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La riforma del III settore, cosa cambia per il volontariato
17/11/2016Questo articolo è stato letto 4239 volte!
Numerosi rappresentanti di realtà associative si sono incontrati nella cornice dei Salesiani di via Marsala a Roma ieri pomeriggio. Al centro dell’incontro, promosso dalla rete dei Centri di Servizio al Volontariato, la riforma del III settore; a cinque mesi dalla sua approvazione il mondo delle piccole associazioni si dichiara preoccupato di un sbilanciamento a vantaggio dell’universo dell’impresa sociale; allo stesso modo dichiara la platea intervenuta che favorire una maggiore cooperazione sul piano delle reti associative di secondo livello rischia di tagliare fuori quella stragrande maggioranza di piccole realtà che operano con difficoltà già nello scenario attuale. A questo si aggiunge che oltre un terzo di chi opera nel mondo del volontariato lo fa al di fuori di associazioni, pertanto una larga parte di questo universo non viene toccato neanche da questa riforma. Infine il Registro unico del III settore rischia di essere un’occasione mancata a detta dei responsabili delle reti CSV, in quanto si crea un meccanismo, senz’altro giusto sul piano dell’uniformità normativa, ma al tempo stesso escludente per tutte quelle piccole realtà che faticano ad essere in regola con dei parametri troppo stringenti.
Sui punti toccati ha risposto il Sottosegretario al Ministero del Lavoro Luigi Bobba, il quale ha ricordato come questa riforma metta al centro il volontario, definendo finalmente lo status di quanti svolgono il Servizio Civile. Un istituto che è stato rafforzato, perché occasione di formazione per i giovani e di crescita per le realtà associative che li accolgono. Inoltre l’On. Bobba ha ricordato che l’art. 10 del testo della riforma presenta la Fondazione Italia Sociale, che finanzierà con una dotazione €20.000.000 l’anno iniziative sociali che possano creare indotto e lavoro nel territorio.
Il confronto sul tema continuerà con la presentazione dei prossimi Decreti Legislativi attuativi della riforma, tra cui quelli relativi all’impresa sociale, alle reti associative di secondo livello e quello inerente la stessa fondazione Italia sociale, saranno pronti entro fine anno.