Intervista al Sottosegretario Luigi Bobba sulle novità introdotte dal Servizio Civile Universale

Intervista al Sottosegretario Luigi Bobba sulle novità introdotte dal Servizio Civile Universale

14/11/2016 0 Di Alessio Colacchi

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img-20161107-wa0006A segui­to del via libe­ra al pri­mo decre­to legi­sla­ti­vo del­la leg­ge dele­ga di rifor­ma del Ter­zo set­to­re, ed in atte­sa dei pros­si­mi, si ripor­ta l’intervista dell’On Bob­ba, il qua­le ha con­fer­ma­to che gli altri sono in fase di pre­pa­ra­zio­ne, aven­do un anno di tem­po dall’approvazione del­la Leg­ge, con l’assicurazione che il per­cor­so ver­rà com­ple­ta­to pri­ma del­la sca­den­za.

On. Bob­ba, l’articolo 5 Com­ma 1E1 del testo del­la rifor­ma pre­ve­de la revi­sio­ne dei Cen­tri di Ser­vi­zio al Volon­ta­ria­to, pre­ve­den­do il con­cor­so degli Enti di III set­to­re nel­la loro gestio­ne; in che moda­li­tà si pro­fi­le­rà tale inno­va­zio­ne?

Pre­ve­dia­mo tre gran­di cam­bia­men­ti: innan­zi­tut­to di esten­de­re la pos­si­bi­li­tà di ade­ri­re ad uno dei 76 Cen­tri di Ser­vi­zio non solo alle Orga­niz­za­zio­ni di Volon­ta­ria­to, ma anche alle altre real­tà del III set­to­re, non­ché le Fon­da­zio­ni; il secon­do pun­to riguar­da la gover­nan­ce dei CSV, che resta sem­pre in capo alle Orga­niz­za­zio­ni di Volon­ta­ria­to, che man­ter­ran­no il con­trol­lo dell’organo di gestio­ne, anche se que­ste doves­se­ro dive­ni­re mino­ran­za; il ter­zo aspet­to è che que­sti ser­vi­zi saran­no rivol­ti all’intera pla­tea dei sog­get­ti che eser­ci­ta­no atti­vi­tà di volon­ta­ria­to, in tut­te le for­me in cui essi si pre­sen­ta­no, sia­no esse Orga­niz­za­zio­ni Di Volon­ta­ria­to, Asso­cia­zio­ni di Pro­mo­zio­ne Socia­le o Coo­pe­ra­ti­ve Socia­li.
Infi­ne, altra impor­tan­te rivo­lu­zio­ne, ver­rà pre­vi­sta la pos­si­bi­li­tà, per i Cen­tri di Ser­vi­zio, di por­si non sol­tan­to sot­to il con­trol­lo del pro­prio orga­no di gestio­ne inter­no, ben­sì anche del Mini­ste­ro del Lavo­ro, così da poter diven­ta­re sog­get­to cer­ti­fi­ca­to­re dei bilan­ci e del­le atti­vi­tà dei sog­get­ti ade­ren­ti. Si pro­ce­de­rà ver­so una razio­na­liz­za­zio­ne degli stes­si CSV, che si andran­no ad accor­par­si su base ter­ri­to­ria­le, così da ope­ra­re dei rispar­mi di gestio­ne. Alcu­ne di que­ste real­tà stan­no già pro­ce­den­do spon­ta­nea­men­te in tale dire­zio­ne, come in Pie­mon­te ad esem­pio. Una novi­tà che andre­mo a nor­ma­re pro­prio all’interno del Decre­to Legi­sla­ti­vo.

Nell’Articolo 5 Com­ma 1 si par­la di un Con­si­glio Nazio­na­le del III set­to­re, che andrà a valo­riz­za­re le reti di Asso­cia­zio­ni. Che ruo­lo ci sarà per le pic­co­le real­tà asso­cia­ti­ve?

In real­tà que­sto pun­to rispec­chia quel­lo che è lo spi­ri­to di que­sta rifor­ma. Sen­za voler vio­len­ta­re la mor­fo­lo­gia di real­tà che, per i due ter­zi, sono rap­pre­sen­ta­te da pic­co­le asso­cia­zio­ni, noi spin­gia­mo per­ché si pro­ce­da sem­pre ver­so una mag­gio­re coo­pe­ra­zio­ne tra le stes­se. Nel Decre­to Legi­sla­ti­vo sarà riser­va­to un posto par­ti­co­la­re pro­prio alle reti asso­cia­ti­ve di secon­do livel­lo, così da favo­ri­re una mag­gior coo­pe­ra­zio­ne o un’azione coor­di­na­ta sul ter­ri­to­rio. Rico­no­scia­mo quel­lo che è il ruo­lo sto­ri­co e socia­le rap­pre­sen­ta­to da nume­ro­se pic­co­le asso­cia­zio­ni e coo­pe­ra­ti­ve nei nostri ter­ri­to­ri, però è oppor­tu­na un’azione comu­ne per affron­ta­re i moder­ni pro­ble­mi.

Ora cam­bia­mo ver­san­te e dia­mo uno sguar­do al mon­do del Ser­vi­zio Civi­le, che vie­ne trat­ta­to dall’articolo 8 del­la rifor­ma: ci inte­res­sa capi­re come cam­bia la Con­sul­ta Nazio­na­le, di cui si fa cen­no nel testo dell’articolo.

Ci inte­res­sa che la Con­sul­ta Nazio­na­le sia più ade­ren­te alla pla­tea dei sog­get­ti che gesti­sco­no il mon­do del Ser­vi­zio Civi­le, pro­get­tan­do e gesten­do impor­tan­ti pro­get­ti nel ter­ri­to­rio; voglia­mo valo­riz­za­re al suo inter­no la distri­bu­zio­ne ter­ri­to­ria­le e non solo set­to­ria­le dei sog­get­ti che vi par­te­ci­pa­no, non­ché la distri­bu­zio­ne tra sog­get­ti pub­bli­ci e pri­va­ti; resta fer­mo che la sua com­po­si­zio­ne con­ti­nue­rà a pre­mia­re sia le rap­pre­sen­tan­ze degli Enti, che quel­le dei volon­ta­ri e del­le Isti­tu­zio­ni che gover­na­no il siste­ma. La Con­sul­ta inol­tre avrà il com­pi­to di accom­pa­gna­re il Dipar­ti­men­to e il Mini­ste­ro nell’implementazione del­la rifor­ma, che, appor­tan­do nume­ro­se novi­tà, deve esse­re accom­pa­gna­ta da un’attenta azio­ne di pro­mo­zio­ne.

Che ruo­lo gio­che­ran­no le Regio­ni nel nuo­vo sce­na­rio?

Affi­de­re­mo alle Regio­ni la gestio­ne del Regi­stro uni­co del III set­to­re. Ci sarà un solo regi­stro, divi­so per sezio­ni, con un’unica archi­tet­tu­ra infor­ma­ti­va, un uni­co pro­fi­lo e con un siste­ma di moni­to­rag­gio di carat­te­re nazio­na­le. La gestio­ne con­cre­ta dell’accesso e il moni­to­rag­gio dei sog­get­ti, non­ché le veri­fi­che perio­di­che, avver­ran­no in capo alle Regio­ni, visto che que­sto è sta­to un ruo­lo già di com­pe­ten­za del­le stes­se. Resta­no le com­pe­ten­ze sul­le poli­ti­che socia­li, fat­to sal­vo quan­to pre­vi­sto dal­la Rifor­ma del­la Costi­tu­zio­ne, ogget­to del pros­si­mo appun­ta­men­to refe­ren­da­rio; le Regio­ni per­tan­to gio­che­ran­no un ruo­lo car­di­ne nel nuo­vo siste­ma, in quan­to la gestio­ne del Regi­stro uni­co è lo sno­do del­la rifor­ma. I sog­get­ti che avran­no i requi­si­ti veri­fi­ca­ti per far­ne par­te saran­no gli uni­ci che potran­no acce­de­re al siste­ma e ai vari ban­di che avran­no luo­go.

Pas­sia­mo ades­so all’annosa que­stio­ne del­lo Sta­tus del volon­ta­rio; nel testo del­la rifor­ma si fa rife­ri­men­to alla figu­ra del volon­ta­rio di Ser­vi­zio Civi­le. Cos’altro rispet­to a que­sto in ter­mi­ni giu­ri­di­ci?

Il volon­ta­rio in Ser­vi­zio Civi­le diven­ta una figu­ra con carat­te­re pro­prio; non è un lavo­ra­to­re, ha un con­trat­to spe­ci­fi­co che con­fi­gu­ra un’identificazione con del­le respon­sa­bi­li­tà sia del­lo Sta­to nei suoi con­fron­ti che del volon­ta­rio nei con­fron­ti dell’Ente in cui esso è impe­gna­to a svol­ge­re il ser­vi­zio.
Nel Decre­to è pre­vi­sta una nor­ma che per­met­te alle Ammi­ni­stra­zio­ni di valo­riz­za­re il perio­do di ser­vi­zio ai fini del pro­prio Cur­ri­cu­lum Vitae e nei con­cor­si di natu­ra pub­bli­ca. Inol­tre si pro­ce­de­rà con la cer­ti­fi­ca­zio­ne del­le com­pe­ten­ze acqui­si­te nell’anno di ser­vi­zio, affin­ché anche le azien­de pos­sa­no tener con­to di que­sta espe­rien­za. D’altra par­te il volon­ta­rio fa un’esperienza non con­fi­gu­ra­bi­le con un lavo­ro, ma può comun­que aver acqui­si­to com­pe­ten­ze impor­tan­ti e del­le rela­zio­ni che può valo­riz­za­re nel­la sua futu­ra vita lavo­ra­ti­va.

Il tut­to nel qua­dro del­la cer­ti­fi­ca­zio­ne del­le com­pe­ten­ze in cui sta lavo­ran­do l’ISFOL?

Vedre­mo qua­le stru­men­to uti­liz­za­re.
Ad oggi tale cer­ti­fi­ca­zio­ne è in capo alle Regio­ni, con le varie dif­fe­ren­ze che il siste­ma evi­den­zia; si sta valu­tan­do di adot­ta­re uno stru­men­to in vigo­re in Unio­ne Euro­pea, ovve­ro lo You­th­pass, già ado­pe­ra­to per il Ser­vi­zio Volon­ta­rio Euro­peo.
Que­sto stru­men­to ser­ve ad atte­sta­re le atti­vi­tà ed espe­rien­ze matu­ra­te nell’anno di espe­rien­za all’estero.

La rifor­ma pre­ve­de la pos­si­bi­li­tà che ven­ga svol­to un perio­do di Ser­vi­zio Civi­le all’estero. Come si con­cre­tiz­ze­rà ciò?

Cree­re­mo le con­di­zio­ni per­ché quel mese all’estero sia equi­pa­ra­to a chi svol­ge l’intero anno di ser­vi­zio all’estero, anche sot­to il pro­fi­lo eco­no­mi­co; spet­te­rà però agli Enti crea­re le con­di­zio­ni per­ché que­sto sia pos­si­bi­le, ovve­ro ave­re un par­te­na­ria­to con un’associazione o un Ente gemel­la­to, che sia inte­res­sa­to a tale ope­ra­zio­ne, ospi­tan­do il gio­va­ne in un altro pae­se dell’UE. È una sfi­da innan­zi­tut­to per gli enti, cui spet­te­rà il com­pi­to di favo­ri­re la mobi­li­tà intraeu­ro­pea dei gio­va­ni in Ser­vi­zio Civi­le.

Per quan­to riguar­da i Decre­ti Attua­ti­vi a che pun­to sia­mo?

Abbia­mo pre­di­spo­sto con­clu­si­va­men­te il Decre­to rela­ti­vo al Ser­vi­zio Civi­le Uni­ver­sa­le, appro­va­to in via pre­li­mi­na­re in Con­si­glio dei Mini­stri. Gli altri sono in fase di pre­pa­ra­zio­ne.

Dia­mo uno sguar­do al Ser­vi­zio Civi­le Euro­peo. Il Pre­si­den­te del Con­si­glio è tor­na­to recen­te­men­te a par­la­re del tema. Qua­li sono attual­men­te gli oriz­zon­ti?

Come ave­te visto l’idea è sta­ta ripre­sa dal Pre­si­den­te del­la Com­mis­sio­ne Euro­pea Junc­ker, che ha par­la­to di un Cor­po Euro­peo del­la Soli­da­rie­tà. La dizio­ne è diver­sa, ma la sostan­za è simi­le all’idea che il pre­si­den­te del Con­si­glio ha pre­sen­ta­to. Può esse­re una spe­ri­men­ta­zio­ne impor­tan­te, spe­ro non si limi­ti a un sem­pli­ce pro­cla­ma, ma sia un pro­get­to su cui si lavo­ri con­cre­ta­men­te, tenen­do con­to dell’azione pilo­ta in cui sia­mo coin­vol­ti già ora, ovve­ro il pro­get­to IVO4All, dove sono coin­vol­ti 250 ragaz­zi, di cui 50 ita­lia­ni. Que­sto può esse­re un espe­ri­men­to cui attin­ge­re quan­do ci sarà un pro­get­to più cor­po­so in tal sen­so.

Negli ulti­mi due anni si è fat­to un uso del Ser­vi­zio Civi­le in mol­ti ban­di straor­di­na­ri; pen­sa che que­sto uso sia ricon­du­ci­bi­le a quel­li che sono i valo­ri del Ser­vi­zio Civi­le o che se ne sia abu­sa­to?

Abbia­mo fat­to que­sta scel­ta con­sa­pe­vol­men­te, aven­do in men­te due obiet­ti­vi: da un lato amplia­re il nume­ro del­le oppor­tu­ni­tà. Fino a due anni fa la nostra capa­ci­tà di rispo­sta alle doman­de che rice­ve­va­mo era di 1 gio­va­ne su 3, men­tre quest’anno sia­mo riu­sci­ti a sod­di­sfa­re 1,2 gio­va­ni su 3. Abbia­mo coniu­ga­to la scel­ta dei gio­va­ni con l’opportunità rea­le di poter svol­ge­re il ser­vi­zio. Abbia­mo coin­vol­to altre Ammi­ni­stra­zio­ni, met­ten­do del­le risor­se pro­prie, con la fina­li­tà di far cre­sce­re il siste­ma. In secon­do luo­go stia­mo svi­lup­pan­do del­le atti­vi­tà con­gruen­ti con gli obiet­ti­vi del Ser­vi­zio Civi­le Nazio­na­le. Pren­do ad esem­pio un tema qua­le l’Agricoltura socia­le, dove appli­chia­mo una leg­ge esi­sten­te che espri­me del­le fina­li­tà con­gruen­ti con quel­le del Ser­vi­zio Civi­le Nazio­na­le; allo stes­so modo la con­ven­zio­ne con il mini­ste­ro dei Beni Cul­tu­ra­li rispec­chia gli stes­si obiet­ti­vi e valo­ri dei gio­va­ni che svol­go­no il ser­vi­zio. La fina­li­tà socia­le è comun­que quel­la che gui­da in modo prio­ri­ta­rio l’idea alla base di que­sti ban­di spe­cia­li del Ser­vi­zio Civi­le.
L’abbiamo fat­to con la socie­tà EXPO, che ha finan­zia­to un cen­ti­na­io di gio­va­ni, dan­do un’opportunità di par­te­ci­pa­re a un gran­de even­to, oppu­re nel con­te­sto del giu­bi­leo, dan­do una pos­si­bi­li­tà di soste­gno a mol­ti pel­le­gri­ni che veni­va­no a Roma per ragio­ni spi­ri­tua­li.
Pro­se­gui­re­mo nel­la dire­zio­ne di ban­di spe­cia­li, per­ché pen­sia­mo che le due cose insie­me rap­pre­sen­ti­no uno stes­so obiet­ti­vo meri­te­vo­le di esse­re per­se­gui­to.

Par­lia­mo di Garan­zia Gio­va­ni. Ci dia un bilan­cio e, qua­lo­ra si doves­se ria­pri­re tale pro­gram­ma, rein­se­ri­re­te il Ser­vi­zio Civi­le?

Pen­so pro­prio di sì. La Com­mis­sio­ne euro­pea, che ha svol­to una pri­ma veri­fi­ca, ha pro­mos­so a pie­ni voti que­sta scel­ta, ori­gi­na­le in quan­to l’Italia è sta­to l’unico Pae­se a per­se­gui­re que­sta stra­da. Oltre 8000 gio­va­ni vi han­no ade­ri­to tra­mi­te tale misu­ra, di cui 3000 sono anco­ra in ser­vi­zio.
Abbia­mo por­ta­to a casa un impor­tan­te risul­ta­to, ovve­ro che sia­mo riu­sci­ti ad avvi­ci­na­re un seg­men­to di popo­la­zio­ne gio­va­ni­le che non era vici­no al Ser­vi­zio Civi­le; infat­ti i cosid­det­ti Neet (gio­va­ni con mino­ri oppor­tu­ni­tà for­ma­ti­ve e lavo­ra­ti­ve) han­no còl­to que­sta occa­sio­ne e que­sto ci spin­ge a nor­ma­re, all’interno del Decre­to, il fat­to che il Ser­vi­zio Civi­le sia per chi ha mino­ri oppor­tu­ni­tà, con una sele­zio­ne orien­ta­ta ver­so il bas­so. Basti pen­sa­re che con il pro­gram­ma IVO4All abbia­mo avu­to 700 doman­de per 50 posti dispo­ni­bi­li. In quel seg­men­to dei Neet c’è anco­ra una nic­chia che chie­de di poter svol­ge­re il ser­vi­zio civi­le.

Nel­la rifor­ma si defi­ni­sce il Ser­vi­zio Civi­le come Uni­ver­sa­le, però si ànco­ra la sua attua­zio­ne ad un fon­do trien­na­le. Come può aiu­ta­re que­sto la sua uni­ver­sa­li­tà?

Sarà un impe­gno poli­ti­co del Gover­no crea­re le con­di­zio­ni per­ché quel­la uni­ver­sa­li­tà sia rea­liz­za­ta, nel sen­so non dell’obbligatorietà ma nel dare una rispo­sta effet­ti­va a quan­ti fan­no doman­da per svol­ge­re il Ser­vi­zio Civi­le. Per que­sta ragio­ne anche i ban­di spe­cia­li sono un ausi­lio vali­do al ban­do ordi­na­rio. Pen­sia­mo che quest’anno per il ban­do di Ser­vi­zio Civi­le ci sono sta­te 80.000 doman­de per 35.000 posti effet­ti­vi. Que­sto signi­fi­ca che un gio­va­ne su due è rima­sto a casa.

Per quan­to con­cer­ne la For­ma­zio­ne Gene­ra­le dei volon­ta­ri, che con­cer­ne i valo­ri su cui si fon­da il Ser­vi­zio Civi­le, sul­le linee gui­da cosa potrà cam­bia­re?

Dedi­che­re­mo risor­se appro­pria­te alla For­ma­zio­ne e chie­de­re­mo agli Enti di svol­ger­la come un ele­men­to qua­li­fi­can­te del pro­get­to e del per­cor­so di Ser­vi­zio Civi­le. Valu­te­re­mo inol­tre se met­te­re in cam­po del­le azio­ni comu­ni che il Dipar­ti­men­to met­te­rà a ser­vi­zio degli Enti attua­to­ri del Ser­vi­zio Civi­le.

Ales­sio Colacchi&Roberta Nata­le

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