HIV/AIDS. Una minaccia globale per le nuove generazioni

HIV/AIDS. Una minaccia globale per le nuove generazioni

01/12/2018 0 Di Redazione

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UNICEF: GIORNATA INTERNAZIONALE CONTRO L’AIDS

 Secon­do un nuo­vo rap­por­to dell’UNICEF lan­cia­to oggi, cir­ca 360.000 ado­le­scen­ti mori­ran­no per malat­tie col­le­ga­te all’AIDS tra il 2018 e il 2030. Que­sto signi­fi­ca che 76 ado­le­scen­ti mori­ran­no ogni gior­no se non ver­ran­no rea­liz­za­ti ulte­rio­ri inve­sti­men­ti nei pro­gram­mi di pre­ven­zio­ne, dia­gno­si e cura dell’HIV.
Il rap­por­to “Chil­dren, HIV and AIDS: The world in 2030” (Bam­bi­ni, HIV e AIDS: il mon­do nel 2030), mostra che sul­la base di pre­vi­sio­ni sul­la popo­la­zio­ne e secon­do i trend attua­li, il nume­ro di nuo­ve con­ta­gi da HIV tra bam­bi­ni e gio­va­ni tra 0 e i 19 anni nel 2030 rag­giun­ge­rà i 270.000 cir­ca, con un calo di un ter­zo rispet­to alle sti­me attua­li. Il rap­por­to mostra inol­tre che il nume­ro di bam­bi­ni e ado­le­scen­ti che muo­io­no per cau­se col­le­ga­te all’AIDS si ridur­rà dai 119.000 attua­li a 56.000 nel 2030.
Tut­ta­via, que­sto decli­no è trop­po len­to, in par­ti­co­la­re tra gli ado­le­scen­ti. Secon­do l’UNICEF, sono qua­si 700 ogni gior­no i nuo­vi con­ta­gi da HIV tra gli ado­le­scen­ti tra i 10 e i 19 anni – uno ogni due minu­ti. Secon­do il rap­por­to, entro il 2030, il nume­ro di nuo­vi con­ta­gi da HIV tra i bam­bi­ni nei pri­mi die­ci anni di vita sarà dimez­za­to, men­tre tra gli ado­le­scen­ti di età com­pre­sa tra i 10 e i 19 anni dimi­nui­rà solo del 29%.
Si pre­ve­de che le mor­ti col­le­ga­te all’AIDS dimi­nui­ran­no del 57% tra i bam­bi­ni sot­to i 14 anni, rispet­to al 35% tra gli ado­le­scen­ti tra i 15 e i 19 anni. 
“Il rap­por­to mostra chia­ra­men­te, sen­za dub­bi, che il mon­do non è sul­la stra­da giu­sta quan­do si trat­ta di por­re fine all’AIDS tra i bam­bi­ni e gli ado­le­scen­ti entro il 2030”, ha dichia­ra­to Hen­riet­ta Fore, Diret­to­re gene­ra­le UNICEF. “I pro­gram­mi per pre­ve­ni­re la tra­smis­sio­ne dell’HIV mater­no infan­ti­le stan­no dan­do i loro frut­ti, ma non è anco­ra abba­stan­za, men­tre i pro­gram­mi per cura­re il virus e pre­ve­nir­ne la dif­fu­sio­ne tra i ragaz­zi più gran­di non si sono avvi­ci­na­ti al pun­to in cui si dovreb­be­ro tro­va­re.”
Altri dati del rap­por­to: 
Cir­ca 1,9 milio­ni di bam­bi­ni e ado­le­scen­ti, vivran­no con l’HIV nel 2030, la mag­gior par­te in Afri­ca Orien­ta­le e Meri­dio­na­le (1,1 milio­ni), a segui­re Afri­ca Cen­tra­le e Occi­den­ta­le (571.000) e Ame­ri­ca Lati­na e Carai­bi (84.000).
Allo sta­to attua­le, dei 3 milio­ni di bam­bi­ni e ado­le­scen­ti che vivo­no con l’HIV nel mon­do, più del­la metà si tro­va­no in Afri­ca Orien­ta­le e Meri­dio­na­le. 
La dimi­nu­zio­ne del nume­ro di gio­va­ni tra 0 e 19 anni che vivo­no con l’HIV tra il 2018 e il 2030 varie­rà da regio­ne a regio­ne, con il decli­no mag­gio­re in Asia Meri­dio­na­le (cir­ca il 50%) e in Afri­ca Orien­ta­le e Meri­dio­na­le (40%). Al con­tra­rio, que­sto calo sarà solo del 24% in Afri­ca Cen­tra­le e Occi­den­ta­le, la regio­ne con il secon­do tas­so più alto.
Mol­ti bam­bi­ni e ado­le­scen­ti non san­no se han­no con­trat­to l’HIV e tra colo­ro che sono sta­ti tro­va­ti posi­ti­vi al virus e sot­to­po­sti a tera­pia, pochis­si­mi la por­ta­no avan­ti nel modo appro­pria­to. 
Per rispon­de­re a que­ste per­si­sten­ti man­can­ze, il rap­por­to rac­co­man­da un serie di approc­ci, sup­por­ta­ti dall’UNICEF che com­pren­do­no: test incen­tra­ti sul­la fami­glia che aiu­ta­no a inden­ti­fi­ca­re e cura­re i bam­bi­ni con l’HIV che non han­no rice­vu­to anco­ra dia­gno­si; mag­gio­re dif­fu­sio­ne di tec­no­lo­gie per la dia­gno­si nei cen­tri per le cure per miglio­ra­re la dia­gno­si pre­co­ce tra i neo­na­ti; mag­gio­re uso di piat­ta­for­me digi­ta­li per dif­fon­de­re infor­ma­zio­ni sull’HIV tra gli ado­le­scen­ti; ser­vi­zi a misu­ra di ado­le­scen­te e azio­ni comu­ni foca­liz­za­te sugli ado­le­scen­ti.
“Non pos­sia­mo vin­ce­re que­sta lot­ta con­tro l’HIV se non acce­le­ria­mo i pro­gres­si nel pre­ve­ni­re la tra­smis­sio­ne del virus alle pros­si­me gene­ra­zio­ni”, ha dichia­ra­to Fore. “Dob­bia­mo man­te­ne­re il sen­so d’urgenza per soste­ne­re i tra­guar­di rag­giun­ti negli anni pre­ce­den­ti – per i ragaz­zi e le ragaz­ze. E per far­lo dob­bia­mo tro­va­re modi inno­va­ti­vi e pre­ven­ti­vi per rag­giun­ge­re i gio­va­ni più a rischio e più vul­ne­ra­bi­li.” 

 Per poten­zia­re gli inter­ven­ti ed otte­ne­re risul­ta­ti anco­ra più impor­tan­ti, l’U­NI­CEF, assie­me a UNAIDS e altre impor­tan­ti orga­niz­za­zio­ni che lavo­ra­no con­tro la dif­fu­sio­ne dell’HIV/AIDS e a soste­gno del­le per­so­ne con­ta­gia­te dal virus, ha lan­cia­to una Cam­pa­gna Glo­ba­le  con l’o­biet­ti­vo di ridur­re il deva­stan­te impat­to del virus su bam­bi­ni e fami­glie par­ti­co­lar­men­te nei Pae­si in via di svi­lup­po

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