Grottaferrata, Fontana: “Tutto fermo sulla questione degli abusi edilizi: la politica agisca!”

Grottaferrata, Fontana: “Tutto fermo sulla questione degli abusi edilizi: la politica agisca!”

12/04/2017 1 Di Federico Ghera

Que­sto arti­co­lo è sta­to let­to 5254 vol­te!

Giam­pie­ro Fon­ta­na

L’ex Sin­da­co del­la Cit­ta­di­na crip­ten­se tor­na sul­la vicen­da degli immo­bi­li abu­si­vi ai Castel­li Roma­ni, riba­den­do l’in­vi­to for­te agli orga­ni isti­tu­zio­na­li di inter­ve­ni­re nel­l’ot­ti­ca di  una riso­lu­zio­ne velo­ce ed effi­cien­te.

 

“Il 22 mar­zo scor­so ho espres­so un pun­to di vista sul­la que­stio­ne del­le pos­si­bi­li demo­li­zio­ni degli immo­bi­li edi­fi­ca­ti abu­si­va­men­te - così affer­ma Fon­ta­na — L’ho fat­to, anche in esi­to all’incontro-convegno del 16 mar­zo a Roc­ca Prio­ra, orga­niz­za­to dal Comi­ta­to Equi Dirit­ti.

A due set­ti­ma­ne dal con­ve­gno, nul­la di con­cre­to è avve­nu­to. La Regio­ne tace, il Gover­no idem, la Pro­cu­ra con­ti­nua il pres­sing sui Sin­da­ci, obbli­ga­ti per leg­ge ad ese­gui­re le demo­li­zio­ni. A par­te il Comi­ta­to e i diret­ti inte­res­sa­ti, nes­su­no si pre­oc­cu­pa di disin­ne­sca­re la bom­ba socia­le che potreb­be pre­fi­gu­rar­si.

Le cro­na­che con­ti­nua­no a segna­la­re i diver­si casi: pri­ma l’ordine di demo­li­zio­ne del­la casa in cui vive­va la don­na in sta­to di gra­vi­dan­za ad Arte­na, poi l’avvio del­le pro­ce­du­re per l’abbattimento del­la casa del­lo sven­tu­ra­to Cit­ta­di­no di Colon­na, sem­bra sana­ta per erro­re anni fa, al costo di 60mila euro e con un mutuo di 100mila euro pen­den­te. E doma­ni cos’altro suc­ce­de­rà?

La Regio­ne Lazio rilan­cia ha appro­va­to, il 14 mar­zo, un altro Pro­to­col­lo d’Intesa, sta­vol­ta con la Pro­cu­ra Gene­ra­le del­la Repub­bli­ca pres­so la Cor­te di appel­lo di Roma, sem­pre fina­liz­za­to all’esecuzione del­le sen­ten­ze sull’abusivismo pas­sa­te in giu­di­ca­to. Ora anche la Capi­ta­le sarà inve­sti­ta del­la que­stio­ne e vedre­mo cosa acca­drà in pre­sen­za, come si dice, di cir­ca 300mila immo­bi­li inte­res­sa­ti dal prov­ve­di­men­to.

Non ho mai avu­to, tan­to­me­no da Sin­da­co, la pre­sun­zio­ne di cono­sce­re le solu­zio­ni ad un pro­ble­ma com­ples­so e social­men­te rile­van­te. Tut­ta­via, sin dal rice­vi­men­to dell’atto del­la Pro­cu­ra di Vel­le­tri (novem­bre 2015), ho cer­ca­to di pro­por­re con­tri­bu­ti di pen­sie­ro ido­nei ad affron­ta­re prag­ma­ti­ca­men­te la que­stio­ne.

Riten­go, come ho sem­pre rite­nu­to, che si deb­ba par­la­re chia­ro: vivia­mo, pur­trop­po, in una Socie­tà che fati­ca a rico­no­sce­re l’Autorità costi­tui­ta o le rap­pre­sen­tan­ze demo­cra­ti­che, anche a cau­sa dei pes­si­mi esem­pi for­ni­ti. Per que­sto, mi chie­do, qua­le auto­re­vo­lez­za o cre­di­bi­li­tà può ave­re un poli­ti­co, un ammi­ni­stra­to­re o chiun­que altro invo­ca que­sta o quell’altra nor­ma giu­ri­di­ca, sep­pur vali­da e cogen­te. Non sono in discus­sio­ne valo­ri e prin­ci­pi che ispi­ra­no l’agire, né le nor­me giu­ri­di­che che rego­la­no i com­por­ta­men­ti e la civi­le con­vi­ven­za.

Il pro­ble­ma è un altro: come si fa a dire alla gen­te “ora c’è una nuo­va cul­tu­ra del­la lega­li­tà, il ven­to è cam­bia­to….” oppu­re a richia­ma­re alla “tol­le­ran­za zero” ver­so gli abu­si edi­li­zi? Ma dove si vive? A Topo­li­nia o Pape­ro­po­li? Il prin­ci­pio di lega­li­tà, come det­to, resta fer­mo ed i Cit­ta­di­ni che han­no rispet­ta­to le nor­me non devo­no sen­tir­si defrau­da­ti da ulte­rio­ri con­do­ni o tol­le­ran­ze. Chi ha costrui­to vio­lan­do la leg­ge ha com­mes­so rea­to. Accla­ra­to ciò, è dove­re di chi ammi­ni­stra (una Cit­tà, una Regio­ne o la Nazio­ne) pen­sa­re alle con­se­guen­ze del­le ini­zia­ti­ve poste in esse­re anche dal­la Regio­ne Lazio e dal­la Pro­cu­ra di Vel­le­tri, sot­to­scri­ven­do il Pro­to­col­lo d’Intesa del giu­gno 2015: il con­tra­sto all’abusivismo è un dove­re, ma è altret­tan­to dove­ro­so tute­la­re social­men­te le per­so­ne, inclu­se quel­le che han­no edi­fi­ca­to abu­si­va­men­te la casa in cui vivo­no, spe­cie di que­sti tem­pi. Tute­la­re non vuol dire tol­le­ra­re, e qui sta la dif­fe­ren­za di approc­cio che la Poli­ti­ca dovreb­be intra­pren­de­re sul­la vicen­da.

Ad oggi, di un simi­le approc­cio, non v’è trac­cia: si inter­vie­ne ai con­ve­gni, si rila­scia­no inter­vi­ste, si stra­par­la di ovvie­tà e poi tut­to resta com’è. Da oltre 16 mesi, nei 30 Comu­ni ricom­pre­si nel­la giu­ri­sdi­zio­ne del­la Pro­cu­ra di Vel­le­tri, ci sono cen­ti­na­ia di Fami­glie che vivo­no l’incubo dell’abbattimento del­la casa in cui abi­ta­no, maga­ri costrui­ta su un ter­re­no di pro­prie­tà con i pro­pri sol­di. Han­no sba­glia­to, non v’è dub­bio. Cio­no­no­stan­te, è bene ricor­dar­lo, c’è un inte­ro siste­ma che avreb­be potu­to e dovu­to impedire/reprimere tali abu­si (la vigi­lan­za edi­li­zia comu­na­le, i rile­va­men­ti fotoae­ro­gram­me­tri­ci o con dro­ni, le Pro­cu­re, i Tri­bu­na­li, i Sin­da­ci, ecc. ecc.), in un’epoca in cui i satel­li­ti entra­no nel­le nostre case e ci pos­so­no spia­re finan­co nell’intimo.

Lo stes­so siste­ma che, in mol­tis­si­mi casi, ha con­ces­so resi­den­ze ana­gra­fi­che, riscos­so tri­bu­ti e per­mes­so l’allaccio di uten­ze (idri­che, elet­tri­che, ecc.), “dimen­ti­can­do” che gli immo­bi­li era­no abu­si­vi. Ora, improv­vi­sa­men­te, in talu­ni casi dopo decen­ni dall’emissione del­la sen­ten­za, ci si sve­glia e si pre­ten­de di rivol­ta­re il mon­do in un bat­ti­ba­le­no, come se nul­la fos­se.

Le con­trad­di­zio­ni su cui pog­gia l’intera vicen­da sono pale­si ed igno­rar­le vuol dire met­te­re la testa sot­to la sab­bia, come fan­no gli struz­zi. Biso­gna affron­ta­re il pro­ble­ma in manie­ra orga­ni­ca, risol­ver­lo nel­la miglio­re manie­ra pos­si­bi­le e, con­te­stual­men­te, atti­var­si affin­ché non un solo metro cubo in più ven­ga edi­fi­ca­to sen­za i rela­ti­vi per­mes­si di leg­ge, attuan­do sì, in quel caso, tol­le­ran­za zero.

Men­tre si fa tut­to ciò, visto che per distri­ca­re un simi­le gro­vi­glio ci vor­rà del tem­po, la Poli­ti­ca deve inter­ve­ni­re, a tut­ti i livel­li, per usci­re da que­sto pan­ta­no con razio­na­li­tà e sen­so di respon­sa­bi­li­tà. I magi­stra­ti e le For­ze dell’Ordine devo­no, giu­sta­men­te, far rispet­ta­re le sen­ten­ze e la leg­ge. I Sin­da­ci devo­no, giu­sta­men­te, vigi­la­re sull’abusivismo e veri­fi­ca­re l’esecuzione del­le rela­ti­ve ordi­nan­ze, ma devo­no altre­sì far­si cari­co dei pro­ble­mi dei Cit­ta­di­ni. Le per­so­ne, soprat­tut­to di que­sti tem­pi, han­no dirit­to a vive­re sot­to un tet­to.

Affin­ché tut­ti abbia­no sod­di­sfa­zio­ne, onde evi­ta­re il caos socia­le, occor­re un inter­ven­to legi­sla­ti­vo di natu­ra straor­di­na­ria, in pri­mis a livel­lo gover­na­ti­vo, che sospen­da le demo­li­zio­ni, con­ce­da tem­po, ad esem­pio, di costrui­re allog­gi popo­la­ri o altre edi­fi­ca­zio­ni in for­ma age­vo­la­ta, e dove pos­si­bi­le risol­va le con­trad­di­zio­ni di una sana­to­ria, quel­la del 2003, sostan­zial­men­te inter­rot­ta dopo che le istan­ze dei Cit­ta­di­ni era­no sta­te pre­sen­ta­te.

Gli stru­men­ti ci sono: lo scor­so 30 mar­zo ho invia­to al Comi­ta­to Equi Dirit­ti una nuo­va boz­za di docu­men­to da pro­por­re ai Sin­da­ci del com­pren­so­rio del­la Pro­cu­ra di Vel­le­tri, con­te­nen­te ipo­te­si di lavo­ro che la Poli­ti­ca, tut­ta e indi­pen­den­te­men­te da appar­te­nen­ze, schie­ra­men­ti o livel­li di gover­no, può esa­mi­na­re per veri­fi­car­ne la fat­ti­bi­li­tà.

Il Sena­to del­la Repub­bli­ca, ad esem­pio, sta esa­mi­nan­do il dise­gno di leg­ge n. 2383 “Con­te­ni­men­to del con­su­mo del suo­lo e riu­so del suo­lo edi­fi­ca­to”. La Regio­ne Lazio, sem­pre a tito­lo esem­pli­fi­ca­ti­vo, sta esa­mi­nan­do la pro­po­sta di leg­ge n. 365 “Nor­me per la rige­ne­ra­zio­ne urba­na e per il recu­pe­ro edi­li­zio”, così come il Con­si­glio regio­na­le ha in cor­so d’esame il nuo­vo Pia­no Ter­ri­to­ria­le Pae­si­sti­co Regio­na­le (PTPR). All’interno di que­sti per­cor­si legi­sla­ti­vi, vi sono – se lo si vuo­le ovvia­men­te – gli spa­zi quan­to­me­no per dibat­te­re del­la que­stio­ne e dei pos­si­bi­li risvol­ti.

Per la cro­na­ca, ricor­do che il ter­ri­to­rio dei Castel­li Roma­ni espri­me un Sena­to­re del­la Repub­bli­ca, Bru­no ASTORRE, ed un Ono­re­vo­le, Fili­ber­to ZARATTI, l’uno ori­gi­na­rio di Colon­na, l’altro di Roc­ca Prio­ra, due Comu­ni inte­res­sa­ti dal­la que­stio­ne del­le demo­li­zio­ni, spe­cie il secon­do. L’On. ZARATTI, tra l’altro, è Rela­to­re di Mino­ran­za sull’originario DDL n. 2039 poi tra­sfor­ma­to in Atto Sena­to n. 2383 ed è sta­to anche Asses­so­re regio­na­le all’Ambiente.

Sem­pre per la cro­na­ca, evi­den­zio che il Pre­si­den­te del­la Regio­ne, Nico­la ZINGARETTI, oltre a poter inci­de­re diret­ta­men­te attra­ver­so la legi­sla­zio­ne regio­na­le, è mem­bro del­la Con­fe­ren­za Sta­to-Regio­ni e, se lo ritie­ne, può atti­va­re tale Orga­ni­smo per un con­fron­to col Gover­no. Il 29 mar­zo scor­so, Rap­pre­sen­tan­ti del­la Con­fe­ren­za han­no svol­to un’audizione in seno alla 9^ Com­mis­sio­ne Agri­col­tu­ra del Sena­to, pro­prio sul DDL Sena­to n. 2383. Per­ché non chie­de­re una ulte­rio­re audi­zio­ne sul pro­ble­ma demo­li­zio­ni? Oppu­re chie­de­re l’iscrizione del­la que­stio­ne all’odg dei lavo­ri del­la Con­fe­ren­za?

Anco­ra ieri (2 apri­le), nel cor­so del Pro­gram­ma “L’Arena”, su Rai 1, è sta­ta affron­ta­ta la scot­tan­te mate­ria richia­man­do ana­lo­ghe situa­zio­ni di abu­si edi­li­zi che afflig­go­no la Regio­ne Sici­lia. Ciò, ad ulte­rio­re ripro­va del­la rile­van­za nazio­na­le che rive­ste la vicen­da e del fat­to che il Gover­no, se oppor­tu­na­men­te sol­le­ci­ta­to dagli ammi­ni­stra­to­ri regio­na­li, può e deve inter­ve­ni­re.

Nel rin­no­va­re la mia dispo­ni­bi­li­tà, auspi­co che i Sin­da­ci, il Pre­si­den­te ANCI regio­na­le ed il Pre­si­den­te dell’XI Comu­ni­tà Mon­ta­na, valu­ti­no posi­ti­va­men­te il docu­men­to da me pro­po­sto al Comi­ta­to Equi Dirit­ti, se del caso modificandolo/integrandolo come meglio rite­nu­to, e lo fac­cia­no per­ve­ni­re quan­to pri­ma alla Regio­ne, al Sen. ASTORRE ed all’On. ZARATTI, non­ché agli altri atto­ri isti­tu­zio­na­li pre­po­sti. Gli stru­men­ti ci sono e LA POLITICA HA IL DOVERE DI AGIRE. Subi­to e con­cre­ta­men­te.”

 

 

 

                                                             

 

Related Images: