EDITORIALE – “Il Belpaese e la democrazia dimenticata”

EDITORIALE – “Il Belpaese e la democrazia dimenticata”

26/07/2018 0 Di Marco Montini

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Capi­ta sem­pre più spes­so, che ti sen­ti dire que­sta è “demo­cra­zia”, poi tut­to tace. Tu come l’a­vre­sti chia­ma­ta? Per dir­la così come ci han­no inse­gna­to a scuo­la: “La demo­cra­zia è per lo più con­si­de­ra­ta una pos­si­bi­li­tà di ragio­na­men­to col­let­ti­vo e di pro­ces­so deci­sio­na­le pub­bli­co: una for­ma di “gover­no attra­ver­so il con­fron­to”.

“Ti ripe­to —  scri­ve un ami­co — che la poli­ti­ca è nel piat­to in cui man­gi e nel let­to in cui dor­mi. Sta­bi­li­sce i libri di testo del­la scuo­la che fre­quen­ta tuo figlio, le car­te del­la buro­cra­zia, quan­to costa la magliet­ta che indos­si, la ben­zi­na, l’energia e via discor­ren­do fino a model­la­re la tua inte­ra vita; spe­ra che non t’interessi a lei ed è feli­ce se fai l’apolitico. Inter­vie­ne nel­la tua cul­tu­ra e nel­la tua men­ta­li­tà, pla­sman­do in te una logi­ca che non c’entra nul­la con la logi­ca. In que­sta tiran­ni­de, han­no for­te ruo­lo i diri­gen­ti di par­ti­to: dai nani di peri­fe­ria, ai diri­gen­ti nazio­na­li che alie­na­no l’intero Pae­se”.

Fis­sa­ti come “ripar­ti­zio­ni” i livel­li ter­ri­to­ria­li più pic­co­li, abbia­mo appre­so che i par­ti­ti si fan­no lì rap­pre­sen­ta­re local­men­te dai nani di peri­fe­ria. La nostra demo­cra­zia è come com­po­sta da alcu­ne gran­di pio­vre che muo­vo­no deci­ne di miglia­ia di pic­co­li pol­pi, for­man­do una capil­la­re rete di ten­ta­co­li. Sap­pia­mo che l’intero ter­ri­to­rio nazio­na­le è sud­di­vi­so in un cini­co gro­vi­glio di isti­tu­zio­ni che van­no dal­le più pic­co­le loca­li, alle più gran­di nazio­na­li; que­sta mania­ca­le capil­la­riz­za­zio­ne è fun­zio­na­le al fine dei par­ti­ti poli­ti­ci di con­trol­la­re tut­to.

Imma­gi­nia­mo di osser­va­re, come da un aereo, il gro­vi­glio del­le maglie ter­ri­to­ria­li di fra­zio­ni, cir­co­scri­zio­ni, comu­ni, comu­ni capo­luo­go, cit­tà metro­po­li­ta­ne, pro­vin­ce e regio­ni; la costo­sis­si­ma rete che vedia­mo, coin­ci­de con i vari livel­li d’ingerenza dei par­ti­ti e dei loro diri­gen­ti.

Infi­ne, c’è un labi­rin­to di isti­tu­zio­ni che si aggiun­ge alle ammi­ni­stra­zio­ni pub­bli­che ter­ri­to­ria­li; il com­pi­to di nomi­na­re i capi di det­to ulte­rio­re gro­vi­glio di isti­tu­zio­ni, è dei par­ti­ti, ovve­ro dei loro diri­gen­ti. Que­sto è il nastro di par­ten­za, per ana­liz­za­re i costi del­la poli­ti­ca — che sono essen­zia­li al voto di scam­bio che è il vero bari­cen­tro sul qua­le con­gre­ghe, movi­men­ti e par­ti­ti edi­fi­ca­no un “mostro” poli­fun­zio­na­le. Un “grat­ta­cie­lo” che per sem­pli­fi­ca­re il con­cet­to a noi popo­lo igno­ran­te, sbri­ga­ti­va­men­te vie­ne defi­ni­to “Siste­ma demo­cra­ti­co”, in bre­ve “demo­cra­zia”.  La nostra è nasco­sta da nubi che afflig­go­no una real­tà alla deri­va, get­ta­ta allo sba­ra­glio dall’incapacità di guar­da­re den­tro i fat­ti, den­tro gli uomi­ni, den­tro i pro­ble­mi veri. Come si fa a par­la­re anco­ra di mer­ca­to, di export, di ban­che, di finan­zia­men­ti, di capi­ta­li indu­stria­li e non si tro­va il tem­po per aiu­ta­re con­cre­ta­men­te chi ha real­men­te biso­gno, che vivo­no di sten­ti, che man­gia­no “nien­te e bevo­no vapo­re” sen­za dimen­ti­ca­re i “bam­boc­cio­ni” ere­di­ta­ti dal­la mini­stra “For­ne­ro” e cac­cia­ti all’e­ste­ro dal coo­pe­ra­to­re “canu­to”, che ebbe l’o­no­re, poi “diso­no­re” di aver “goz­zo­vi­glia­to” con gli uomi­ni del­la “Roma de mez­zo”, con un mira­co­lo come con­tor­no, per non esser­si accor­to di niente!Un tem­po i lavo­ra­to­ri addi­ta­va­no il Palaz­zo. Oggi i soprav­vis­su­ti al “Ren­zi­smo” sono difron­te  al “son­da­gi­smo”, che si limi­ta a mani­po­la­re nume­ri, come se le per­so­ne fos­se­ro biril­li da spo­sta­re, per far pia­ce­re ai tira­to­ri di pal­le da bow­ling. Ora si sen­te dire che il pote­re in pra­ti­ca è dete­nu­to dai cit­ta­di­ni, mol­ti dei qua­li annui­sco­no, applau­do­no, ma fran­ca­men­te dagli atteg­gia­men­ti dei comi­zian­ti si evin­ce solo che han­no dato aria ai den­ti. Sen­za nul­la toglie­re e nel rispet­to degli altri, come si fa a ripor­re le spe­ran­ze nei nuo­vi men­to­ri del vero, sem­pre a caval­lo del­la tigre che pas­sa! La vera bat­ta­glia che  silen­zio­sa­men­te è in atto si chia­ma “comu­ni­ca­zio­ne”. E noi la guer­ra del sape­re la stia­mo per­den­do! Sen­za allun­ga­re il bro­do un pic­co­lo esem­pio sul­le prio­ri­tà del nuo­vo gover­no. “È fat­ta, abbia­mo can­cel­la­to i vita­li­zi!!!” — Que­sto più o meno è il mes­sag­gio che ci è per­ve­nu­to! Sen­za pre­sun­zio­ne non è asso­lu­ta­men­te vero!!

I “vita­li­zi”, saran­no ride­ter­mi­na­ti modi­fi­can­do il cal­co­lo, che da retri­bu­ti­vo sarà con­tri­bu­ti­vo, per­tan­to ver­ran­no “ridot­ti” e non “abo­li­ti”!! Ma a noi pia­ce sen­ti­re come i nuo­vi tri­bu­ni si acca­ni­sco­no sui vita­li­zi, lo Sta­to godrà di un rispar­mio, si leg­ge sui social, di cir­ca 40 milio­ni di euro, sal­vo ricor­si e oppo­si­zio­ni! Qui­squi­glie, rispet­to alla vora­gi­ne in cui si tro­va il Bel­pae­se. Le vere prio­ri­tà sono altre, si met­ta ordi­ne al «gro­vi­glio che si vede dal­l’ae­reo, solo cosi ha sen­so la patac­ca del “cam­bia­men­to”». Un fre­no, uno stop, una revi­sio­ne seria ai milio­ni di rivo­li attra­ver­so i qua­li si dila­pi­da­no le  risor­se di uno “Pae­se volu­ta­men­te ridot­to ad un cola­bro­do e sot­to men­ti­te spo­glie, tut­to con­ti­nua a scor­re­re, tut­to fila men­tre i rivo­li negli ulti­mi anni, sono fiu­mi in pie­na, per dis­se­ta­re gli invi­si­bi­li, sot­to il vesti­to del­la fami­ge­ra­ta — tra­spa­ren­za -! Con­sen­ti­te­ci di sug­ge­ri­re, sen­za cen­su­ra, che se c’è la famo­sa “volon­tà poli­ti­ca” con un uni­co prov­ve­di­men­to si abbat­te­reb­be il Debi­to Pub­bli­co sul qua­le paghia­mo ogni anno poco meno di 100 miliar­di di inte­res­si la mag­gior par­te a pae­si o “fon­di” este­ri.  Altro che vita­li­zi, o red­di­ti di cit­ta­di­nan­za, pen­sio­ni mini­me ed altre roboan­ti pro­mes­se “acchiap­pa­vo­ti”. In un Pae­se in cui “ansia, insi­cu­rez­za, pre­ca­rie­tà” sono sem­pre più com­pa­gni di viag­gio, can­cel­lan­do il futu­ro e afflig­gen­do il pre­sen­te, con il rischio che i pas­seg­ge­ri bal­li­no sul pon­te, men­tre la bar­ca affon­da.

Fir­ma­to

Roc­co Tiso, por­ta­vo­ce di Ini­zia­ti­va Comu­ne

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