MARINO. ATTI VANDALICI ALLA SALA TEATRO COLONNA. Dal PCI ferma condanna e piena solidarietà. Dichiarazione congiunta di Enderle e Aversa.

MARINO. ATTI VANDALICI ALLA SALA TEATRO COLONNA. Dal PCI ferma condanna e piena solidarietà. Dichiarazione congiunta di Enderle e Aversa.

06/05/2018 0 Di Maurizio Aversa

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(Ingres­so Sala Tea­tro- foto Castel­li­No­ti­zie Roma­to­day)

Il segre­ta­rio del­la sezio­ne PCI “E. Ber­lin­guer” di Mari­no, Ste­fa­no Ender­le, e Mau­ri­zio Aver­sa del­la segre­te­ria regio­na­le del PCI Lazio, sugli atti van­da­li­ci di cui è sta­ta ogget­to la Sala Tea­tro Vit­to­ria Colon­na a Vil­la Desi­de­ri, han­no rila­scia­to la seguen­te dichia­ra­zio­ne con­giun­ta:
“E’ un atto gra­vis­si­mo e rei­te­ra­to. Ciò a dimo­stra­zio­ne che ci sono due cor­ni del pro­ble­ma: il pri­mo è la volon­ta­rie­tà con cui si per­se­gue l’obbiettivo di degra­da­re un’area al cen­tro del­la cit­tà sto­ri­ca. Il secon­do è l’insufficienza, l’incapacità ovve­ro l’inefficacia di chi è chia­ma­to a difen­de­re il bene pub­bli­co. Per quan­to agli auto­ri che pos­so­no esse­re sem­pli­ci van­da­li oppu­re pic­co­la cri­mi­na­li­tà che neces­si­ta di “zone fran­che” e cer­ca di pre­ser­var­le col degra­do, rite­nia­mo che deb­ba­no ver­go­gnar­si del­la pro­pria pochez­za mora­le, dell’incultura in cui pos­so­no esse­re impri­gio­na­ti, ovve­ro del­la gra­vi­tà cri­mi­na­le dei loro com­por­ta­men­ti che noi comu­ni­sti con­dan­nia­mo sen­za mez­ze misu­re. Anzi, invo­chia­mo l’aiuto di chi potreb­be sape­re, affin­chè in modo riser­va­to ci inter­pel­li per­ché pen­se­re­mo noi a far­ci por­ta­vo­ce pres­so la for­za pub­bli­ca sal­va­guar­dan­do l’anonimato di chi non voglia mostrar­si. Que­sto bar­ba­ro com­por­ta­men­to va fer­ma­to e scon­fit­to! Al con­tra­rio, pen­sia­mo che le paro­le, la sup­po­nen­za spes­so mostra­ta su que­sto e altri argo­men­ti, deb­ba spin­ge­re a mag­gio­re umil­tà e richie­de­re – sen­za pas­se­rel­le come sia­mo sta­ti abi­tua­ti a vede­re dal­le poli­ti­che degli annun­ci – da par­te di Sin­da­co e Giun­ta una mano alle for­ze di oppo­si­zio­ne, alle for­ze socia­li e cul­tu­ra­li che da tem­po riven­di­ca­no di voler esse­re mes­si in con­di­zio­ne di far emer­ge­re le miglio­ri ener­gie in cit­tà: che non stan­no tut­te da una sola par­te! Infi­ne, come diri­gen­ti comu­ni­sti, pro­prio per­ché por­ta­to­ri dei valo­ri del­la civil­tà, del­la cul­tu­ra, e del miglio­ra­men­to del­la vita espri­mia­mo pie­na soli­da­rie­tà agli ope­ra­to­ri che gesti­sco­no la Sala Tea­tro, con un affet­tuo­so abbrac­cio a Sabi­na Bar­zi­lai. Del resto è nel­la nostra viva memo­ria, e deve esse­re in quel­la del­la cit­tà e dei suoi abi­tan­ti che “lo sca­to­lo­ne” – così era noto all’origine il manu­fat­to – è dive­nu­to Tea­tro, quin­di bene pub­bli­co, per scel­ta negli anni di tan­ti ammi­ni­stra­to­ri che capar­bia­men­te han­no volu­to desti­na­re alla cit­tà un qua­si-immo­bi­le desti­na­to alla prov­vi­so­rie­tà. Infat­ti, in ori­gi­ne, lo sca­to­lo­ne era un manu­fat­to che ospi­tò sala men­sa e rico­ve­ro per ope­rai che par­te­ci­pa­ro­no alla costru­zio­ne del nuo­vo quar­tie­re Vil­la Desi­de­ri. Quan­do fu desti­na­to ad area pub­bli­ca, mol­ti sto­ri­ci ammi­ni­stra­to­ri, pur in assen­za di imme­dia­te dispo­ni­bi­li­tà eco­no­mi­che, scel­se­ro di non abbat­ter­lo e di pre­ser­var­lo per un uso pub­bli­co suc­ces­si­vo. Come è sta­to. Quin­di appar­tie­ne alla recen­te sto­ria del­la cit­tà. Quin­di è di tut­ti noi, di qui la soli­da­rie­tà atti­va nei con­fron­ti del Tea­tro Vit­to­ria Colon­na che ogni cit­ta­di­no mari­ne­se è chia­ma­to a difen­de­re come pro­prio bene, per­ché bene di tut­ti.”.

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