Intervista al Presidente del Forum Nazionale Servizio Civile

Intervista al Presidente del Forum Nazionale Servizio Civile

15/02/2017 0 Di Alessio Colacchi

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Con la nasci­ta del Ser­vi­zio Civi­le Uni­ver­sa­le ci con­fron­tia­mo oggi con il Pre­si­den­te del Forum Nazio­na­le del Ser­vi­zio Civi­le, Enri­co Maria Bor­rel­li.

Ave­te lamen­ta­to recen­te­men­te, in un comu­ni­ca­to, la man­ca­ta asse­gna­zio­ne del­la dele­ga gover­na­ti­va sul Ser­vi­zio Civi­le, espri­men­do un gran­de disap­pun­to. Che pro­ble­mi com­por­ta que­sto fat­to?
La man­ca­ta asse­gna­zio­ne del­la dele­ga gover­na­ti­va al Ser­vi­zio Civi­le com­por­ta una serie di con­se­guen­ze, alcu­ne imme­dia­te altre di pro­spet­ti­va. Tra que­ste il rischio che ral­len­ti, in pro­spet­ti­va, il pro­ces­so di rifor­ma in atto per man­can­za di un inter­lo­cu­to­re poli­ti­co e, nell’immediato, pos­sa deter­mi­na­re l’arresto del­le atti­vi­tà di ordi­na­ria ammi­ni­stra­zio­ne del Dipar­ti­men­to del­la Gio­ven­tù e del Ser­vi­zio Civi­le Nazio­na­le, vale a dire i paga­men­ti dei rim­bor­si ai volon­ta­ri, i suben­tri dei nuo­vi volon­ta­ri pri­ma che sca­da­no i tem­pi per poter­lo fare, il rin­no­vo dell’assicurazione per i gio­va­ni in ser­vi­zio. Aggiun­go che si è arre­sta­ta anche la spe­ri­men­ta­zio­ne rela­ti­va ai Cor­pi Civi­li di Pace, il cui tan­to atte­so avvio sta suben­do con­ti­nui e inde­fi­ni­ti rin­vii.

Un com­men­to sul Decre­to attua­ti­vo rela­ti­vo al Ser­vi­zio Civi­le.
Sia­mo sod­di­sfat­ti che il Gover­no abbia deci­so di por­ta­re ad appro­va­zio­ne que­sto prov­ve­di­men­to e che abbia rece­pi­to mol­te del­le osser­va­zio­ni che come Forum abbia­mo fat­to per­ve­ni­re nel cor­so del dibat­ti­to. La ridu­zio­ne dell’orario set­ti­ma­na­le da 30 a 25 ore è una del­le miglio­rie da noi pro­po­ste che ren­de­rà il ser­vi­zio civi­le per i gio­va­ni più con­ci­lian­te con le loro esi­gen­ze di vita e di stu­dio.
Ades­so atten­dia­mo l’approvazione degli altri decre­ti attua­ti­vi del­la rifor­ma del ter­zo set­to­re, di cui si è inve­ce poco discus­so. Mi rife­ri­sco, in par­ti­co­la­re, al decre­to sull’Impresa socia­le e a quel­lo sul­le Reti di secon­do livel­lo, che dovreb­be­ro esse­re per altro di pros­si­ma ema­na­zio­ne.

Ave­te por­ta­to avan­ti nell’ultimo perio­do una bat­ta­glia che vi ha visto mol­to vici­ni alla Rap­pre­sen­tan­za dei volon­ta­ri, ovve­ro quel­la rela­ti­va alle 20 ore di impe­gno set­ti­ma­na­le.
Abbia­mo riflet­tu­to cir­ca l’impegno che deve com­por­ta­re l’esperienza di Ser­vi­zio Civi­le. Quan­do nel 2005 ven­ne pen­sa­ta la for­mu­la del­le 30/36 ore set­ti­ma­na­li, non si ten­ne­ro in con­to le esi­gen­ze dei gio­va­ni volon­ta­ri.
Un impe­gno di 30 o 36 ore a set­ti­ma­na assor­be la qua­si tota­li­tà del­le ore uti­li di una gior­na­ta che un gio­va­ne può e, più spes­so, deve dedi­ca­re ad altri impe­gni di vita, di stu­dio o di lavo­ro. E que­sto non può cer­to esse­re tra gli obiet­ti­vi poli­ti­ci di uno Sta­to che ambi­sce, piut­to­sto, ad inter­cet­ta­re la dispo­ni­bi­li­tà dei pro­pri gio­va­ni nel met­ter­si al ser­vi­zio del­la comu­ni­tà. Anche il ren­de­re l’anno di ser­vi­zio civi­le più com­pa­ti­bi­le con le esi­gen­ze dei gio­va­ni è un obiet­ti­vo che deve por­si il ser­vi­zio civi­le, per­ché rispon­de ad un biso­gno di mol­tis­si­mi gio­va­ni.

Il nuo­vo model­lo, che aumen­ta la soglia di sedi neces­sa­rie per poter ope­ra­re nel siste­ma, non rischia di esclu­de­re le pic­co­le real­tà asso­cia­ti­ve?
L’intenzione del­la rifor­ma è quel­la di sti­mo­la­re la col­la­bo­ra­zio­ne tra enti in modo da deter­mi­na­re dei siste­mi loca­li, regio­na­li o nazio­na­li di ser­vi­zio civi­le e non più espe­rien­ze sin­go­le ed iso­la­te. Agli enti saran­no richie­ste più com­pe­ten­ze, più capa­ci­tà e più risor­se e potran­no, pro­prio gra­zie a que­sta rifor­ma, acqui­sir­le attra­ver­so la col­la­bo­ra­zio­ne con altri enti e non neces­sa­ria­men­te doven­do­le assi­cu­ra­re, come avve­nu­to fino ad oggi, esclu­si­va­men­te attra­ver­so mez­zi e risor­se pro­prie. Un siste­ma più aper­to e più col­le­ga­to.

La pro­li­fe­ra­zio­ne di ban­di di Ser­vi­zio Civi­le che ha carat­te­riz­za­to que­sti ulti­mi anni non rischia di nascon­de­re una nuo­va for­ma di pre­ca­ria­to?
Asso­lu­ta­men­te no. Il Ser­vi­zio Civi­le si è pre­sta­to ad inter­ve­ni­re anche nel­le emer­gen­ze e que­sto lo ha accre­di­ta­to, agli occhi del­le isti­tu­zio­ni e del Pae­se, come un vali­do stru­men­to di inter­ven­to. Per que­sto moti­vo è cre­sciu­ta nel Gover­no un’attenzione mag­gio­re ver­so il ser­vi­zio civi­le e le sue enor­mi poten­zia­li­tà di uti­liz­zo socia­le. Nono­stan­te le dif­fi­col­tà di alcu­ne spe­ri­men­ta­zio­ni sia­mo riu­sci­ti ad assi­cu­ra­re il miglior impie­go del ser­vi­zio civi­le e dei gio­va­ni. Tut­ta­via le spe­ri­men­ta­zio­ni ser­vo­no a miglio­ra­re i model­li e l’augurio è che si defi­ni­sca­no, per il futu­ro, con più chia­rez­za i con­fi­ni di impie­go e le moda­li­tà di uti­liz­zo di que­sto pre­zio­so isti­tu­to in situa­zio­ni straor­di­na­rie.

La limi­ta­zio­ne del ruo­lo del­le regio­ni e dei pic­co­li enti non è una for­za­tu­ra in que­sto nuo­vo siste­ma?
La rifor­ma si è pre­oc­cu­pa­ta di assi­cu­ra­re, su tut­to il ter­ri­to­rio nazio­na­le, una gestio­ne e una qua­li­tà omo­ge­nea del ser­vi­zio civi­le, sti­mo­lan­do per altro gli enti ad innal­za­re la qua­li­tà dei loro pro­get­ti. Alle regio­ni non è affi­da­to il solo com­pi­to di defi­ni­re le prio­ri­tà di inter­ven­to, un ruo­lo poli­ti­co di cui oggi non gode­va­no, ma avran­no la pos­si­bi­li­tà di sti­pu­la­re spe­ci­fi­ci accor­di con il Dipar­ti­men­to nazio­na­le per svol­ge­re le fun­zio­ni di cui vor­ran­no e potran­no far­si cari­co. Mol­te regio­ni, ad esem­pio, segna­la­no una scar­si­tà di risor­se uma­ne dispo­ni­bi­li pres­so i pro­pri uffi­ci del ser­vi­zio civi­le per svol­ge­re il com­ples­so di one­ri orga­niz­za­ti­vi di cui il Dlgs 77/05 le ha rese diret­te respon­sa­bi­li. Quan­to agli enti pic­co­li potran­no, con­tra­ria­men­te ad oggi, can­di­dar­si a svol­ge­re il solo ruo­lo che gli inte­res­sa, costruen­do reti con altri enti per con­di­vi­de­re risor­se e com­pe­ten­ze diver­se. Non sarà sem­pli­ce defi­ni­re la strut­tu­ra orga­niz­za­ti­va del nuo­vo siste­ma di ser­vi­zio civi­le e per que­sto atten­dia­mo che il Gover­no asse­gni quan­to pri­ma la dele­ga e ria­pra il con­fron­to con gli enti e con i gio­va­ni.
Ales­sio Colac­chi

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