­ra­to da loro stes­si.

Que­sto pome­rig­gio final­men­te mia figlia ha deci­so di fare acqui­sti.

Testa alta, pet­to in fuo­ri, ci sia­mo reca­te ver­so il ten­ta­co­la­re cor­so di Mari­no. Una tri­stez­za immen­sa. Sia­mo entra­te in qual­che nego­zio in pun­ta di pie­di col timo­re di non tro­va­re ciò che cer­ca­va­mo e quin­di di delu­de­re le atte­se dei nego­zian­ti. E pur­trop­po è suc­ces­so. Ma ad un cer­to pun­to l’ho con­vin­ta a sali­re le sca­le di Nico­le. Da fuo­ri mi era sem­pre sem­bra­to un nego­zio di cose doz­zi­na­li, ma non è così. Si pos­so­no tro­va­re capi ben fat­ti e di gusto. A prez­zi ragio­ne­vo­li. Una bel­la sor­pre­sa!

Il pun­to è che la gen­te a Mari­no non pas­sa. Ne’i mari­ne­si e nean­che i non mari­ne­si.

Col­pa del­la cri­si, col­pa dei cen­tri com­mer­cia­li, ma anche del­le poli­ti­che sba­glia­te che mano a mano han­no lascia­to anda­re via l’o­spe­da­le, la Asl, le scuo­le e tut­te quel­le atti­vi­tà che por­ta­no la gen­te a per­cor­re­re le stra­de di un cen­tro.

Vi chie­de­re­te per­ché vi sto attac­can­do que­sto bot­to­ne.

È per­ché so che il mare è fat­to di goc­ce.

E che la coscien­za, il pen­sie­ro di ognu­no, il pas­sa­pa­ro­la, sia più poten­te di ogni con­giu­ra disfat­ti­sta.

E che una buo­na paro­la det­ta da tan­te per­so­ne pos­sa scri­ve­re una bel­la sto­ria a lie­to fine. Vi chie­do quin­di di riflet­te­re per favo­re su que­sto con­cet­to, che può diven­ta­re uni­ver­sa­le. Per­ché l’u­nio­ne fa la for­za e per­ché ogni indi­vi­duo ha biso­gno di tut­ti per poter vive­re meglio.

Anna Maria Pace

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