73° anniversario del primo bombardamento su Cori

73° anniversario del primo bombardamento su Cori

28/01/2017 0 Di Marco Castaldi

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Era una dome­ni­ca mat­ti­na quel 30 Gen­na­io 1944, e in un atti­mo il pae­se non esi­ste­va più

Ricor­re lune­dì 30 Gen­na­io il 73° anni­ver­sa­rio del pri­mo bom­bar­da­men­to allea­to su Cori duran­te la Secon­da Guer­ra Mon­dia­le. Ne segui­ro­no altri due, il 6 Feb­bra­io e il 12 Apri­le 1944. Come rico­strui­to dall’Archivio Sto­ri­co Comu­na­le, sul fini­re del con­flit­to, men­tre sul­la mac­chia i par­ti­gia­ni, gio­va­ni e adul­ti, com­bat­te­va­no la Resi­sten­za con­tro tede­schi e repub­bli­chi­ni, in pae­se si udi­va­no i con­ti­nui can­no­neg­gia­men­ti dal mare.

Nono­stan­te la pau­ra, la mag­gior par­te dei core­si, don­ne, bam­bi­ni ed anzia­ni, era rima­sta nel­le pro­prie abi­ta­zio­ni, nel­la con­vin­zio­ne che la cit­tà non sareb­be sta­ta attac­ca­ta, vista la scar­sa impor­tan­za stra­te­gi­ca, e che tut­to si sareb­be risol­to in poco tem­po con l’arrivo degli Allea­ti. Ma Cori si era riem­pi­ta di sol­da­ti tede­schi, ecco per­ché il 27 Gen­na­io 1944, cin­que gior­ni dopo lo sbar­co a Net­tu­no, gli ame­ri­ca­ni comin­cia­ro­no a lan­cia­re dal mare le pri­me gra­na­te shra­pnel, for­se per sol­le­ci­ta­re la popo­la­zio­ne a met­ter­si in sal­vo. Era una dome­ni­ca mat­ti­na, quan­do intor­no alle 9:30 di quel 30 Gen­na­io 1944, ci fu un raid sul cen­tro abi­ta­to: in un atti­mo il pae­se non esi­ste­va più, per ter­ra e sot­to le mace­rie i cadu­ti, gior­ni dopo recu­pe­ra­ti dai volon­ta­ri, men­tre una fol­la di feri­ti e soprav­vis­su­ti scap­pa­va in cer­ca di sal­vez­za ver­so le altu­re cir­co­stan­ti.

La mag­gior par­te del­le per­so­ne per­se la vita nel­le chie­se, duran­te la mes­sa, a cau­sa di un’erra­ta segna­la­zio­ne che dava la pre­sen­za di Kes­ser­ling e altri uffi­cia­li tede­schi in una non meglio pre­ci­sa­ta “San­ta Mar­ghe­ri­ta”, da dove si cre­de­va stes­se­ro diri­gen­do le ope­ra­zio­ni di con­tra­sto all’attracco marit­ti­mo degli ame­ri­ca­ni. In real­tà un coman­do tede­sco era stan­zia­to in una vil­la del­la zona, anche se non è sta­ta mai accer­ta­ta la pre­sen­za di Kes­ser­ling, ma con mol­ta pro­ba­bi­li­tà non era sta­to pre­ci­sa­to che “San­ta Mar­ghe­ri­ta” non era una chie­sa, ma una loca­li­tà fuo­ri dell’abitato, che sovra­sta­va la pia­nu­ra e la costa, e per­ciò pre­se­ro di mira tut­ti i luo­ghi di cul­to (Foto: scat­ti del­la Secon­da Guer­ra Mon­dia­le a Cori — auto­ri vari — dagli album del grup­po Fb Còri mé bbé­glio).

Mar­co Castal­di

Addet­to Stam­pa & OLMR

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