FEDERLAZIO, INDAGINE CONGIUNTURALE PMI: IMPRESE ANCORA INCERTE SUL FUTURO

FEDERLAZIO, INDAGINE CONGIUNTURALE PMI: IMPRESE ANCORA INCERTE SUL FUTURO

10/02/2017 0 Di Redazione

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FEDERLAZIO, INDAGINE CONGIUNTURALE PMI: IMPRESE ANCORA INCERTE SUL FUTURO

La Feder­la­zio ha rea­liz­za­to la con­sue­ta inda­gi­ne con­giun­tu­ra­le sul­lo sta­to di salu­te del­le pic­co­le e medie impre­se del Lazio, effet­tua­ta su un cam­pio­ne di 350 impre­se asso­cia­te. Lo stu­dio ha riguar­da­to il secon­do seme­stre 2016. L’in­da­gi­ne è sta­ta pre­sen­ta­ta oggi pres­so la sede del­l’As­so­cia­zio­ne dal Pre­si­den­te del­la Feder­la­zio Sil­vio Ros­si­gno­li e dal Diret­to­re Gene­ra­le Lucia­no Moc­ci. All’in­con­tro sono inter­ve­nu­ti, tra gli altri, l’Assessore allo Svi­lup­po Eco­no­mi­co e Atti­vi­tà pro­dut­ti­ve del­la Regio­ne Lazio Gui­do Fabia­ni e il Pre­si­den­te di Union­ca­me­re Lazio, Loren­zo Taglia­van­ti.

L’immagine che i dati sec­ca­men­te ci resti­tui­sco­no è quel­la di un tes­su­to impren­di­to­ria­le regio­na­le che, nel suo insie­me, si sta fati­co­sa­men­te rimet­ten­do in mar­cia. Sicu­ra­men­te pos­sia­mo dire che rispet­to al seme­stre scor­so vi sono ele­men­ti ten­den­zial­men­te più con­for­tan­ti, che indub­bia­men­te van­no accol­ti con posi­ti­vi­tà, ma anco­ra incer­ti e poco con­so­li­da­ti.

Nel secon­do seme­stre 2016, il sal­do di opi­nio­ni sull’andamento degli ordi­na­ti­vi per quan­to con­cer­ne il mer­ca­to nazio­na­le recu­pe­ra 7 pun­ti pas­san­do da ‑9 a ‑2 rispet­to al pri­mo seme­stre del 2016. Miglio­ra­no anche gli ordi­na­ti­vi dal mer­ca­to Extra-UE (da +16 a +20), men­tre dimi­nui­sco­no leg­ger­men­te quel­li dai pae­si UE (da +9 a +6).

Il fat­tu­ra­to sul mer­ca­to dome­sti­co regi­stra un deci­so miglio­ra­men­to rispet­to al seme­stre pre­ce­den­te, pas­san­do da ‑5 a +4. Un anda­men­to cre­scen­te che riguar­da anche il fat­tu­ra­to deri­van­te dall’estero: pae­si Extra-UE da +3 a +10, pae­si UE da +5 a +8. Rima­ne nega­ti­vo il sal­do di opi­nio­ni sull’andamento del­la pro­du­zio­ne (da ‑8 a ‑5).

E’ pari al 36,9% la per­cen­tua­le del­le impre­se che ha dichia­ra­to di aver effet­tua­to inve­sti­men­ti nel pri­mo seme­stre 2016. Si trat­ta di una per­cen­tua­le in lie­ve dimi­nu­zio­ne rispet­to alla pri­ma par­te del 2016 (37,8%) ma supe­rio­re rispet­to allo stes­so perio­do dell’anno 2015 (29,3%), con­fer­man­do quin­di un trend posi­ti­vo in con­so­li­da­men­to.

Occu­pa­zio­ne: dimi­nui­sce leg­ger­men­te la per­cen­tua­le di impre­se che han­no assun­to nel secon­do seme­stre 2016, tor­nan­do pra­ti­ca­men­te ai livel­li del 2015 (18,6%).

L’indagine Feder­la­zio ha rile­va­to anche le pre­vi­sio­ni a bre­ve sui pros­si­mi sei mesi dal­le qua­li emer­ge che, per quan­to con­cer­ne gli ordi­na­ti­vi, le aspet­ta­ti­ve sono posi­ti­ve: mer­ca­to nazio­na­le da +10 a +13; Pae­si EU in leg­ge­ra dimi­nu­zio­ne (da +31 a +26); Pae­si Extra-UE in costan­te cre­sci­ta (da +24 a +29).

Riguar­do le pre­vi­sio­ni sull’occupazione per il I seme­stre 2017, il sal­do atte­so dimi­nui­sce tor­nan­do nega­ti­vo a ‑1. Dimi­nui­sce leg­ger­men­te anche la per­cen­tua­le di impre­se che pre­ve­do­no di effet­tua­re inve­sti­men­ti, ora al 39,4% (negli ulti­mi due pas­sa­ti rile­va­men­ti era rispet­ti­va­men­te 41,5% e 37,9%).

Tra le prin­ci­pa­li pro­ble­ma­ti­che segna­la­te dagli impren­di­to­ri, al pri­mo posto anco­ra la “insuf­fi­cien­za del­la doman­da” che sale dal 27 al 28%. Seguo­no il “ritar­do dei paga­men­ti dei pri­va­ti” (23,4%), il “ritar­do dei paga­men­ti PA” (14,2%), la “impos­si­bi­li­tà di par­te­ci­pa­re agli appal­ti” (9,2%), la “man­ca­ta con­ces­sio­ne del cre­di­to ban­ca­rio” (5%).

Abbia­mo poi volu­to coglie­re la per­ce­zio­ne del­le impre­se su come stia evol­ven­do la cri­si dal loro pun­to di vista. Nel com­ples­so emer­ge un qua­dro di incer­tez­za: infat­ti se da un lato dimi­nui­sco­no gli impren­di­to­ri che dichia­ra­no che “al momen­to non si intra­ve­de una via di usci­ta” — che fa regi­stra­re una per­cen­tua­le del 38,2% rispet­to al 43,4% -, dall’altro cre­sce anche la per­cen­tua­le di colo­ro che pen­sa­no che “il peg­gio deve anco­ra veni­re” (dal 3,3% al 6,1%).

La per­cen­tua­le di impre­se che riten­go­no di cor­re­re seri rischi di chiu­su­ra entro i pros­si­mi sei mesi si è aumen­ta­ta da 10,3% a 13,6%. Riguar­do qua­li azio­ni le impre­se inten­do­no por­re in esse­re al pro­prio inter­no per con­tra­sta­re la cri­si, al pri­mo posto le impre­se han­no indi­ca­to la “crea­zio­ne di nuo­vi pro­dot­ti” con il 22% (in dimi­nu­zio­ne rispet­to al pre­ce­den­te 25,1%). Segue il “taglio dei costi di gestio­ne” (da 22,2% a 20,6%), il “miglio­ra­men­to del­la qua­li­tà del prodotto/servizio” (da 18,8% a 20%), le “atti­vi­tà rivol­te sul mer­ca­to este­ro” (da 10,9 a 11,2%), la “ridu­zio­ne del per­so­na­le” (da 5,9 a 7,6%).

Alla doman­da su cosa ren­da la loro atti­vi­tà meno com­pe­ti­ti­va qui in Ita­lia rispet­to a quel­la dei pro­pri con­cor­ren­ti, le impre­se anche que­sto seme­stre han­no indi­ca­to al pri­mo posto la “pres­sio­ne fisca­le”, che ha rag­giun­to il livel­lo del 30% dal 29,4%, segui­ta dal “costo del lavo­ro” (dal 25,5% al 226,1%) e dal­la “com­ples­si­tà nor­ma­ti­va e buro­cra­ti­ca” sta­bi­le al 20,3%.

Infi­ne, alle impre­se del cam­pio­ne è sta­to chie­sto di indi­ca­re qua­le azio­ne il Gover­no regio­na­le dovreb­be met­te­re al pri­mo posto per usci­re dal­la cri­si. Anche per que­sto seme­stre al pri­mo posto vie­ne indi­ca­ta la “ridu­zio­ne del­le tas­se su impre­sa e lavo­ro” con il 62,7%, (era il 64,6% nel seme­stre pre­ce­den­te), sostan­zial­men­te sta­bi­le e costan­te nel tem­po. A par­te l’azione rela­ti­va alla “eli­mi­na­zio­ne inef­fi­cien­ze del­la PA” (in dimi­nu­zio­ne da 14,2% a 9%), tut­te le altre han­no per­cen­tua­li qua­si irri­le­van­ti.

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FEDERLAZIO, INDAGINE CONGIUNTURALE PMI: IMPRESE ANCORA INCERTE SUL FUTURO Roma, 8 feb­bra­io 2017

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