Con “la Spesa in Campagna” della Cia un patto “anti spreco” tra agricoltori e consumatori

Con “la Spesa in Campagna” della Cia un patto “anti spreco” tra agricoltori e consumatori

02/12/2016 0 Di Redazione

Que­sto arti­co­lo è sta­to let­to 3730 vol­te!

Einkaufswagen mit Lebensmitteln im SupermarktCon “la Spesa in Campagna” della Cia un patto “anti spreco” tra agricoltori e consumatori

 In Ita­lia fini­sco­no anco­ra nel bido­ne 146 kg di cibo a per­so­na. Dall’Assemblea nazio­na­le dell’associazione a Bolo­gna le buo­ne pra­ti­che dell’agricoltura con­tro gli spre­chi ali­men­ta­ri, come il recu­pe­ro e la valo­riz­za­zio­ne dell’ortofrutta “brut­ta ma buo­na” e la cuci­na degli avan­zi tra­mi­te le ricet­te con­ta­di­ne.    

Bolo­gna, 2 dic — In Ita­lia c’è anco­ra trop­po cibo che fini­sce nel­la spaz­za­tu­ra. Suc­ce­de nel­la Gran­de distri­bu­zio­ne orga­niz­za­ta, con i pro­dot­ti in sca­den­za o inven­du­ti, fino ad arri­va­re alle mura dome­sti­che, dove si con­cen­tra più del 40% del tota­le degli spre­chi ali­men­ta­ridel Pae­se. Ben 146 chi­li di ali­men­ti “but­ta­ti” per per­so­naLa cul­tu­ra con­ta­di­na, inve­ce, non cono­sce lo spre­co. Gli agri­col­to­ri non get­ta­no mai nien­te dei pro­dot­ti del­la ter­ra e del loro lavo­ro: anche quel­li meno pre­sen­ta­bi­li, quel­li “brut­ti”, sono tut­ti buo­ni. I bitor­zo­li di una ver­du­ra, qual­che ammac­ca­tu­ra in un frut­to, è una que­stio­ne di este­ti­ca non di qua­li­tà. Così come in cuci­na, dove si può dare valo­re anche agli avan­zi del­la tavo­la, con le ricet­te con­ta­di­ne che usa­no ciò che resta del pasto per ri-crea­re piat­ti ecce­zio­na­li. Que­sto il mes­sag­gio lan­cia­to dall’Assemblea nazio­na­le de “la Spe­sa in Cam­pa­gna”, l’associazione per la pro­mo­zio­ne e lo svi­lup­po del­la ven­di­ta diret­ta di Cia-Agri­col­to­ri Ita­lia­ni, che si è tenu­ta oggi a Bolo­gna pres­so la Sala­bor­sa dell’Auditorium Enzo Bia­gi.

            Su tut­to il ter­ri­to­rio quel­la di recu­pe­ra­re la frut­ta e la ver­du­ra “brut­ta” è una pras­si ormai con­so­li­da­ta degli agri­col­to­ri che fan­no ven­di­ta diret­ta. “Per­fi­no quan­do si va a fare la spe­sa, più che alla qua­li­tà, spes­so si bada ai det­ta­gli este­ti­ci: il colo­re di un frut­to, qual­che ammac­ca­tu­ra sull’ortaggio. Da qui lo spre­co, lo scar­tocon il 20% cir­ca del cibo sugli scaf­fa­li dei super­mer­ca­ti che fini­sce nel bido­ne-ha spie­ga­to il pre­si­den­te nazio­na­le del­la Spe­sa in Cam­pa­gna, Mat­teo Anto­nel­li-. Noi inve­ce inse­gnia­mo ai con­su­ma­to­ri che ven­go­no in azien­da, nei mer­ca­ti­ni degli agri­col­to­ri, che una mela un po’ rovi­na­ta cer­to non è una mela cat­ti­va, che fino a cinquant’anni fa i nostri non­ni man­gia­va­no pre­va­len­te­men­te frut­ta e ver­du­ra brut­ta ma buo­na”. Qui sta anche il valo­re per così dire didat­ti­co del­la ven­di­ta diret­ta, che con­sen­te di far dia­lo­ga­re diret­ta­men­te il con­su­ma­to­re con il pro­dut­to­re.

            “C’è biso­gno di più con­sa­pe­vo­lez­za da par­te di tut­ti sul­la que­stio­ne ‑ha det­to il pre­si­den­te nazio­na­le del­la Cia Dino Sca­na­vi­no-. Nono­stan­te dal 2008 a oggi le cifre del­lo spre­co ali­men­ta­re sono dimi­nui­te del 30% in Ita­lia, com­pli­ce anche la cri­si, fini­sco­no anco­ra nel­la spaz­za­tu­ra 5 milio­ni di ton­nel­la­te cir­ca di pro­dot­ti com­me­sti­bi­li l’annoUna ver­go­gna non solo da un pun­to di vista socioe­co­no­mi­co, ma anche da quel­lo ambien­ta­le: basti pen­sa­re che una sola ton­nel­la­ta di rifiu­ti orga­ni­ci gene­ra 4,2 ton­nel­la­te di Co2”. 

anche a tavo­la biso­gna recu­pe­ra­re il valo­re del “non spre­co”. Pro­prio con que­ste fina­li­tà è nato il libro tar­ga­to Anp-Cia Tosca­na “La cuci­na degli avan­zi attra­ver­so le ricet­te con­ta­di­ne”, pre­sen­ta­to in Assem­blea per dimo­stra­re quan­to cibo si può e si deve riu­ti­liz­za­re evi­tan­do il faci­le gesto del get­ta­re via. Den­tro ci sono tan­te ricet­te del­la tra­di­zio­ne come la ribol­li­ta, la pap­pa al pomo­do­ro e l’acqua cot­ta (nate per rici­cla­re il pane raf­fer­mo), il mine­stro­ne e la tor­ta “d’erbi” (per riu­sa­re gli ortag­gi cot­ti), le pol­pet­te e il les­so “rifat­to” (per la car­ne avan­za­ta).

Related Images: