Elezioni, “Iniziativa Comune” scrive al presidente Mattarella

Elezioni, “Iniziativa Comune” scrive al presidente Mattarella

09/03/2018 0 Di Marco Montini

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L’Italia, un pae­se dove c’è for­ma ma man­ca la sostan­za. Un pae­se che ha fame di poli­ti­ca e buon­go­ver­no ma vive una cri­si di rap­pre­sen­tan­za sen­za pre­ce­den­ti. Una disaf­fe­zio­ne pre­oc­cu­pan­te, un vuo­to valo­ria­le nel­la socie­tà civi­le, che “Ini­zia­ti­va Comu­ne” ha sapu­to per­ce­pi­re, anche e soprat­tut­to all’indomani del­le ele­zio­ni poli­ti­che del 4 mar­zo, che non han­no dato alla nazio­ne un gover­no sta­bi­le e defi­ni­to. Roc­co Tiso, por­ta­vo­ce del neo­na­to grup­po di Coo­pe­ra­zio­ne e Pro­po­ste, — com­po­sto da “Radi­ci” (Rag­grup­pa­men­to cor­pi inter­me­di nes­su­no toc­chi le radi­ci), “Con­feu­ro” (Con­fe­de­ra­zio­ne degli agri­col­to­ri euro­pei e del mon­do) e “Sog­get­to giu­ri­di­co” (Orga­ni­smo di aggre­ga­zio­ne inter­ca­te­go­ria­le e coin­vol­gi­men­to dei cit­ta­di­ni) – ha dun­que scrit­to al pre­si­den­te del­la Repub­bli­ca, Ser­gio Mat­ta­rel­la, ponen­do all’attenzione “un pro­ble­ma pre­sen­te nel­la sto­ria del­la nostra Demo­cra­zia che negli ulti­mi anni sta assu­men­do pro­por­zio­ni pre­oc­cu­pan­ti. Ci rife­ria­mo al pro­ces­so di disin­ter­me­dia­zio­ne poli­ti­ca che pri­vi­le­gia un rap­por­to sem­pre più diret­to fra il lea­der e i Cit­ta­di­ni (il Popo­lo) e che tra le pri­me vit­ti­me sta mie­ten­do gli stes­si par­ti­ti qua­li per­ni del siste­ma demo­cra­ti­co rap­pre­sen­ta­ti­vo”. Una cri­si di rap­pre­sen­tan­za, appun­to.

Ma cosa fare? Secon­do Roc­co Tiso, oggi è più che mai neces­sa­rio favo­ri­re la par­te­ci­pa­zio­ne, “per rige­ne­ra­re una cul­tu­ra poli­ti­ca o per meglio dire, quell’istinto poli­ti­co che, essen­do col­le­ga­to alla sor­te dell’uomo nel­la socie­tà, si riscon­tra in ogni ceto socia­le, e che può tro­va­re il pro­prio accre­sci­men­to solo attra­ver­so la pra­ti­ca del coin­vol­gi­men­to”. Nei temi che han­no carat­te­riz­za­to que­sta cam­pa­gna elet­to­ra­le, le caren­ze e l’as­sen­za di discus­sio­ne su argo­men­ti di inte­res­se gene­ra­le han­no supe­ra­to ogni più pes­si­mi­sti­ca pre­vi­sio­ne. “Tra i tan­ti Agri­col­tu­ra, Ambien­te, Ricer­ca, e poi fat­to irri­ce­vi­bi­le l’i­stru­zio­ne. La scuo­la è il vei­co­lo più impor­ta­te per il futu­ro del­le attua­li e del­le nuo­ve gene­ra­zio­ni – con­ti­nua il por­ta­vo­ce di “Ini­zia­ti­va Comu­ne” -. Se si vuo­le dare un nuo­vo impul­so alla socie­tà ita­lia­na occor­re par­ti­re dall’educazione dei nostri bam­bi­ni, dei nostri ragaz­zi, dei nostri gio­va­ni. Occor­re cioè semi­na­re fin dall’infanzia quei ger­mi cul­tu­ra­li che dovran­no via via matu­ra­re per for­ma­re una clas­se di cit­ta­di­ni rispet­to­si del­le rego­le, con­sa­pe­vo­li che il meri­to dovrà esse­re l’unico para­me­tro di valu­ta­zio­ne per la cre­sci­ta cul­tu­ra­le e pro­fes­sio­na­le”.  In Ita­lia il ripri­sti­no del sen­so del­la lega­li­tà rap­pre­sen­ta uno degli obiet­ti­vi prin­ci­pa­li di chi voglia dav­ve­ro cam­bia­re le cose. Solo la scuo­la può por­si come model­lo alter­na­ti­vo. Un model­lo alter­na­ti­vo vol­to a tra­smet­te­re non solo nozio­ni, ma anche model­li di com­por­ta­men­to ispi­ra­ti appun­to, al rispet­to del­le rego­le.

Per riu­scir­ci, da “Ini­zia­ti­va Comu­ne” pro­pon­go­no qual­che esem­pio pra­ti­co, pre­ci­so e defi­ni­to, come il rein­se­ri­men­to nei pro­gram­mi sco­la­sti­ci dell’educazione civi­ca, ambien­ta­le e ali­men­ta­re. Inol­tre, pro­por­re che nei pro­gram­mi sco­la­sti­ci sia di pras­si l’insegnamento siste­ma­ti­co di quan­to pub­bli­ca la Gaz­zet­ta Uffi­cia­le del­la Repub­bli­ca Ita­lia­na, in ordi­ne a leg­gi, decre­ti ed altre nor­me che inte­res­sa­no i cit­ta­di­ni. Alla stes­sa stre­gua va con­sul­ta­ta la Gaz­zet­ta Uffi­cia­le dell’Unione Euro­pea, con­si­de­ran­do che la nor­ma­ti­va Euro­pea, rego­la­men­ti del­la Com­mis­sio­ne e del Con­si­glio, diret­ti­ve, ban­di e acces­so ban­ca-dati, deve esse­re baga­glio cul­tu­ra­le dei gio­va­ni ai vari livel­li for­ma­ti­vi. Solo in que­sto modo, quan­do la Demo­cra­zia chia­ma, “noi cit­ta­di­ni potrem­mo rispon­de­re non sola­men­te con il voto, ma sare­mo pron­ti a dare il nostro con­tri­bu­to di idee, ma soprat­tut­to ad agi­re nel rispet­to del­le rego­le costi­tu­zio­na­li”, con­clu­de Roc­co Tiso.

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