Intervista  Sottosegretario di stato presso il Ministero del lavoro  e delle politiche sociali Luigi Bobba

Intervista Sottosegretario di stato presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali Luigi Bobba

04/05/2018 0 Di Alessio Colacchi

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Incon­tria­mo di nuo­vo il sot­to­se­gre­ta­rio pres­so il Mini­ste­ro del Lavo­ro e del­le poli­ti­che socia­li Lui­gi Bob­ba, per discu­te­re, a un anno dal­l’en­tra­ta in vigo­re del­la rifor­ma che ha coin­vol­to l’i­sti­tu­to del Ser­vi­zio Civi­le e dopo la rea­liz­za­zio­ne del­la rifor­ma del Ter­zo set­to­re, cir­ca l’at­tua­zio­ne del nuo­vo siste­ma.

1) Si è appe­na chiu­sa una legi­sla­tu­ra che ha pro­dot­to mol­ti cam­bia­men­ti nel mon­do del Ter­zo set­to­re: può for­ni­re un bilan­cio di que­sto lavo­ro?

La rifor­ma del Ter­zo set­to­re è il risul­ta­to di un inten­so lavo­ro dura­to tre anni: con sod­di­sfa­zio­ne pos­sia­mo affer­ma­re che il tra­guar­do rag­giun­to è senz’altro signi­fi­ca­ti­vo ed è sta­to reso pos­si­bi­le anche gra­zie all’impegno pro­fu­so dal­le mol­te Ammi­ni­stra­zio­ni coin­vol­te e al con­tri­bu­to del­le orga­niz­za­zio­ni di Ter­zo set­to­re.
Nel 2014 il Gover­no, par­ten­do dal­la con­sta­ta­zio­ne che il qua­dro giu­ri­di­co con­cer­nen­te il Ter­zo set­to­re risul­ta­va carat­te­riz­za­to da una mol­te­pli­ci­tà e com­ples­si­tà di nor­me fram­men­ta­te, si è posto l’ obiet­ti­vo di pro­ce­de­re alla sua revi­sio­ne orga­ni­ca e alla sem­pli­fi­ca­zio­ne del­la nor­ma­ti­va. A tal fine, il Pre­si­den­te del Con­si­glio dei Mini­stri lan­ciò le “line gui­da” vol­te a defi­ni­re gli obiet­ti­vi da rag­giun­ge­re e il peri­me­tro entro cui attua­re il pro­ces­so di rifor­ma. Secon­do le sud­det­te “ linee gui­da” il Ter­zo set­to­re si “col­lo­ca tra lo Sta­to e il mer­ca­to, tra la finan­za e l’etica, tra l’impresa e la coo­pe­ra­zio­ne, tra l’economia e l’ecologia che dà for­ma e sostan­za ai prin­ci­pi costi­tu­zio­na­li del­la soli­da­rie­tà e del­la sus­si­dia­rie­tà e che ali­men­ta quei beni rela­zio­na­li che, soprat­tut­to nei momen­ti di cri­si, sosten­go­no la coe­sio­ne socia­le”. Par­ten­do da que­sto assun­to, la rifor­ma è sta­ta rea­liz­za­ta basan­do­si sostan­zial­men­te su una con­ce­zio­ne che tro­va le sue fon­da­men­ta nell’articolo 118 del­la Costi­tu­zio­ne, lad­do­ve è pre­vi­sto che “Sta­to, Regio­ni, Cit­tà metro­po­li­ta­ne, Pro­vin­ce e Comu­ni favo­ri­sco­no l’autonoma ini­zia­ti­va dei cit­ta­di­ni, sin­go­li e asso­cia­ti, per lo svol­gi­men­to di atti­vi­tà di inte­res­se gene­ra­le, sul­la base del prin­ci­pio di sus­si­dia­rie­tà”. Essa inol­tre, mira a valo­riz­za­re il Ter­zo Set­to­re nei suoi tre ele­men­ti costi­tu­ti­vi: la fina­li­tà non lucra­ti­va; gli sco­pi di uti­li­tà gene­ra­le; un impat­to socia­le atten­to alla valo­riz­za­zio­ne del­le per­so­ne e alla pro­mo­zio­ne dei ter­ri­to­ri e del­le comu­ni­tà. Attra­ver­so l’emanazione di una nor­ma­ti­va qua­dro, inter­vie­ne sia sul pro­fi­lo civi­li­sti­co che fisca­le e pone le basi per il rilan­cio dell’Impresa socia­le come vola­no di cre­sci­ta eco­no­mi­ca. Inol­tre, segna la nasci­ta del Ser­vi­zio civi­le Uni­ver­sa­le come espe­rien­za for­ma­ti­va e di impe­gno civi­co per i gio­va­ni che voglio­no dedi­ca­re un tem­po del­la loro vita al ser­vi­zio del­la comu­ni­tà e dei sog­get­ti più debo­li.
Rior­ga­niz­za­re e rifor­ma­re un set­to­re tan­to com­ples­so quan­to ete­ro­ge­neo è da sem­pre appar­so com­pi­to non faci­le, ma mai come oggi è matu­ra­ta la con­sa­pe­vo­lez­za del­la fon­da­men­ta­le impor­tan­za rico­per­ta dal Ter­zo set­to­re e del­la con­se­guen­te rile­van­za di que­sta rifor­ma di siste­ma. L’impegno assun­to quat­tro anni fa dal Gover­no con il lan­cio del­le “ linee gui­da” che han­no ispi­ra­to la rifor­ma è dun­que sta­to man­te­nu­to, ora gli enti di Ter­zo set­to­re dovran­no fare pro­pria la nuo­va nor­ma­ti­va ed uti­liz­za­re al meglio le misu­re di carat­te­re pro­mo­zio­na­le Con il nuo­vo qua­dro giu­ri­di­co abbia­mo crea­to una cor­ni­ce di rife­ri­men­to per tut­ti gli enti, in modo che pos­sa­no con­ti­nua­re a cre­sce­re e con­tri­bui­re al bene comu­ne del Pae­se.

2) Nel luglio 2018 ter­mi­ne­rà l’an­no in cui com­ple­ta­re i Decre­ti attua­ti­vi del­la rifor­ma: si rischia che l’in­te­ro per­cor­so si are­ni?

In real­tà il per­cor­so è ormai com­ple­ta­to: ad oggi sono sta­ti ema­na­ti tut­ti i decre­ti legi­sla­ti­vi pre­vi­sti dal­la leg­ge n. 106/2016 “Dele­ga al Gover­no per la rifor­ma del Ter­zo set­to­re, del­l’im­pre­sa socia­le e per la disci­pli­na del ser­vi­zio civi­le uni­ver­sa­le”. A que­sti si aggiun­go­no nume­ro­si ulte­rio­ri prov­ve­di­men­ti nor­ma­ti­vi, con­si­sten­ti in decre­ti mini­ste­ria­li o inter­mi­ni­ste­ria­li, cir­co­la­ri, diret­ti­ve e/o linee gui­da, per la cui ema­na­zio­ne, tut­ta­via , sono pre­vi­sti ter­mi­ni spe­ci­fi­ci. Mol­ti di que­sti risul­ta­no già defi­ni­ti men­tre, per i restan­ti, pro­se­gue l’intenso lavo­ro di ela­bo­ra­zio­ne che por­te­rà alla loro con­clu­sio­ne nel rispet­to del­la tem­pi­sti­ca det­ta­ta dal­la leg­ge. I decre­ti legi­sla­ti­vi pro­mul­ga­ti da mar­zo a luglio 2017, riguar­da­no la rifor­ma del Ser­vi­zio civi­le che, oltre ad esse­re fina­liz­za­to alla dife­sa non arma­ta del­la Patria e alla pro­mo­zio­ne dei valo­ri fon­da­ti­vi del­la Repub­bli­ca, pun­ta lo sguar­do oltre i con­fi­ni nazio­na­li, apren­do­si ad una dimen­sio­ne trans­na­zio­na­le ed euro­pea. C’è poi il decre­to legi­sla­ti­vo rela­ti­vo al Cin­que per mil­le con­te­ne­te nor­me di mag­gio­re effi­cien­za e tra­spa­ren­za e quel­lo in mate­ria di Impre­sa socia­le, che è la tipo­lo­gia orga­niz­za­ti­va del Ter­zo set­to­re spe­ci­fi­ca­men­te ipo­tiz­za­ta per l’esercizio di atti­vi­tà eco­no­mi­ca d’impresa, anche se tale eser­ci­zio non è pre­clu­so agli altri Enti del Ter­zo set­to­re (ETS). Que­sto decre­to ha lo sco­po di rilan­cia­re l’impresa socia­le come moto­re di cre­sci­ta e svi­lup­po di un’economia inclu­si­va e soste­ni­bi­le e di faci­li­ta­re la nasci­ta di atti­vi­tà impren­di­to­ria­li a for­te voca­zio­ne socia­le. I pun­ti salien­ti riguar­da­no l’ampliamento dei cam­pi di atti­vi­tà, la pos­si­bi­li­tà di ripar­ti­re – sep­pur in for­ma limi­ta­ta — gli uti­li e gli avan­zi dige­stio­ne, l’introduzione di misu­re age­vo­la­ti­ve per chi inve­ste nel capi­ta­le socia­le del­le impre­se socia­li. Infi­ne, richia­mo il Codi­ce del Ter­zo Set­to­re che è sen­za dub­bio è il prov­ve­di­men­to più com­ples­so aven­te il meri­to di aver ride­fi­ni­to il qua­dro civi­li­sti­co degli enti di Ter­zo set­to­re. Il sud­det­to Codi­ce con­sen­te a tut­ti gli ETS e a tut­ti colo­ro che di essi si avval­go­no per il per­se­gui­men­to in for­ma col­let­ti­va e non lucra­ti­va di fina­li­tà civi­che, soli­da­ri­sti­che e di uti­li­tà socia­le, di poter usu­frui­re di una legi­sla­zio­ne appo­si­ta­men­te dedi­ca­ta, più ric­ca del­la pre­ce­den­te, e per­ciò capa­ce di con­tri­bui­re al loro svi­lup­po e al più effi­ca­ce per­se­gui­men­to degli sco­pi, nell’interesse dei bene­fi­cia­ri fina­li e dell’attività di inte­res­se gene­ra­le.
Alcu­ni aspet­ti del­la rifor­ma pos­so­no esse­re miglio­ra­ti e per que­sto abbia­mo prov­ve­du­to alla ste­su­ra decre­ti cor­ret­ti­vi, appro­va­ti in sede pre­li­mi­na­re dal Con­si­glio dei Mini­stri del 21 mar­zo scor­so. Con spe­ci­fi­co rife­ri­men­to al Codi­ce del Ter­zo Set­to­re e all’Impresa socia­le sono pre­vi­ste alcu­ne inte­gra­zio­ni vol­te ad un miglio­re coor­di­na­men­to tra nor­ma­ti­va nazio­na­le e regio­na­le, anche tenen­do con­to del­le osser­va­zio­ni for­mu­la­te dagli sta­ke­hol­der di rife­ri­men­to.

3) La rifor­ma pone una serie di requi­si­ti mol­to strin­gen­ti per iscri­ver­si nel­l’al­bo del­le asso­cia­zio­ni del ter­zo set­to­re (vedi il caso del Ser­vi­zio Civi­le Uni­ver­sa­le); non si rischia di esclu­de­re quel mon­do di orga­niz­za­zio­ni di pic­co­le e medie dimen­sio­ni?
Alla base del­la rifor­ma c’è sta­ta anche la neces­si­tà di deli­mi­ta­re in modo più chia­ro l’identità, non
solo giu­ri­di­ca, del Ter­zo set­to­re spe­ci­fi­can­do meglio i con­fi­ni tra volon­ta­ria­to e coo­pe­ra­zio­ne socia­le, tra asso­cia­zio­ni­smo di pro­mo­zio­ne socia­le e impe­sa socia­le, inqua­dran­do meglio la miria­de di sog­get­ti assai diver­si fra loro che nell’insieme rap­pre­sen­ta­no il pro­dot­to del­la libe­ra ini­zia­ti­va dei cit­ta­di­ni asso­cia­ti per per­se­gui­re il bene comu­ne. E’ sta­to, altre­sì, neces­sa­rio tene­re pre­sen­te che in que­sto ambi­to agi­va­no sog­get­ti non sem­pre “tra­spa­ren­ti” che, tal­vol­ta, han­no usu­frui­to di bene­fi­ci anche uti­liz­zan­do la for­ma asso­cia­ti­va per aggi­ra­re obbli­ghi di leg­ge. Ecco per­ché sono sta­te indi­vi­dua­te nor­me chia­re per la costi­tu­zio­ne degli enti e per la valo­riz­za­zio­ne del­la loro auto­no­mia sta­tu­ta­ria, sta­bi­len­do altre­sì i requi­si­ti sostan­zia­li neces­sa­ri ad esse­re defi­ni­ti enti non pro­fit. Al con­tem­po, sono sta­te intro­dot­te anche nor­me per la sem­pli­fi­ca­zio­ne e lo snel­li­men­to del­le pro­ce­du­re per il rico­no­sci­men­to del­la per­so­na­li­tà giu­ri­di­ca, che con­si­ste neces­sa­ria­men­te nell’iscrizione al Regi­stro Uni­co Nazio­na­le del Ter­zo Set­to­re, ope­ra­ti­va­men­te gesti­to su base ter­ri­to­ria­le e con moda­li­tà infor­ma­ti­che. Ana­lo­ga­men­te, al fine garan­ti­re e tute­la­re i gio­va­ni volon­ta­ri ed i desti­na­ta­ri dei pro­get­ti di Ser­vi­zio civi­le , vie­ne richie­sto agli enti pro­po­nen­ti l’ accre­di­ta­men­to pres­so l’ Albo degli enti di Ser­vi­zio civi­le uni­ver­sa­le che è subor­di­na­to al pos­ses­so di deter­mi­na­ti requi­si­ti.
Inol­tre, evi­den­zio che il Con­si­glio dei Mini­stri del 10 apri­le scor­so ha appro­va­to in via defi­ni­ti­va il decre­to cor­ret­ti­vo sul Ser­vi­zio civi­le uni­ver­sa­le che mira a ren­de­re più effi­ca­ci alcu­ne dispo­si­zio­ni, non­ché, a miglio­ra­re la fun­zio­na­li­tà di alcu­ni orga­ni­smi ope­ran­ti nel siste­ma, qua­li la Rap­pre­sen­tan­za degli ope­ra­to­ri volon­ta­ri e la Con­sul­ta nazio­na­le per il ser­vi­zio civi­le uni­ver­sa­le. In par­ti­co­la­re, con rife­ri­men­to all’istituendo Albo degli enti di ser­vi­zio civi­le uni­ver­sa­le, vie­ne pre­vi­sto il ter­mi­ne di dodi­ci mesi qua­le data di ces­sa­zio­ne di effi­ca­cia dell’iscrizione degli enti ai pre­vi­gen­ti albi di ser­vi­zio civi­le e ven­go­no fat­ti sal­vi i pro­get­ti di ser­vi­zio civi­le in cor­so alla data di ces­sa­zio­ne di effi­ca­cia dell’iscrizione, ovve­ro pre­sen­ta­ti in rela­zio­ne ad avvi­si pub­bli­ca­ti entro la mede­si­ma data.

4) Ser­vi­zio Civi­le Uni­ver­sa­le: c’è anco­ra mol­to da fare. Cre­de che l’at­tua­zio­ne del­la rifor­ma pos­sa pro­dur­re buo­ni risul­ta­ti già entro la fine del 2018?

Sicu­ra­men­te la rifor­ma pro­dur­rà buo­ni risul­ta­ti; innan­zi­tut­to gli ambi­ti di inter­ven­to sono sta­ti amplia­ti e riguar­da­no: l’assistenza, la pro­te­zio­ne civi­le, il patri­mo­nio ambien­ta­le e la riqua­li­fi­ca­zio­ne urba­na, il patri­mo­nio sto­ri­co arti­sti­co e cul­tu­ra­le, l’educazione e la pro­mo­zio­ne cul­tu­ra­le e del­lo sport, l’agricoltura socia­le e la bio­di­ver­si­tà, la pro­mo­zio­ne del­la pace e tute­la dei dirit­ti uma­ni, la coo­pe­ra­zio­ne allo svi­lup­po, la pro­mo­zio­ne del­la cul­tu­ra ita­lia­na all’estero. Il Ser­vi­zio civi­le svol­ge, dun­que, la fun­zio­ne di inter­ve­ni­re in set­to­ri stra­te­gi­ci del­la socie­tà civi­le, con­tri­buen­do al loro svi­lup­po e con­cor­ren­do al miglio­ra­men­to del­le con­di­zio­ni di vita di par­ti­co­la­ri cate­go­rie di sog­get­ti desti­na­ta­ri degli stes­si pro­get­ti. Inol­tre, per i gio­va­ni che svol­go­no il Ser­vi­zio civi­le, rap­pre­sen­ta un impor­tan­te momen­to di inclu­sio­ne, in par­ti­co­la­re, per colo­ro che pro­ven­go­no da situa­zio­ni socio-ambien­ta­li svan­tag­gia­te. Inol­tre,\ il cam­bia­men­to di deno­mi­na­zio­ne del Ser­vi­zio Civi­le, da “nazio­na­le” a “uni­ver­sa­le”, non è mera­men­te nomi­na­li­sti­co ma, con ciò, si inten­do­no crea­re le con­di­zio­ni affin­ché tut­ti i gio­va­ni che voglia­no vive­re tale espe­rien­za — in for­ma volon­ta­ria — lo pos­sa­no fare. Sostan­zial­men­te, è sta­to dato mag­gio­re impul­so a tale isti­tu­to, che sarà reso gra­dual­men­te acces­si­bi­le a tut­ti colo­ro sia­no inte­res­sa­ti a impe­gnar­si in pro­get­ti di cit­ta­di­nan­za atti­va e di par­te­ci­pa­zio­ne, com­pre­si i cit­ta­di­ni comu­ni­ta­ri e non comu­ni­ta­ri rego­lar­men­te sog­gior­nan­ti nel nostro Pae­se, anche in rece­pi­men­to del­le indi­ca­zio­ni per­ve­nu­te al riguar­do dal­la Cor­te Costi­tu­zio­na­le. Un pri­mo dato rile­van­te che pos­sia­mo osser­va­re è la for­te doman­da di par­te­ci­pa­zio­ne: si regi­stra­no più di 100 mila richie­ste annue da par­te dei gio­va­ni che cre­do­no nel­la pos­si­bi­li­tà di un con­cre­to impe­gno per­so­na­le a fini civi­ci e soli­da­ri­sti­ci. Un secon­do risul­ta­to con­cre­to riguar­da il nume­ro dei ragaz­zi e del­le ragaz­ze impe­gna­ti nel Ser­vi­zio civi­le, che è pas­sa­to da meno di ven­ti­mi­la nel 2012 a più di 53 mila pre­vi­sti per il 2017. Oltre al dato nume­ri­co va evi­den­zia­to anche il pro­fi­lo qua­li­ta­ti­vo degli inter­ven­ti rea­liz­za­ti. Per fare qual­che esem­pio mi rife­ri­sco, in par­ti­co­la­re, ai pro­get­ti pro­mos­si nel­le aree ter­re­mo­ta­te, a quel­li aven­ti per ogget­to ser­vi­zi di assi­sten­za e cura di sog­get­ti svan­tag­gia­ti e a quel­li desti­na­ti alla dife­sa del patri­mo­nio arti­sti­co ed ambien­ta­le.
A fron­te di tut­to ciò il Gover­no ha impe­gna­to sem­pre più risor­se, cir­co­stan­za che ha con­sen­ti­to un signi­fi­ca­ti­vo svi­lup­po del Ser­vi­zio civi­le.

Ales­sio Colac­chi

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