Contraccezione, Italia in “zona retrocessione”. Metodi smart e personalizzati riducono il tasso d’abbandono

Contraccezione, Italia in “zona retrocessione”. Metodi smart e personalizzati riducono il tasso d’abbandono

13/04/2017 0 Di Redazione

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Contraccezione, Italia in “zona retrocessione”. Metodi smart e personalizzati riducono il tasso d’abbandono

Il nostro Pae­se è tra gli ulti­mi posti in Euro­pa per uti­liz­zo di con­trac­cet­ti­vi ormo­na­li: tra i 20 e i 24 anni di età solo il 18% usa la pil­lo­la, e il tas­so d’abbandono è in cadu­ta libe­ra.

Uno stu­dio dell’Ospedale San­ta Chia­ra di Pisa rive­la che oltre un ter­zo del­le don­ne che uti­liz­za­no la con­trac­ce­zio­ne ormo­na­le la inter­rom­pe per un qual­che moti­vo. Neces­sa­ri il dia­lo­go e il coun­sel­ling con il pro­prio gine­co­lo­go.

Oggi sono pos­si­bi­li per le gio­va­ni gene­ra­zio­ni diver­se rispo­ste basa­te su con­trac­cet­ti­vi a bas­si dosag­gi ormo­na­li, di più faci­le uti­liz­zo e con som­mi­ni­stra­zio­ne non ora­le, che con­sen­to­no una con­trac­ce­zio­ne per­so­na­liz­za­ta e a misu­ra di don­na.

 

L’Italia con­ti­nua ad occu­pa­re sta­bil­men­te, rispet­to al resto d’Europa, una posi­zio­ne arre­tra­ta in fat­to di con­trac­ce­zio­ne ormo­na­le, col­lo­can­do­si solo al 14° posto dopo la Spa­gna e davan­ti a Slo­vac­chia, Polo­nia e Gre­cia. Solo l’8% del­le ragaz­ze tra i 18 e i 19 anni usa la pil­lo­la, per­cen­tua­le che a fati­ca sfio­ra il 18% nel­la fascia tra i 20 e i 24 anni d’età, que­sti i dati emer­si da una recen­te ricer­ca1 che met­te in evi­den­za come in Ita­lia tra le don­ne più gio­va­ni il ricor­so alla con­trac­ce­zio­ne ormo­na­le sia più bas­so rispet­to ad altre clas­si d’età.

Di que­sto, di con­trac­ce­zio­ne ormo­na­le e dell’importanza di una cor­ret­ta infor­ma­zio­ne per le gio­va­ni don­ne, si par­la oggi a Roma in occa­sio­ne del Con­ve­gno “All you need is love — Amo­re e ormo­ni nel­la vita del­le don­ne”, pro­mos­so da MSD Ita­lia.

Aspet­to ancor più pre­oc­cu­pan­te è l’alto tas­so di abban­do­no nell’utilizzo del­la pil­lo­la, una vera e pro­pria pia­ga dei nostri tem­pi. Un’indagine pub­bli­ca­ta nel 20082 evi­den­zia come il 32,7% del­le don­ne che uti­liz­za­va­no la pil­lo­la aves­se inter­rot­to tale meto­do con­trac­cet­ti­vo nell’arco di un anno.

La situa­zio­ne però non accen­na anco­ra a miglio­ra­re: oggi l’interruzione del con­trac­cet­ti­vo ormo­na­le si atte­sta anco­ra attor­no al 30%. Un recen­te stu­dio3 tra­sver­sa­le retro­spet­ti­vo, che ha con­si­de­ra­to i dati di 1809 don­ne visi­ta­te pres­so gli ambu­la­to­ri del Dipar­ti­men­to di Oste­tri­cia e Gine­co­lo­gia dell’Ospedale San­ta Chia­ra di Pisa tra il 2010 e il 2015, ha con­clu­so che oltre un ter­zo del­le pazien­ti (34,9%) ha inter­rot­to l’utilizzo del meto­do con­trac­cet­ti­vo che sta­va seguen­do, con una per­cen­tua­le di inter­ru­zio­ne mag­gio­re per i meto­di di som­mi­ni­stra­zio­ne per via ora­le rispet­to all’anello vagi­na­le.

«Per­ché la don­na deci­de di inter­rom­pe­re? Il più del­le vol­te per pic­co­li effet­ti col­la­te­ra­li – affer­ma Fran­ca Fruz­zet­ti, Respon­sa­bi­le dell’Ambulatorio di Endo­cri­no­lo­gia e Gine­co­lo­gia dell’U.O. San­ta Chia­ra di Pisa – distur­bi che si pre­sen­ta­no nel cor­so del­la con­trac­ce­zio­ne e tra tut­ti, quel­li più impor­tan­ti sono le per­di­te di san­gue irre­go­la­ri e l’aumento di peso. Quel­lo che è emer­so dal­lo stu­dio è che l’interruzione del meto­do con­trac­cet­ti­vo è mag­gio­re o mino­re a secon­da di quel­lo uti­liz­za­to. Nel nostro stu­dio, l’anello vagi­na­le è risul­ta­to il meto­do con­trac­cet­ti­vo asso­cia­to a minor inter­ru­zio­ne, vale a dire che le don­ne che negli anni han­no assun­to con­trac­ce­zio­ne per via vagi­na­le ne inter­rom­po­no l’assunzione mol­to meno rispet­to alle don­ne che uti­liz­za­no pil­lo­le con 20 mcg o 30 mcg di eti­ni­le­stra­dio­lo. E in que­sta dif­fe­ren­za quel­lo che ha avu­to un ruo­lo fon­da­men­ta­le è sta­ta pro­prio la bas­sis­si­ma per­cen­tua­le di per­di­te ema­ti­che per le don­ne che uti­liz­za­no l’anello vagi­na­le».

In uno sce­na­rio così com­ples­so e nebu­lo­so si affac­cia­no tut­ta­via le nuo­ve tipo­lo­gie con­trac­cet­ti­ve, ridi­se­gna­te per le esi­gen­ze e lo sti­le di vita del­le nuo­ve gene­ra­zio­ni. Con­trac­cet­ti­vi ormo­na­li da som­mi­ni­stra­re non per via ora­le ben­sì per via trans­der­mi­ca o per via vagi­na­le come il cerot­to e l’anello vagi­na­le con appli­ca­to­re che sono sta­ti ogget­to di signi­fi­ca­ti­vi cam­bia­men­ti, com­pre­sa la pro­gres­si­va ridu­zio­ne dei dosag­gi di eti­ni­le­stra­dio­lo e l’introduzione di nuo­vi pro­ge­sti­ni­ci ed estro­ge­ni natu­ra­li. Meto­di con­trac­cet­ti­vi ormo­na­li smart, che coniu­ga­no la faci­li­tà d’uso all’efficacia, con un buon pro­fi­lo di sicu­rez­za, per­ché è impos­si­bi­le dimen­ti­car­li. Una con­trac­ce­zio­ne ormo­na­le, dun­que, sem­pre più rita­glia­ta sul­le esi­gen­ze e lo sti­le di vita del­la gio­va­ne don­na e del­la cop­pia.

Ma la vera urgen­za oggi è quel­la di imple­men­ta­re la cono­scen­za e l’informazione, per­ché le don­ne cono­sco­no la pil­lo­la ma non san­no che sono dispo­ni­bi­li altri meto­di con­trac­cet­ti­vi ormo­na­li non ora­li, tra i qua­li pos­so­no tro­va­re quel­lo che più si avvi­ci­na alle loro esi­gen­ze; ed è urgen­te agi­re sul­le fasce di popo­la­zio­ne più gio­va­ni, in par­ti­co­la­re gli ado­le­scen­ti, fem­mi­ne e maschi per­ché la scel­ta del meto­do con­trac­cet­ti­vo coin­vol­ge la don­na e l’uomo, la cop­pia.

Il ruo­lo del gine­co­lo­go è fon­da­men­ta­le per infor­ma­re cor­ret­ta­men­te la don­na su tut­ti i meto­di con­trac­cet­ti­vi a sua dispo­si­zio­ne e per sce­glie­re insie­me quel­lo più adat­to per lei, così che lei sap­pia cosa le vie­ne som­mi­ni­stra­to e qua­li sono le moda­li­tà di assun­zio­ne che più si avvi­ci­na­no alle sue esi­gen­ze, limi­tan­do la pos­si­bi­li­tà di effet­ti col­la­te­ra­li e aumen­tan­do la com­plian­ce.

«È neces­sa­ria un’informazione che par­ta dal bas­so, biso­gne­reb­be comin­cia­re a par­la­re di ses­sua­li­tà fin dall’infanzia affin­ché le infor­ma­zio­ni acqui­si­te diven­ti­no par­te del­la cul­tu­ra gene­ra­le dell’individuo e per­ché, al momen­to di uti­liz­zar­le, que­sti ne com­pren­da appie­no l’importanza che han­no sul­la salu­te ripro­dut­ti­va e ses­sua­le – affer­ma Fruz­zet­ti inol­tre, occor­re arri­va­re alle gio­va­ni gene­ra­zio­ni attra­ver­so un approc­cio mul­ti­mo­da­le che ten­ga con­to di tut­ti i cana­li infor­ma­ti­vi dal­la scuo­la al web. È dimo­stra­to, infat­ti, che nei Pae­si dove sono sta­ti fat­ti pro­gram­mi edu­ca­ti­vi di que­sto tipo il tas­so di abban­do­no del­la con­trac­ce­zio­ne ormo­na­le è crol­la­to ed è aumen­ta­ta l’aderenza alle scel­te con­trac­cet­ti­ve».

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