La Asl RM5 vince un bando europeo per i richiedenti asilo

La Asl RM5 vince un bando europeo per i richiedenti asilo

11/10/2018 0 Di Redazione

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La Asl Roma 5 vin­ce un ban­do del­la Comu­ni­tà euro­pea arri­van­do set­ti­ma in tut­ta Ita­lia con il suo pro­get­to per Richie­den­ti asi­lo e Tito­la­ri di protezione(RTPI)
Nasce anche il pri­mo Docu­men­to sani­ta­rio Infor­ma­tiz­za­to Per­so­na­le 
 
Tivo­li - Si chia­ma G‑START ed è rivol­to alle per­so­ne Richie­den­ti asi­lo e Tito­la­ri di protezione(RTPI) costret­te a fug­gi­re dal loro pae­se, vit­ti­me di vio­len­za fisi­ca e psi­co­lo­gi­ca. Gra­zie a G‑Start nasce anche il pri­mo docu­men­to sani­ta­rio indi­vi­dua­le. Il pro­get­to, pre­sen­ta­to come capo­fi­la dal­la ASL Roma 5 in par­te­na­ria­to con Isti­tu­to Supe­rio­re di Sani­tà e Orga­niz­za­zio­ne Inter­na­zio­na­le del­le Migra­zio­ni, è arri­va­to SETTIMO in tut­ta Ita­lia ed è sta­to finan­zia­to per un impor­to di qua­si 600mila euro del Ban­do FAMI “Fon­do Asi­lo, Migra­zio­ne e Inte­gra­zio­ne 2014–2020”. Dà vita ad un siste­ma inte­gra­to (una gover­nan­ce) col­man­do la gra­ve lacu­na del­la man­can­za fino­ra regi­stra­ta di un siste­ma strut­tu­ra­to che va a coin­vol­ge­re diret­ta­men­te tut­ti i grup­pi di inte­res­se con l’obiettivo di avvi­ci­nar­si il più pos­si­bi­le ai biso­gni di que­ste per­so­ne e degli ope­ra­to­ri socio-sani­ta­ri. Diver­si i ser­vi­zi ASL coin­vol­ti: distret­ti, ser­vi­zi di igie­ne men­ta­le, dipar­ti­men­to di pre­ven­zio­ne, dipar­ti­men­to mater­no-infan­ti­le, pre­si­di ospe­da­lie­ri.
G‑Start sta per Gover­nan­ce, Salu­te, Ter­ri­to­rio, Acco­glien­za per Richie­den­ti asi­lo e Tito­la­ri di pro­te­zio­ne: spe­ri­men­ta­zio­ne di un model­lo.
Le dif­fi­ci­li con­di­zio­ni del per­cor­so migra­to­rio han­no sem­pre mag­gio­re inci­den­za sull’insorgenza di vul­ne­ra­bi­li­tà nel­la popo­la­zio­ne migran­te e si som­ma­no agli effet­ti del­le per­se­cu­zio­ni, del­le vio­len­ze e del­le situa­zio­ni di pre­ca­rie­tà da cui spes­so gli RTPI fug­go­no. Di fron­te a una popo­la­zio­ne gio­va­ne e ten­den­zial­men­te sana, gli effet­ti dati dal tran­si­to attra­ver­so le rot­te, dal pas­sag­gio e a vol­te dal­la deten­zio­ne in Libia e dal­la tra­ver­sa­ta del Medi­ter­ra­neo, pos­so­no far insor­ge­re distur­bi post-trau­ma­ti­ci e vul­ne­ra­bi­li­tà psi­co-socia­li, situa­zio­ni che in alcu­ni casi pos­so­no esse­re aggra­va­te in Ita­lia dal­la situa­zio­ne di incer­tez­za sul pro­prio sta­tus e dal­le con­di­zio­ni rela­ti­ve all’accoglienza. La rela­zio­ne sul­la tute­la del­la salu­te dei migran­ti e del­la popo­la­zio­ne resi­den­te del 18 novem­bre 2017, a cura del­la Com­mis­sio­ne par­la­men­ta­re di inchie­sta sul siste­ma di acco­glien­za, sot­to­li­nea pro­prio la neces­si­tà di inter­ve­ni­re pre­ven­ti­va­men­te e tem­pe­sti­va­men­te sul­le vul­ne­ra­bi­li­tà.
FINALITÀ
La fina­li­tà gene­ra­le del­la pro­po­sta è garan­ti­re la tute­la del­la salu­te e pro­muo­ve­re per­cor­si di pre­ven­zio­ne per i Richie­den­ti asi­lo e Tito­la­ri di Pro­te­zio­ne Inter­na­zio­na­le (RTPI), con par­ti­co­la­re atten­zio­ne ai casi di vul­ne­ra­bi­li­tà psi­co-socia­le, miglio­ran­do acces­so, qua­li­tà, effi­ca­cia e con­ti­nui­tà del­l’as­si­sten­za socio-sani­ta­ria degli stes­si, e pro­muo­ven­do il ruo­lo atti­vo dei RTPI nel­l’ac­ces­so appro­pria­to e con­sa­pe­vo­le ai ser­vi­zi.
A tale sco­po, G‑start ela­bo­ra un model­lo spe­ri­men­ta­le svi­lup­pa­to dal­l’A­zien­da Sani­ta­ria Loca­le Roma 5 con l’intento di met­ter­lo a dispo­si­zio­ne del­la altre ASL del Lazio e del­le altre regio­ni.  L’impatto è atte­so tan­to sul­la gestio­ne dei ser­vi­zi sani­ta­ri quan­to sui sin­go­li ope­ra­to­ri socio-sani­ta­ri e dell’accoglienza, non­ché sugli stes­si RTPI, inne­scan­do mec­ca­ni­smi con com­po­nen­te di soste­ni­bi­li­tà che favo­ri­sca­no l’esercizio effet­ti­vo del dirit­to alla salu­te.
Nel­lo spe­ci­fi­co, il pro­get­to ela­bo­ra un model­lo spe­ri­men­ta­le per l’attuazione del­la Gover­nan­ce Ter­ri­to­ria­le attra­ver­so l’attivazione di stru­men­ti di coor­di­na­men­to:
  • Tavo­lo Salu­te e Acco­glien­za (TASAC)
  •  Comu­ni­tà di Pra­ti­ca (CdP) web-based
  •  Isti­tu­zio­ne di ser­vi­zi di identificazione/presa in cari­co del­le vul­ne­ra­bi­li­tà psi­co-socia­li
  •  Definizione/adozione stan­dard assi­sten­zia­li e pro­to­col­li
  •  Acces­so faci­li­ta­to degli RTPI ai ser­vi­zi di pre­ven­zio­ne ASL
  •  For­ma­zio­ne del per­so­na­le sani­ta­rio e degli ope­ra­to­ri dell’accoglienza
  •  Ado­zio­ne di stru­men­ti di audit e valu­ta­zio­ne dell’efficacia dei ser­vi­zi
  •  Uti­liz­zo di un siste­ma infor­ma­tiz­za­to di rac­col­ta dati a garan­zia del­la con­ti­nui­tà assi­sten­zia­le
 
UN PO’ DI DATI
Secon­do i dati del Mini­ste­ro dell’Interno, nel 2016 i migran­ti sbar­ca­ti sono sta­ti 181.436, nel 2017 119.369 e al 31 mar­zo del 2018 si regi­stra una dimi­nu­zio­ne degli arri­vi via mare del 76,57% rispet­to allo stes­so perio­do dell’anno pre­ce­den­te.
 
I dati aggior­na­ti al 1 otto­bre 2018 sono rias­sun­ti in tabel­la
tabella dati aggiornati 1 ottobre.jpg
 
 
Nono­stan­te tale dimi­nu­zio­ne, la signi­fi­ca­ti­va pre­sen­za sul ter­ri­to­rio di Richie­den­ti e Tito­la­ri di Pro­te­zio­ne Inter­na­zio­na­le (RTPI) pone in evi­den­za la neces­si­tà di strut­tu­ra­re inter­ven­ti coor­di­na­ti e pro­gram­ma­ti­ci che garan­ti­sca­no la tute­la socio-sani­ta­ria e favo­ri­sca­no per­cor­si di inclu­sio­ne. Come ter­za regio­ne in Ita­lia, il Lazio ospi­ta in acco­glien­za 14.893 migran­ti, ovve­ro il 9% del tota­le, di cui 4.467 sono accol­ti nell’ambito del pro­get­to SPRAR.
Nei 70 Comu­ni dell’area dell’Asl Roma 5, i resi­den­ti di ori­gi­ne stra­nie­ra sono 61.249, ovve­ro il 12,2% del tota­le e que­sto dato ha subi­to un incre­men­to del 37% negli ulti­mi 5 anni. Nel­lo stes­so ter­ri­to­rio si regi­stra la pre­sen­za di 13 strut­tu­re di acco­glien­za, che ospi­ta­no più di 600 richie­den­ti pro­te­zio­ne inter­na­zio­na­le. Rispet­to alle atti­vi­tà di assi­sten­za, cura, pre­ven­zio­ne e pro­mo­zio­ne del­la salu­te rivol­te agli/alle RTPI, esi­sto­no in par­ti­co­la­re alcu­ne cri­ti­ci­tà.
 
I dati dispo­ni­bi­li sot­to­li­nea­no la neces­si­tà di inter­ve­ni­re in modo da ren­de­re più effi­ca­ce l’accesso ai ser­vi­zi pri­ma­ri da par­te del­la popo­la­zio­ne stra­nie­ra, attra­ver­so azio­ni com­bi­na­te. In par­ti­co­la­re, risul­ta neces­sa­rio inter­ve­ni­re sul­la flui­di­tà dei mec­ca­ni­smi di gover­nan­ce ter­ri­to­ria­le, pro­muo­ven­do un’offerta com­ple­ta e cul­tu­ral­men­te appro­pria­ta di ser­vi­zi socio-sani­ta­ri, anche nel­le strut­tu­re di acco­glien­za. Paral­le­la­men­te, la for­ma­zio­ne del per­so­na­le sani­ta­rio a un approc­cio di tipo trans­cul­tu­ra­le, uti­liz­zan­do il sup­por­to di media­to­ri lin­gui­sti­co-cul­tu­ra­li, e degli ope­ra­to­ri del­le strut­tu­re di acco­glien­za all’identificazione tem­pe­sti­va del­le vul­ne­ra­bi­li­tà con­sen­ti­reb­be mag­gio­re flui­di­tà nel­la comu­ni­ca­zio­ne, tem­pe­sti­vi­tà dell’eventuale pre­sa in cari­co del­le vul­ne­ra­bi­li­tà e strut­tu­ra­zio­ne del fol­low-up, se neces­sa­rio.
Infi­ne, l’attivazione di pro­ces­si di empo­wer­ment degli stes­si RTPI, in modo che acqui­si­sca­no mag­gio­ri cono­scen­ze e con­sa­pe­vo­lez­za su a tema­ti­che di salu­te e fami­lia­riz­zi­no con i ser­vi­zi offer­ti dal SSN, con­sen­ti­reb­be di valo­riz­za­re un enor­me poten­zia­le di pre­ven­zio­ne e cura tra pari che attual­men­te resta spes­so non uti­liz­za­to. L’attivazione di tali pro­ces­si con­sen­ti­reb­be di supe­ra­re mol­te del­le bar­rie­re che attual­men­te osta­co­la­no il pie­no acces­so dei/delle RTPI ai ser­vi­zi socio-sani­ta­ri.
LA PREVENZIONE
Il pro­get­to pre­ve­de di esten­de­re ai RTPI pre­sen­ti sul ter­ri­to­rio del­la ASL le atti­vi­tà del Pia­no di Pre­ven­zio­ne 2014–2018 che, fra i suoi prin­ci­pi, pre­ve­de il rag­giun­gi­men­to di grup­pi di popo­la­zio­ne svan­tag­gia­ti, in par­ti­co­la­re per la pre­ven­zio­ne e la pro­mo­zio­ne del­la salu­te per le malat­tie cro­ni­che non tra­smis­si­bi­li, gli inci­den­ti dome­sti­ci, la salu­te men­ta­le e le malat­tie infet­ti­ve.
UN DOCUMENTO SANITARIO INDIVIDUALE DA PORTARE SEMPRE CON SÉ
Al fine di otti­miz­za­re que­sto com­ples­so appa­ra­to di acco­glien­za dei RTPI, il pro­get­to uti­liz­ze­rà un siste­ma per garan­ti­re la con­ti­nui­tà nell’assistenza e nel­la pre­ven­zio­ne. Ogni RTPI dispor­rà di un docu­men­to infor­ma­tiz­za­to per­so­na­le (DIP — pen­dri­ve) con dati crip­ta­ti ma acces­si­bi­li, pre­via auto­riz­za­zio­ne, agli ope­ra­to­ri sani­ta­ri sul­lo sta­to di salu­te e malat­tia dei RTPI, su pra­ti­che di pre­ven­zio­ne (esem­pio vac­ci­ni), su inter­ven­ti dia­gno­sti­ci e tera­peu­ti­ci. Il DIP accom­pa­gne­rà il RTPI nei suoi spo­sta­men­ti e faci­li­te­rà la con­ti­nui­tà del­le cure e dell’accoglienza, in gene­ra­le, in altre real­tà ter­ri­to­ria­li, regio­na­li o nazio­na­li.
IL COINVOLGIMENTO DELLA POPOLAZIONE – LA CITIZEN CONSULTATION
Nei Comu­ni con una pre­sen­za con­si­sten­te di RTPI sarà rea­liz­za­ta una citi­zen con­sul­ta­tion in quan­to l’ac­co­glien­za dei RTPI deve gio­var­si del­la com­po­nen­te socia­le rap­pre­sen­ta­ta dai cit­ta­di­ni dei comu­ni che li ospi­ta­no. Si rac­co­glie­ran­no le opi­nio­ni di grup­pi-cam­pio­ne di popo­la­zio­ne sul feno­me­no migra­to­rio, sugli orien­ta­men­ti e rac­co­man­da­zio­ni per l’ac­co­glien­za ai RTPI. Infi­ne, vista la neces­si­tà di con­di­vi­de­re le cono­scen­ze e gli stru­men­ti pro­dot­ti duran­te i due anni di atti­vi­tà del pro­get­to, si orga­niz­ze­rà un momen­to di con­di­vi­sio­ne fina­le (bro­ke­ra­ge event) di respi­ro regio­na­le per l’ampliamento dell’applicazione del­le buo­ne pra­ti­che nel­le altre ASL del­la regio­ne e di altre regio­ni.
La sfi­da alla base di G‑start va oltre la gover­nan­ce del­la pre­sen­za dei RTPI sul ter­ri­to­rio. Si pro­fi­la come una con­di­zio­ne che richie­de alle Asl e alla loro strut­tu­ra di ria­dat­tar­si per rispon­de­re alle can­gian­ti e nuo­ve esi­gen­ze di salu­te del­la popo­la­zio­ne (malat­tie infet­ti­ve emer­gen­ti, volu­mi­no­so incre­men­to del­le malat­tie cro­ni­che non tra­smis­si­bi­li, nuo­ve tec­no­lo­gie bio-medi­che, piat­ta­for­me infor­ma­ti­che). Accet­ta­re tali sfi­de è pri­ma di tut­to una que­stio­ne di soprav­vi­ven­za del siste­ma sani­ta­rio pub­bli­co. E la ASL Roma 5 è ben inten­zio­na­ta a pro­var­ci…

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