MALATTIE CRONICHE: ARTROSI E CEFALEA PIU’ DIFFUSE. 14MILA CASI DI TUMORE PER BAMBINI. COME ALLEVIARE IL DOLORE E IL RUOLO DELLA DIETA MEDITERRANEA

MALATTIE CRONICHE: ARTROSI E CEFALEA PIU’ DIFFUSE. 14MILA CASI DI TUMORE PER BAMBINI. COME ALLEVIARE IL DOLORE E IL RUOLO DELLA DIETA MEDITERRANEA

13/04/2017 0 Di Redazione

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Prof. Fanel­li

Atti del Con­gres­so Inter­na­zio­na­le di Ane­ste­sio­lo­gia SIMPAR-ISURA. Pre­sen­ti 1200 spe­cia­li­sti e medi­ci, metà ita­lia­ni e metà pro­ve­nien­ti dal­l’e­ste­ro.

SIMPAR-ISURA — Firenze capitale mondiale contro il dolore. Inaugura il “congresso dei record”.

Sono 15 milio­ni gli ita­lia­ni che sof­fro­no in manie­ra cro­ni­ca 

“Uno degli erro­ri che più spes­so com­met­tia­mo è rite­ne­re che alla base del dolo­re cro­ni­co ci sia una natu­ra di tipo tumo­ra­le: que­sto, in real­tà, avvie­ne solo nel 10% dei casi” — chia­ri­sce il Pre­si­den­te del Con­gres­so Mas­si­mo Alle­gri

Tenu­to­si a Firen­ze fino al 1 apri­le 2017, il Con­gres­so Inter­na­zio­na­le di Ane­ste­sio­lo­gia SIMPAR-ISURA, è sta­to orga­niz­za­to e pre­sie­du­to dal Prof. Mas­si­mo Alle­gri, ricer­ca­to­re pres­so l’U­ni­ver­si­tà di Par­ma e spe­cia­li­sta in ane­ste­sia ria­ni­ma­zio­ne e tera­pia del dolo­re. Pre­sen­ti 1200 spe­cia­li­sti e medi­ci, metà ita­lia­ni e metà pro­ve­nien­ti dal­l’e­ste­ro, per con­fron­tar­si sul­le nuo­ve sco­per­te scien­ti­fi­che e tec­no­lo­gi­che e su tut­te le tema­ti­che rela­ti­ve allo stu­dio e alla gestio­ne del dolo­re cro­ni­co.

UNA EDIZIONE DEL CONGRESSO “SPECIALE” — Due impor­tan­ti appun­ta­men­ti inter­na­zio­na­li con­ver­go­no, in manie­ra ecce­zio­na­le, per que­sta edi­zio­ne. Trat­ta­si di SIMPAR (Stu­dy In Mul­ti­di­sci­pli­na­ry PAin Research)pri­ma rete in Ita­lia di spe­cia­li­sti in gra­do di miglio­ra­re la gestio­ne dei pazien­ti con acu­ta e dolo­re cro­ni­co, e di ISURA (Inter­na­tio­nal Sym­po­sium of Ultra­sound in Regio­nal Ane­sthe­sia), appun­ta­men­to dedi­ca­to all’applicazione degli ultra­suo­ni per l’anestesia loca­le e per medi­ci­na del dolo­re.

“Un con­gres­so spe­cia­le, due sim­po­si in uno: la Socie­tà Mon­dia­le di Eco­gra­fia e Tera­pia del dolo­re acu­to cro­ni­co sarà pre­sen­te, con­te­stual­men­te al nostro con­gres­so, con un suo even­to - ha spie­ga­to alla vigi­lia il Pre­si­den­te Mas­si­mo Alle­gri - Tre gli argo­men­ti prin­ci­pa­li su cui dibat­te­re­mo in que­sto dupli­ce con­gres­so. Innan­zi­tut­to il dolo­re acu­to post ope­ra­to­rio, per­ché il 2017 è l’an­no ad esso dedi­ca­to. Abbia­mo dato tan­tis­si­mo spa­zio alle nuo­ve tec­ni­che per con­trol­lar­lo, con la con­sa­pe­vo­lez­za che occor­re anco­ra lavo­ra­re tan­to in que­sta dire­zio­ne. Il secon­do tema è il dolo­re in con­di­zio­ni par­ti­co­la­ri, ovve­ro ciò che può sem­bra­re di nic­chia, come quel­lo che riguar­da il bam­bi­no, l’a­li­men­ta­zio­ne o la com­po­nen­te cogni­ti­va. Il ter­zo focus è sul dolo­re neu­ro­pa­ti­co, sia nel trat­ta­men­to far­ma­co­lo­gi­co che nel trat­ta­men­to inter­ven­ti­sti­co”.

COS’E’ LA TERAPIA DEL DOLORE — Il dolo­re è gene­ral­men­te sin­to­mo di qual­co­sa che non va bene: un effet­to di una pato­lo­gia in cor­so. Quan­do inve­ce non c’è una cau­sa sca­te­nan­te, e quin­di il dolo­re diven­ta cro­ni­co, occor­re par­la­re di tera­pia del dolo­re. Con tale ter­mi­ne si inten­do­no tut­ti que­gli atti far­ma­co­lo­gi­ci, inter­ven­ti­sti­ci, chi­rur­gi­ci e cogni­ti­vo-com­por­ta­men­ta­li mira­ti a ridur­re il dolo­re inu­ti­le, cioè quel­la sof­fe­ren­za che non ha nes­su­na uti­li­tà nel­l’es­ser­ci. In altre paro­le, si par­la di tera­pia del dolo­re quan­do dob­bia­mo trat­ta­re sia il dolo­re come sin­to­mo che come malat­tia. 

I NUMERI DEL PROBLEMA - Il dolo­re come malat­tia è tut­to ciò che è cro­ni­co. Una pato­lo­gia che afflig­ge il 20% del­la popo­la­zio­ne ita­lia­na, men­tre nei Pae­si del­l’Eu­ro­pa gli inte­res­sa­ti oscil­la­no tra il 18 e il 25%. In que­sta per­cen­tua­le fan­no par­te tut­te quel­le per­so­ne che per tut­ta la vita sof­fro­no di un dolo­re. Dodi­ci milio­ni di ita­lia­ni, quin­di, sono a rischio o stan­no già sof­fren­do di malat­tie “cro­ni­che”.

“Un nume­ro deva­stan­te — aggiun­ge il Prof. Alle­gri — Nel Por­to­gal­lo il costo del mal di schie­na è pari all’8% del PIL. In Ame­ri­ca inve­ce il dolo­re costa 600 miliar­di all’an­no. In Ita­lia, inve­ce, una del­le pri­me cau­se di acces­so al pro­prio medi­co di medi­ci­na gene­ra­le è il mal di schie­na. Ven­go­no per­se tan­tis­si­me gior­na­te lavo­ra­ti­ve di mal di schie­na”.

PROBLEMI RICORRENTI — Non solo mal di schie­na. Il pro­ble­ma più ricor­ren­te in fat­to di malat­tie cro­ni­che è l’o­steoar­tro­si, che coin­vol­ge più di 4 milio­ni di ita­lia­ni, e che costa 3,5 miliar­di di euro all’an­no, tra costi diret­ti e indi­ret­ti. Il 70% dei pro­ble­mi osteoar­tro­si­ci è lega­to alla lom­bal­gia. Poi ci sono la cefa­lea, che afflig­ge 2 milio­ni di ita­lia­ni, e i dolo­ri neu­ro­pa­ti­ci peri­fe­ri­ci, come il dia­be­te.

“Uno degli erro­ri che più spes­so com­met­tia­mo è rite­ne­re che alla base del dolo­re cro­ni­co ci sia una natu­ra di tipo tumo­ra­le — chia­ri­sce il Pre­si­den­te del Con­gres­so — Ma nel gran­de mon­do del dolo­re cro­ni­co solo il 10% è rela­ti­vo ad un tumo­re, nono­stan­te il dolo­re sia spes­so, erro­nea­men­te, asso­cia­to ad un pro­ble­ma onco­lo­gi­co. Ma nel 90% dei casi que­sta asso­cia­zio­ne è del tut­to infon­da­ta”.

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Il caso Pre­ga­ba­lin: uno dei far­ma­ci mag­gior­men­te pre­scrit­ti al mon­do con­tro il dolo­re non è effi­ca­ce con­tro il mal di schie­na. In Ita­lia si sono spe­si 80 milio­ni di euro per que­sto far­ma­co.

I COSTI DEL DOLORE - “E’ il con­gres­so dal pun­to di vista nume­ri­co più impor­tan­te d’I­ta­lia ed ha un altis­si­mo livel­lo qua­li­ta­ti­vo e scien­ti­fi­co — spie­ga il Prof. Gui­do Fanel­li, Azien­da Ospe­da­lie­ro — Uni­ver­si­ta­ria di Par­ma - La base è dedi­ca­ta sopra­tut­to alla ricer­ca cli­ni­ca e alla ricer­ca tran­sa­zio­na­le: si esplo­ra­no nuo­vi svi­lup­pi per cura­re la malat­tia del dolo­re. Que­sta in Ita­lia com­por­ta una spe­sa, tra costi diret­ti e indi­ret­ti, di 3,2 miliar­di di euro, secon­do gli ulti­mi dati Istat a dispo­si­zio­ne. I costi del dolo­re in Euro­pa rap­pre­sen­ta­no il 2,3% del PIL. Negli Sta­ti Uni­ti, inve­ce, egua­glia­no la som­ma dei costi del­la tera­pia anti­can­cro, vasco­la­re e anti­vi­ra­le, arri­van­do a 600 milio­ni di dol­la­ri”.

IL CASO “PREGABALIN” - E’ mol­to impor­tan­te, quin­di, com­bat­te­re il dolo­re non solo da un pun­to di vista cli­ni­co, negli inte­res­si del pazien­te, ma anche da un pun­to di vista far­mae­co­no­mi­co. Come inse­gna il recen­te caso del Pre­ga­ba­lin, uno dei far­ma­ci mag­gior­men­te pre­scrit­ti al mon­do con­tro il dolo­re. Que­sto, secon­do la ricer­ca pub­bli­ca­ta dal New England Jour­nal of Medi­ci­ne, non è effi­ca­ce con­tro il ner­vo scia­ti­co, come inve­ce si è da sem­pre rite­nu­to.  In Ita­lia si sono spe­si 80 milio­ni di euro per que­sto far­ma­co, ma si guar­da con fidu­cia alle nuo­ve solu­zio­ni tera­peu­ti­che.

LA LEGGE 38/2010 - In Ita­lia c’è anche una leg­ge che si pro­po­ne di tute­la­re chi sof­fre in manie­ra cro­ni­ca. Si trat­ta del­la 38/2010, ma solo un medi­co su tre ne cono­sce l’e­si­sten­za. “L’I­ta­lia — dichia­ra il Prof. Mas­si­mo Alle­gri — è sta­to il pri­mo Pae­se al mon­do ad aver accol­to le indi­ca­zio­ni del­l’Or­ga­niz­za­zio­ne Mon­dia­le del­la Sani­tà. Que­sta affer­ma che è un dirit­to di ogni cit­ta­di­no non sof­fri­re. La leg­ge isti­tui­sce un per­cor­so tale che per­met­te al pazien­te di ave­re una rete isti­tu­zio­na­le cli­ni­ca per la gestio­ne del pro­prio dolo­re. Pur­trop­po però que­sta, appli­ca­ta a mac­chia di leo­par­do. La 38/2010 inol­tre isti­tui­sce dei per­cor­si for­ma­ti­vi spe­ci­fi­ci per i medi­ci e con­sen­te un acces­so sem­pli­fi­ca­to ad alcu­ni far­ma­ci”

Secon­do un recen­te stu­dio euro­peo, la tera­pia del dolo­re in media vie­ne inse­gna­ta 6 ore in 6 anni. L’U­ni­ver­si­tà di Par­ma in Ita­lia è quel­la che spic­ca in fat­to di pre­pa­ra­zio­ne, dichia­ra­ta l’ “Uni­ver­si­tà sen­za dolo­re”. In que­sta non solo si inse­gna la tera­pia del dolo­re, ma la si lega ad altre disci­pli­ne, in un con­te­sto mul­ti­di­sci­pli­na­re. Uno dei gran­di impe­gni degli spe­cia­li­sti è espor­ta­re que­sto model­lo anche nel­le altre cit­tà, così che si pos­sa ave­re una mag­gio­re pre­pa­ra­zio­ne a livel­lo teo­ri­co e pra­ti­co.

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Ogni anno gua­da­gnia­mo 6 ore di vita: nel­l’ar­co di pochi anni aumen­te­ran­no espo­nen­zial­men­te i casi di dia­be­te, iper­ten­sio­ne, distur­bi cogni­ti­vi e artro­si.

L’I­ta­lia ha un’a­spet­ta­ti­va media di vita intor­no agli 84–85 anni, aumen­ta­ta negli ulti­mi anni più di quan­to è aumen­ta­ta negli ulti­mi 100 anni. Ogni anno gua­da­gnia­mo 6 ore di vita: oggi l’i­ta­lia­no medio è don­na e ha 44 anni. Nel 2050 sarà sem­pre don­na ma avrà 72 anni. Ma qua­li effet­ti que­sta ten­den­za avrà sul­la tera­pia del dolo­re?

ANZIANI IN ITALIA - “La con­se­guen­za prin­ci­pa­le è che que­ste pato­lo­gie cro­ni­che aumen­te­ran­no - spie­ga il Prof. Gui­do Fanel­li, Ordi­na­rio di Ane­ste­sia e Ria­ni­ma­zio­ne del­l’U­ni­ver­si­tà di Par­ma -  Aumen­te­ran­no quin­di i casi di dia­be­te, iper­ten­sio­ne, distur­bi cogni­ti­vi e artro­si. Basti pen­sa­re che l’ar­tro­si ha un’in­ci­den­za del 40% oltre i 64 anni: il 30% di que­sta per­cen­tua­le ha come sin­to­mo il dolo­re. Aumen­tan­do l’e­tà, aumen­te­rà quin­di anche la rela­ti­va cro­ni­ciz­za­zio­ne”.

I MINORI E IL PROBLEMA DELL’ETA’ -  Con l’au­men­ta­re del­l’e­tà il rischio di ripor­ta­re un caso di dolo­re cro­ni­co cre­sce espo­nen­zial­men­te, soprat­tut­to quel­lo osteoar­ti­co­la­re. Ma i casi di mal di schie­na, in gene­ra­le la lom­bal­gia, coin­vol­ge anche tan­te fasce di gio­va­ni adul­ti in sta­to atti­vo. L’o­steoar­tro­si riguar­da anche fasce più adul­te. Il dolo­re nei bam­bi­ni, inve­ce, ha soprat­tut­to una natu­ra pro­ce­du­la­re: quel­li che mani­fe­sta­no cro­ni­ci­tà sono quel­li  che entra­no nel cir­cui­to del­le cure pal­lia­ti­ve, cau­sa tumo­re, ossia 14mila bam­bi­ni ita­lia­ni all’an­no.

A CHI RIVOLGERSI - Se c’è una pato­lo­gia che si può risol­ve­re, occor­re rivol­ger­si allo spe­cia­li­sta di rife­ri­men­to. Se inve­ce si trat­ta di un dolo­re cro­ni­co, e quin­di non più risol­vi­bi­le, ci si rivol­ge al tera­pi­sta del dolo­re. “Si tro­va­no in tut­ta Ita­lia — pre­ci­sa il Prof. Mas­si­mo Alle­gri - e pos­so­no miglio­ra­re la vita anche dei più sof­fe­ren­ti”.

 

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Ginger, zenzero, curcuma, frutta e verdura gli alimenti che aiutano a stare meglio. Ma gli specialisti allertano: “Il fai da te in alcune patologie può fare più danno che altro”. 

L’u­nio­ne del­la die­ta di tipo medi­ter­ra­neo, l’u­ni­ca che abbia per­mes­so ad oggi risul­ta­ti scien­ti­fi­ci posi­ti­vi e com­pro­va­ti, e la nutra­ceu­ti­ca, disci­pli­na nata dal­la fusio­ne dei ter­mi­ni “nutri­zio­ne” e “far­ma­ceu­ti­ca”, può esse­re un vali­do aiu­to per i tera­pi­sti del dolo­re e per chi sof­fre di malat­tie cro­ni­che. I prin­ci­pa­li ali­men­ti di tale regi­me ali­men­ta­re, infat­ti, con­tri­bui­sco­no posi­ti­va­men­te non solo a com­bat­te­re le prin­ci­pa­li pato­lo­gie, ma anche a pre­ve­nir­le.

COS’E’ LA TERAPIA DEL DOLORE — Il dolo­re è gene­ral­men­te sin­to­mo di qual­co­sa che non va bene: un effet­to di una pato­lo­gia in cor­so. Quan­do inve­ce non c’è una cau­sa sca­te­nan­te, e quin­di il dolo­re diven­ta cro­ni­co, occor­re par­la­re di tera­pia del dolo­re. Con tale ter­mi­ne si inten­do­no tut­ti que­gli atti far­ma­co­lo­gi­ci, inter­ven­ti­sti­ci, chi­rur­gi­ci e cogni­ti­vo-com­por­ta­men­ta­li mira­ti a ridur­re il dolo­re inu­ti­le, cioè quel­la sof­fe­ren­za che non ha nes­su­na uti­li­tà nel­l’es­ser­ci. In altre paro­le, si par­la di tera­pia del dolo­re quan­do dob­bia­mo trat­ta­re sia il dolo­re come sin­to­mo che come malat­tia. 

Il pro­ble­ma più ricor­ren­te in fat­to di malat­tie cro­ni­che è l’o­steoar­tro­si, che coin­vol­ge più di 4 milio­ni di ita­lia­ni, e che costa 3,5 miliar­di di euro all’an­no, tra costi diret­ti e indi­ret­ti. Il 70% dei pro­ble­mi osteoar­tro­si­ci è lega­to alla lom­bal­gia. Poi ci sono la cefa­lea, che afflig­ge 2 milio­ni di ita­lia­ni, e i dolo­ri neu­ro­pa­ti­ci peri­fe­ri­ci, come il dia­be­te.

L’IMPORTANZA DELLA DIETA MEDITERRANEA - La die­ta medi­ter­ra­nea offre un otti­mo bilan­cia­men­to di pro­tei­ne, lipi­di e car­boi­dra­ti. Ave­re un giu­sto rap­por­to di que­sti tre macroe­le­men­ti tut­to il gior­no nei due pasti prin­ci­pa­li e in quel­li secon­da­ri va ad aggiun­ge­re un fat­to­re impor­tan­te nel com­bat­te­re l’in­fiam­ma­zio­ne e il dolo­re stes­so.

“Que­sta die­ta — spie­ga la Dr.ssa Manue­la De Gre­go­ri, bio­lo­ga nutri­zio­ni­sta del Poli­cli­ni­co San Mat­teo di Paviapuò esse­re uti­liz­za­ta sia per le tera­pie cro­ni­co onco­lo­gi­che che per quel­le beni­gne, ma anche per i pazien­ti che  devo­no sot­to­por­si ad un inter­ven­to chi­rur­gi­co o per chi ha già subi­to un inter­ven­to. Gli sba­gli ali­men­ta­ri dovu­ti alla man­can­za di un’e­du­ca­zio­ne ali­men­ta­re influi­sco­no tan­tis­si­mo sul­la gestio­ne del dolo­re stes­so”.

“La die­ta medi­ter­ra­nea — aggiun­ge il Dr Mau­ri­zio Mar­che­si­ni, ane­ste­si­sta e tera­pi­sta del dolo­re pres­so l’A­zien­da Ospe­da­lie­ro-Uni­ver­si­ta­ria di Par­maha le carat­te­ri­sti­che di esclu­de­re o di ridur­re degli ali­men­ti che han­no carat­te­ri­sti­che pro-infiam­ma­to­rie. La ten­den­za attua­le per chi non rispet­ta un pia­no nutri­zio­na­le pro­gram­ma­to e atten­to è quel­lo di incor­re­re in un accu­mu­lo di calo­rie e gras­si. Que­sti han­no una cor­re­la­zio­ne con l’in­fiam­ma­zio­ne e con lo svi­lup­po del dolo­re. Quin­di il dolo­re nel­le ginoc­chia non è cau­sa­to solo dal sovrap­pe­so, ma dal­la quo­ta di sostan­ze infiam­ma­to­rie cau­sa­ta dal­la cat­ti­va ali­men­ta­zio­ne, che dan­neg­gia le arti­co­la­zio­ni stes­se. Lo dimo­stra il fat­to che per­so­ne in sovrap­pe­so han­no dolo­ri anche alle pic­co­le arti­co­la­zio­ni, come le mani, in cui il peso non ha nes­sun ruo­lo”.

I RISCHI DI UNA ERRATA ALIMENTAZIONE - Non ave­re la giu­sta atten­zio­ne a tavo­la può cau­sa­re un peg­gio­ra­men­to di una con­di­zio­ne gene­ti­ca­men­te pre­de­ter­mi­na­ta di dolo­re cro­ni­co o peg­gio­ra­re quel­li che pos­so­no esse­re degli insul­ti ester­ni come un inter­ven­to chi­rur­gi­co, una pato­lo­gia neo­pla­sti­ca e/o beni­gna. In que­sto modo non si può ave­re una rispo­sta natu­ra­le di auto­con­ser­va­zio­ne come l’e­vo­lu­zio­ne vuo­le, ma si avvia una deri­va ver­so una cro­ni­ciz­za­zio­ne di que­sti sta­ti.

“Oltre al dolo­re di cui par­lia­mo in que­sta sede, e quin­di le pato­lo­gie infiam­ma­to­rie cro­ni­che, non solo osteoar­ti­co­la­ri ma anche inte­sti­na­li e ulce­ro­se, ci sono tan­te altre pato­lo­gie che sono più note — pre­ci­sa il Dr Mau­ri­zio Mar­che­si­niPar­lia­mo di pro­ble­mi car­dio­lo­gi­ci, svi­lup­po del dia­be­te, pro­ble­mi meta­bo­li­ci e respi­ra­to­ri. Si sa che una per­so­na che ha subi­to un infar­to deve esse­re atten­to alla die­ta, ma non si sa che la stes­sa atten­zio­ne è neces­sa­ria in uno sta­to di dolo­re”.

COSA MANGIARE E COME — Gli spe­cia­li­sti con­si­glia­no una die­ta più varie­ga­ta pos­si­bi­le, sen­za esclu­de­re deter­mi­na­ti ali­men­ti, ma cer­can­do di abbi­nar­li cor­ret­ta­men­te agli altri e soprat­tut­to di cuci­nar­li in modo cor­ret­to. “Sicu­ra­men­te — chio­sa la Dr.ssa De Gre­go­rio — una die­ta ric­ca di frut­ta e di ver­du­ra è una die­ta antin­fiam­ma­to­ria, ma que­sto non signi­fi­ca che biso­gna esclu­de­re car­ne e pesce. Ser­ve sce­glie­re pon­de­ra­ta­men­te tut­ti gli ali­men­ti pre­sen­ti in natu­ra. Una cosa fon­da­men­ta­le è bilan­ciar­li ogni gior­no con tut­to quel­lo che vie­ne acqui­si­to dal pazien­te. Non è solo una que­stio­ne di quan­ti­tà, ma anche di qua­li­tà”.

COSA EVITARE - Scon­si­glia­ti ali­men­ti pro-infiam­ma­to­ri qua­li quel­li con le fari­ne raf­fi­na­te, meglio quel­le inte­gra­li. Evi­ta­re le car­ni con­ser­va­te, come salu­mi e insac­ca­ti, soprat­tut­to quel­li di deri­va­zio­ne sui­na. E’ bene pon­de­ra­re anche l’u­ti­liz­zo del­lo zuc­che­ro raf­fi­na­to e quel­lo del sale. Meglio sosti­tui­re que­sti aro­ma­tiz­zan­ti a del­le spe­zie che han­no anche pro­prie­tà antin­fiam­ma­to­rie.

Esi­ste un lega­me anche tra ali­men­ta­zio­ne e malat­tie psi­co­lo­gi­che: biso­gna quin­di sta­re atten­ti a ciò che si man­gia anche in caso di malat­tie neu­ro­de­ge­ne­ra­ti­ve. “La com­po­nen­te di pato­lo­gia del siste­ma ner­vo­so — spie­ga il Dr Mau­ri­zio Mar­che­si­nipos­so­no esse­re influen­za­te dal trat­ta­men­to ali­men­ta­re. Basti pen­sa­re che un pazien­te che ha un dolo­re è anche un pazien­te che è depres­so. Anche in que­sto caso ridur­re la quo­ta di introi­to calo­ri­co, quel­la di zuc­che­ri e di aci­di gras­si aiu­ta a limi­ta­re qual­che dege­ne­ra­zio­ne del­l’e­tà, sia in sen­so fisi­co che per lo svi­lup­po di malat­tie neu­ro-gene­ra­ti­ve”.

 

LE SOSTANZE SPECIALI CHE AIUTANO -  In meri­to alle sin­go­le sostan­ze, uno stu­dio dimo­stra come l’as­sun­zio­ne di un deri­va­to del­la cur­cu­ma da par­te di un pazien­te con osteoar­tro­si dia un risul­ta­to ricon­du­ci­bi­le all’as­sun­zio­ne di para­ce­ta­mo­lo. Ne esi­ste uno anche sugli aci­di gras­si Omega3, con risul­ta­ti ana­lo­ghi. Risul­ta­ti posi­ti­vi anche per il gin­ger, zen­ze­ro, frut­ta e ver­du­re.

 

“Atten­zio­ne — aller­ta­no gli spe­cia­li­sti — però a non cade­re nel­la medi­ci­na non con­ven­zio­na­le, nel­l’e­so­te­ri­smo, nel­la natu­ro­pa­tia a tut­ti i costi. La tera­pia medi­ca non va sosti­tui­ta con l’in­te­gra­zio­ne di un ali­men­to. Que­sto può pro­vo­ca­re un miglio­ra­men­to, più ener­gie, meno inson­nia, più benes­se­re, ma non deve esse­re asso­lu­ta­men­te l’u­ni­ca via per risol­ve­re il pro­ble­ma. Il fai da te in alcu­ne pato­lo­gie può fare più dan­no che altro”.

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