Aironi avvistati nel Parco dei Castelli Romani

Aironi avvistati nel Parco dei Castelli Romani

11/12/2018 0 Di Redazione

Que­sto arti­co­lo è sta­to let­to 2999 vol­te!

Nei gior­ni scor­si, sono sta­ti avvi­sta­ti nel­la zona umi­da dei pan­ta­ni del­la Doga­nel­la degli Airo­ni. Un Airo­ne cene­ri­no (Ardea cine­rea) e un Airo­ne guar­da­buoi (Bubul­cus ibis).

L’Airone cene­ri­no è pre­sen­te soprat­tut­to nel nord Ita­lia, spe­cie par­zial­men­te seden­ta­ria e nidi­fi­can­te, pre­di­li­ge le pia­nu­re ma può vive­re anche a 2000 metri sul livel­lo del mare. Ama le zone umi­de d’acqua dol­ce, si distin­gue dagli altri per il suo volo mae­sto­so dovu­to a un’apertura ala­re mol­to ampia, che può rag­giun­ge­re 170 cm. Deve il suo nome alla livrea gri­gio cene­re, gli adul­ti pre­sen­ta­no piu­me nere sul col­lo e un ciuf­fo più scu­ro sul­la nuca piut­to­sto evi­den­te, zam­pe e bec­co sono di colo­re gial­lo e quan­do spic­ca il volo il suo col­lo si ripie­ga assu­men­do la for­ma a “esse”. L’alimentazione del­la spe­cie inclu­de pesci, rane, giri­ni, bisce d’acqua, inver­te­bra­ti e pic­co­li mam­mi­fe­ri, che l’Airone cene­ri­no tra­fig­ge facil­men­te gra­zie al robu­sto bec­co.

L’Airone guar­da­buoi, dal piu­mag­gio can­di­do zam­pe gri­gie e bec­co gial­lo, si spo­sta soli­ta­men­te in grup­po ed è faci­le avvi­star­lo in ambien­ti umi­di dove pasco­la­no man­drie, come quel­lo del­la Doga­nel­la, ma anche nei pres­si di cam­pi ara­ti e semi­na­ti, il suo obiet­ti­vo sono i bovi­ni dai cui paras­si­ti trae nutri­men­to. È un uccel­lo di taglia media di colo­re bian­co duran­te la sta­gio­ne inver­na­le, anche se gli esem­pla­ri adul­ti sfog­gia­no una livrea più colo­ra­ta con piu­me aran­cio­ni sul ver­ti­ce, sul­la nuca e sul dor­so nel­la fase di ripro­du­zio­ne. Si nutre di pesci, anfi­bi e inver­te­bra­ti acqua­ti­ci e di ter­ra, non­ché di pic­co­li rodi­to­ri (arvi­co­le). Come tut­ti gli airo­ni vola tenen­do il col­lo pie­ga­to a “esse”, può capi­ta­re anche di veder­lo appol­la­ia­to sopra i bovi­ni stes­si. Que­sta spe­cie, nutren­do­si di pic­co­li paras­si­ti por­ta mol­ti bene­fi­ci ai rumi­nan­ti, in cam­bio di nutri­men­to infat­ti, gli airo­ni segna­la­no situa­zio­ni di peri­co­lo.

La zona umi­da del­la Doga­nel­la dove sono sta­ti visti i due esem­pla­ri, rap­pre­sen­ta uno dei luo­ghi pre­fe­ri­ti dal­le spe­cie migra­to­rie che attra­ver­sa­no il nostro Pae­se e insie­me al vici­no bosco del Cer­quo­ne, fan­no par­te del­la “Rete Natu­ra 2000”, che com­pren­de zone spe­cia­li di con­ser­va­zio­ne desi­gna­te dall’UE, anche per quan­to riguar­da la diret­ti­va Uccel­li (diret­ti­va 2009/147/CE). Que­ste aree sono veri e pro­pri ser­ba­toi di bio­di­ver­si­tà da tute­la­re, in quan­to rap­pre­sen­ta­no habi­tat fon­da­men­ta­li per la con­ser­va­zio­ne di pian­te e ani­ma­li.

Related Images: