MARINO. GIUDIZIO POSITIVO ACCORDO ILVA. MA PREGIUDIZIO GRAVE SU AUTONOMIA STRATEGICA ITALIA NEL SETTORE ACCIAI.

MARINO. GIUDIZIO POSITIVO ACCORDO ILVA. MA PREGIUDIZIO GRAVE SU AUTONOMIA STRATEGICA ITALIA NEL SETTORE ACCIAI.

11/09/2018 0 Di Maurizio Aversa

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Atte­sa per l’e­si­to refe­ren­da­rio che gio­ve­dì sarà con­clu­so dopo lo svol­gi­men­to del­le assem­blee dei lavo­ra­to­ri del­l’IL­VA.

La sezio­ne del PCI di Mari­no, alla noti­zia dell’accordo rag­giun­to tra Sin­da­ca­ti, Mit­tal Arce­lor e Gover­no, cir­ca le sor­ti dell’ILVA e il risa­na­men­to ambien­ta­le, sul­la scor­ta dei dati in pos­ses­so dei comu­ni­sti, atten­do­no di cono­sce­re l’esito del­la con­sul­ta­zio­ne refe­ren­da­ria all’interno del­la fab­bri­ca che i lavo­ra­to­ri stan­no espri­men­do nel­le assem­blee e col voto. Intan­to, nel meri­to dell’accordo, espri­me que­sto giu­di­zio:
Gli impian­ti dell’Ilva dopo 4 anni dal seque­stro per disa­stro ambien­ta­le da par­te del­la magi­stra­tu­ra han­no tro­va­to un acqui­ren­te. L’accordo sigla­to sull’Ilva è un bel risul­ta­to di que­sto gover­no e dei sin­da­ca­ti. Il grup­po Arce­lor Mit­tal acqui­si­sce l’Ilva e garan­ti­sce i livel­li occu­pa­zio­na­li, anche gra­zie all’ incen­ti­vo ad eso­do volon­ta­rio (che deve però pre­ve­de­re effet­ti­vi, rapi­di ed ade­gua­ti per­cor­si di rein­se­ri­men­to nel mon­do del lavo­ro dei lavo­ra­to­ri), e le tute­le dei lavo­ra­to­ri. Vie­ne man­te­nu­to addi­rit­tu­ra l’articolo 18 e non sarà appli­ca­to il Jobs Act. Non pos­sia­mo che plau­de­re a que­sta buo­na noti­zia per così tan­te fami­glie. E il pia­no di ristrut­tu­ra­zio­ne ambien­ta­le pare per­fi­no miglio­ra­ti­vo rispet­to a quan­to richie­sto dal pre­ce­den­te gover­no e que­sto è bene per l’intero ter­ri­to­rio nazio­na­le. Sal­va­guar­dia e rilan­cio occu­pa­zio­na­le, rilan­cio indu­stria­le e tute­la ambien­ta­le sono, infat­ti, i car­di­ni del rilan­cio del pae­se. A sin­da­ca­ti e poli­ti­ca il dove­re di vigi­la­re sul rispet­to dell’accordo, dei tem­pi pre­vi­sti e sul­la sicu­rez­za rea­le sul lavo­ro. Il neo, che però oggi risul­ta secon­da­rio rispet­to all’ urgen­za ogget­ti­va di fami­glie e ambien­te, è che un set­to­re stra­te­gi­co qua­le quel­lo dell’acciaio fini­sce in mani stra­nie­re. Noi comu­ni­sti con­ti­nuia­mo a rite­ne­re che sia neces­sa­rio un gran­de pia­no di nazio­na­liz­za­zio­ni che rimet­ta nel­la dispo­ni­bi­li­tà del­lo sta­to i set­to­ri stra­te­gi­ci qua­li metal­lur­gia, tra­spor­ti, infra­strut­tu­re, beni cul­tu­ra­li. Con­ti­nue­re­mo dun­que a lavo­ra­re per­ché sia lo Sta­to e non chi cer­ca il pro­fit­to a rilan­cia­re que­sto pae­se ma sia­mo con­sa­pe­vo­li che la stra­da sia lun­ga e che oggi sia comun­que una buo­na gior­na­ta per il pae­se e per il futu­ro di tan­ti lavo­ra­to­ri.

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