Marino. PCI: Domenico Andreozzi non è più tra noi.

Marino. PCI: Domenico Andreozzi non è più tra noi.

22/04/2017 0 Di Maurizio Aversa

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Dome­ni­co Andreoz­zi

Il bat­ta­glie­ro com­pa­gno Dome­ni­co Andreoz­zi, men­tre era, in que­sto perio­do, in una casa di ripo­so a For­mia, è venu­to a man­ca­re. Sia­mo vici­ni ai figli e alla sua com­pa­gna e quan­ti pian­go­no la sua mor­te. Qui a S. Maria del­le Mole, nel comu­ne di Mari­no, era anco­ra pun­to di rife­ri­men­to di scam­bi di ana­li­si ed opi­nio­ni sul­la vicen­da poli­ti­ca ita­lia­na: mol­ti com­pa­gni che han­no avu­to il pia­ce­re di apprez­zar­lo ama­va­no discu­te­re con lui. Da ope­ra­io edi­le, da “immi­gra­to” dal­la Cio­cia­ria ai Castel­li roma­ni, ave­va modi taglien­ti di vede­re e giu­di­ca­re le cose. Solo per fare due esem­pi: ha impo­sto al grup­po diri­gen­te che sta rior­ga­niz­zan­do il Par­ti­to da alcu­ni anni, di “met­te­re come prio­ri­ta­rio il dover apri­re una sede. Per­ché, giu­sta­men­te dice­va, se hai un buco di rife­ri­men­to tut­ti com­pren­do­no che non stia­mo facen­do comi­ta­ti elet­to­ra­li, ma rife­ri­men­to per chi ha neces­si­tà. E sono tan­ti: gio­va­ni sen­za lavo­ro e per­so­ne anzia­ne social­men­te debo­li”. Per­ché, a lui, non anda­va pro­prio giu’ che la sede sto­ri­ca del PCI di S. Maria del­le Mole, che egli per­so­nal­men­te ave­va pri­ma costrui­to per il pro­prie­ta­rio di allo­ra, e suc­ces­si­va­men­te con deci­ne di altri com­pa­gni e com­pa­gne con­tri­bui­to ad acqui­star­la per desti­nar­la a sede del PCI, oggi non lo sia più! Per que­sto è da tem­po che il grup­po di com­pa­gni del nuo­vo PCI si sta impe­gnan­do, in tut­ti i modi, per una sede poli­ti­ca auto­no­ma. Un’altra cosa che dice­va sem­pre Dome­ni­co, non da ottan­ta­seien­ne ora, ma dal­la sua scel­ta a Rifon­da­zio­ne e poi al PdCI, era la que­stio­ne dell’unità a sini­stra. Non c’è sta­ta assem­blea pub­bli­ca di par­ti­to a cui abbia par­te­ci­pa­to che non sot­to­li­neas­se il pro­prio pun­to di visto (che ora è diven­ta­to del nuo­vo PCI). “L’unità a sini­stra è con­di­zio­ne per poter­ci difen­de­re, per dare for­za ai lavo­ra­to­ri – ripe­te­va – Ma non va vis­su­ta e costrui­ta col com­pro­mes­so al ribas­so. Non può esse­re stret­ta con chi non rite­nia­mo di sini­stra come il PD ren­zia­no.” Con­cet­ti che oggi sem­bra­no appar­te­ne­re alla pole­mi­ca poli­ti­ca attua­le e che, inve­ce, Dome­ni­co Andreoz­zi ci met­te­va davan­ti già sei-set­te anni fa! Voglia­mo ricor­dar­lo anche con una imma­gi­ne. E’ la foto che lo ritrae nel pro­prio ingres­so di casa, con una tar­ga a lui dedi­ca­ta dal­la sezio­ne per esse­re tra i fon­da­to­ri dei comu­ni­sti a S. Maria del­le Mole. Foto che ci ha chie­sto di impri­me­re per­ché desi­de­ro­so di mostra­re a tut­ti che esse­re comu­ni­sti non è una moda. E ade­ri­re al PCI, rin­no­van­do l’iscrizione al par­ti­to ogni anno come egli ha fat­to, non è un atto di super­fi­cia­li­tà o di con­ve­nien­za. E’ testi­mo­nian­za e voglia di lot­ta­re. Noi con­ti­nue­re­mo anche in suo nome.

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