CEPPI DI VIRUS DELL’INFLUENZA DIVERSI DAL PREVISTO. VACCINO RIMANE PERO’ ESSENZIALE PER LIMITARE CASI E MORTALITA’

CEPPI DI VIRUS DELL’INFLUENZA DIVERSI DAL PREVISTO. VACCINO RIMANE PERO’ ESSENZIALE PER LIMITARE CASI E MORTALITA’

06/02/2018 0 Di Redazione

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Mas­si­mo Gal­li

Da settembre sono stati segnalati 140 casi gravi di influenza confermata. Di questi l’81% presentava almeno una condizione predisponente a sviluppare complicazioni in caso di infezione influenzale.

SIMIT – “CEPPI DI VIRUS DELL’INFLUENZA DIVERSI DAL PREVISTO. VACCINO RIMANE PERO’ ESSENZIALE PER LIMITARE CASI E MORTALITA’

Due casi su tre, dai cam­pio­ni pre­le­va­ti da per­so­ne che i loro medi­ci curan­ti rite­ne­va­no mala­ti di influen­za, si sono rive­la­ti nega­ti­vi per virus influen­za­le .

INFLUENZA E MORTALITA’: I DATI – Secon­do gli ulti­mi dati for­ni­ti dall’Euro­Mo­Mo, siste­ma euro­peo per il moni­to­rag­gio del­la mor­ta­li­tà, nel­le ulti­me set­ti­ma­ne si è nota­to un incre­men­to del­la mor­ta­li­tà dovu­ta a un incre­men­to dei deces­si negli ultra 65enni, soprat­tut­to in Ita­lia, Spa­gna, Por­to­gal­lo e Sco­zia. Una del­le cau­se prin­ci­pa­li, anche, quest’anno, sono sta­ti gli effet­ti dell’influenza: lo sot­to­li­nea­no gli spe­cia­li­sti del­la Socie­tà Ita­lia­na di Malat­tie Infet­ti­ve e Tro­pi­ca­li – SIMIT.

GLI EFFETTI DELLA MANCATA VACCINAZIONE - Da set­tem­bre sono sta­ti segna­la­ti 140 casi gra­vi di influen­za con­fer­ma­ta (età media 61 anni) e 30 deces­si. Dei 140 casi gra­vi, tut­ti rico­ve­ra­ti in tera­pia inten­si­va, l’81% pre­sen­ta­va alme­no una con­di­zio­ne pre­di­spo­nen­te a svi­lup­pa­re com­pli­ca­zio­ni in caso di infe­zio­ne influen­za­le. I casi gra­vi indi­vi­dua­ti sono pro­ba­bil­men­te solo la pun­ta dell’iceberg.

Mol­to di tut­to que­sto - pro­se­gue il Prof. Mas­si­mo Gal­li — si sareb­be potu­to evi­ta­re con una miglio­re coper­tu­ra vac­ci­na­le, che resta mol­to lon­ta­na da quel 75% che rap­pre­sen­ta l’obiettivo mini­mo fis­sa­to dall’Organizzazione Mon­dia­le del­la Sani­tà negli ultra ses­san­ta­cin­quen­ni. In 68 (48,6%) di que­sti casi gra­vi il virus impli­ca­to era un A/H1N1pdm09, in 3 (2,1%) un A/H3N2, in 13 (9,3%) un virus A/non sot­to­ti­piz­za­to e in 56 (40,0%) un virus B”. - sot­to­li­nea il Prof. Mas­si­mo Gal­li — Pre­si­den­te del­la SIMIT - E que­sto pone l’indice sul­le pecu­lia­ri­tà e sul­le ‘rela­ti­ve sorprese’di que­sta sta­gio­ne influen­za­le. Mol­to H1N1 e mol­to B. Mol­to H1N1, il cui nuo­vo cep­po A/Michigan/45/2015 ha tro­va­to mol­te per­so­ne non vac­ci­na­te, soprat­tut­to bam­bi­ni e gio­va­ni, del tut­to suscet­ti­bi­li ad infet­tar­si. E mol­to virus influen­za­le B, che si è rive­la­to meno inno­cuo di quan­to il ven­ga spes­so con­si­de­ra­to.

IL CONFRONTO TRA LE DUE ULTIME STAGIONI INFLUENZALI - Il con­fron­to tra le due ulti­me sta­gio­ni influen­za­li è per mol­ti aspet­ti sor­pren­den­te. “Alla metà di gen­na­io del 2017, la sor­ve­glian­za viro­lo­gi­ca di Influ­net ripor­ta­va che, su 4.411 cam­pio­ni cli­ni­ci rac­col­ti in pazien­ti che pre­sen­ta­va­no una sin­dro­me influen­za­le, 1555 (35%) risul­ta­va­no posi­ti­vi per un virus dell’influenza dichia­ra il Prof. Gal­li - Di que­sti, 1543 era­no virus A, e ben 1333 era­no H3N2. Gli H1N1 accer­ta­ti era­no solo 18, i B solo 12. Alla stes­sa data del 2018, i dati sta­gio­na­li del­la sor­ve­glian­za ci dico­no che i cam­pio­ni posi­ti­vi era­no 1.725 su 5.152 (33%) e di que­sti solo 48 per H3N2, con­tro 535 per H1N1 e ben 1097 per virus influen­za­li B.

Dal pun­to di vista del­la cir­co­la­zio­ne dei cep­pi impli­ca­ti, quin­di, una situa­zio­ne del tut­to oppo­sta rispet­to all’anno pre­ce­den­te. I dati euro­pei ci dico­no che il 96% dei virus influen­za­li B iso­la­ti appar­tie­ne al cep­po B/Yamagata, solo il 4% inve­ce al B/Victoria. Nel vac­ci­no tri­va­len­te, amplia­men­te uti­liz­za­to quest’anno in Ita­lia e for­mu­la­to secon­do le pri­me indi­ca­zio­ni dell’Organizzazione Mon­dia­le del­la Sani­tà, il cep­po B/Yamagata non è con­tem­pla­to e que­sto, come è sta­to sug­ge­ri­to da Gio­van­ni Rez­za, dell’Istituto Supe­rio­re di Sani­tà, spie­ga pro­ba­bil­men­te mol­to di quan­to è acca­du­to”.

COME VIENE SCELTA LA COMPOSIZIONE DEL VACCINO INFLUENZALE — Le scel­te sui cep­pi con­tro i qua­li basa­re una cam­pa­gna vac­ci­na­le si fon­da­no soprat­tut­to su quan­to è cir­co­la­to negli anni pre­ce­den­ti ed in par­ti­co­la­re nell’opposto emi­sfe­ro. In altre paro­le, i cep­pi che han­no cir­co­la­to in Austra­lia o in Argen­ti­na duran­te l’estate, da giu­gno a set­tem­bre, saran­no quel­li più pro­ba­bil­men­te impli­ca­ti nel cau­sa­re l’influenza l’inverno suc­ces­si­vo nel nostro emi­sfe­ro. Ma pur­trop­po non sem­pre è così.

Nel 2014–15 ci si atten­de­va il cep­po H3N3 A/Texas/50/2012 – chio­sa il Pre­si­den­te del­la SIMIT - ma fini­ro­no per cir­co­la­re mol­to di più altri cep­pi, in par­ti­co­la­re l’H3N2 A/Switzerland/9715293/2013, il che ha mol­to ridot­to la coper­tu­ra offer­ta dai vac­ci­ni già pre­pa­ra­ti e mes­si in com­mer­cio. In Ita­lia, del resto, pro­prio quell’anno si toc­cò il mini­mo sto­ri­co di vac­ci­na­ti, pro­ba­bil­men­te a segui­to del­la dif­fu­sio­ne di noti­zie rive­la­te­si pri­ve di ogni fon­da­men­to sul­la impli­ca­zio­ne del vac­ci­no nel deces­so di alcu­ni anzia­ni. La dif­fu­sio­ne dei cep­pi vira­li pre­sen­ta inol­tre impor­tan­ti varia­zio­ni geo­gra­fi­che. Quest’anno nell’emisfero set­ten­trio­na­le han­no lar­ga­men­te pre­val­so, tra i virus dell’influenza A, i cep­pi H3N2, che però in Ita­lia, fino ad ora, qua­si non si sono visti. Tut­to que­sto, comun­que, non può met­te­re in discus­sio­ne l’importanza di vac­ci­nar­si, spe­cie per gli anzia­ni e i por­ta­to­ri di malat­tie cro­ni­che”.

COSA IL VACCINO NON PUÒ COPRIRE — Un’ultima con­si­de­ra­zio­ne: due casi su tre, dai cam­pio­ni pre­le­va­ti da per­so­ne che i loro medi­ci curan­ti rite­ne­va­no mala­ti di influen­za, si sono rive­la­ti nega­ti­vi per virus influen­za­le. Nien­te di inat­te­so: mol­te del­le sin­dro­mi influen­za­li che ogni anno si osser­va­no sono cau­sa­te da virus non influen­za­li e que­sto è acca­du­to anche in anni, come il 2016–17, in cui il vac­ci­no ‘copri­va’ com­ple­ta­men­te rispet­to ai virus dell’influenza poi cir­co­la­ti. La vac­ci­na­zio­ne anti influen­za­le è inte­sa come pro­te­zio­ne con­tro i più peri­co­lo­si tra i virus respi­ra­to­ri, e non le si può impu­ta­re di non pro­teg­ge­re dagli altri virus, come auto giu­sti­fi­ca­zio­ne per non vac­ci­nar­si.

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