La riforma del III settore, cosa cambia per il volontariato

La riforma del III settore, cosa cambia per il volontariato

17/11/2016 0 Di Alessio Colacchi

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Nume­ro­si rap­pre­sen­tan­ti di real­tà asso­cia­ti­ve si sono incon­tra­ti nel­la cor­ni­ce dei Sale­sia­ni di via Mar­sa­la a Roma ieri pome­rig­gio. Al cen­tro dell’incontro, pro­mos­so dal­la rete dei Cen­tri di Ser­vi­zio al Volon­ta­ria­to, la rifor­ma del III set­to­re; a cin­que mesi dal­la sua appro­va­zio­ne il mon­do del­le pic­co­le asso­cia­zio­ni si dichia­ra pre­oc­cu­pa­to di un sbi­lan­cia­men­to a van­tag­gio dell’universo dell’impresa socia­le; allo stes­so modo dichia­ra la pla­tea inter­ve­nu­ta che favo­ri­re una mag­gio­re coo­pe­ra­zio­ne sul pia­no del­le reti asso­cia­ti­ve di secon­do livel­lo rischia di taglia­re fuo­ri quel­la stra­gran­de mag­gio­ran­za di pic­co­le real­tà che ope­ra­no con dif­fi­col­tà già nel­lo sce­na­rio attua­le. A que­sto si aggiun­ge che oltre un ter­zo di chi ope­ra nel mon­do del volon­ta­ria­to lo fa al di fuo­ri di asso­cia­zio­ni, per­tan­to una lar­ga par­te di que­sto uni­ver­so non vie­ne toc­ca­to nean­che da que­sta rifor­ma. Infi­ne il Regi­stro uni­co del III set­to­re rischia di esse­re un’occasione man­ca­ta a det­ta dei respon­sa­bi­li del­le reti CSV, in quan­to si crea un mec­ca­ni­smo, senz’altro giu­sto sul pia­no dell’uniformità nor­ma­ti­va, ma al tem­po stes­so esclu­den­te per tut­te quel­le pic­co­le real­tà che fati­ca­no ad esse­re in rego­la con dei para­me­tri trop­po strin­gen­ti.
Sui pun­ti toc­ca­ti ha rispo­sto il Sot­to­se­gre­ta­rio al Mini­ste­ro del Lavo­ro Lui­gi Bob­ba, il qua­le ha ricor­da­to come que­sta rifor­ma met­ta al cen­tro il volon­ta­rio, defi­nen­do final­men­te lo sta­tus di quan­ti svol­go­no il Ser­vi­zio Civi­le. Un isti­tu­to che è sta­to raf­for­za­to, per­ché occa­sio­ne di for­ma­zio­ne per i gio­va­ni e di cre­sci­ta per le real­tà asso­cia­ti­ve che li accol­go­no. Inol­tre l’On. Bob­ba ha ricor­da­to che l’art. 10 del testo del­la rifor­ma pre­sen­ta la Fon­da­zio­ne Ita­lia Socia­le, che finan­zie­rà con una dota­zio­ne €20.000.000 l’anno ini­zia­ti­ve socia­li che pos­sa­no crea­re indot­to e lavo­ro nel ter­ri­to­rio.
Il con­fron­to sul tema con­ti­nue­rà con la pre­sen­ta­zio­ne dei pros­si­mi Decre­ti Legi­sla­ti­vi attua­ti­vi del­la rifor­ma, tra cui quel­li rela­ti­vi all’impresa socia­le, alle reti asso­cia­ti­ve di secon­do livel­lo e quel­lo ine­ren­te la stes­sa fon­da­zio­ne Ita­lia socia­le, saran­no pron­ti entro fine anno.

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