Grottaferrata — L’Associazione dei Nuovi Castelli Romani presenta il libro di Fabrizio De Prophetis «Anni ’60»

Grottaferrata — L’Associazione dei Nuovi Castelli Romani presenta il libro di Fabrizio De Prophetis «Anni ’60»

28/04/2018 0 Di Paola Polli

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«Quan­do mi pen­se­rai tro­ve­rai il mio pen­sie­ro ad atten­der­ti». Può esse­re sin­te­tiz­za­to in que­sta uni­ca fra­se «Anni ‘60», il libro che lo scrit­to­re Fabri­zio De Pro­phe­tis ha pre­sen­ta­to il 27 apri­le scor­so nel­la Libre­ria Adeia di Grot­ta­fer­ra­ta. Edi­to per i tipi di Alba­tros, il volu­me è sta­to al cen­tro dell’incontro che l’Asso­cia­zio­ne dei Nuo­vi Castel­li Roma­ni ha pro­mos­so per far cono­sce­re un testo nato dall’emozione. Quel­la pro­va­ta dal­lo scrit­to­re nel ritro­va­re per caso 1500 let­te­re che due gio­va­ni inna­mo­ra­ti, lui 20 anni, lei 16, si sono scrit­ti negli anni ’60. Un rap­por­to epi­sto­la­re inten­so e ric­co di par­ti­co­la­ri, sca­tu­ri­to dal desi­de­rio dei ragaz­zi di sen­tir­si vici­ni nono­stan­te la lon­ta­nan­za. Lui, infat­ti, vive­va a Roma e lei a Bolo­gna.

Nel volu­me le let­te­re, sapien­te­men­te tra­sfor­ma­te in appas­sio­nan­te rac­con­to scan­di­to dal tem­po, dagli acca­di­men­ti, dal con­te­sto socia­le e dal pen­sie­ro dell’epoca, pren­do­no vita facen­do emer­ge­re tut­ta la pas­sio­ne che lega i due ragaz­zi ma anche la loro sof­fe­ren­za poi­ché per moti­vi logi­sti­ci, spec­chio del­la cul­tu­ra di allo­ra, non pote­va­no veder­si spes­so. Uni­co obiet­ti­vo quel­lo del matri­mo­nio ma solo al ter­mi­ne degli stu­di e, per lui, dopo aver tro­va­to un lavo­ro. Ambi­to tra­guar­do che avreb­be legit­ti­ma­to il loro voler sta­re insie­me, per nul­la affie­vo­li­to dal­la lon­ta­nan­za poi­ché era nell’amore la ragio­ne del­la loro gio­va­ne vita.

Lo spac­ca­to nar­ra­to da De Pro­phe­tis «di gran­de poten­zia­li­tà cine­ma­to­gra­fi­ca» come ha sot­to­li­nea­to Car­me­lo Pan­dol­fi (docen­te di Sto­ria del­la Filo­so­fia Medie­va­le nell’Ateneo Pon­ti­fi­cio Regi­na Apo­sto­lo­rum) che lo ha accom­pa­gna­to nel­la pre­sen­ta­zio­ne del volu­me, testi­mo­nia come oggi, nell’epoca di face­book e di wha­tsapp, un libro del gene­re non potreb­be mai esse­re scrit­to. «Non sap­pia­mo se il pro­gres­so è una guer­ra vin­ta o per­sa per sem­pre» ha evi­den­zia­to a tale pro­po­si­to l’autore nel descri­ve­re quan­ta for­za e volon­tà emer­ga­no dal­le let­te­re. Istan­ta­nee di vita rese inde­le­bi­li nel tem­po che rac­con­ta­no un’epoca di sogni, sem­pli­ci­tà ed entu­sia­smo, sco­no­sciu­ta ai gio­va­ni di oggi.

«Cosa sareb­be la sto­ria dell’800 sen­za la let­te­ra?» ha osser­va­to anco­ra Pan­dol­fi sot­to­li­nean­do il ruo­lo cen­tra­le del­la comu­ni­ca­zio­ne epi­sto­la­re. Un’analisi socio­lo­gi­ca che – ha det­to — nel­lo spe­ci­fi­co del libro evi­den­zia e subli­ma l’incontro dell’incontro. Non dell’attrazione, di testa o di cor­po, ma del pen­sie­ro, il vero pro­ta­go­ni­sta del rac­con­to. Un sus­se­guir­si di paro­le e fra­si nel qua­le emer­ge il sen­so di gra­ti­tu­di­ne per le pic­co­le cose, sem­pli­ce e immen­so, che ha segna­to un perio­do nel qua­le si vive­va di meno, con meno salu­te e risor­se eco­no­mi­che ma dove la pas­sio­ne per la vita e la spe­ran­za per un futu­ro miglio­re era­no domi­nan­ti. Nono­stan­te gli osta­co­li che, come ha sot­to­li­nea­to l’autore, a nes­su­no ven­go­no mai rispar­mia­ti.

«Sia­mo feli­ci di aver con­tri­bui­to, tra­mi­te il libro di De Pro­phe­tis, a rega­la­re un signi­fi­ca­ti­vo momen­to di rifles­sio­ne, capa­ce di ricor­da­re con nostal­gia un pas­sa­to ric­co di sen­si­bi­li­tà e inte­rio­ri­tà che oggi appa­re offu­sca­to. Espe­rien­ze di vita che, come la sto­ria ci inse­gna, pos­so­no tor­na­re ad esse­re il nostro pre­sen­te se solo sia­mo in gra­do di apprez­zar­ne la ric­chez­za» ha det­to Etto­re Pom­pi­li, pre­si­den­te ono­ra­rio del­la NCR rin­gra­zian­do l’Amministrazione di Grot­ta­fer­ra­ta per la sua pre­sen­za tra­mi­te il con­si­glie­re comu­na­le Fede­ri­co Pom­pi­li.

Quin­di l’annuncio che «Anni ‘60» sarà anco­ra discus­so vener­dì 8 giu­gno a Palaz­zo Ruspo­li di Nemi (ore 18) all’interno degli even­ti pre­vi­sti per la 85ma edi­zio­ne del­la Sagra del­le Fra­go­le e Mostra dei Fio­ri.

De Pro­phe­tis, 80 anni il pros­si­mo 1 mag­gio, è nato a Mari­no dove il papà è sta­to medi­co con­dot­to fino al 1943. Già diri­gen­te del­la Cas­sa Depo­si­ti e Pre­sti­ti di Roma, ha al suo atti­vo altre cin­que pub­bli­ca­zio­ni: “Il tram in Ita­lia in Euro­pa e nel mon­do”, (Offi­ci­na edi­zio­ni), “Di testa mia” (Ed. Tip. Det­ti), “La sto­ria attra­ver­so stra­de, tra­spor­ti — muni­ci­pio XVII”, (Ed. Tip. Det­ti), “Par­lia­mo­ne” epi­gra­fi di Castel­li Tera­mo, (Ed. L’Eco di San Gabrie­le), “Di qui pas­sò” La sto­ria di Roma attra­ver­so le sue pre­zio­se epi­gra­fi (Iaco­bel­li Edi­to­re). Ha appe­na ter­mi­na­to di scri­ve­re il libro «Il bam­bi­no, il tram, la guer­ra», un volu­me anco­ra da pub­bli­ca­re ric­co di toc­can­ti ricor­di mari­ne­si lega­ti all’ultimo con­flit­to mon­dia­le, visti con gli occhi di un bim­bo testi­mo­ne iner­me del­la fero­cia deva­stan­te che l’uomo sta­va per­pe­tran­do.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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