Uil Polizia, finalmente la norma vince sulla prassi a Fiumicino

Uil Polizia, finalmente la norma vince sulla prassi a Fiumicino

03/02/2017 0 Di Redazione

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Uil Polizia, finalmente la norma vince sulla prassi a Fiumicino

L’or­ga­niz­za­zio­ne sin­da­ca­le, che in pas­sa­to ave­va affron­ta­to anche il peri­co­lo amian­to in caser­ma, è inter­ve­nu­ta per por­re fine a un meto­do pro­ce­du­ra­le in uso, ma sen­za legit­ti­ma­zio­ne nor­ma­ti­va

Dopo tan­ti anni, in cui la memo­ria si per­de, duran­te i qua­li, pres­so l’Ufficio di Poli­zia di Fron­tie­ra di Fiu­mi­ci­no, si è assi­sti­to a un’applicazione con­sue­tu­di­na­ria e orfa­na di legit­ti­ma­zio­ne nor­ma­ti­va, degli iter pro­ce­du­ra­li affe­ren­ti all’espletazione buro­cra­ti­ca di alcu­ni isti­tu­ti di dirit­to per i poli­ziot­ti, gra­zie al deci­so inter­ven­to del dot­tor Tizia­no Vetro, diret­to­re del­la V Zona, che, con com­men­de­vo­le e impec­ca­bi­le pro­fes­sio­na­li­tà, ha imme­dia­ta­men­te accol­to le doglian­ze del­la Uil Poli­zia, il sin­da­ca­to del­la Poli­zia di Sta­to sem­pre in pri­ma linea nel coniu­ga­re i dirit­ti dei dipen­den­ti sen­za mai tra­la­scia­re gli inte­res­si del­la Pub­bli­ca Ammi­ni­stra­zio­ne e del­la sicu­rez­za dei cit­ta­di­ni. 

Infat­ti, l’attivissima orga­niz­za­zio­ne sin­da­ca­le, facen­te capo a livel­lo nazio­na­le allo sto­ri­co sin­da­ca­li­sta Oron­zo Cosi e in ambi­to pro­vin­cia­le capi­to­li­no all’indefesso Anto­nio Costa, ha por­ta­to, negli ulti­mi anni, all’attenzione del­la diri­gen­za Pola­ria e del­la dire­zio­ne V Zona, varie pro­ble­ma­ti­che e cri­ti­ci­tà, sem­pre affron­ta­te con estre­ma sen­si­bi­li­tà e spes­so bril­lan­te­men­te risol­te dagli inter­lo­cu­to­ri, nel­lo spi­ri­to del­la più pro­fi­cua col­la­bo­ra­zio­ne tra le par­ti.  

Alme­no un paio di que­ste azio­ni sin­da­ca­li pos­so­no esse­re elet­te a casi emble­ma­ti­ci, che han­no segna­to tra­guar­di impor­tan­tis­si­mi ricon­du­ci­bi­li nell’alveo dei dirit­ti, i cui meri­ti sono ascri­vi­bi­li in capo all’ex diri­gen­te dell’Ufficio di Poli­zia di Fron­tie­ra, il dot­tor Rosa­rio Testa­iu­ti. 

In pri­mis l’abolizione del­la cosid­det­ta “for­za assen­te”, un isti­tu­to “fan­ta­sma” non con­for­ta­to da alcu­na pre­scri­zio­ne nor­ma­ti­va o rego­la­men­ta­re, che dava all’amministrazione una pote­stà arbi­tra­ria, gra­va­ta da lun­ghe ombre di inco­sti­tu­zio­na­li­tà, infi­cian­te il dirit­to alla salu­te (art. 32), in quan­to com­pri­men­te la liber­tà di cura del cit­ta­di­no poli­ziot­to e con­se­guen­te­men­te inci­den­te la sicu­rez­za dei cor­pi col­let­ti­vi. Infat­ti il dipen­den­te che rien­tra­va da un perio­do di assen­za per malat­tia, cau­sa­to da qual­si­vo­glia tipo­lo­gia cli­ni­ca, tra­va­li­can­te il limi­te tem­po­ra­le di tre mesi, in vir­tù di tale appli­ca­zio­ne, che non si com­pren­de dove affon­das­se le radi­ci e da dove traes­se il suo fon­da­men­to giu­ri­di­co, pote­va esse­re tra­sfe­ri­to ad altro uffi­cio. Per­tan­to pote­va capi­ta­re che il poli­ziot­to che ave­va avu­to il “tor­to” di scon­trar­si con la mala­sor­te e di amma­lar­si, pur di non imbat­ter­si nell’incognita di un tra­sfe­ri­men­to, pre­vi­sto da tale pras­si, che si cor­re­va costan­te­men­te il rischio potes­se diven­ta­re un for­mi­da­bi­le stru­men­to di ricat­to, cer­cas­se di for­za­re il suo rien­tro in ser­vi­zio, con il peri­co­lo di una ripre­sa dell’attività isti­tu­zio­na­le in con­di­zio­ni fisi­che anco­ra pre­ca­rie, che, viste la pecu­lia­ri­tà e la deli­ca­tez­za del­le attri­bu­zio­ni man­sio­na­li esple­ta­te, pote­va­no tra­dur­si nel­la tra­sfor­ma­zio­ne del­lo stes­so in una fon­te di detri­men­to per sé e per gli altri. Con­se­guen­ze rile­van­ti  che sono sta­te col­te imman­ti­nen­te dal dot­tor Testa­iu­ti, il qua­le, con spic­ca­ta sen­si­bi­li­tà pro­fes­sio­na­le, vol­ta sem­pre alla tute­la dell’integrità psi­co­fi­si­ca del per­so­na­le da lui gesti­to e al con­se­guen­te gra­do di sicu­rez­za da offri­re all’utenza del paren­chi­ma socia­le, ha posto fine all’assurda pra­ti­ca. 

Il mede­si­mo sen­so di respon­sa­bi­li­tà espli­ci­ta­to quan­do la Uil Poli­zia ha segna­la­to il pro­ble­ma del­la pre­sen­za di eter­nit in un manu­fat­to ubi­ca­to pro­prio a ridos­so del­la men­sa di ser­vi­zio, chie­den­do­ne l’immediata rimo­zio­ne, nutren­do una mar­tel­lan­te pre­oc­cu­pa­zio­ne per i pos­si­bi­li pre­giu­di­zi alla salu­te di chiun­que ivi tran­si­tas­se, in rela­zio­ne ai rischi cli­ni­ci di pato­lo­gie asbe­sto-cor­re­la­te, spe­cie dopo l’apparizione di un impro­ba­bi­le car­tel­lo che annun­cia­va un “peri­co­lo amian­to”, che tra­dot­to suo­na­va pres­sap­po­co come “atten­zio­ne a non respi­ra­re”. Un inter­ven­to avvia­to con subi­ta­nea deter­mi­na­zio­ne e capa­ce di giun­ge­re a una solu­zio­ne in tem­pi piut­to­sto con­te­nu­ti, nono­stan­te i nume­ro­si ele­men­ti osta­ti­vi in ter­mi­ni pro­ce­du­ra­li, dovu­ti al fat­to che la pro­prie­tà del manu­fat­to de quo è del­la socie­tà Aero­por­ti di Roma e la gestio­ne appar­tie­ne  alla Guar­dia di Finan­za. 

 

Que­gli stes­si sen­so del dove­re e spic­ca­ta coscien­za pro­fes­sio­na­le, coniu­ga­ti con una rara e pro­fon­da mora­li­tà, mostra­ti dal dot­tor Vetro a segui­to del­la mes­sa a fuo­co da par­te del­la Uil Poli­zia di alcu­ne distor­sio­ni pro­ce­du­ra­li nel trat­ta­men­to di alcu­ni isti­tu­ti di dirit­to spet­tan­ti ai poli­ziot­ti, peral­tro afflit­ti dal­la cosid­det­ta diu­tur­ni­tas, ossia dal­la rei­te­ra­zio­ne nel tem­po dei com­por­ta­men­ti indi­vi­dua­ti, e dall’aggravante dell’opi­nio iuris ac neces­si­ta­tis, ovve­ro del­la con­vin­zio­ne dif­fu­sa che tali com­por­ta­men­ti fos­se­ro giu­sti, ma soprat­tut­to giu­ri­di­ca­men­te cogen­ti. Stia­mo par­lan­do del­la con­ces­sio­ne, de iure con­di­to, del con­ge­do straor­di­na­rio di dirit­to per esa­mi e per matri­mo­nio e di quel­lo per ottem­pe­ra­re, da par­te di un poli­ziot­to, all’ob­bli­go di rispon­de­re a una cita­zio­ne pro­ma­nan­te dal­l’Au­to­ri­tà Giu­di­zia­ria, al fine di esse­re escus­so, in qua­li­tà di teste, per cir­co­stan­ze fat­tua­li non affe­ren­ti al ser­vi­zio. Infat­ti in que­st’ul­ti­ma ipo­te­si l’ap­par­te­nen­te alle for­ze di poli­zia si reca in tri­bu­na­le svol­gen­do l’at­ti­vi­tà lavo­ra­ti­va a tut­ti gli effet­ti. Fino a quan­do la Uil Poli­zia non si è fat­ta por­ta­vo­ce pres­so il dot­tor Vetro del­le istan­ze di cate­go­ria, vol­te a ricon­dur­re l’i­sti­tu­to in que­stio­ne nel­l’al­veo asse­gna­to­gli dal­la codi­fi­ca nor­ma­ti­va e rego­la­men­ta­re, sen­za affi­dar­lo a distor­sio­ni pro­ce­du­ra­li non goden­ti di legit­ti­mi­tà dispo­si­ti­va, i poli­ziot­ti di Fiu­mi­ci­no era­no costret­ti a for­mu­la­re un’i­stan­za per otte­ne­re la con­ces­sio­ne del con­ge­do ordi­na­rio per i gior­ni pre­vi­sti dal­le varie fat­ti­spe­cie, e solo suc­ces­si­va­men­te, dopo esse­re sta­ti frui­ti, que­sti veni­va­no “tra­mu­ta­ti” in con­ge­do straor­di­na­rio, e i gior­ni di con­ge­do ordi­na­rio rias­se­gna­ti al dipen­den­te. L’ot­ti­mo diret­to­re del­la V Zona del­la Poli­zia di Fron­tie­ra, dimo­stran­do le sue indub­bie doti gestio­na­li e la sua com­pe­ten­za inec­ce­pi­bi­le nel­l’ap­pli­ca­zio­ne del dirit­to posi­ti­vo, ha ema­na­to due cir­co­la­ri che fis­sa­no, fugan­do ogni mar­gi­ne di dub­bio, il giu­sto e logi­co modus attua­ti­vo per gli isti­tu­ti in esa­me, ponen­do fine a una pra­ti­ca tan­to con­so­li­da­ta, quan­to orfa­na di fon­da­men­ti giu­ri­di­ci. Un iter meto­do­lo­gi­co che, non solo impo­ne­va per­cor­si distan­ti dai rife­ri­men­ti para­me­tra­li del­l’im­pian­to legi­sla­ti­vo in vigen­za, ma pro­du­ce­va anche un inu­ti­le aggra­vio lavo­ra­ti­vo per le risor­se uma­ne impie­ga­te e un mag­gior con­su­mo di mate­ria­le car­ta­ceo, nono­stan­te l’e­si­sten­za di una cir­co­la­re espli­ca­ti­va emes­sa dal Dipar­ti­men­to del­la P.S. nel lon­ta­no 15 apri­le 1986, che pre­ve­de­va l’au­to­riz­za­zio­ne ad assen­tar­si pre­via for­mu­la­zio­ne di un’i­stan­za con­ces­si­va di con­ge­do ordi­na­rio in casi di urgen­za e solo in rife­ri­men­to all’i­sti­tu­to del con­ge­do straor­di­na­rio per gra­vi moti­vi nei casi in cui non fos­se pos­si­bi­le, per ovvii moti­vi tem­po­ra­li, esple­ta­re la rela­ti­va istrut­to­ria valu­ta­ti­va del caso. Quel­la che avreb­be dovu­to esse­re un’ec­ce­zio­na­le even­tua­li­tà si è radi­ca­ta nel tem­po tra­sfor­man­do­si in una pras­si con­so­li­da­ta, ancor­ché i due isti­tu­ti, il con­ge­do ordi­na­rio e quel­lo straor­di­na­rio di dirit­to, sia­no in insa­na­bi­le con­tra­sto tra loro, essen­do il pri­mo frui­bi­le su base discre­zio­na­le e il secon­do appun­to di dirit­to. Ed è para­dos­sa­le quan­to si veri­fi­ca­va, per esem­pio, nel caso in cui un poli­ziot­to dove­va soste­ne­re un esa­me uni­ver­si­ta­rio. Que­sti, se vole­va acce­de­re all’i­sti­tu­to, veni­va obbli­ga­to a pre­sen­ta­re una richie­sta di con­ces­sio­ne di un gior­no di con­ge­do ordi­na­rio per la data del­la pro­va da soste­ne­re e al rien­tro, pre­via pre­sen­ta­zio­ne del­la rela­ti­va atte­sta­zio­ne, per otte­ne­re la resti­tu­zio­ne del gior­no di con­ge­do ordi­na­rio frui­to e tra­mu­tar­lo in con­ge­do straor­di­na­rio, era costret­to a com­pi­la­re un model­lo pre­di­spo­sto in cui chie­de­va ex post un gior­no di con­ge­do straor­di­na­rio da frui­re in una data ante­ce­den­te alla richie­sta stes­sa, men­tre il gior­no di con­ge­do ordi­na­rio (ferie) frui­to e la sua com­mu­ta­zio­ne non veni­va­no mai men­zio­na­ti. Una grot­te­sca con­tor­sio­ne pro­ce­du­ra­le nel­la trat­ta­zio­ne di una pra­ti­ca d’uf­fi­cio, che non tro­va­va giu­sti­fi­ca­zio­ne alcu­na a una disa­mi­na logi­co-con­cet­tua­le e che l’im­pe­gno del­la Uil Poli­zia ha fat­to ces­sa­re, gra­zie soprat­tut­to all’in­con­tro e al con­fron­to con un irre­pren­si­bi­le uomo del­lo sta­to qual è il dot­tor Vetro, il qua­le, tra l’al­tro, sta sup­por­tan­do signi­fi­ca­ti­va­men­te l’ot­ti­mo lavo­ro che sta svol­gen­do da alcu­ni mesi la tena­ce e inde­fes­sa dot­to­res­sa Rosa Tabar­ro, neo­di­ri­gen­te del­l’Uf­fi­cio del­la Poli­zia di Fron­tie­ra di Fiu­mi­ci­no.

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