Questo articolo è stato letto 4427 volte!
ciampino
Tempio crematorio, Ciampino Bene Comune: “Ulteriore peso ambientale, è da irresponsabili”
“L’Amministrazione di Ciampino ha approvato, con una delibera di giunta, l’avvio delle procedure per la realizzazione in project financing di un forno crematorio per i defunti, insieme alla concessione al privato della gestione di tutti i servizi del cimitero comunale. Tutto ciò deciso non secondo un piano delle opere pubbliche, non nel rispetto di un programma elettorale o di una consultazione del Consiglio Comunale, o figuriamoci dei cittadini, ma solo su istanza di un privato”. E’ quanto dichiara Ciampino Bene Comune in una nota.
“Le condizioni del cimitero di Ciampino sono vergognose e sotto gli occhi di tutti”, prosegue la nota dell’associazione. “Ci sono problemi di decoro, pulizia, manutenzione, sicurezza e personale sotto organico. Da molto tempo cittadini, associazioni, comitati di quartiere hanno denunciato la situazione, ma l’unica risposta è stata l’operazione per la ricorrenza dei defunti che non può certo celare anni di incuria e il degrado della struttura”.
“Tale incuria non è giustificata nemmeno dalla mancanza di denaro, infatti la sepoltura dei nostri cari costa, e non poco! Sebbene finora l’amministrazione non abbia reso pubblico il bilancio del servizio cimiteriale, è ipotizzabile un’entrata di circa un milione di euro l’anno, denaro che, a giudicare dallo stato del servizio, non è speso per il servizio medesimo. Ci chiediamo allora: Un’amministrazione che non sa nemmeno programmare e controllare la pulizia o la manutenzione ordinaria nel cimitero, come riuscirà ad esercitare il controllo sull’impianto crematorio, sul suo uso e sulle relative emissioni, minimizzando l’impatto che esse potrebbero avere sulla salute dei cittadini?”
“L’opera dovrà avere necessariamente, per essere economicamente sostenibile, un bacino di utenza pari forse a mezzo Lazio e a tutta Roma Sud e quindi sarà un servizio di livello regionale: quale potrà essere l’impatto ambientale di un Impianto di Cremazione con tale intensità di funzionamento? Nelle immediate vicinanze, ed anche all’interno della fascia di rispetto cimiteriale di duecento metri, insistono gli impianti sportivi dove centinaia di bambini dai cinque anni in su respirano a pieni polmoni durante l’attività sportiva, la piscina comunale, almeno due piscine private, edifici scolastici, abitazioni, un centro turistico religioso, B&B e aziende vitivinicole”.
“Niente importa se nella fascia di rispetto dei duecento metri si estende gran parte della tenuta del Muro dei Francesi, con i casali della Marcandreola, sulla quale anche l’Amministrazione ha espresso la volontà, sia pure a denti stretti dopo il vincolo apposto dalla Soprintendenza, di voler realizzare il Parco pubblico. L’impianto creerà un’ulteriore criticità ambientale che la nostra città ormai stremata, dovrà aggiungere all’aeroporto, fuorilegge per il superamento dei livelli acustici, a cui si aggiunge l’inquinamento atmosferico, i roghi senza controllo del campo della Barbuta, il traffico veicolare enormemente cresciuto intorno a un tessuto urbano cementificato senza criterio né ritegno”.
“Abbiamo grande rispetto per chi sceglie la cremazione, ma crediamo altrettanto che i cittadini di Ciampino abbiano il diritto di decidere di poter fare a meno di questa ulteriore fonte di inquinamento. Contestiamo l’operato dell’Amministrazione sia per il metodo autoritario con cui vengono prese decisioni così importanti, sia nel merito sull’opportunità di localizzare questo tipo di servizio di livello regionale ‑creando un ulteriore peso ambientale, proprio nell’ultima zona preziosa rimasta nel nostro piccolo territorio”.
“Chiediamo un incontro pubblico con il Sindaco e l’intero Consiglio comunale — conclude Ciampino Bene Comune -, con la partecipazione di tecnici. E vogliamo sia un punto di partenza per un più ampio confronto cittadino nei quartieri. La città deve essere messa a conoscenza del danno ambientale che si prospetta!”
Related Images:
La Redazione delle testate Punto a Capo è composta da volontari che collaborano ad un progetto di condivisione delle informazioni indipendente. La maggior parte dei collaboratori sono pubblicisti, giornalisti, addetti stampa, ma ci sono anche collaboratori alle prime armi che iniziano ad approcciarsi al mestiere in un ambiente libero e senza padroni, il cui principio è dal lontano 1989 di essere la voce di chi voce non ha.