FEDERLAZIO, INDAGINE CONGIUNTURALE: RIPRESA IN RALLENTAMENTO NEL LAZIO

FEDERLAZIO, INDAGINE CONGIUNTURALE: RIPRESA IN RALLENTAMENTO NEL LAZIO

27/09/2018 0 Di Redazione

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FEDERLAZIO, INDAGINE CONGIUNTURALE: RIPRESA IN RALLENTAMENTO NEL LAZIO

 

La Feder­la­zio ha rea­liz­za­to la con­sue­ta inda­gi­ne con­giun­tu­ra­le sul­lo sta­to di salu­te del­le pic­co­le e medie impre­se del Lazio, effet­tua­ta su un cam­pio­ne di 450 impre­se asso­cia­te. Lo stu­dio ha riguar­da­to il pri­mo seme­stre 2018. L’in­da­gi­ne è sta­ta pre­sen­ta­ta oggi pres­so la sede del­l’As­so­cia­zio­ne dal Pre­si­den­te del­la Feder­la­zio Sil­vio Ros­si­gno­li e dal Diret­to­re Gene­ra­le Lucia­no Moc­ci. All’in­con­tro sono inter­ve­nu­ti, tra gli altri, l’Assessore allo Svi­lup­po Eco­no­mi­co del­la Regio­ne Lazio Gian Pao­lo Man­zel­la, l’As­ses­so­re allo Svi­lup­po Eco­no­mi­co di Roma Capi­ta­le Car­lo Cafa­rot­ti, il Pre­si­den­te di Union­ca­me­re Lazio Loren­zo Taglia­van­ti.

E’ un anda­men­to di cre­sci­ta a cor­ren­te alter­na­ta quel­lo che emer­ge dal­la let­tu­ra com­bi­na­ta del­le risul­tan­ze del­la nostra rile­va­zio­ne sul­le impre­se e dei dati rac­col­ti dal­le fon­ti isti­tu­zio­na­li. Il Lazio sem­bra non riu­sci­re ad imboc­ca­re defi­ni­ti­va­men­te la stra­da di una ripre­sa in pro­gres­sio­ne linea­re. Sia­mo di fron­te ad un costan­te stop and go.

Nel I seme­stre 2018 il sal­do di opi­nio­ni sull’andamento degli ordi­na­ti­vi per quan­to con­cer­ne il mer­ca­to nazio­na­le si atte­sta a + 10,4 pun­ti, facen­do regi­stra­re una   leg­ge­ra ridu­zio­ne rispet­to al valo­re di +13,6 del­la scor­sa rile­va­zio­ne. Posi­ti­vi anche i dati dai mer­ca­ti inter­na­zio­na­li, anche se in leg­ge­ro calo rispet­to al seme­stre scor­so: quel­li dal mer­ca­to UE pas­sa­no da +16,2 a +14,8, men­tre quel­li Extra-UE da +12,5 a 8,3.

Il fat­tu­ra­to sul mer­ca­to dome­sti­co dimi­nui­sce da +11,2 a +2,4. Più posi­ti­vo, ma anch’esso in ridu­zio­ne, il sal­do di opi­nio­ni in meri­to al fat­tu­ra­to rea­liz­za­to sul mer­ca­to UE (+10,3 rispet­to a +17,4 del secon­do seme­stre 2017). Con­ti­nua ad esse­re posi­ti­vo e in misu­ra par­ti­co­lar­men­te ele­va­ta, il sal­do del fat­tu­ra­to pro­ve­nien­te dal mer­ca­to extra UE a + 22,6, come nel­lo scor­so seme­stre.

Si con­so­li­da la posi­ti­vi­tà del sal­do di opi­nio­ni sull’andamento del­la pro­du­zio­ne nel pri­mo seme­stre 2018 che risul­ta pra­ti­ca­men­te alli­nea­to a quel­lo regi­stra­to il secon­do seme­stre 2017 (era +12,1 ed oggi risul­ta pari a +11,9).

Anco­ra in leg­ge­ra cre­sci­ta, al 39,8%, la per­cen­tua­le del­le impre­se che ha dichia­ra­to di aver   effet­tua­to inve­sti­men­ti nel pri­mo seme­stre 2018. Meno inco­rag­gian­te l’andamento che riguar­da gli inve­sti­men­ti in ricer­ca e svi­lup­po che in que­sto pri­mo seme­stre fa regi­stra­re una con­tra­zio­ne (da 23% scen­de oggi al 17,3%). In cre­sci­ta poi la per­cen­tua­le di azien­de che han­no con­tat­ta­to e rea­liz­za­to accor­di con start up inno­va­ti­ve, che pas­sa dal 2,9% al 12,5%.

Sem­pre in tema di ricer­ca e svi­lup­po il que­stio­na­rio ha pre­vi­sto un ulte­rio­re appro­fon­di­men­to attra­ver­so alcu­ne doman­de rela­ti­ve alla cono­scen­za e all’utilizzo di stru­men­ti finan­zia­ri, age­vo­la­zio­ni, e misu­re di soste­gno. Il 74% del­le impre­se ne cono­sce alme­no uno, ma poco più di un’impresa su cin­que (il 21,6%) dichia­ra di aver­ne fat­to ricor­so in una qual­che for­ma.

Anco­ra posi­ti­vo il sal­do di opi­nio­ni rela­ti­vo agli anda­men­ti occu­pa­zio­na­li, ma in dimi­nu­zio­ne rispet­to allo scor­so seme­stre (da 13,9 a 11,4).

L’indagine ha anche affron­ta­to il tema del­le svi­lup­po del­le risor­se uma­ne e degli inve­sti­men­ti in for­ma­zio­ne. Solo il 16% del­le impre­se ha dichia­ra­to di aver usu­frui­to del­le oppor­tu­ni­tà di finan­zia­men­to rap­pre­sen­ta­te dai fon­di inter­pro­fes­sio­na­li e degli altri fon­di pub­bli­ci. Un dato tra l’altro in dimi­nu­zio­ne rispet­to al pre­ce­den­te seme­stre (16%).

Le pre­vi­sio­ni espres­se sul secon­do seme­stre 2018 han­no valo­re posi­ti­vo su tut­ti i mer­ca­ti, ma non sem­pre in cre­sci­ta rispet­to all’indagine con­dot­ta a fine 2017.

Per quan­to riguar­da il mer­ca­to inter­no gli impren­di­to­ri si atten­do­no anco­ra buo­ni livel­li di cre­sci­ta sia di ordi­na­ti­vi che di fat­tu­ra­to con sal­di posi­ti­vi (rispet­ti­va­men­te di +18,4 e +17,2). Per quan­to riguar­da l’Unione Euro­pea peg­gio­ra­no dra­sti­ca­men­te le aspet­ta­ti­ve sugli ordi­na­ti­vi (da + 25,4 a + 1,7) e sul fat­tu­ra­to (da + 28,8 a +5,2). Infi­ne, dall’area Extra Unio­ne Euro­pea il sal­do atte­so per gli ordi­na­ti­vi dimi­nui­sce in manie­ra sen­si­bi­le (dal + 28,3 al + 8,7), e quel­lo rela­ti­vo al fat­tu­ra­to che regi­stra un for­te calo pas­san­do da +29,6 a un più con­te­nu­to + 6,3.

Per le pre­vi­sio­ni sull’occu­pa­zio­ne nel secon­do seme­stre 2018, il sal­do atte­so si con­trae di un pun­to pas­san­do da +5,8 a +4,8.

Sale al 36% (era il 32%) la per­cen­tua­le di azien­de che inten­de­reb­be svi­lup­pa­re nel pros­si­mo seme­stre ini­zia­ti­ve di for­ma­zio­ne del­le risor­se uma­ne inter­ne attra­ver­so le oppor­tu­ni­tà di finan­zia­men­to dispo­ni­bi­li.

Dimi­nui­sce note­vol­men­te, rispet­to al pre­ce­den­te seme­stre, la per­cen­tua­le del­le impre­se che ha mani­fe­sta­to l’intenzione di effet­tua­re inve­sti­men­ti nel secon­do seme­stre 2018, dal 40,6% al 33,1%. Si trat­ta di un ele­men­to cri­ti­co da tene­re sot­to osser­va­zio­ne anche per­ché indi­ca­ti­vo di una inver­sio­ne di ten­den­za rispet­to a un trend di cre­sci­ta costan­te che si era con­so­li­da­to nel bien­nio.

Alle azien­de è sta­to poi chie­sto di espri­me­re una valu­ta­zio­ne com­ples­si­va sull’attuale situa­zio­ne eco­no­mi­ca. Risul­ta in cre­sci­ta la per­cen­tua­le di impren­di­to­ri che han­no una posi­zio­ne leg­ger­men­te più otti­mi­sti­ca, secon­do la qua­le “si stan­no rea­liz­zan­do le con­di­zio­ni per rag­giun­ge­re un discre­to equi­li­brio eco­no­mi­co”, che pas­sa dal 19,5% al 26,5%.

Dal­lo scor­so anno la nostra inda­gi­ne effet­tua anche un focus spe­ci­fi­co sul­la inter­na­zio­na­liz­za­zio­ne del­le Pmi del Lazio. Da quan­to emer­ge, il 65% dichia­ra di non ope­ra­re sui mer­ca­ti inter­na­zio­na­li (era il 57% lo scor­so seme­stre). Le azien­de con un ele­va­to gra­do di inter­na­zio­na­liz­za­zio­ne evi­den­zia­no livel­li di inve­sti­men­ti, in gene­ra­le, e in ricer­ca e svi­lup­po, net­ta­men­te supe­rio­ri sia a quel­le non inter­na­zio­na­liz­za­te sia a quel­le mode­ra­ta­men­te inter­na­zio­na­liz­za­te.

Guar­dan­do, poi, alla capa­ci­tà di uti­liz­zo degli stru­men­ti e del­le misu­re di incen­ti­va­zio­ne e soste­gno all’innovazione, le azien­de for­te­men­te inter­na­zio­na­liz­za­te in più del­la metà dei casi (57,7%) sono riu­sci­te a coglie­re que­ste oppor­tu­ni­tà, men­tre tra quel­le non inter­na­zio­na­liz­za­te sono sta­te solo il 15,7%.

 

I dati rile­va­ti nel pri­mo seme­stre dell’anno si con­fer­ma­no posi­ti­vi ma in ral­len­ta­men­to rispet­to al seme­stre pas­sa­to e, come nel caso del fat­tu­ra­to, anche in modo signi­fi­ca­ti­vo. L’occupazione sem­bra non riu­sci­re ad aggan­ciar­si pie­na­men­te al trai­no di quel­la ripre­sa che, pur in ral­len­ta­men­to, è sta­ta tut­ta­via regi­stra­ta. In gene­ra­le, anche le pre­vi­sio­ni degli impren­di­to­ri con­fer­ma­no la lie­ve fre­na­ta nel­la ripre­sa regi­stra­ta dal­la nostra inda­gi­ne. Resta­no due altri ele­men­ti sui qua­li a nostro avvi­so vale la pena richia­ma­re l’attenzione. In pri­mo luo­go la debo­le voca­zio­ne all’export del­le PMI del Lazio e in secon­do luo­go l’esistenza di una cor­re­la­zio­ne posi­ti­va tra il gra­do di inter­na­zio­na­liz­za­zio­ne di un’impresa e la sua pro­pen­sio­ne ad espri­me­re giu­di­zi posi­ti­vi sull’attuale fase eco­no­mi­ca. Det­to in altri ter­mi­ni, ciò lasce­reb­be inten­de­re che l’apertura ver­so i mer­ca­ti inter­na­zio­na­li impli­ci­ta­men­te por­ti con sé anche un’organizzazione pro­dut­ti­va, un asset­to finan­zia­rio, un livel­lo di pro­dut­ti­vi­tà e una mana­ge­ria­li­tà che miglio­ra­no la per­for­man­ce stes­sa dell’impresa. Un’ultima con­si­de­ra­zio­ne su cui riflet­te­re riguar­da l’incidenza del­la dimen­sio­ne di impre­sa, in ter­mi­ni di nume­ro di addet­ti, sul com­por­ta­men­to eco­no­mi­co del­la stes­sa. Ebbe­ne si riscon­tra che le miglio­ri pre­sta­zio­ni ven­go­no rea­liz­za­te dal­le uni­tà con più alto fat­tu­ra­to. E’ un dato impor­tan­te que­sto, per­ché ci fa com­pren­de­re come il pro­ble­ma del­la cre­sci­ta di sca­la sia una que­stio­ne vita­le del nostro siste­ma pro­dut­ti­vo. Noi oggi ci tro­via­mo ad un pas­sag­gio di ciclo deli­ca­to, dove assi­stia­mo a ride­fi­ni­zio­ni e ripo­si­zio­na­men­ti dei siste­mi eco­no­mi­ci nazio­na­li e con­ti­nen­ta­li. Occor­re, anche da par­te del­le PMI, un deci­so cam­bio di pas­so in discon­ti­nui­tà rispet­to ai model­li e alla cul­tu­ra impren­di­to­ria­le tra­di­zio­na­li. Ma tut­to que­sto dovrà esse­re accom­pa­gna­to neces­sa­ria­men­te dal­la moder­niz­za­zio­ne del siste­ma dei ser­vi­zi pri­va­ti e pub­bli­ci, del siste­ma infra­strut­tu­ra­le, inclu­si i tra­spor­ti e il siste­ma del­la logi­sti­ca e, infi­ne, da una poli­ti­ca che cono­sca real­men­te i pro­ces­si, che sap­pia ben valu­ta­re le pro­ble­ma­ti­che sul tap­pe­to, che sap­pia deci­de­re rapi­da­men­te e con pie­na con­sa­pe­vo­lez­za del­le sfi­de rea­li, non lascian­do­si ten­ta­re dal­le sire­ne dell’ideologia e dei per­so­na­li­smi”.

Que­sta la dichia­ra­zio­ne del Pre­si­den­te Feder­la­zio, Sil­vio Ros­si­gno­li.

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