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Marino: abbandoni eccellenti a SEL, a cominciare da Mirko Laurenti, il segretario uscente
01/04/2017Questo articolo è stato letto 4198 volte!
Nel giorno dell’avvio dell’assemblea congressuale di Sinistra Italiana di Roma e Area Metropolitana, si registrano nel territorio di Marino illustri abbandoni di quel progetto politico, tra i quali quello di Mirko Laurenti (ex segretario cittadino di SEL) e Barbara Giannoli (ex vicesegretaria cittadina di SEL). Qui di seguito e in allegato (in PDF) in una lettera le motivazioni della scelta.
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Alla c.a. di Assemblea congressuale di Sinistra Italiana — Roma Area Metropolitana
Cari compagni,
vi scriviamo perché proprio non possiamo non farlo. La nostra vuole essere una manifestazione di lealtà e di onestà politica nei confronti di una comunità che per anni abbiamo contribuito a rappresentare e far crescere, con tutte le difficoltà, e che ha visto sia il nostro territorio sia tanti compagni e compagne partecipi alla sua costruzione e protagonisti nell’esperienza di Sinistra Ecologia e Libertà.
Oggi pomeriggio si apriranno i lavori del Congresso Provinciale di Sinistra Italiana, alla quale siamo iscritti. Non possiamo che essere dubbiosi e perplessi per i metodi e le pratiche che ci hanno portato e condotto fin qui.
Noi abbiamo deciso di aderire a Sinistra Italiana nei tempi per partecipare ai congressi alfine di essere fattivamente partecipi tanto al dibattito politico quanto alla elezione dei gruppi dirigenti che dovranno dare vita a questa nuova esperienza. Lo abbiamo fatto con l’idea di contribuire ad un percorso nuovo e che potesse prendere il meglio da ciò che avevamo tutti costruito in passato con e dentro SEL e/o altre realtà. Abbiamo scelto di farlo convinti che stavamo puntando tutto su un soggetto politico nuovo, aperto, inclusivo. La necessità che anche noi abbiamo è quella di dare gambe e testa ad un nuovo modello di sinistra. Viviamo in un paese sempre più diseguale per cui pensavamo che l’esperienza di Sinistra Italiana avesse le sue fondamenta proprio sulla “circolarità” delle idee, sul confronto e, perché no, sulla possibilità di ragionare in maniera chiara e trasparente sulle esigenze che deve avere una nuova forza politica. Tutti uguali, tutti allo stesso livello. Ma così non è andata.
Il congresso provinciale di Sinistra Italiana che si è svolto lo scorso 4 Febbraio ci ha visti partecipi al dibattito ma da lì fino ad arrivare a Rimini abbiamo assistito a manifestazioni evidenti che invece la direzione che si era intrapresa era nettamente differente. Lo diciamo non solo per la sensazione che si percepisce dalle sporadiche iniziative e documenti di livello nazionale, o per la posizione assai ambigua (anzi assolutamente inesistente) e oggi insostenibile, sulla collocazione europea di un partito che dovrebbe essere nuovo e che guarda al futuro, ma anche per le evidenti reticenze e chiusure che abbiamo personalmente riscontrato da parte di alcuni neo-dirigenti verso i dubbi e i contributi proposti da parte di compagni e/o territori.
Tali ambiguità e chiusure diventano ancor più evidenti quando coinvolgono solo alcuni compagni e solo alcuni territori nelle scelte di indirizzo di questo soggetto politico nuovo ed “inclusivo”. Soprattutto quando questo avviene a ridosso del congresso di Roma e Provincia che dovrà eleggere assemblea, segreteria e direzione e individuare il documento politico e quelli tematici identificativi di una linea che questo Partito dovrà tenere sul territorio di Roma e della sua provincia.
Abbiamo chiesto, a chi ci ha chiamato a dire la nostra in questa delicata e cruciale fase, di sapere se c’era già un dibattito aperto su componenti di direzioni e segreterie regionali e provinciali e su documenti politici tematici, nonché sul documento politico congressuale. Abbiamo preteso di conoscere i criteri di alcune scelte e eventuali proposte di nomi (che ipotizzavamo fossero già in discussione, ma solo perché qualche congresso lo abbiamo già vissuto…). Abbiamo chiesto di poter partecipare alla stesura dei documenti tematici e di quello politico. Abbiamo dato piena disponibilità, a patto di essere messi a conoscenza anche in itinere dei meccanismi e dei criteri di scelta delle persone e degli indirizzi politici (sia provinciali che regionali, che, ovviamente, territoriali). Le risposte che sono arrivate sono state purtroppo gravemente insoddisfacenti, piene di molte belle parole ma vuote di sostanza sia rispetto alle nostre legittime domande sia rispetto alla volontà di coinvolgimento di una parte di territorio (i Castelli romani), che già tanto hanno pagato in questi anni per le scelte di singoli e l’inconsistenza di rappresentanza politica tra i vertici partitici rappresentati a Roma (ovviamente ci riferiamo qui all’esperienza di SEL).
Abbiamo sostanzialmente ricevuto, in risposta ai nostri legittimi dubbi e proposte fattive, solo risposte di circostanza piene di allusioni.
Abbiamo subìto, lo diciamo senza fare giri di parole, una inaccettabile “analisi del sangue” volta a certificare la nostra “fede” nel progetto indipendentemente da criteri, contenuti e idee che pure avevamo da subito messo a disposizione, con le nostre incertezze e i nostri dubbi, ma in maniera leale e schietta.
Siamo infatti venuti a conoscenza (a cose e nomi fatti o quasi) della nomina della commissione che ha poi provveduto a lavorare sul documento congressuale e organizzare i lavori del congresso. Ma, verrebbe da dire, è normale che ci sia qualcuno che imposti il lavoro. Ovvio che sia così. Abbiamo poi atteso di essere coinvolti nei lavori dei documenti tematici, come da disponibilità data, ma niente. Però pare che questi documenti siano stati abbozzati e poi saranno ovviamente perfezionati dal dibattito congressuale, ovvio anche questo. Ma, viene da dire, perché dire che un percorso è aperto e inclusivo se poi solo alcuni sanno e hanno modo di prendervi parte? Ancora, almeno i criteri utilizzati nella scelta di chi ha/dovrà lavorare su queste cose (importanti per un partito che sta nascendo sui territori) e nella decisione di quali temi sono da approfondire o meno (e questo dipende proprio dai territori coinvolti invece), è dato conoscerli? Ad oggi assolutamente no.
Così come siamo certi che è già abbozzato un elenco di nominativi di compagni che dovranno rappresentare la segreteria e l’assemblea di SI di Roma e Area Metropolitana allargata, dalla quale usciranno segreteria e segretario. Perché negare che ciò sta avvenendo? perché non dire almeno quali sono i criteri e i tempi che si danno per analizzare questo o quel nominativo, questo o quel percorso, questo o quell’argomento? Una linea politica ampiamente rappresentativa e inclusiva si costruisce così.
Non è per gli incarichi o eventuali “strapuntini”, ma il nostro territorio come altre realtà non può, né è giusto che debba, pagare il prezzo della “nube di sospetto” immediatamente fatta calare su di noi e sul nostro operato.
Tutto ciò è inaccettabile per un partito che intende essere nuovo e soprattutto di Sinistra e inclusivo. Ci sembra che all’orizzonte ci sia più un revival di alcuni nostalgici partiti degli anni ’90 del secolo scorso, che non un soggetto politico che si pone l’obiettivo di essere al passo con i tempi di oggi.
Per questo dopo aver atteso di vedere una mano tesa e di essere accolti, con tutte le nostre incertezze, ma anche con le nostre propositività e disponibilità, in un dialogo davvero aperto e di alto livello, come dovrebbe essere quello di un partito al suo primo congresso territoriale, abbiamo scelto di fermarci qui.
Per questo non saremo al congresso di Roma venerdì 31 marzo e sabato primo aprile. Per motivi non di facciata o di bieco opportunismo, ma per quelle che sono divenute in questi mesi profonde lacerazioni politiche. Divergenze di punti di vista, di obiettivi, di prospettive di possibili alleanze atte a far vincere e governare liste e/o coalizioni magari ampie ma con il baricentro chiaramente spostato a Sinistra. Divergenze di consapevolezze su quale sia e dovrà essere quell’identità territoriale che è propria di ognuno nel suo territorio e che fa sì che il singolo o un gruppo possa liberamente portare avanti una battaglia certo di avere alle spalle un soggetto politico che lo ascolta, lo aiuta, lo sostiene e dunque è in grado di rappresentarlo.
Siamo consapevoli di essere pochi, tra i pochi che nel nostro territorio sono rimasti dopo la fine di SEL, e per questo siamo anche consci che non sarà un problema grave per nessuno la nostra scelta. Ci sentiamo comunque in dovere di manifestarla così oggi, in modo trasparente e chiaro.
Ci fermiamo qui e ci auguriamo allo stesso tempo che S.I. cresca forte e superi questa nebulosa fase iniziale, divenendo davvero un forte, plurale e inclusivo partito di Sinistra.
Un caro e fraterno abbraccio, nella speranza di rincontrarci presto in un nuovo cammino comune,
i sottoscritti compagni iscritti a Sinistra Italiana nel comune di Marino (Roma),
Mirko Laurenti, Barbara Giannoli, Talia Laurenti, Stefano Marotti
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