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La Città Metropolitana rimpalla alla Regione la questione rifiuti di Roma nelle aree della Provincia. Ma i Sindaci non ci stanno e nemmeno i 5 Stelle.
di Francesca Marrucci
Il Messaggero ieri ha riportato la notizia della “mappa presentata ieri dai tecnici della Città metropolitana. Le aree considerate «idonee per gli impianti di smaltimento dei rifiuti» interesserebbero quattro municipi romani più tre paesi dell’hinterland. Si tratta di una zona del distretto Tiburtino (IV) proprio al confine con Guidonia, di un’altra area tra il X Municipio (Ostia) e il IX Municipio (Laurentino), di una zona al confine tra l’XI Municipio e il Comune di Fiumicino. E ci sarebbe anche, da quanto filtra, un’area della circoscrizione dove abita Virginia Raggi, la XIV, estrema periferia Nord, vicino alla località Tragliatella. Altre zone ancora sono state trovate, lontano dai centri abitati, nei territori di Cerveteri, Riano e Ladispoli.” Inevitabili sono nate polemiche e preoccupazioni.
Si sono susseguiti numerosi comunicati da parte di Sindaci e partiti contrari allo sversamento dei rifiuti della Capita nella Provincia, piano che torna periodicamente nei periodi di crisi. La Città Metropolitana fa a scarica barile con la Regione, che ribadisce che non sono sue le competenze. La colpa non è di nessuno, ma la proposta c’è, insomma, un chiaro codice politichese per prendere decisioni impopolari senza prendersene la responsabilità.
Che, in seno alla Città Metropolitana di Virginia Raggi ci fosse scarsa considerazione per l’hinterland s’era capito da un pezzo, già dal fatto che la Sindaca non abbia ancora nominato un vice (precedentemente era il Sindaco Fucci di Pomezia in quota M5S, poi espulso) e curandosi poco lei stessa di questa parte di competenza territoriale.
L’ennesimo annuncio di considerare la Provincia come territorio-discarica per la crisi rifiuti romana ha preoccupato tutti, anche i militanti 5 Stelle dei territori interessati dalle aree di smaltimento individuate.
I 5 Stelle della Provincia sono preoccupati
I primi a pronunciarsi ieri, sono stati infatti proprio i militanti del M5S di Palestrina che hanno indetto subito una riunione con i loro consiglieri regionali.
“Allarme discarica a Carchitti!!
È stato presentato alla Regione un progetto per realizzare a Palestrina/Carchitti un grande complesso impiantistico per il trattamento di terre varie da 55.000 tonnellate annue, una discarica di servizio per rifiuti inerti da 350.000 mc. aperta anche a terzi e un impianto di recupero di materiali plastici da 30.000 tonnellate annue.
Tutto questo proprio nella Zona di Protezione della Risorsa Potabile “Pantano-Borghese-Finocchio-AcquaVergine-Torre Angela”.
Questo mega-impianto quali ricadute potrebbe avere sulla nostra salute e lo sviluppo del nostro territorio? Quanti Comuni si troverebbero a confrontarsi con la presenza di questa struttura e in quale modo? Perché la Regione non deve ritenere l’impianto e la discarica proposti a Carchitti compatibili con le attività delle realtà territoriali coinvolte?
Invitiamo tutti all’incontro pubblico che si terrà sabato 12 gennaio ore 16 presso Ristorante Petronzi ‑via IV Novembre n.11, Carchitti (Palestrina)- per informarci e valutare.
Interverranno:
Giancarlo Ceci, Presidente Comitato Alternativa Sostenibile
Marco Cacciatore, Consigliere M5s Regione Lazio, Presidente Commissione Rifiuti. Con la partecipazione di:
Andrea Saladino, consigliere M5S Palestrina; Antonio Pucci, consigliere M5S Rocca Priora; Comitato Cura e Salvaguardia del territorio Carchitti/Valvarino.
Movimento 5 Stelle Palestrina/ Carchitti”
La Città Metropolitana rimanda alla Regione Lazio
A seguire, l’Ufficio Comunicazione della Città Metropolitana, si è affrettato ad inviare una nota stampa per smentire il quotidiano romano.
“In merito ad alcune ricostruzioni giornalistiche si precisa che la Città metropolitana di Roma non ha indicato alcun sito per la realizzazione di discariche per i rifiuti nel territorio della Capitale o dell’area metropolitana. La mappa trasmessa lo scorso 22 dicembre alla Regione Lazio, con mero atto amministrativo previsto dalla legge, riporta le aree indicate dai Comuni della area metropolitana come idonee alla realizzazione di impianti la cui definizione spetta esclusivamente alla Regione Lazio. Sarà quindi quest’ultima, nell’ambito del nuovo Piano regionale di gestione dei rifiuti (l’ultimo risale al 2012), a individuare le tipologie di impianti di smaltimento da realizzare e la loro ubicazione.”
Fiumicino: levatevelo dalla testa!
Ma la precisazione non è stata recepita o comunque non è stata considerata rassicurante visto che subito sono partiti i comunicati dai Sindaci. Esterino Montino, Sindaco di Fiumicino, non ha usato mezzi termini per dichiarare la sua indisponibilità alla Città Metropolitana a diventare discarica di Roma.
“Levatevi dalla testa l’idea di portare una discarica territoriale nel nostro Comune. Ribadiamo in particolare ancora una volta – prosegue il sindaco Montino – che la zona di Pizzo del Prete non è area bianca, come erroneamente indicato dalla Città Metropolitana, e quindi in teoria idonea alla realizzazione di impianti di trattamento dei rifiuti. Già in passato avevamo richiesto la revisione di questa cartografia sbagliata, che ignora pareri, vincoli territoriali, archeologici, ambientali e idrogeologici, che di fatto escludono quest’area dalle cosiddette zone bianche.
Per di più – aggiunge – appare illogico e paradossale decidere di realizzare una discarica all’interno di un Comune che, tra grandi difficoltà, in pochi anni è riuscito a superare l’80% della raccolta differenziata su tutto il territorio, con selezione e riciclo dei rifiuti trattati. Per questo – conclude Montino – al sindaco Raggi e ai suoi tecnici dico: scordatevi di portare la discarica da noi, per risolvere i problemi della Capitale. Noi ci batteremo e saremo sempre al fianco dei nostri cittadini perché questo non avvenga”.
Ladispoli: non è colpa nostra se Roma non riesce a risolvere il problema rifiuti
Non di meno ha fatto il Sindaco di Ladispoli, Alessandro Grando.
“Se il sindaco Virginia Raggi pensa di risolvere il problema dello smaltimento dei rifiuti, trasformando il territorio di Ladispoli in una discarica di Roma, può anche rinchiudere nei cassetti del Campidoglio la mappa delle aree dei siti dove aprire una discarica. Siamo pronti a scendere in piazza insieme a tutti i cittadini contro una decisione scellerata che porrebbe a rischio la salute pubblica, pregiudicherebbe per decenni l’ecosistema del litorale, con effetti devastanti anche sull’economia turistica.
Non è colpa dei cittadini di Ladispoli – prosegue Grando – se da sei anni il Comune di Roma non riesce a risolvere il problema dello smaltimento dell’immondizia dopo la chiusura della discarica di Malagrotta. Da tempo assistiamo al palleggio di responsabilità tra Regione Lazio e Città metropolitana, è ora che il Governatore Zingaretti ed il sindaco Raggi si assumano le responsabilità delle proprie scelte e spieghino alla gente perché Regione e Campidoglio non hanno mai attuato un vero programma di riduzione dei rifiuti, con l’introduzione della raccolta differenziata. Come effettuano da anni comuni virtuosi come Ladispoli che hanno abbattuto la quantità di spazzatura conferita nelle discariche.
Ci stiamo muovendo attraverso tutti i canali istituzionali, chiediamo di partecipare all’incontro che dovrebbe vedere la presentazione ufficiale alla Regione Lazio della mappa dei siti individuati dalla Città Metropolitana. E’ in ballo il futuro del nostro territorio, non permetteremo passivamente a nessuno di calpestare la salute della gente con la riproposizione di un progetto assurdo ed irrispettoso per l’ambiente.”
Ascani: il centrosinistra di Palazzo Valentini all’oscuro di tutto!
Si fa sentire anche il capogruppo del centrosinistra a Palazzo Valentini, Federico Ascani, che, tra l’altro, spiega come i consiglieri provinciali fossero all’oscuro della decisione presa dalla Raggi.
“All’insaputa di tutti. Leggo questa mattina dai giornali che la Città Metropolitana avrebbe consegnato al tavolo ministeriale, istituito per la crisi dei rifiuti di Roma, possibili siti da utilizzare come discariche provvisorie. Noi non staremo certo a guardare.
Non funziona così. Siamo pronti alla mobilitazione!
La Raggi fa fare il lavoro sporco ai tecnici, non si assume come suo solito alcuna responsabilità, e scarica sui territori il problema dell’immondizia.
Avevamo chiesto di portare il documento in aula e discuterne democraticamente. Attiveremo tutte le nostre energie per far sì che il dramma dei rifiuti romani non diventi una guerra tra i cittadini e tra i territori.”
Maugliani, Pd: siamo pronti ad una mobilitazione straordinaria!
Anche Rocco Maugliani, Segretario del Pd provinciale attacca la Raggi su questa decisione.
“Finalmente è caduta la maschera: dopo due anni e mezzo di nulla sulle politiche dei rifiuti, le indicazioni dei tecnici della Città metropolitana sui sette siti scelti per la discarica di Roma smascherano le bugie ripetute fino alla noia dalla sindaca Raggi. Dopo il rogo del Tmb Salario, le immagini dei cinghiali che rovistano tra la spazzatura e i cumuli di immondizia davanti alle case, agli ospedali e alle scuole, che hanno provocato la dura presa di posizione di presidi e associazioni di medici – spiega – i grillini cercano di correre ai ripari, rimangiandosi le promesse fatte in campagna elettorale (che novità!) e provando a riversare i rifiuti di Roma sulla provincia. Ma su questo – conclude Maugliani – la sindaca è avvisata, siamo pronti a una mobilitazione straordinaria”.
Borelli (Pd): la Raggi svuota la Città Metropolitana di competenze e pagano i Comuni
Massimiliano Borelli (PD), Consigliere Provinciale, questa mattina posa con una distesa di rifiuiti e commenta: “E così, come ampiamente previsto, i rifiuti romani migreranno in Provincia. Il Sindaco Raggi, oltre alle belle parole è riuscita solo a peggiorare la situazione di Roma, ed il rogo del TMB Salario ha dato solo il colpo di grazia.
Le migliaia di tonnellate di indifferenziata raccolte ogni giorno nella Capitale non possono certo teletrasportarsi nei siti in Austria o al nord. Ma questa basilare ovvietà non è nel contemplata nel codice grillino, che prevede solo lo scaricare su altri le responsabilità politiche dei propri fallimenti.
Adesso tocca ai tecnici della Città Metropolitana indicare i siti dove stipare l’immondizia in attesa che parta per altri lidi. Avevano promesso un dibattito in Consiglio Metropolitano, dove provare a fare sintesi e noi eravamo pronti anche a fare la nostra parte. Invece la Raggi, di ritorno dalle vacanze natalizie, con Roma apparsa al mondo come una splendida pattumiera, ha girato la patata bollente alla Regione, e soprattutto ai cittadini che sono già in assetto di guerra, tutti contro tutti pur di non avere la discarica sotto casa. E
d ancora una volta la Raggi svuota le competenze della Città metropolitana, di cui sarebbe Sindaco a sua insaputa, e non rispetta quanto deliberato con una mozione condivisa anche dai suoi consiglieri. Il rischio: che noi comuni fuori Gra dovremo sopportare lo smaltimento dei rifiuti di Roma.”
Manunta (M5S): non si può far ricadere l’emergenza sulla Provincia.
Anche il consigliere delegato all’Ambiente dell’Area Metropolitana, Matteo Manunta, si dichiara contrario alla soluzione paventata.
“L’emergenza va affrontata ma non può esser fatta ricadere sui Comuni della Provincia che non possono pagare anni di mancata programmazione su un tema fondamentale per la nostra Regione. La mappa portata all’attenzione della Regione Lazio, come più volte detto, è un atto di ricognizione meramente tecnico. Non spetta alla Città metropolitana stabilire in quali siti sorgeranno eventuali nuovi impianti, ma riporta le aree idonee alla realizzazione di questi ultimi.
Va sottolineato il fatto che sulle aree di Cerveteri e Fiumicino è in corso un lavoro di analisi a seguito delle osservazioni presentate dai Comuni che riportano vincoli puntiformi istituiti con decreti del MIBACT. Personalmente, come detto negli ultimi due anni in qualsiasi consesso, ritengo vada rispettato il più possibile il principio di prossimità e quindi anche Roma Capitale deve pianificare il proprio futuro contemplando impianti che ricadano interamente nel proprio territorio e spingendo al massimo la differenziata.
L’emergenza va affrontata ma non può esser fatta ricadere sui Comuni della Provincia che non possono pagare anni di mancata programmazione su un tema fondamentale per la nostra Regione.”
La Regione ricorda le competenze
Da parte sua, la Regione Lazio, invia un Comunicato che specifica solamente le competenze, giusto per ribadire appunto che non vuole rimanere con il classico ‘cerino in mano’.
“Nel corso della riunione di ieri al Ministero dell’Ambiente, la Regione ha finalmente acquisito dopo molte e ripetute richieste le due nuove cartografie elaborate dalla Città metropolitana di Roma, a cui spetta come stabilisce l’art. 197 del DLgs 152/2006 al comma 1 lettera d, “l’individuazione, sulla base delle previsioni del piano territoriale di coordinamento di cui all’art. 20, comma 2, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, ove già adottato, e delle previsioni di cui all’art. 199, comma 3, lettere d) e h), nonché sentiti l’Autorità d’ambito ed i Comuni, delle zone idonee alla localizzazione degli impianti di smaltimento dei rifiuti, nonché delle zone non idonee alla localizzazione di impianti di recupero e di smaltimento dei rifiuti”.
Ai sensi della stessa legge compete alle Regioni: “la definizione di criteri per l’individuazione, da parte delle province, delle aree non idonee alla localizzazione degli impianti di smaltimento e di recupero dei rifiuti, nel rispetto dei criteri generali indicati nell’articolo 195, comma 1, lettera p); o) la definizione dei criteri per l’individuazione dei luoghi o impianti idonei allo smaltimento e la determinazione, nel rispetto delle norme tecniche di cui all’articolo 195, comma 2, lettera a), di disposizioni speciali per rifiuti di tipo particolare”.
Da parte sua, la Regione ha inoltre il compito di redigere il Piano rifiuti, promuovendo politiche attive per ridurre la produzione dei rifiuti, aumentare la raccolta differenziata e stimare il fabbisogno impiantistico dei singoli ambiti provinciali. La localizzazione degli impianti, tra le aree ritenute idonee dalla Città metropolitana di Roma e dalle altre province del Lazio, e’ invece una competenza degli enti locali, frutto del lavoro e delle scelte delle varie amministrazioni. Queste sono attribuzioni previste dalla legge e non sono suscettibili di interpretazioni di parte”.
Toppe e patate bollenti
La situazione appare ancora poco chiara ed il rimpallo di responsabilità non aiuta. È certo però che questo piano di continua emergenza non risolverà la situazione né a breve né a medio-lungo termine. È vero anche che i picchi di allarme di questi giorni non hanno precedenti, come testimonia anche la dichiarazione dell’Ordine dei Medici e la rivolta dei presidi delle scuole romane e le dichiarazione del leader di Unindustria, Filippo Tortoriello.
In un balletto di polemiche e rimpalli e in vista delle prossime elezioni in primavera, però, l’unica cosa che appare chiara e che anche stavolta si ricorrerà ad una ‘toppa’ che sistemerà le cose per qualche mese, o forse per qualche anno, lasciando poi la ‘patata bollente’ a chi verrà dopo, proprio come è successo finora. Anche in questo caso il cambiamento non ha cambiato niente.
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Ho iniziato a 16 anni a scrivere sui giornali locali, per poi crearne uno, Punto a Capo, passando poi ai quotidiani e infine all’online.
Oggi, oltre a dirigere Punto a Capo Online e Punto a Capo Sport, collaboro con altri quotidiani online e dirigo l’Ufficio Stampa di Punto a Capo.
Inoltre, sono traduttrice, insegnante e Presidente della Onlus che pubblica il giornale. Faccio tante cose, probabilmente troppe, adoro scrivere, leggere e viaggiare e ho bisogno sempre di nuovi stimoli, di iniziare nuove avventure e creare nuovi progetti.