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I leader religiosi chiedono ai Paesi impegni più ambiziosi per il clima
10/11/2016Questo articolo è stato letto 4698 volte!
I leader religiosi si rivolgono ai Governi riuniti per COP 22 chiedendo impegni più ambiziosi, disinvestimenti dalle fonti fossili e maggiori investimenti per il clima.
Desmond Tutu, Dalai Lama e molti altri leader appartenenti alle diverse confessioni religiose da tutto il mondo chiedono ai Governi riuniti a Marrakesh per COP 22 che sia dismesso l’uso continuato dei combustibili fossili eticamente insostenibile e sollecitano con urgenza una reale conversione ecologica.
La Dichiarazione Interreligiosa, diffusa in occasione della Conferenza Building the Divest Invest Movement with Faiths, Foundations and Finance, side event ufficiale di COP 22 di Marrakech è promossa da più di 30 organizzazioni internazionali di ispirazione religiosa tra cui FOCSIV – volontari nel mondo e chiede ai Governi di prendere impegni concreti e ambiziosi per la giustizia climatica.
Il documento è un unico potente invito per la giustizia climatica che unisce le voci dei leader delle diverse confessioni religiose di tutto il mondo tra i quali: il Dalai Lama, Mons. Marcelo Sánchez Sorondo, Cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze, il Reverendo Olav Fykse Tveit, Segretario generale del Consiglio Mondiale delle Chiese, Sayyid M. Syeed della Società Islamica del Nord America, l’Arcivescovo Desmond Tutu e oltre 220 altri rappresentanti religiosi.
”La FOCSIV è onorata di poter servire la Dichiarazione Interreligiosa verso COP22 perché le comunità locali e le persone vulnerabili con cui i nostri Soci operano nel Sud del mondo, non possono più aspettare: la comunità internazionale deve impegnarsi con maggiore ambizione per cambiare le strutture che portano degrado sociale e ambientale. - ha sottolineato Gianfranco Cattai, Presidente FOCSIV — Il dialogo chiesto con forza nella Laudato Sì di Papa Francesco evidenzia l’urgenza di un impegno indispensabile per la giustizia climatica. Dopo l’Accordo di Parigi, con COP22 si debbono intraprendere passi concreti verso una giusta transizione energetica, dei nostri modelli di consumo e produzione e dei nostri stili di vita”.
Particolare importanza per il mondo cattolico italiano assume la firma di diversi Vescovi e rappresentanti degli Ordini religiosi come quella di Mons. Marco Arnolfo Arcivescovo della Diocesi di Vercelli, Mons. Luigi Bressan Arcivescovo Emerito di Trento, Mons. Paolo Giulietti Vescovo Ausiliare dell’Arcidiocesi di Perugia — Città della Pieve, Mons. Domenico Cancian Vescovo di Città di Castello e di illustri rappresentanti dei Salesiani, Gesuiti, Domenicani, Cappuccini, Suore Francescane, Benedettini e Carmelitani.
Dopo le numerose iniziative che FOCSIV ha promosso in vista della Conferenza di Parigi 2015, l’attività di promozione della giustizia climatica continua con maggiore responsabilità, nelle comunità, per un cambiamento del sistema economico e sociale divenuto indispensabile ed urgente secondo gli orientamenti dell’Enciclica Laudato Si di Papa Francesco. In tal senso, la Dichiarazione Interreligiosa promossa anche dai Vescovi italiani si inserisce come parte dell’impegno di FOCSIV assieme ai suoi partner nazionali ed internazionali per la COP 22.
La Dichiarazione Interreligiosa presenta una serie di richieste per accelerare la transizione verso un futuro di energia pulita in un lasso di tempo coerente con l’obiettivo di limitare gli aumenti di temperatura a 1,5 ° C rispetto ai livelli preindustriali. Questi alcuni punti fondamentali della Dichiarazione:
- maggiori e rapidi impegni di riduzione delle emissioni, in linea con l’obiettivo di 1,5 ° C;
- il disinvestimento di fondi sovrani e fondi pensionistici pubblici dai combustibili fossili per convertirli in investimenti in energie rinnovabili e altre soluzioni green;
- un aumento dei flussi finanziari globali per porre fine alla povertà energetica grazie alle rinnovabili;
- l’inserimento degli impegni climatici in un quadro più ampio di tutela dei diritti umani, come predisposto nel preambolo dell’Accordo sul clima di Parigi;
- controlli più severi sui meccanismi di risoluzione delle controversie negli accordi commerciali che utilizzano tribunali extragiudiziali per opporsi alle politiche dei governi,affinché siano tutelati i diritti umani e la salvaguardia del creato prima degli interessi economici delle imprese multinazionali.
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