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MARINO. PCI: Si al sostegno sociale, No alla truffa delle parole!
16/03/2018Questo articolo è stato letto 12468 volte!
MARINO. PCI: Si al sostegno sociale, No alla truffa delle parole!
Le politiche di sostegno vanno mantenute. Però occorre creare lavoro e non prendere in giro chi è in difficoltà. Non può farlo il Comune e neppure i consiglieri regionali! I comunisti dicono: Più Stato, Meno Mercato.
Negli anni ’70-’80 presero piede in modo consistente gli aiuti agli esclusi dai processi produttivi, sia per espulsione di lavoratori sia per non ingresso di neodiplomati e neolaureati. I lavori socialmente utili furono una sufficiente misura gestita da Regioni e Comuni. Sostanzialmente venivano individuati “progetti pubblici” ed a questi venivano assegnate persone (appunto lavoratori espulsi e giovani) per realizzarli. Manutenzioni straordinarie, inventari di beni pubblici e tanto altro. Oggi, dopo le scelte – qualcuno dice sagge (!?) ovvero di tagli — dei bilanci pubblici abbiamo un territorio che dalle grandi cose (frane, boschi, etc) alle piccole cose (pulizia cunette, marciapiedi, etc) vede abbandono e disagio o danno per i cittadini. Con intervento di Città Metropolitana di Roma (Sindaco Raggi, M5S) e dei comuni (nel nostro caso Marino, Sindaco Colizza, M5S) cosa ci vorrebbe a farne oggetto di scelta amministrativa? Questa nota, per commentare gli effetti speciali con scoppi di mortaretti che il Sindaco Colizza cinquestelle, sostenuto ora dalle trombe del neoconsigliere regionale Cacciatore cinquestelle, cercano di far passare ai cittadini (che, porca miseria!, sono quelle persone che stanno in difficoltà grave) la favoletta che stanno per ricevere “uno stipendio” !!! L’italiano è una grande lingua. Lo Stato sociale fornisce politiche di sostegno; la produzione determina lavoro. Il sostegno genera la possibilità di un reddito minimo garantito, il secondo uno stipendio. La trovata di chiamare reddito di cittadinanza la prima misura per fregare chi crede che stia per ricevere il secondo è una roba da imbroglioni!!! Ricordiamo che prima di Natale 2016, il compagno Stefano Enderle, — ora segretario del PCI di Marino — fece richiesta, per avere dati certi – dall’assessore alle attività produttive, Santamaita; dall’assessore ai servizi sociali, Cerro; e dal Sindaco, Colizza – per conoscere quanti disoccupati ci sono sul territorio di Marino, sia in numero esatto che in percentuale; di conoscere quante famiglie si rivolgono ai servizi sociali per aiuti economici o altra natura, e, altresì, di quanto sia aumentato o diminuito tale numero negli ultimi due anni; di conoscere quante attività commerciali e artigianali, distintamente, abbiano aperto o chiuso la propria attività negli ultimi due anni; di conoscere qual è allo stato attuale il programma di contrasto alla povertà che il Comune ha predisposto o stia attuando. Ebbene a questa richiesta non è mai giunta risposta. Dove è la gravità? E’ nel fatto che già in estate (2016) avevamo chiesto in un incontro in comune, cosa la Giunta M5S intendesse fare per il Reddito Minimo Garantito. Ci fu detto che a fine anno ci sarebbero state notizie e a gennaio fatti. Dunque a gennaio 2017 i fatti. Questi bugiardoni del M5S sono ora giunti a marzo 2018 per mascherare un provvedimento come fosse un altro. Perché altre giunte prima di loro non hanno preso misure di sostegno sociale? Si. Con gli stessi volumi di fondi? No, con più fondi. Coinvolgendo le stesse persone? No, di più. Con la stessa trasparenza? No, e per questo ricevettero pubblica denuncia politica da parte del PCI. Ma non spacciarono mai “chiavi di volta” così si chiamava l’iniziativa come “reddito da lavoro”. Non gettiamo “la croce del lavoro” su una singola Giunta, anche se a Marino si potrebbe fare di più e meglio. Lo sappiamo che il problema va risolto a scala vasta. Ma la soluzione risiede nel non accettare il pareggio di bilancio in Costituzione, come è stato fatto. Perché il M5S, contro l’Europa nel chiedere voti, e reggicoda nel cercare di andare al governo, non dice – pur avendo attenzione dei media – ora, chiaramente, dai Comuni, dalle Regioni e dal Parlamento che vanno stracciati i trattati europei? I comunisti lo dicono anche se non ci danno “vetrina”. Il PCI lo dice: Più Stato Meno Mercato. Ci accontentiamo che da qui, gli eletti Cacciatore, Lombardi e Colizza e l’Amministrazione di Marino lo dichiarino pubblicamente. Aspettiamo che accada.
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Un operatore dell’informazione. Un attivista culturale impegnato a diffondere le buone pratiche che aumentano ed estendono la fruizione del miglior bene immateriale di cui l’umanità dispone: il sapere, la conoscenza, la cultura. Questo il mio intimo a cui mi ispiro e la mia veste “giornalistica”. Professionalmente provengo da esperienze “strutturate” come sono gli Uffici Stampa pesanti: La Lega delle Cooperative, Botteghe Oscure. Ma anche esperienze di primo impatto: Italia Radio; e il mondo delle Rassegne Stampa cooperativa DIRE, Diretel, Rastel, Telpress. Per la carta stampata oltre una esperienza “in proprio” come direttore scientifico della rivista “Vini del Lazio”, ho collaborato con Paese Sera, con L’Unità, con Oggi Castelli.