Rocco Tiso(IC) scrive al premier Conte: “Scuola e agricoltura, il futuro delle giovani generazioni”

Rocco Tiso(IC) scrive al premier Conte: “Scuola e agricoltura, il futuro delle giovani generazioni”

04/06/2018 0 Di Marco Montini

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Il por­ta­vo­ce di Ini­zia­ti­va Comu­ne, Roc­co Tiso, ha scrit­to una mis­si­va di buon lavo­ro al neo pri­mo mini­stro, Giu­sep­pe Con­te. Una let­te­ra pro­po­si­ti­va, otti­mi­sti­ca, ric­ca di spun­ti poli­ti­ci in cui Tiso pro­po­ne solu­zio­ni per il rilan­cio di due set­to­ri chia­ve del nostro Pae­se: scuo­la e agri­col­tu­ra.

La let­te­ra di Tiso ini­zia così: “Le scri­vo da con­ter­ra­neo, sia­mo entram­bi del­la pro­vin­cia di Fog­gia, figli del­le mon­ta­gne del subap­pen­ni­no. La sua nomi­na a Pre­si­den­te del Con­si­glio, oltre ad inor­go­gli­re le cir­ca 400 ani­me di Vol­tu­ra­ra Appu­la, dà il sen­so del­l’e­si­sten­za a miglia­ia di ita­lia­ni e prio­ri­ta­ria­men­te a quan­ti da tem­po non vota­no, non seguo­no la poli­ti­ca, per­so­ne che si sen­to­no emar­gi­na­te dal­le cor­ren­ti e dai sof­fia­to­ri di ven­to che sen­za scru­po­li spaz­za­no quel che resta e can­cel­la­no il fina­le dei “sogni” che i nostri ragaz­zi del Sud for­tu­na­ta­men­te si pos­so­no anco­ra con­ce­de­re, ma invo­lon­ta­ria­men­te. Da con­ter­ra­neo, mi com­piac­cio che il Pae­se abbia un Pre­mier più uma­no che ciber­ne­ti­co, da per­so­na impe­gna­ta da sem­pre nel socia­le, sono sere­no, pen­so che l’I­ta­lia abbia biso­gno di per­so­ne pro­fes­sio­nal­men­te inec­ce­pi­bi­li, ma soprat­tut­to ric­che di sen­si­bi­li­tà, per­ché i pro­ble­mi che vive un cit­ta­di­no nor­ma­le, sono male­det­ta­men­te veri”. Tiso e Ini­zia­ti­va Comu­ne entra­no poi nei con­te­nu­ti tema­ti­ci. Si par­te con il ruo­lo dell’Europa: “Anche se gli euro­scet­ti­ci sono in cre­scen­do, occor­re cor­reg­ge­re le poli­ti­che euro­pee, sia­mo con­vin­ti che il suo Gover­no ha real­men­te a cuo­re i pro­ble­mi degli ita­lia­ni, che sono comun­que cit­ta­di­ni d’Eu­ro­pa. Se le tema­ti­che UE sono serie, allo stes­so modo sono impor­tan­ti le que­stio­ni nostra­ne”. Comin­cia­mo con la scuo­la, “che andreb­be — scri­ve Tiso al pre­mier Con­te — miglio­ra­ta dal­le fon­da­men­ta. Fre­quen­ta­re oggi la scuo­la è come tor­na­re di due seco­li indie­tro, i libri sono ormai una real­tà lon­ta­na dal­la quo­ti­dia­ni­tà dei nostri gio­va­ni, che uti­liz­za­no ogni gior­no Inter­net, com­pu­ter e smart­pho­ne. Ne dedu­cia­mo che andreb­be­ro coin­vol­ti con lezio­ni onli­ne e offli­ne. Sono con­sul­ta­bi­li i risul­ta­ti Ocse che rile­ga­no i nostri stu­den­ti sem­pre sot­to la media, ma nes­su­na seria pro­po­sta per miglio­ra­re, ma c’è biso­gno di una vera svol­ta, per intro­dur­re pac­chet­ti infor­ma­ti­vi che sfrut­ti­no a pie­no la tele­ma­ti­ca, l’e­let­tro­ni­ca e l’in­for­ma­ti­ca. In par­ti­co­la­re le mate­rie scien­ti­fi­che sono ele­men­ti di cre­sci­ta per un pae­se. Nel Bel­pae­se le scuo­le sono 8.300 tut­te devo­no ade­guar­si al cam­bia­men­to che ci vie­ne impo­sto dal­la digi­ta­liz­za­zio­ne”.

Oltre alle pata­te bol­len­ti che la atten­do­no a Bru­xel­les per la PAC dei pros­si­mi 7 anni 2020–2027, dove si ipo­tiz­za­no sfor­bi­cia­te per gli agri­col­to­ri, in Ita­lia resta­no in pie­di diver­si “bub­bo­ni”, tra i qua­li il più ingar­bu­glia­to è quel­lo per le “quo­te lat­te”, paga­te dagli ita­lia­ni e non dagli alle­va­to­ri che han­no spla­fo­na­to. “La nostra agri­col­tu­ra — sot­to­li­nea anco­ra Tiso — non può esse­re un pro­ble­ma solo del neo mini­stro del­l’a­gri­col­tu­ra ma pro­te­ste e malu­mo­ri, per la Xilel­la, l’or­to­frut­ta, e quan­t’al­tro pro­vo­ca­no sof­fe­ren­za al mon­do dei pic­co­li agri­col­to­ri che neces­si­ta­no di rispo­ste vere e in tem­pi ragio­ne­vo­li. Nel­l’im­me­dia­to deve indi­ca­re le neces­sa­rie solu­zio­ni ai tan­ti guai che han­no mes­so in ginoc­chio gli agri­col­to­ri per­ché, quel­li veri, i pre­ce­den­ti Gover­ni li han­no qua­si can­cel­la­ti. I con­ta­di­ni sono indi­gna­ti, sono pron­ti demo­cra­ti­ca­men­te a lot­ta­re per i dirit­ti nega­ti. Viti­col­to­ri, alle­va­to­ri, azien­de che del bio­lo­gi­co e bio­di­na­mi­co han­no fat­to una ragion d’essere, tut­ti uni­ti per cer­ca­re di far cam­bia­re rot­ta a una poli­ti­ca agri­co­la in cui la mag­gior par­te dei finan­zia­men­ti con­flui­sce nel­le mani dei gran­di grup­pi a disca­pi­to di quel­li più pic­co­li”. Infi­ne, l’invito al neo pri­mo mini­stro ita­lia­no: “Quan­do Le sarà pos­si­bi­le, una dele­ga­zio­ne di pic­co­li agri­col­to­ri, desi­de­re­reb­be salu­tar­la per augu­rar­le “in boc­ca al lupo”. Nes­su­na cri­ti­ca e nem­me­no pre­te­se, ma nel chie­de­re la fidu­cia, insie­me all’Eu­ro­pa dei popo­li, Scuo­la e Agri­col­tu­ra, sono il futu­ro del­le nuo­ve gene­ra­zio­ni che chie­do­no più fat­ti e meno pro­mes­se”.

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